LAGO PASCOLI: PASTURARE LE CARPE CON FIONDA O SCODELLINO?

Anche con il freddo boia di metà dicembre il pesce pare deciso a non andare in letargo e così le gare di pesca continuano a ritmo serrato in ogni dove.
Un lago, tra i più belli del circondario, è sicuramente il Pascoli di S. Mauro Pascoli, una cava abbellita dal verde ben curato situato tutt’attorno.
Sono le carpe a rendere piacevole ogni uscita di pesca in questo bacino oramai consacrato dai garisti come il miglior carpodromo della zona.
La pesca che maggiormente fa divertire è sicuramente quella a tecnica roubaisienne ma occorre esercitarla veramente bene altrimenti le carpe non si fanno vedere.
La lenza deve essere fatta su cinque pezzi di canna con galleggianti da 0,75 a 1 grammo, filo del 14, finale del 10/12, amo 18 serie 808 Tubertini o 501 della Colmic e poi precisione nella pasturazione che deve essere eseguita con bigattini 1 chilo e mais 1 barattolo.
I pescatori maggiormente “sclerotizzati” per pasturare hanno sostituito la fionda con lo scodellino ma in questo modo, a mio avviso, tolgono al pesce quel minimo di aggressività e quella vivacità che di solito mette in atto per ricercare il cibo sul fondo e quindi quel comportamento smaliziato che lo porta ad ingoiare l’esca sull’amo senza diffidenze.
Ho notato che chi ha fatto gare fiondando grano e bigatti ha ottenuto migliori risultati di coloro che hanno pasturato rovesciando con lo scodellino il cibo ammucchiato tutto in un posto.
Se il cibo è sparso in 1,5 mt. di fondo la carpa gira per cercarlo ma se invece è concentrato in pochi centimetri smette di girare, non entra in competizione perché rimane fermo in quel posto e ignora anche l’esca appoggiata a poca distanza.
L’uso dello scodellino come mezzo di pasturazione obbliga il pescatore a pescare esclusivamente in quel posto pena il rischio di non vedere nessuna mangiata.
Ritengo però che lo scodellino possa andare bene in alcune circostanze particolari per esempio quando si ha un forte vento in faccia che impedisce una qualsiasi fiondata sulla distanza desiderata.

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