L’EMOZIONE DEL MINCIO
DANIELE CAMPI (TEAM SARFIX CREVALCORE)
ALESSANDRO BIANCHI (AMO SANTARCANGIOLESE)
ALESSANDRO BIANCHI E DANIEL CAMPI VESTONO LA MAGLIA AZZURRA
Nel week end appena trascorso, sul fiume Mincio a Peschiera del Garda, si sono effettuate le due gare di pesca riservate ai componenti del Club Azzurro di pesca al colpo.
In prima e seconda zona hanno gareggiato la categoria Senior ,mentre in terza zona i giovani under 18 e under 20.
Nella categoria senior hanno gareggiato tutti i big dell’agonismo nazionale i quali si sono presentati sul fiume per le prove di circostanza fin dal giovedì precedente.
I grandi avevano la possibilità di utilizzare qualsiasi tecnica, dall’inglese, alla bolognese alla roubaisienne, mentre per i più piccoli la tecnica obbligatoria è stata la bolognese.
Il club azzurro è un mini campionato di selezione considerato il trampolino di lancio per arrivare alla nazionale di pesca Team Italia.
Chi riesce ad entrare nel club azzurro ha già superato esami importanti nei vari campionati nazionali e quindi, a questo livello, si ritrovano solamente i cannisti migliori d’Italia.
I primi cinque concorrenti della classifica finale del Club azzurro, unitamente alla nazionale uscente, formeranno un gruppo di dieci persone dal quale dovrà uscire, per scelta tecnica del Commissario, la squadra nazionale di pesca al colpo che dovrà disputare il campionato del mondo nel prossimo anno.
Per la cronaca la selezione del Club Azzurro “grandi” viene vinta dal Bolognese Stefano Bosi grazie alla vittoria di settore conquistata in gara 2 recuperando la brutta prova ottenuta al sabato in gara 1.
Nella categoria ragazzi la strada che porta alla nazionale non è ancora terminata in quanto si dovrà disputare un’altra prova di selezione il prossimo anno presso i laghi di Faldo ad Umbertide.
Gli unici agonisti romagnoli che ha provato l’emozione di competere per raggiungere il sogno della maglia azzurra sono stati Bianchi Alessandro di Santarcangelo di Romagna e Campi Daniele di Ravenna, entrambi under 20, i quali hanno disputato due prove pescando esclusivamente con la canna a mulinello.
La gara di pesca è stata accompagnata da un clima gradevole e soleggiato che ha permesso ad un folto pubblico di partecipare come spettatori a questa manifestazione di alto livello agonistico.
Alessandro Bianchi e Campi Daniele hanno pescato le scardole e i cavedani del Mincio alla distanza di 20 – 25 metri dalla riva alimentando il posto di pesca con una pastura salata a base di formaggio adeguatamente preparata dagli accompagnatori.
A pescare nel Mincio, in questo periodo, si provano grandi emozioni non solo per le stupende condizioni dell’acqua, sempre trasparente e pulita, ma soprattutto per le tante abboccate che le scardole e i diffidenti cavedani assicurano.
Lanciare la lenza in acqua con una canna da otto metri e pescare ad una profondità di sei – sette metri non è cosa facile per nessuno tanto meno per questi giovani agonisti non tanto avvezzi ad utilizzare la canna da passata in un fiume dove la spinta della corrente dell’acqua e la profondità è notevole.
Per riuscire a prendere un pesce occorre far girare bene la lenza in acqua e riuscire a lanciare sempre nello steso posto; inoltre la pasturazione, fatta con bocce di sfarinati per attirare il pesce nella zona della passata, è una regola che non può passare in secondo ordine.
Il Mincio ha costretto la maggior parte dei garisti ad utilizzare lenze medio pesanti dai 3 ai 6 grammi e per innesco si sono utilizzati i soliti bigattini, i caster, il mais, le camole e la crisalide.
Scardole e cavedani di grossa taglia dunque sono state le prede portate alla bilancia dai pescatori e le operazioni di peso per qualcuno hanno fatto registrare anche 10 chili di pescato.
E non si creda che catturare pesce su questo fiume sia facile.
Servono tante ore di pesca per raggiungere un minimo di esperienza che assicuri qualche successo.
Ci sono delle regole che se disattese costringeranno il pescatore a giornate con cestini vuoti.
Per esempio la scelta della lenza deve essere sempre fatta tenuto conto delle condizioni dell’acqua e qui serve il cosi detto “senso dell’acqua” che permette a chi ce l’ha di entrare subito in sintonia con il fiume e quindi con il pesce che lo abita.
Gli ami su cui innescare le esche devono essere microscopici dal 20 al 23 e la distribuzione della piombatura diventa un fattore di primaria importanza per far si che l’esca venga presentata al pesce sott’acqua nel modo più naturale possibile.
E poi vista la limpidezza delle acquee del Mincio occorre sempre utilizzare un filo finale che spesso non deve superare lo 0,8 cioè un filo con carico di rottura molto basso.
Queste condizioni estreme richiedono attrezzi affidabili e mulinelli con una buona frizione per evitare che la cattura di un bel pesce si trasformi in una rottura della lenza.
Chi frequenta il Mincio deve conoscere queste regole che sono la base per una pescata di successo.
Il Mincio, considerato da tutti l’Università della pesca, ti costringe a pescare bene.
Bianchi Alessandro e Campi Daniele, i due campioncini del club azzurro, pur essendo ancora molto giovani hanno dimostrato, sabato e domenica scorsi, di conoscere le regole fondamentali per riuscire a cogliere gli aspetti migliori e più emozionanti di questo fiume.