CAMPIONATO ITALIANO DI PESCA PRATICA IN FIUME 2008: BURNAZZI E’ CAMPIONE D’ITALIA

La Sezione FIPSAS di Forlì e Cesena ha organizzato il 24 e 25 maggio 2008 la terza edizione del Campionato Italiano Individuale di Pesca in Fiume.
Teatro di questa importante kermesse agonistica è stato il fiume Ronco Bidente in provincia di Forlì Cesena.
A questa competizione nazionale hanno partecipato circa 200 concorrenti i quali si sono sfidati nella prova del sabato per cercare la qualificazione alla finalissima del giorno dopo.
Il mal tempo dei giorni precedenti, visto l’ingrossarsi delle acquee, aveva messo in serio pericolo lo svolgimento della gara stessa ripetendo ciò che era successo l’anno precedente quando la carovana dei 200 iscritti fu dirottata sul vicino fiume Lamone.
Ma un provvidenziale miglioramento avvenuto fin dal giovedì sera ha consentito un recupero in extremis delle condizioni di pesca facendo tirare un sospiro di sollievo agli organizzatori con in testa il Presidente della FIPSAS di Forlì Cesena Ciani Marzio.
Fiume Bidente: conosciamolo da vicino
Il fiume Bidente nasce dall’appennino Tosco-Romagnolo. Tre diversi fiumi, Bidente di Corniolo, Bidente di Ridracoli e Bidente di Pietrapazza, si uniscono nei pressi del paese di Santa Sofia, più precisamente i primi due nei pressi della località di Bleda (luogo di nascita di Papa Pasquale II) e poi col terzo nei pressi dell’impianto di potabilizzazione di Capaccio.
Sul Bidente di Ridracoli si trova l’invaso artificiale costruito a partire dal 1982 a monte del paese di Ridracoli nel comune di Bagno di Romagna.
Completata nel 1982 la diga ad arco ha un’altezza di 103,5 metri e una larghezza di 432 metri, crea un lago di circa 100 ettari per una capienza di 33 milioni di metri cubi d’acqua.
La diga è al servizio dell’Acquedotto di Romagna per dissetare 48 comuni romagnoli più San Marino, ripercorrendo un tracciato molto antico.
Infatti, già nel I secolo i Romani sfruttavano l’acqua del Bidente per irrigare la pianura, quattro secoli dopo fu Teodorico a ridare vita all’acquedotto dell’imperatore Traiano, tanto che il Bidente fu chiamato “Flumen Acqueductus”.
Il fiume Bidente sviluppa il suo bacino idrografico nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna. Tuttavia nei pressi della località Ronco perde il nome Bidente e acquista appunto quello di Ronco. Sfocia poi nel Mare Adriatico, nei pressi di Ravenna, col nome di Fiumi Uniti, preso con la confluenza nel fiume Montone.
La parte verso monte prende il nome di Romagna bidentina.
I Comuni dell’Alto Bidente sono Santa Sofia, Galeata e Civitella di Romagna, più a valle si trovano Meldola e Forlì zona Ronco.
I romani realizzarono un acquedotto nei pressi di Meldola che portava l’acqua fino a Ravenna.
Fiume Bidente: la pesca
La pesca sul fiume Bidente è la tecnica per eccellenza, laddove abilità, estro, fantasia ed esperienza, risultano determinanti per avere successo nelle uscite sul fiume.
Si pescano pesci capaci di regalare forti emozioni come il barbo europeo (Barbus barbus) e il barbo comune (Barbus plebejus) con taglie super fino a diversi chili di peso. Non mancano i furbi cavedani con esemplari di taglia anche superiore ai due chili e le grosse carpe sempre diffidenti ma sempre pronte a sfidare le lenze dei pescatori.
Questo antico fiume, dalle acque pregiate capaci di dissetare l’intera Romagna, ha permesso lo sviluppo di una attività di pesca sportiva ed agonistica che non ha eguali in tutta la penisola.
Ogni domenica, così come durante la settimana, le sue rive accolgono centinaia di appassionati della lenza rendendo questa disciplina sportiva una tra le più popolari della provincia.
L’attività della pesca si sviluppa anche in altri corsi d’acqua della Romagna come il Savio, che scorre nella vallata del cesenate e il fiume Montone che scorre nella vallata faentina.
Una canna, un paio di stivali alla coscia, 1 chilo di bigattini e il divertimento è assicurato.
Barbi e cavedani di qualche chilo capita spesso di prenderli all’amo.
Tanto pesce è dovuto alla qualità delle acque, ma anche alla sportività dei pescatori romagnoli che da alcuni decenni rilasciano sempre il pescato alla fine di ogni giornata di pesca.
Per contenere e mantenere il pesce in viva servono nasse lunghe e abbondanti.
Fiume Bidente: l’ambiente
Il fiume Bidente ha un fascino unico capace di trasmettere emozioni ogni qualvolta lo si frequenta.
Il Bosco, che circonda il fiume nel suo lungo percorso che dai monti scorre verso valle, è caratterizzato da una selvaggia e rigogliosa vegetazione dove trovano riparo animali come cervi, caprioli, istrici, cinghiali, lontre, visoni, scoiattoli e anche lupi.
Il fiume si è fatto spazio tra meandri di roccia, ha creato buche e gorghi, spesso si trasforma in raschi con correntine che si prestano per la pesca in passata a bolognese.
Nel bosco è presente anche una folta popolazione di volatili con in testa l’usignolo di fiume che rompe con i suoi gorgheggi il silenzio e la pace di questi posti.

Fiume Bidente: il Campionato Italiano 3° edizione
Dopo Paganelli Stefano vincitore nel 2006, Pellacani Giuseppe nel 2007 a laurearsi campione 2008 è un altro romagnolo di Forlimpopoli: Claudio Burnazzi.

Visto da vicino: Claudio Burnazzi Campione d’Italia
Nato a Forlì 55 anni fa, pensionato, amante della pesca da sempre, Claudio Burnazzi pesca ogni domenica fin dal lontano 1975 con la Società Le Aquile di Forlimpopoli guidata dal Patron Rocchi Tino.
La folgorazione per la pesca gli viene trasmessa dallo zio che accompagnava quasi tutte domeniche.
Dopo il matrimonio si dedica alle gare di pesca abbandonando la pesca in fiume, suo primo amore, per dedicarsi alla pesca al colpo raggiungendo anche traguardi importanti.
Nella sua lunga carriera di agonista può vantare due titoli di campione provinciale individuale e la partecipazione nel 1997 al blasonato Club azzurro grazie all’ottavo posto assoluto conseguito al campionato italiano individuale.
Claudio Burnazzi ama la pesca in fiume al punto da trascorrervi buona parte della settimana. Infatti adesso che è pensionato ha tanto tempo a disposizione che gli consente di andare almeno tre volte alla settimana sul fiume.
Adora la compagnia dei suoi amici di squadra con i quali scambia informazioni continue sulle condizioni del fiume e del pesce.
Gli agonisti del team Le Aquile il fiume lo conoscono bene al punto tale da calcare il gradino più alto del podio ininterrottamente da otto anni a questa parte sia come individualità che come squadra.
Addirittura Burnazzi negli ultimi tre anni ha vinto il titolo individuale per ben due volte.

IL CAMPIONE ITALIANO CLAUDIO BURNAZZI “LE AQUILE”

Claudio Burnazzi: l’intervista
D: Allora Claudio ci dica come è maturato questo successo…
R: Questa vittoria rappresenta per me il coronamento di una vita trascorsa a fare gare di pesca ed è il successo più importante della mia vita. Il sabato, nella prova di qualificazione, sono stato sorteggiato a partire per settimo su dieci concorrenti del settore. Ciò vuol dire che sei pescatori prima di me potevano scegliere i posti migliori. Io ho scelto di pescare al ponte di Castagnolo nel posto denominato “i sassoni”. La mia lenza ha pescato in uno striscio dove sono riuscito a catturare diversi cavedani e qualche barbo per un peso complessivo di kg. 4,890. Con questo peso sono riuscito ad arrivare secondo di settore.
Ho usato una canna di sei metri a mulinello montando una lenza leggera con galleggiante da 0,40 grammi con un filo terminale dello 0,8. Sull’amo del 22 ho sempre innescato bigattini.
Questo buon piazzamento mi ha permesso di partire un po’ meglio la domenica mattina nella prova di finale. Sono uscito per terzo e il settore, dove il sorteggio mi ha costretto a pescare, è stato quello a valle del paese di Galeata nel posto chiamato “cava Zambelli”. Ho pescato in una piana a passata con lenza da 0,20 grammi finale dello 0,10 e amo n° 22 innescando i soliti bigattini. I pesci hanno risposto bene con esemplari di buona taglia in prevalenza barbi.
Alla fine riesco a portare alla pesa oltre 10 chili di peso che mi fanno vincere il mio settore.

D: come ha capito di avere vinto il titolo italiano?
R: arrivato al raduno a fine gara ho preso informazioni sui pesi realizzati da altri garisti nei settori che ritenevo più pescosi e man mano che arrivavano le notizie aumentava in me la speranza della vittoria. Quando la conferma è stata ufficiale devo dire di avere provato una grande soddisfazione che arriva dopo una vita dedicata alle gare di pesca.

D: ci racconti della sua emozione…R: non pensavo a 55 anni di emozionarmi così tanto. Come si fa a non emozionarsi quando sul gradino più alto del podio ti viene consegnata la medaglia d’oro insieme alla maglia azzurra con lo scudetto tricolore? E poi l’inno di Mameli credetemi è devastante e ti fa crollare le ultime resistenze.

D: chi intende ringraziare per questo successo?
R: prima di tutto voglio ringraziare mia moglie Maura e mia figlia Beatrice che da sempre mi sostengono e condividono con me i sacrifici che faccio per andare a pescare. Quando sono arrivato a casa con il trofeo di Campione d’Italia mi hanno sommerso di tanti complimenti fino a rifarmi emozionare. Poi gli amici della Società Le Aquile con i quali collaboro attivamente cercando di fare gioco di squadra. Questo affiatamento ha permesso di far salire sul podio anche un altro agonista del team le Aquile Dammiano Graziano che tra l’atro per lui è il secondo podio consecutivo sempre come terzo assoluto.

D. Ci sveli i segreti del suo successo
R: Il successo non è frutto solo delle mie capacità ma anche degli amici che hanno provato il fiume per tutti i giorni precedenti la gara e questo ci ha permesso di sapere dove e come mangiava il pesce.
D’altra parte il fiume ad ogni piena cambia i fondali e la sua struttura, il pesce si sposta, per cui occorre avere sempre le informazioni aggiornate. Noi delle Aquile il fiume lo conosciamo bene considerato che negli ultimi 8 anni abbiamo sempre vinto sia come squadra che individualmente.

D: come affronta una uscita di pesca in fiume?
R: io parto sempre con i waders, tre canne delle quali una robusta per il pesce di taglia e due leggere per la pesca di ricerca e porto con me sempre un chilo di bigattini.

D: Sig. Burnazzi chi è il pescatore di fiume?
R: è una persona che ama la natura e la rispetta, che combatte le violenze alla natura come la pesca di frodo e gli scarichi abusivi, che ama i pesci perché prima li cattura e poi li rilascia liberi in acqua. Il pescatore è una sentinella del fiume e per questo andrebbe maggiormente riconosciuto dalle istituzioni.

D: vuole lanciare un messaggio dalle pagine di questo giornale?
R: colgo l’occasione per invitare i giovani a riscoprire la natura attraverso la pratica di questo splendido sport. Andare a pescare in fiume costa poco e ti permette di vivere meglio. Quando all’alba vado a pescare e incontro giovani che devono ancora andare a dormire perché sono in giro dalla sera prima mi chiedo in quale società viviamo. Questo è il messaggio che voglio lanciare ai giovani: meno pasticche in cambio di qualche uscita di pesca sul fiume aiuterebbe a migliorare questa società bisognosa di riscoprire vecchi valori.

D: Claudio Burnazzi complimenti per la sua vittoria e per il titolo di campione d’Italia conquistato ….e adesso?
R: grazie a voi e adesso con questi nuovi stimoli cercherò di continuare a fare bene anche in futuro… sempre con la canna in mano sul mio fiume Bidente.

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