LA DURA LEGGE DELL’INVERNO

L’inverno che stiamo per lasciarci alle spalle lo ricorderemo come uno dei più rigidi degli ultimi decenni.

Le temperature, scese anche a meno 15 gradi in tutta Europa e le abbondanti nevicate, hanno messo a dura prova anche l’ecosistema dei fiumi e dei laghi e la vita dei pesci.

I nostri amici pinnuti ne sanno qualcosa visto che in un numero crescente di acque si è verificata la formazione di tappi di superficie con ghiaccio e neve.

Infatti le acque poco profonde e gli stagni di piccole dimensioni sono state la camera della morte per molte specie di pesci in quanto l’acqua è diventata un blocco di ghiaccio.

La causa di queste morti è dovuta ad una copertura prolungata di ghiaccio della superficie e i decessi si sono verificati quando oltre al ghiaccio sulla superficie ha stazionato molta neve che di fatto ha impedito il filtraggio della luce abbattendo così la quantità di ossigeno sufficiente per conservare la vita dei pesci.

La mortalità invernale comunque è fondamentalmente un fenomeno naturale, per cui una parte dello stock ittico morirà sempre.

Per esempio in Olanda, dove le condizioni termiche sono state particolarmente rigide, le Associazioni di pesca che sono oltre 900  si sono interrogate sul cosa fare di fronte a questo fenomeno che ha messo a rischio l’intero ecosistema.

Sono stati interessati i Comuni e le Istituzioni più importanti per coinvolgerli in ragione delle responsabilità che esercitano per assicurare alle acque Olandesi, che sono una risorsa fondamentale, una volta terminata l’emergenza, pesce sano e vitale.

Prevenire è meglio che curare. E così gli amci Olandesi hanno deciso di effettuare interventi strutturali di dragaggio regolari per evitare la mortalità dei pesci.

In Italia questo fenomeno non ha raggiunto livelli di allarme ambientale importanti e le situazioni critiche si sono verificate solo in piccoli laghi dove la formazione di ghiaccio e neve ha causato morie di pesci.


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