ARRIVA L’AUTUNNO TUTTI A PESCA SUL BIDENTE
La stagione estiva ormai è alle spalle, le temperature iniziano a scendere e il pesce avverte questi cambiamenti climatici. Sa che l’inverno freddo e rigido, che durerà diversi mesi, è alle porte e quindi deve darsi darsi da fare per incamerare più calorie possibili per sopravvivere fino alla prossima primavera.
Le calorie di cui ha bisogno le incamera solo attraverso il cibo che deve assolutamente mangiare. E quando si parla di cibo si parla di anche di ciò che il pescatore gli offre: in primis la carne dei bigattini.
Mangia senza troppa diffidenza e il pescatore lo sa ed è per questo che l’autunno romagnolo, lungo il corso del fiume Bidente, può offrire sempre grandi emozioni.
IL FIUME BIDENTE: CONOSCIAMOLO MEGLIO
Il fiume Bidente nasce dall’appennino Tosco-Romagnolo. Tre diversi fiumi, Bidente di Corniolo, Bidente di Ridracoli e Bidente di Pietrapazza, si uniscono nei pressi del paese di Santa Sofia, più precisamente i primi due nei pressi della località di Bleda (luogo di nascita di Papa Pasquale II) e poi col terzo nei pressi dell’impianto di potabilizzazione di Capaccio.
Sul Bidente di Ridracoli si trova l’invaso artificiale costruito a partire dal 1982 a monte del paese di Ridracoli nel comune di Bagno di Romagna.
Completata nel 1982 la diga ad arco ha un’altezza di 103,5 metri e una larghezza di 432 metri, crea un lago di circa 100 ettari per una capienza di 33 milioni di metri cubi d’acqua.
La diga è al servizio dell’Acquedotto di Romagna per dissetare 48 comuni romagnoli più San Marino, ripercorrendo un tracciato molto antico.
Infatti, già nel I secolo i Romani sfruttavano l’acqua del Bidente per irrigare la pianura, quattro secoli dopo fu Teodorico a ridare vita all’acquedotto dell’imperatore Traiano, tanto che il Bidente fu chiamato “Flumen Acqueductus”.
Il fiume Bidente sviluppa il suo bacino idrografico nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna. Tuttavia nei pressi della località Ronco perde il nome Bidente e acquista appunto quello di Ronco. Sfocia poi nel Mare Adriatico, nei pressi di Ravenna, col nome di Fiumi Uniti, preso con la confluenza nel fiume Montone.
La parte verso monte prende il nome di Romagna bidentina.
I Comuni dell’Alto Bidente sono Santa Sofia, Galeata e Civitella di Romagna, più a valle si trovano Meldola e Forlì zona Ronco.
I romani realizzarono un acquedotto nei pressi di Meldola che portava l’acqua fino a Ravenna.
LA PESCA SPORTIVA
In questo antico fiume, dalle acque pregiate, negli ultimi anni si è sviluppata una attività sportiva di pesca che non ha eguali in tutta la penisola.
Ogni domenica, ma anche durante la settimana, le sue acque accolgono tantissimi appassionati della lenza a caccia di grossi barbi e cavedani.
Molti pescatori sono diventati agonisti e la Sezione FIPSAS di conseguenza, per soddisfare le esigenze delle varie Società di pesca, ha organizzato un’intensa attività agonistica legata al fiume.
Attività che si sviluppa, tra l’altro anche nel fiume Savio che scorre nella vallata cesenate e nel fiume Montone che scorre nella vallata faentina.
L’AMBIENTE
Il fiume Bidente ha un fascino tutto particolare in grado di trasmettere sempre nuove emozioni; la rigogliosa vegetazione che lo protegge, gli animali selvatici come Cervi, Caprioli, Istrici, Cinghiali Lontre, Visoni, Scoiattoli, fanno spesso capolino da qualche bosco, e la fauna ittica presente che riesce a dare le scosse emotive più forti ai tanti pescatori.
Ecco perché a Forlì Cesena la pesca è sinonimo di fiume, cavedani e natura da vivere.
I pesci ci sono e tanti, di ottima taglia e la spesa per una giornata di sano divertimento è limitata.
Una canna, un paio di stivali alla coscia, 1 chilo di bigattini e il divertimento è assicurato.
Barbi e cavedani di qualche chilo sono la normalità in ogni uscita di pesca.
Tanto pesce è dovuto alla qualità delle acque, ma anche alla sportività dei pescatori romagnoli che rilasciano sempre il pescato alla fine di ogni giornata di pesca.
Servono nasse abbondanti e lunghe per mantenere il pesce in vivo perché può capitare che in tre ore di pesca si possano anche catturare anche 10-15 pezzi dal peso notevole.
I POSTI DI PESCA
Il corso del fiume Bidente presenta caratteristiche molto diverse; si possono trovare strisi di ghiaia con mezzo metro d’acqua e buche profonde anche qualche metro. Il pesce si trova ovunque anche se a seconda delle stagioni può cambiare abitudini.
I posti da preferire rimangono comunque gli strisci dove l’acqua si presenta con una leggera corrente oppure dove la vegetazione sull’argine crea una zona di riparo.
Questi posti di solito sono preferiti dai grossi barbi.
I cavedani tendono a spostarsi dalle tane e si possono catturare anche a mezz’acqua nelle buche o nelle strisciate di ghiaia a passata.
LE LENZE
Mentre nella prima situazione di pesca, quella che prevede la caccia al grosso barbo, è opportuno disporre di lenze resistenti con monofili di calibro sostenuto, per il cavedano, che rimane pur sempre il re del fiume, la lenza dovrà essere assolutamente sopraffina sia con il monofilo sia con l’amo.
LE ESCHE
Di solito è il bigattino che rende di più. Ne servono almeno un chilo per ogni uscita di pesca di colore naturale. L’esca alternativa che occorre avere sempre dietro è il caster. Questo bozzolo ripieno di crema piace da matti ai cavedani e talvolta lo gradisce pure il barbo.
Allora tutti a pescare sul fiume Bidente e ricordate di avere sempre dietro la licenza di pesca.
DAVIDE GALEOTTI DI FORLI’ A PESCA SUL BIDENTE
Le foto sopra riportate sono state scattate sul fiume Bidente.