QUALE FUTURO PER IL NOSTRO SPORT????

Avevo intenzione di cambiare roubasienne e ho messo la mia sul mercato. Tanti contatti che chiedevano informazioni, il prezzo era dichiarato trattabile.
Avevo stabilito una cifra minima sotto la quale non scendere. Mi chiama un ragazzo, dalla voce sembra sembra giovane. Mi dice “sai, ho diciassette anni”.
Non ci crederete, ho accettato meno soldi di quanti me ne avevano offerti altri potenziali acquirenti, sono sceso sotto il minimo stabilito e gli ho portato la roubasienne sotto casa. Vi chiederete cosa c’entra tutto questo con il titolo?
Beh, ragazzi giovani che vanno a pesca sono una rarita’ e mi sono sentito in dovere di difendere la specie. Con questo non voglio dire che dovete fare tutti come me, tanto credo che se anche regalassimo le nostre attrezzature finirebbero a prendere polvere in qualche scantinato. E allora dobbiamo interrogarci sul perchè il nostro sport perde appeal in modo preoccupante.
Personalmente non credo che i gusti siano cambiati in modo così radicale, credo solo che i bambini/ragazzi abbiano sempre meno accompagnatori disposti a fargli scoprire il fascino della pesca. Se così fosse potrei anche ipotizzare una probabile soluzione, che allontanerebbe in me la paura che la pesca vada a spegnersi come una candela. Secondo me siamo noi pescatori a dover pubblicizzare il nostro sport. Nella mia vecchia società organizzavamo ogni anno una gara di pesca alla trota gratuita per i ragazzi delle scuole elementari. Alcuni pescatori più esperti affiancavano i bambini durante le fasi di pesca e fornivano in prestito alcune canne da pesca. Inutile dire che la formula aveva un successo strepitoso, con richieste di partecipazione spesso ben superiori ai posti disponibili. La formula secondo me è ulteriormente migliorabile. La mia proposta è di organizzare, in accordo con le scuole elementari, un sabato dedicato alle nostre acque, con lezioni alla mattina sull’ecosistema acquatico e pomeriggio di pesca in qualche laghetto catch & release. Si potrebbe magari anche chiedere la collaborazione di qualche sponsor per poter regalare ai bambini magari una di quelle canne fisse dal costo irrisorio e qualche accessorio che probabilmente finirà in cantina a prendere polvere, ma se anche una piccola percentuale di quei bambini rispolverasse la canna per passare un pomeriggio a pesca sarebbe un successo. Se l’azienda che fornisce l’attrezzatura avesse un minimo di lungimiranza potrebbe farsi pubblicità regalando o fornendo a prezzo modico l’attrezzatura (una 4 mt fissa di quelle da battaglia viene venduta in negozio a 4/5 euro, per l’azienda produttrice i costi sono sicuramente molto inferiori). Stessa cosa dicasi per il laghetto. Il proprietario potrebbe investire un pomeriggio di pubblicità con la speranza che in futuro qualcuno di quei ragazzi torni a pesca nella sua struttura. Questa è solo un’idea, sicuramente migliorabile e che non vuole essere la panacea di tutti mali, ma almeno bisogna provare a cambiare le cose, non possiamo perdere pescatori anno dopo anno e restare immobili a guardare. Ho trent’anni e non vorrei trovarmi a cinquanta a fare il campionato italiano con una manciata di amici. Se poi qualcuno ha qualche idea migliore è libero di esprimere la propria opinione, l’importante è che si faccia qualcosa. Se la mia idea vi ha colpito provate a proporla nelle riunioni in società, se il seguito sarà positivo possiamo sperare di aver fatto qualcosa per salvare e, perchè no, magari per creare una nuova età dell’oro per il nostro amatissimo sport.

di Luca Caslini ASD Città del Rubicone

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