A pesca sul fiume con la “BARBARA”
Oggi parliamo di una pesca semplice da effettuare, con un minimo di attrezzatura: la passata sul fiume con la “barbara” che altro non è che un incrocio tra una canna fissa e una a mulinello.
Questo attrezzo ci permette di pescare in tutti i fiumi romagnoli (Savio, Ronco, Marecchia) ed in qualsiasi ambientazione.
La “barbara” è una canna fissa montata con piccoli anelli e dotata di un rocchetto raccogli filo.
Con questa canna, meglio se teleregolabile da 5 a 7 metri, possiamo toglierci tutte le soddisfazioni che vogliamo; possiamo insidiare le varie specie ittiche presenti sui nostri fiumi: dalle minuscole alborelle agli eleganti cavedani, dai potenti barbi alle massicce carpe.
La canna dovrà essere ad azione media ed unire una certa prontezza di reazione alla ferrata a una discreta morbidezza in fase di recupero del pesce allamato.
Ora costruiamo una lenza standard da fiume: madre lenza filo del 0.16; finale 0.12, galleggiante da 0,50 a 1g (secondo la profondità e la velocità della corrente), amo n.16.
A questo punto tarare la lenza con una piombatura scalata con l’ultimo pallino del n° 11 a circa 40 cm dall’amo.
Come esca, tanto per poter prendere un po’ di tutto, usare il bigattino (per una battuta di pesca di 3 ore 1 chilo è sufficiente), un barattolo di mais e di orsetti per alternare l’esca sull’amo ed aumentare le probabilità di catture.
Prima di iniziare la pesca vera e propria è obbligo misurare il fondale con l’apposita sonda da applicare sull’amo; questa operazione è importantissima, poiché i migliori risultati si ottengono con l’esca che va a “radere” il fondo.
La pasturazione va eseguita con attenzione, fiondando in acqua poche larve per volta (ovviamente vanno lanciate a monte, prima dell’inizio della passata; la pasturazione serve per attirare il pesce nei pressi della lenza e tener vivo l’interesse per l’esca.
E’ anche importante lanciare le larve sempre nello stesso posto, altrimenti invece di avvicinare il pesce lo disperderemo rendendo vane le nostre attese.
Sull’amo innescare due bigattini infilzandoli delicatamente per la coda lasciandoli liberi di contorcersi in maniera naturale; lanciare la lenza nel punto dove precedentemente sono state fiondate le larve per pasturare; a fine passata rilanciare e così via; buttare una piccola fiondata di bigattini ogni 2 o 3 passate.
Il galleggiante è affondato! La battaglia è iniziata, siate cauti nei recuperi e ricordate di usare la frizione sul rocchetto per ammortizzare le fughe del pesce allamato.
A passata sul fiume potete agganciare dall’alborella di pochi grammi alla carpa di qualche chilogrammo, quindi siete avvisati!
D’altra parte se vi capita di incocciare la vecchia carpa di 4-5 o passa kg. o un bel barbo di un paio di kg. rassegnatevi pure: questi nostri amici se ne fregano di tutte le vostre cautele e astuzie, tirano come un trattore e vi faranno sudare le proverbiali sette camicie.
Ricordatevi di rilasciare libero tutto il pesce a fine pescata.
Ciao a tutti da Alessandro e alla prossima settimana!