LA BREME: un pesce venuto dall’Est


BROLLI MAURO LA BREME PER LUI NON HA SEGRETI

La pescata da sogno è a portata di canna.
Quante volte siamo partiti da casa per andare a pesca con la speranza di fare bottino pieno ed invece siamo ritornati con tanta delusione per avere catturato pochi pesci?
E’ successo a tutti perché nella pesca ci può stare che ogni tanto qualcosa non giri per il verso giusto e gli amici pennuti non si concedano facilmente alle nostre lenze.
Ma da un pò di tempo a questa parte il rischio di andare in bianco non si corre più se ci troviamo davanti alle acque del canale di Ostellato.
Calare la lenza e riuscire a fare qualche decina di chili di pesce in poche ore non è un sogno ma una stupenda realtà.
Certamente a farci divertire non sono i pesci “nobili” che incontriamo sui fiumi come i cavedani o i barbi ma semplici abramidi o breme.
E allora vediamo di conoscerla meglio questa nuova specie, classificata come infestante, arrivata dall’est Europa e diffusasi in questi ultimi anni in quasi tutti i corsi d’acqua del centro nord Italia.
Descrizione – Corpo fortemente gibboso, lateralmente molto compresso, la cui forma e dimensione variano leggermente a seconda delle regioni. Le squame sono di medie dimensioni. Il capo è piccolo con il diametro dell’occhio compreso da 1 volta e 1/2 ad 1 volta ed 1/4 nella lunghezza dei muso. La bocca è piccola e protrattile, situata in posizione subterminale, lievemente rivolta verso l’alto, priva di barbigli, con labbra grosse e mascella superiore sporgente. L’Abramide comune possiede una sola serie di denti faringei disposti su ciascun lato. Linea laterale leggermente incurvata verso l’alto nella porzione anteriore. La pinna dorsale ha origine di poco posteriore all’inserzione delle pinne ventrali. La pinna caudale è forcuta, con il lobo inferiore più sviluppato del superiore. La pinna è corta, a margine concavo e con la porzione anteriore più sviluppata della posteriore, la base è lunga più del doppio della base della pinna dorsale. Il colore del dorso è grigio-piombo variabile fino a nerastro con toni verdastri. I fianchi sono più chiari del dorso, con riflessi dorati (negli esemplari vecchi) o argentati (nei giovani). Il ventre è sempre più chiaro e talvolta bianco-argentato. Le pinne possono essere grigiastre o nerastre (in alcuni casi con riflessi azzurri). Durante il periodo della frega la base delle pinne ventrali e di quella anale assume tonalità rossastre. L’Abramide è molto simile alla Blicca dalla quale si distingue per la taglia maggiore, per le pinne omocrome (mai rossastre), per l’occhio più piccolo (inferiore alla fenditura boccale) e per la posizione dell’occhio rispetto alla fenditura boccale. La lunghezza massima giunge a 70 cm circa, corrispondente ad un peso approssimativo di 6 kg.
Habitat e abitudini – L’Abramide predilige la zona di fondo dei laghi e canali e le acque a lento corso dei grandi fiumi, soprattutto nel corso inferiore, con profondità non eccessive, meglio se con fondo argilloso o fangoso. Preferisce vegetazione abbondante. La specie caratterizza con la sua presenza il tratto inferiore dei fiumi, perciò è stata appunto coniata l’espressione “zona dell’abramide”. Gli esemplari vecchi si trattengono, durante il giorno, soprattutto sui fondali più puliti mentre di notte si spostano verso la zona del litorale, dove abitualmente vivono i giovani. Nel periodo di frega si riuniscono in grandi sciami; negli altri periodi dell’anno vivono in piccoli gruppi. In inverno le abramidi si riuniscono in branchi, costituiti anche da migliaia di individui, che rimangono quasi esclusivamente nei settori ove l’acqua è più profonda.
Alimentazione – Si ciba principalmente di larve di insetti (soprattutto chironomidi), anellidi, crostacei e piccoli molluschi.
Riproduzione – La maturità sessuale è raggiunta a 3-5 anni d’età. La riproduzione avviene da maggio a giugno, in acque basse e tra la vegetazione: i maschi sono territoriali e accompagnano la deposizione delle uova con una frenetica attività. Le uova, da 91 mila a 338 mila per femmina, vengono deposte nell’arco di 3-4 notti, aderiscono alla vegetazione e schiudono in 3-12 giorni a seconda della temperatura (che deve essere però sempre superiore ai 12 °C). Gli avannotti, lunghi 4 mm, rimangono fissati alle piante sino all’assorbimento del sacco vitellino, poi si radunano presso le rive ove si nutrono di plancton (dal Don e dal Volga i giovani scendono – già in luglio – nel Mare d’Azov e, rispettivamente, nel Caspio). Sono conosciuti ibridi con la blicca e con il rutilo.
Valore economico – L’importanza economica della specie è rilevante soprattutto nell’Europa settentrionale e centrale. Le sue carni variamente giudicate; in particolare quelle di esemplari superiori a 1 kg sono considerate buone e saporite in alcune regioni dell’Europa, ove le si paragona alla carpa, mentre le uova sono da scartare. Nelle regioni tedesche e svedesi del Baltico, nel 1931 ne furono catturate quasi 900 t, nell’ex U.R.S.S., nel 1939, 100.000 t. Viene commercializzata fresca refrigerata; giunge talvolta anche sui mercati italiani. in numerosi mercati dell’Europa la specie viene venduta viva, avendo una vitalità eccezionale, esso è uno dei pesci europei che si possono più facilmente trasportare vivi dopo la cattura.
Distribuzione – Recentemente introdotta, con acclimatazione, in acque dolci dell’Italia centro settentrionale.

2 pensieri riguardo “LA BREME: un pesce venuto dall’Est

  • 1 Aprile 2022 in 22:53
    Permalink

    Grazie per tanta precisione, io mi son accontentata del divertimento di una pesca non troppo difficile a Klagenfurt, Austria in barca.

    Risposta
  • 1 Aprile 2022 in 22:56
    Permalink

    Le breme per me sono un ricordo di pesca in barca in lago, e non troppo difficile. Grazie per spiegazione. Mi trovavo in Austria a Klagenfurt, nella regione carinzia.

    Risposta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *