LAMBRO: SI PUO’ “AMARE” UN FIUME?

Sono nato e cresciuto a meno di un km dal fiume Lambro, e questo nome evoca in me ricordi bellissimi. Quando ero bambino ed andavo alle scuole elementari durante una lezione il maestro aveva detto che il Lambro era “biologicamente morto”, cioe’ nelle sue acque non poteva esistere alcuna forma di vita.
“E’ impossibile!” replicai, “nell’acqua ci sono i pesci!”. Agli occhi ingenui di un bambino che già aveva la passione per la pesca pareva impossibile che il binomio acqua-pesci potesse non essere rispettato.
Io che credevo che i pesci fossero anche nelle pozzanghere non potevo credere che in una tale massa di
acqua non nuotasse nemmeno un pinnuto.
Eppure era così. Il forte inquinamento degli anni settanta/ottanta aveva reso quel fiume una vera e propria discarica.
Poi la lenta rinascita, costata grande sacrificio a molti. E non intendo solo chi ripuliva le sponde. Era difficile spiegare a padri di famiglia che perdevano il lavoro e che l’azienda chiudeva perche’ non poteva piu’ scaricare liquami nel fiume.
La rinascita del fiume era troppo importante. Ricordo ancora le giornate passate con la scuola o con l’oratorio sulle sponde del lambro per provare a dare una ripulita. Ricordo che in una di queste uscite trovammo un camion dei pompieri che estraeva dalle acque del fiume addirittura una cinquecento! Poi l’adolescenza fatta di tanti pomeriggi passati a pescare (a patto che i risultati scolastici lo permettessero).
Nonostante la qualità delle acque non fosse ancora eccellente, la quantità del pesce era in costante aumento ed il valore delle pescate mi faceva affrontare la salita di Briosco a bordo di una bicicletta da donna rubata alla sorella con una grinta ed una forza sui pedali che mi faceva sembrare Coppi con le canne da pesca in spalla.
Ora vivo in Romagna, ma quando me ne sono andato ero sicuro di aver lasciato il mio amico fiume in buone condizioni, e con tante persone che gli volevano bene.
Questo purtroppo non è bastato, la notizia dei giorni scorsi mi ha fatto trasalire. Tutto quell’impegno, tutto quell’amore non è bastato. Con le lacrime agli occhi ho pensato che non è vero che l’amore vince sempre. E non credo di usare a vanvera il termine “amore”. Si può amare un fiume, molti pescatori lo sanno perfettamente e purtroppo è un merito che spesso non ci viene riconosciuto.
Fortunatamente sembra che i liquami scaricati nel Lambro siano prodotti semi-raffinati, quindi con peso specifico inferiore all’acqua. Cosi’, galleggiando, hanno reso possibile la sopravvivenza dei pesci, rifugiatisi nei fondali. Quindi posso aggrapparmi alla speranza che il lambro rinasca dalle sue ceneri, come l’Araba Fenice. L’ha gia’ fatto una volta, forse ce la farà ancora. Ma perche’ dobbiamo sempre metterlo alla prova?

Luca Caslini 11 marzo 2010

LAMBRO AD AGLIATE
lambro ad agliate

LAMBRO A BRIOSCO
lambro a briosco

CIMA COPPI
cima coppi

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