“Quando piove e tira vento chiudi l’uscio e stai di dentro”………O no?.

Quest’inverno sembra proprio non finire mai, acqua, neve e gelo sono padroni incontrastati delle nostre giornate. Le acque dei fiumi che solitamente frequento sono ridotte a canali dove scorre terra liquida e le temperature sono quasi mai sopra lo zero. Andare a pesca con queste condizioni sarebbe da masochisti. Sono depresso. Queste livide giornate invernali trascorrono uggiose ed io cerco consolazione nel montare nuove lenze per la prossima stagione agonistica, ma sono consapevole di non farlo perché ne abbia veramente bisogno, in realtà mi serve soltanto per auto-convincermi che manca sempre meno ad essere di nuovo in prima fila.
Riordino ancora una volta tutta l’attrezzatura, ripulisco le roubasienne, controllo gli elastici appena messi e ripongo ogni cosa in modo da non dimenticare niente al momento della partenza. Ecco qua, ora è tutto pronto…….proprio come se dovessi andare a pesca domani mattina, ma sono tre giorni che nevica (è il dodici febbraio) e so bene che anche domani mattina non andrò da nessuna parte…….che quadro desolante.
Poi, quando tutto sembra perduto, squilla il telefono, è il Turbanti: “Pronto Marcello, domenica si va nell’Elsa, a Gracciano, c’è uno sfidino con quelli di Colle Val D’Elsa. Ti ci conto?”; una breve pausa di riflessione e poi rispondo: ”Ma che fai? Mi prendi in giro? Guarda che ti mando dove si mette la salvia ai tordi“; e lui: “No, no, stai tranquillo, si va davvero, l’acqua è chiara e il pesce mangia. Alle sette ci si trova a far colazione al bar e poi si va. Vedrai che ci si diverte. M’hanno detto che stanno prendendo dei cavedani da urlo”.
Ancora non ho capito se è una cosa seria o meno, però pensandoci bene, è vero che a monte del campo gara di Gracciano (Colle di Val d’Elsa) ci sono delle sorgenti calde e può essere che la temperatura dell’acqua e di conseguenza i pesci, ne traggano beneficio anzi, ora più ci penso e più mi convinco che sia così. Sono già euforico, non vedo l’ora di arrivare a domenica mattina.

MARCELLO CORBELLI

corbelli

Domenica 14 febbraio: alle sette meno un quarto sono al bar di Gracciano, la campagna circostante è ancora coperta di neve e la temperatura è sicuramente intorno allo zero, forse anche qual’cosina sotto, ma l’eccitazione non mi fa sentire freddo. Aspetto il Turbanti, ma al posto suo mi arriva un messaggio sul telefonino e leggo che è stato tutta la notte sull’autoambulanza (è un volontario) e non ce la fa a venire. Un po’ mi dispiace, ma…….the show must go on. Prendo in fretta un caffè, salgo in macchina e sono subito sulle sponde dell’Elsa.
Nel piccolo campo gara di Gracciano siamo solo una decina, ma altri dovranno arrivare, comunque c’è spazio a sufficienza per prendere due picchetti ciascuno, così avremo modo di pescare più comodamente e, periamo, con migliori risultati. Preparato tutto il necessario, puntualmente, alle otto e trenta, inizia la “pullettina”, è una garetta fra amici, ma in palio c’è…….l’onore.
Il campo gara di Gracciano sembra fatto apposta per questo genere di attività sociale, accoglie al massimo trentacinque pescatori, è piccolo, ma sembra una bomboniera. I lavori fatti per renderlo più sicuro ed accessibile lo hanno veramente trasformato in un gioiello. La profondità media è di circa un metro e mezzo, ma anche dove c’è meno acqua le catture sono garantite, in condizioni normali la corrente permette di pescare con lenze e galleggianti tipici da cavedano (4×8-4×10-4×12), l’acqua è trasparente al punto che si possono distinguere chiaramente i pesci che si lanciano sui bigattini di pasturazione.
Premesso che le specie predominanti sono cavedani e barbi (rigorosamente autoctoni), la pesca si svolge di norma con lenze scalate e costruite con pallini del 13, del 12 o al massimo dell’11, ma posizionati solo nella parte alta della montatura, il peso deve essere quanto più ridotto possibile (max 0,30), con finali mai al di sopra di un 0,08, il pesce risponde bene alle fiondate di bigattini, lanciati in modo proporzionale alla presenza dei pesci sotto la nostra canna, aumentando quindi la quantità di larve gettate in acqua, mano a mano che le “mangiate” aumentano. La tecnica di pesca, perlomeno per gli amanti del genere, è quanto mai affascinante (immaginate un cavedano da un chilo agganciato ad un amo del 24 ed un finale dello 0,06), il tutto reso ancor più complesso da un’acqua davvero cristallina e dagli spazi ridotti.
Per una buona riuscita dell’azione di pesca, è opportuno lanciare la nostra lenza a ore quattordici, lasciando così che entri in pesca dolcemente, con una calata uniforme e facendo molta attenzione perché non è affatto raro che il “pezzo da novanta” rapisca la nostra esca proprio in questa fase. Quando l’insidia sarà giunta sul fondo, quello sarà il momento in cui dovrà iniziare la nostra azione, che andrà da una semplice “guidata”, lasciando che l’esca strusci naturalmente verso valle, ad una trattenuta talvolta esasperata, con tutto il finale adagiato sul fondo, il tutto in base a come vogliono le circostanze del momento: questa è l’istinto che distingue il pescatore, dal bravo pescatore.
Ma veniamo alla cronaca della nostra gara: la sorte mi ha messo in mezzo a due ossi duri, il Lucarelli ed il “Cacio”ed io, che sono un buono, mi sento come Gesù fra i due ladroni, e mentre mi affanno a mettere in nassa barbetti e cavedanelli da 50/60 grammi, guidando radente il fondo una lenza da 4×12, le due vecchie volpi guadinano alcuni cavedani che potrebbero essere i genitori dei miei. Ancora tre o quattro di quelli e posso anche smettere. Devo assolutamente cercare di recuperare. Guardo il “Cacio” e mi accorgo che ha più fondo di quello che c’è nel suo picchetto, alzo anch’io il galleggiante e mi “appoggio” di un buon mezzo metro, metto un pallino del13 a metà finale per tenerlo ben aderente al fondo e vado con una decisa trattenuta, l’intuizione pare sia quella giusta perché la taglia aumenta significativamente, forse ce la faccio a recuperare qualcosa. La gara continua con un andamento regolare e l’impressione è quella che gli stia rosicchiando il vantaggio, ma il tempo scorre ed ho bisogno di trovare il pezzo che fa la differenza: prendo la punta con la “velettina” da 4×12, per trattenere al meglio, inizio a “forzare” con i bachi, fiondando abbondantemente qualche metro a monte della mia zona di pesca e lascio di nuovo tutto il finale (almeno quaranta centimetri) disteso sul fondo, cercando di mantenere la lenza morbida, per evitare il fatidico “colpo in canna”. L’attenzione è massima, sono teso come una corda di violino, se un pesce si prova soltanto a respirare vicino al mio bigattino lo inchiodo, ne sono sicuro.
La tattica è quella giusta: la “veletta” affonda e prontamente segue la ferrata, l’elastico da 0,9 millimetri, esce per quattro o cinque metri, cerco disperatamente di dare spago al pescione, ma “Ottobre Rosso” si imbuca in un anfratto nell’altra sponda e lì rimane.
Le imprecazioni (quelle tipiche toscane) abbondano, ma non perdo la concentrazione e ritento: cambio il finale con uno uguale al precedente, dello 0,07 e rilancio. Prendo ancora due o tre pesciolini, ininfluenti ai fini della classifica, poi il galleggiante affonda di nuovo, l’elastico scivola fuori dal vettino……e si ripete una scena già vista, anche questo animale rimane nel suo elemento naturale……Maledetto.
Prima del segnale di fine gara aggancio il terzo bestione, ma anche lui va per la sua strada, senza passare dalla mia nassa, ovviamente le “imprecazioni” di prima diventano decisamente più incisive e colorite, fortuna che dalle nostre parti sono pochi a farci caso.
Il solo pensiero che con due di quei tre pesci avrei recuperato almeno tre posizioni mi rode da matti ed invece mi sono dovuto accontentare, si fa per dire, della quinta posizione. Peccato, avevo trovato la soluzione ad una gara apparentemente compromessa.
Alla fine dei salmi, vice Claudio Renzi (il Cacio) con 4,720 punti, la seconda piazza la occupa Luciano Bianconi, con 4,400 punti, mentre il terzo gradino del podio è per Gianfranco Mori (il Cavatore), che porta alla pesa 3,210 punti.
La magra consolazione è che la terna dei vincitori non è un caso, sono elementi che è sempre bene non avere nel settore, tre pescatori di alto livello che hanno tanto da insegnare, sopratutto quando c’è da pescare al limite, come nell’Elsa a Gracciano.
Hanno vinto i migliori, mentre io invece ho preso la “paga”, con un bel “fuori busta” pieno di una solenne arrabbiatura, ma nel complesso la giornata stata comunque splendida: le mani odorano di bigattini e di pesce, vi sembra poco?.
Ed ora, prima di salutarvi, mi permetto di dare a chi lo vorrà un consiglio: se siete dei pescatori che amano la pesca di una volta, fatta non solo di pesce, ma anche di ambiente e di sensazioni, fate un saltino nell’Elsa, non necessariamente nel campo gara di Gracciano, va benissimo anche in zone limitrofe, troverete delle acque e dei pesci che in tante zone della nostra bella Italia sono purtroppo solo un ricordo.
Volendo fare un briciolo di autocelebrazione, in questo contesto ci tengo ad elogiare l’operato del Comitato di Gestione Campi Gara della Provincia di Siena, quest’organismo, delegato dall’Amministrazione provinciale di Siena, è composto da due rappresentanti per ogni associazione riconosciuta e cioè F.I.P.S.A.S., A.R.C.I. ed E.N.A.L., i quali collaborano serenamente ed in perfetta sintonia con l’obbiettivo comune di ottimizzare la gestione della pesca sportiva e anche il piccolo campo gara di Gracciano ne è una prova tangibile, condotto in maniera impeccabile dall’amico Santinelli Marcello, dell’ARCI provinciale, che lo accudisce come fosse camera sua.
Chi volesse avere ulteriori informazioni in merito può tranquillamente rivolgersi al sottoscritto la mia mail è: corby2000@gmail.com, oppure anche tramite le pagine di Match Fishing. Sarò lieto di esservi utile.
Un saluto agli amici di Match Fishing,

Marcello Corbelli

Cacio” e il “Cavatore” si nota la differenza?
DSCN1555

chi ben incomincia………
DSCN1554

il piccolo campo gara di Gracciano
DSCN1551

Anche il Bianconi non scherza
DSCN1548

4720 gr. di cavedani
DSCN1547

Lucarelli con un bel cavedano
DSCN1542

il piccolo campo gara di Gracciano
DSCN1541

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *