QUALCHE ORA DI PIENO RELAX
SULLE RIVE DEI FIUMI A CONTATTO CON LA NATURA
In questo articolo vi parlerò di una tecnica di pesca molto diffusa che sta conquistando sempre più estimatori tra i pesca sportivi tanto che la Federazione dal 2008 ha istituito il CAMPIONATO ITALIANO di questa specialità: la PESCA A FONDO O LEDGERING.
La tecnica della pesca a fondo, o ledgering come la chiamano gli inglesi, cambia denominazione in ragione del tipo di pesca che si intende effettuare.
Così scopriamo che la pesca a fondo alla carpa si chiama CARP FISHING mentre la pesca in mare lanciando dalla riva si chiama SURF CASTING.
Per esercitare questa tecnica sono sufficienti due canne montate con due buoni mulinelli, qualche girella, alcuni piombi di vario peso e alcune stecche di ami legati con del filo del 0,25 lungo 50 cm.
Gli inglesi sono dei veri maestri in questa tecnica tanto da averne perfezionato e migliorato nel corso degli anni alcuni aspetti come l’applicazione del FEEDER (pasturatore).
Una buona canna per la pesca a ledgering è la SYGNUM SPECIALIST BARBEL (TRABUCCO) lunga mt. 3,60 disegnata per il mercato inglese, ma che trova il suo naturale impiego anche nella pesca dei barbi con il pasturatore anche nei nostri fiumi romagnoli e nel Po’.
La canna si adatta a differenti situazioni di pesca essendo commercializzata con due vette: una di questa è di tipo tubolare per la pesca a fondo o con artificiali che si innesta direttamente sulla base. Mentre l’altra sfrutta una sezione intermedia dove si possono innestare 3 cimini in solid carbon di diversa potenza, rendendola a tutti gli effetti una canna da feeder.
La pesca a fondo è una tecnica che se effettuata con il feeder (pasturatore), assicura sempre una buona quantità di catture sia con acque chiare sia con acque torbide.
Infatti all’interno del pasturatore (tubo cilindrico di plastica forato – piombato su un lato e chiuso dall’altro) vengono inseriti bigattini o pastura che fuori uscendo dai fori attira il pesce il quale trovando nella zona di pesca anche l’amo caricato con l’esca lo ingoierà trasmettendo così violente vibrazioni alla punta della canna o ai segnalatori acustici applicati sul filo.
La pesca a fondo viene praticata da persone che amano trascorrere qualche ore in riva al fiume o in un canale in pieno relax, adagiati su una comoda poltroncina da pesca.
La pesca a fondo assicura ottimi risultati anche durante le ore notturne quando le anguille, i barbi o le grosse carpe entrano in movimento sul fondale del fiume alla ricerca di cibo.
Essendo il barbo e l’anguilla pesci molto combattivi e molto potenti, è indispensabile montare sulla canna un mulinello adeguato capace di accogliere un nylon spesso almeno dello 0,30.
Al riguardo suggerisco il mulinello PROX RD 1000 (Trabucco) ottimo per la pesca a fondo. E’ costruito con 10 cuscinetti a sfera di altissima qualità e offre un movimento di recupero estremamente fluido e continuo.
Il regno della pesca a fondo è senza dubbio il fiume Pò. Sulle spiagge del fiume si possono sistemare benissimo le canne sugli appositi cavalletti.
Il feeder, dal peso variabile anche fino a 150 grammi, deve essere ben riempito di bigattini e lanciato nella zona del fiume tra le due correnti dell’acqua precisamente tra la corrente lenta e quella vorticosa.
E li che si posizionano i grossi barbi in attesa di cibo trascinato a valle dalla poderosa corrente.
L’importante è ripetere spesso l’operazione di rilancio del feeder perché l’azione attirante termina una volta fuoriusciti tutti i bigattini facendo diminuire le possibilità di vedere le abboccate.
Un bel barbo di oltre due chili catturato nel fiume Pò darà parecchio da fare tanto da mettere a dura prova la muscolatura delle braccia.
Nella foto un bel barbo di oltre due chili catturato da Scarponi nel fiume Pò.