1° TROFEO FISH UMBRIA: A PASSIGNANO VINCE L’INGHILTERRA, POI ITALIA E FRANCIA

Azzurri ancora secondi!

Poteva sembrare una passeggiata e non lo è stata: abbiamo perso da una nazionale, quella inglese, che, senza tema di essere smentito, deve essere definita la più forte del mondo.

Meglio andare con ordine.

fonte rivista PESCA IN di gennaio 1991

L’iniziativa del Fish Umbria, salone specializzato per la pesca sportiva che si è tenuto nelle giornate del 26 27 e 28 gennaio a Bastia umbra, era stata accolta con entusiasmo dalle tre federazioni interessate e cioè quella inglese, francese ed italiana.

L’obiettivo era la disputa di una competizione fra le più accreditate nazionali del mondo, classificatesi ai primi tre posti nell’ultimo mondiale a Maribor, Jugoslavia.

Il campo di gara scelto per la manifestazione era la darsena del porto di Passignano sul Trasimeno, uno specchio d’acqua ideale per una esibizione del genere, molto comodo per i pescatori e assolutamente perfetto per il pubblico che si prevedeva numeroso.

Certo la data non può essere definita ideale per una gara di pesca di così alto livello, il Trasimeno diventa molto avaro durante la stagione invernale, ma la data dell’esposizione non ha permesso rinvii e modifiche.

Gli organizzatori, a questo proposito, hanno fatto quello che hanno potuto, ripopolando la darsena con ciprinidi in quantità, ma il periodo di freddo intensissimo 9° sotto zero l’antivigilia della gara, ha confinato questo pesce in qualche parte della darsena e praticamente non si è mai fatto vedere.

Visto che ho tirato in ballo gli organizzatori, voglio approfondire il discorso.

Il comitato regionale umbro, in particolare il suo presidente Lanfranco Cervino, hanno lavorato duro in collaborazione con gli enti locali e i responsabili del Fish Umbria, primo fra tutti Marco Ranocchia, per mettere in piedi una manifestazione organizzata nei dettagli in modo perfetto.

Tutti sono rimasti a bocca aperta di fronte a quanto sono stati capaci di fare questi umbri e le tre nazionali hanno potuto usufruire di un’accoglienza che, credo proprio, abbia pochi uguali.

La manifestazione, inoltre è stata perfettamente inserita in tutto il complesso di iniziative che una manifestazione con il FISH Umbria porta con sé.

Sicuramente è stato molto apprezzata, ad esempio, la cena di chiusura della manifestazione tenutasi a Piediluco durante la quale sono state servite innumerevoli specialità, tutte a base di pesce di acqua dolce, in compagnia di eccellenti vini locali serviti dai sommelier espertissimi.

Il giorno precedente la gara, venerdì 25 gennaio, le squadre sono state ricevute di buon mattino dalle autorità locali, presso i locali annessi alla darsena di Passignano e i sindaci di questo paese e quello di Bastia hanno dato il loro benvenuto.

Conclusasi questa simpatica introduzione, tutti sul campo di gara per le prove.

Francamente, dopo circa un’ora di pesca, serpeggiava un po’ di panico: nessuno aveva ancora bollato.

Con l’aggiustarsi della mira però, le prime catture hanno cominciato a risollevare gli animi.

Alcuni francesi, infatti hanno trovato nel sottoriva la possibilità di catturare microscopici pesciolini che ho immediatamente riconosciuto come dei crognoli che furono introdotti anni fa per incrementare la pesca professionale.

Per parecchio tempo, più o meno tutti si sono dati alla pesca di questa minuscola specie con risultati alterni, usando canne da arborelle di 3 o 4 m oppure corte Rbs.

In ambedue i casi, era importantissimo montare lenze leggerissime (da 4 × 7 e 4 × 10) costruite con fili ai limiti dell’impossibile e non è stato facile per tutti adattarsi al particolare modo di mangiare del crognolo. A causa anche della temperatura rigida, il pesce mangiava l’esca rimanendo assolutamente fermo.

La conseguenza era che il galleggiante non dava alcuna segnalazione positiva.

Per ovviare a questo inconveniente, era necessario spostare di un tratto ridottissimo il galleggiante realizzando una sorta di micro richiamata e, se il galleggiante tendeva ad affondare non restava che salpare il pesciolino.

Poca pastura e, soprattutto, fouille erano necessari a mantenere il branco in posizione, facendo attenzione che l’impasto fosse ben bagnato e realizzasse una bella macchia chiara.

A confondere le idee, però ci si sono messi alcuni cavedani che hanno deciso di mettersi a mangiare proprio quando si prevedeva che la pesca fosse solo quella dei piccoli pesci.

Prima Trabucco e poi anche Gabba ed altri, infatti, fiondando bigattini in quantità sono riusciti nella cattura di un certo numero di cavedani all’altezza dei primi cinque posti di gara.

I furboni, cioè gli inglesi, sono stati un po’ a guardare poi, a testa bassa si sono messi a cercare di capire questi misteriosi pesciolini semitrasparenti, che certamente non avevano mai pescato in vita loro.

Sono così spuntate dalle loro borse alcune cannette corte e sono state approntate le lenze ultraleggere utili per la bisogna.

In questa situazione, però, nessuno avrebbe puntato una lira sulle possibilità degli inglesi considerati dei grandi campioni, ma poco quotati nei confronti della pesca del pesce piccolo.

Sembravano invece i francesi i contendenti più pericolosi per la loro abitudine alla pesca difficile e molto raffinata.

La sera, dopo la cena, una certa incertezza aleggiava fra i componenti la nostra nazionale, anche se era chiarissimo, che solo chi rientrava nei primi 4 – 5 picchetti poteva tentare il pesce di taglia.

il picchetto appena pescato, inoltre non incoraggiava eccessivamente i nostri che avrebbero pescato il numero due di ciascun settore cioè senza la possibilità di avere degli esterni.

Ed eccoci al sabato della gara.

La preparazione per tutti molto semplice: due o tre cannette da punta di una RBS ed un paio di canne all’inglese.

Nel primo settore, quello nel quale si sarebbe dovuto pescare il cavedano, al numero uno c’è Bob Nudd, seguono Gabba e Guessard.

I tre partono all’inglese fiondando bigattini per il cavedano, ma per tutta la gara, la pesca è all’alborella.

Partito fortissimo, Nudd domina il settore e solo per poco tempo Gabba è in grado di reggere il passo dell’inglese: il nostro rappresentante, nel momento cruciale della gara, Incontra un certo numero di difficoltà tecniche e viene danneggiato dalla corrente generata dall’elica di una grossa barca messa in moto nella parte del porto non utilizzata per la gara.

In quel preciso istante si è avuta anche la reazione del francese che per poco non mette in serio pericolo anche il suo secondo posto.

Settore 2: qui pescano Mark Downes, Pagliari ed Henaut.

Le prime due ore di pesca passano con catture di piccoli crognoli ed una equità quasi assoluta anche se il francese appare più indietro fra i tre.

A metà gara circa, però, Downes, uscito con la canna all’inglese forse perché non aveva più riscontri nel sottoriva, riesce a catturare un cavedano di taglia discreta.

Pagliari reagisce prontamente ed esce anche lui con l’inglese, fiondando bigattini a più non posso.

Passano alcuni minuti ed anche lui guadina un bel cavedano tra gli applausi del pubblico, che nel frattempo si è fatto numeroso e sfiora le 3000 unità.

Niente male davvero per una gara di pesca, considerando anche la giornata freddissima.

A questo pesce il nostro Tino ne fa seguire un altro molto più grosso che chiude la contesa, anche se l’inglese riesce a catturare un altro cavedanello.

Del tutto tagliato fuori il francese, che strappato alla pesca del pescetto non vede una mangiata all’inglese.

Nel settore 3 si consuma un fattaccio.

Denis White, dopo pochi minuti, comincia a catturare con continuità dei crognoli pescando con una punta di Rbs di non più di 2,5 m, ostentando una tecnica molto valida alla faccia di chi lo credeva incapace di fare il pesce minuto: terminerà la gara con 400 pesci per un peso di poco più di mezzo chilo.

Nello stesso settore Trabucco, che sembrava un buon picchetto in virtù di alcune erbe affioranti che lasciano presagire la presenza di pesce, non trova la necessaria continuità di catture e, pur andando di pari passo con il francese Lyng Yu, non resiste alla vista della cattura di un paio di pesci di taglia nel settore precedente e si mette ad inseguire una cattura che non arriverà mai.

In questa situazione ha buon gioco il francese, che pesciolino dopo pesciolino, accumula il vantaggio necessario alla conquista del secondo posto.

settore 4. al numero uno c’è il grande Kevin Ashurst, al 2 Milo ed al tre Marsily che gode della posizione favorevole di ultimo di gara in quanto a valle di lui esiste una interruzione.

È proprio il francese che prende la testa del settore e riesce a tenerla per almeno un’ora e mezzo se non di più catturando crognoli con una rbs di circa 5 m.

In questo frangente, Milo non trova continuità di cattura fino a che non riesce ad inquadrare la pesca sulla canna di 4 m. da questo momento, dopo circa due ore di gara, le sue catture si sono fatte molto continue ed hanno indotto il francese a commettere un errore che gli è costato carissimo e cioè quello di abbandonare la Rbs per andare ad imitare Milo con la canna fissa.

E qui che lo vuole il nostro rappresentante: poco avvezzo ad usare la canna fissa, il francese incassa diversi colpi e perde rapidamente quel vantaggio che aveva accumulato all’inizio.

Milo vince meritatamente il suo settore nel quale Ashurst fa solo comparsa.

Nel quinto settore, il primo di quelli staccati, Pickering deve vedersela con Setti e Bodineau ed anche qui, come nel settore di White non c’è storia: l’inglese vince alla grande, Setti ha fatto quello che ha potuto per arginare l’inglese, ma quando gli sono giunte le notizie relative ad altri componenti della squadra che non andavano bene, ha rotto gli indugi ed è andato cercare un pesce di taglia, scoprendosi rispetto al francese, che lo ha così superato.

L’ultimo settore, il sesto, da un risultato quasi incredibile: vince l’inglese Steve Gardener, autore di una gara eccellente al pesce piccolo, con un margine di vantaggio incredibile.

Praticamente ha pescato da solo, mentre Barbetta e Jean Desquè, dopo aver tentato per un po’ di contrastarlo vanno a cercare il cavedano fantasma e rimangono rispettivamente a 5 e 7 pesci contro i 189 dell’inglese.

Al termine della gara ci sono stati i soliti commenti, in parte a giustificazione dell’indubbia sconfitta della nostra nazionale.

Si è detto che gli inglesi hanno pescato in posti nei quali il giorno prima si era gettata della pastura, che rimasta sul fondo, avrebbe fatto stazionare i pesci sul posto ed altro.

Può anche darsi che una giustificazione del genere, tra l’altro portata dai francesi, abbia anche un suo fondamento, ma personalmente propendo più per la tesi che ho già esposto in apertura di articolo: gli inglesi si accostano alla pesca ed hanno dalla loro parte un’esperienza a livello generale che per ora non possiamo che invidiare.

Questo è il commento del nostro commissario tecnico Carlo Chines:

abbiamo perso, indiscutibilmente, anche se sono rimasto sorpreso dalla vittoria della squadra inglese. Questa pesca di ricerca doveva essere più alla portata dei francesi almeno quanto doveva essere la portata degli italiani per la presenza del pesce di piccola taglia. Questi inglesi, però, sono dei veri pescatori e sanno adattarsi a tutto. Soprattutto sanno rubare con gli occhi quanto vedono fare intorno: basta loro un minimo di illuminazione per ottenere il massimo. Questo è dovuto al fatto che possiedono un background, cioè un’esperienza enorme, tale da colmare ogni loro lacuna in breve tempo. Proprio per questo ritengo che la vittoria della squadra inglese sia perfettamente meritata.

Questo il commento di chi Dick Clegg: è stata una bellissima manifestazione, veramente interessante anche se pensavo che sarebbe stato duro battere l’Italia sulla pesca del pesce piccolo. E noi non abbiamo questa specie di pesce in Inghilterra, ma siamo stati fortunati nell’estrazione del numero, ma credo che sia l’Italia che la Francia abbiano commesso un errore fondamentale pasturando con troppa pastura e troppo fouille.

Dopo la prima ora di gara in pratica avevamo già vinto.

Della squadra francese mi ha particolarmente impressionato il suo uomo nuovo Lyng Yu che ha mostrato una tecnica molto buona.

Questo il commento di Durozier commissario tecnico della squadra francese: è stata una gara molto interessante e mi auguro che ve ne siano ancora molte altre. Quello che magari dispiace è che sia stata fatta in un periodo che non è molto indicato per la pesca, ma penso che vi siano degli obblighi derivanti dalla fiera. Credo che la squadra francese si sia fatta un po’ incastrare su un tipo di pesca che solitamente le è molto congeniale.

Gli inglesi, a mio avviso, hanno pescato molto bene; sono migliorati molto nella pesca del pesce di piccola taglia e mi sembra del tutto naturale che abbiano vinto, perché sono loro che oggi hanno pescato meglio, in modo inequivocabile, in questo tipo di pesca; hanno capito subito quale materiale utilizzare, hanno pescato bene: siamo arrivati terzi, quindi ultimi in questo tipo di gara, è normale. Per quanto riguarda la stagione sarà lunga: per la squadra francese un po’ come quella italiana e per quella inglese: l’obiettivo è quello di formare una squadra che vada ai campionati del mondo e, soprattutto, che vinca i mondiali. Non abbiamo gli stessi metodi di selezione italiani o inglesi, infatti la nostra squadra non è stata ancora fatta: aspettiamo le prime tre o quattro gare e a quel punto comporremo la squadra per i mondiali. In ogni caso per l’Ungheria sarà bene non prendere in considerazione la gara di oggi.

Un pensiero riguardo “1° TROFEO FISH UMBRIA: A PASSIGNANO VINCE L’INGHILTERRA, POI ITALIA E FRANCIA

  • 6 Gennaio 2023 in 02:43
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    Excellent report ! Pity there are no photos of the tiny fish that were the main target,

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