CAMP. PROV.LE INDIVIDUALE FORLI’ CESENA
IL CAVO LAMA OSPITA LA TRUPPA ROMAGNOLA
MAURO BROLLI IN AZIONE SUL CAVO LAMA
Vento e pioggia hanno reso difficile la gara nel tratto Ponte Ceccona
Domenica 9 aprile 2006 è stata una giornata molto ventosa e a sprazzi anche piovosa che ha accolto la truppa forlivese della prima serie sul Cavo Lama nel tratto compreso da Ponte Ceccona a Ponte Borelle.
La gara in questo tratto di canale può essere impostata in tre modalità differenti a seconda della pescosità del settore e soprattutto delle convinzioni personali:
– a roubaisienne sul fondo con pesi variabili tra 1,5 a 3g, con una varia scelta riguardante le modalità di pasturazione;
– a roubaisienne a galla con galleggianti variabili tra 4×16-1g;
– con le canne fisse corte (5-6 mt) per pescare al filo delle abbondanti cannette del sottoriva.
Le molteplici possibilità di pesca valutate il sabato, tutte valide e difficilmente scartabili, mi fanno crollare diverse certezze che mi sono costruito in questi anni di Cavo Lama. Praticamente, sperando inutilmente che la notte portasse consiglio, al mattino della gara mi presento al raduno attribuendo una probabilità di utilizzo del 33,33333…..% ad ognuna delle tre tecniche prima citate! Pesco al picchetto E-5, in un settore non particolarmente pescoso, e con una drastica decisione dell’ultimo minuto stabilisco di impostare l’inizio come sempre faccio: partenza sul fondo, a 13m con 2g, appoggiando 5cm, facendo un buon fondo iniziale con la pastura ed alimentando a cagnotti incollati; prendo soli tre pesci in 10 minuti e questo mi agita; cambio qualcosa ma niente da fare: la pesca sul fondo non paga. In attesa di notizie provenienti da coloro che sapevo sarebbero partiti con la fissa sotto il gradino decido di andare a galla; pur non catturando con una particolare regolarità, sono piuttosto soddisfatto della scelta, anche perchè la taglia non è così male e nel settore nessuno sta tenendo un ritmo troppo alto; concludo così la prima ora con 25 pesci. Durante la seconda ora i buchi si accentuano spaventosamente e i 17 pesci che metto in nassa sono una miseria; le mie responsabilità sono però piuttosto evidenti, dato che mi faccio come ipnotizzare dalla scarsa pescosità, adeguandomi al ritmo blando delle abboccate senza provare ad invertire in maniera netta la rotta; cambio quando ormai è troppo tardi, impugnando la fissa da 5m nel momento in cui anche nel sottoriva la pesca è calata notevolmente; prendo un paio di carassi e attacco una grossa carpa che oltre ad imbucarsi nelle cannette slamandosi, mi rompe anche il flebile ritmo di mangiate che stavo tenendo in quel momento, allontanandomi anche i pochi pesci giunti in pastura. Il black out prosegue anche a cavallo della terza ora, fino a quando decido di tornare a galla, ritrovando, un pò come tutti nel settore, nuovamente una pescosità accettabile; salpo altri 19 carassi, concludendo con un totale di 61 pesci; la bilancia dice 3715g: questo peso determina un pessimo settimo di settore, distante dal primo 700g che tradotti in numero significano circa 13 pesci. Il rammarico per non aver operato tutti i cambiamenti possibili nei momenti di stanca è grande, ma si sa che ogni analisi vista a posteriori risulta sempre più facile e proficua…….
Vorrà dire che andrà meglio l’anno prossimo!