TROFEO SERIE C RAGUSA: SU TUTTE L’ ASD LENZA CLUB COLMIC RAGUSA
Si è svolta domenica 7 luglio nell’invaso artificiale di S. Rosalia, la prima prova del trofeo di serie C della sezione provinciale di Ragusa, organizzata in modo impeccabile dalla ASD Iblea Fishing Maver.
Sotto un sole cocente, con la temperatura che sfiorava i 40 gradi si sono dati battaglia le compagini della provincia con tecniche diverse di pesca nello stesso settore.
Alla fine hanno prevalso le due squadre della ASD LENZA CLUB COLMIC RAGUSA che meglio hanno saputo interpretare la pesca e la pasturazione in un campo di gara molto difficile.
Molti hanno preferito la classica pesca all’inglese, alcuni la tecnica roubasienne, altri si sono salvati con le canne fisse con la pesca al pesce piccolo.
Alla fine delle tre ore a livello individuale ha prevalso su tutti “un fortunato” MARIO MOSSUTO della ASD GULFI FISHING che con un totale di 3815 punti ha sbaragliato tutti anche perché era la sua prima volta in un campionato ufficiale;
Altro esordiente è IACONO GAETANO della stessa società che con un primo di settore e 1240 punti ha messo in riga suoi avversari di settore;
Complimenti anche ai “vecchi” PLUCHINO VINCENZO della ASD IBLEA FISHING MAVER che con 2200 punti alla fine è risultato secondo assoluto e BRUGALETTA FEDERICO della ASD LENZA CLUB COLMIC RAGUSA con 1640 punti terzo assoluto.
Il prossimo appuntamento è per domenica 17 luglio per la disputa della seconda prova.
Da Ragusa per Match Fishing.
IL LAGO DI SANTA ROSALIA
Il lago di Santa Rosalia, nel cuore del tavolato ibleo, rappresenta, data anche la sua origine artificiale, un ambiente piuttosto insolito nel contesto paesaggistico dell’area.
Ormai discretamente integrato offre spunti paesaggistici di grande interesse ed invita ad essere visitato per realizzare delle belle pescate.
Il lago si trova sulla S.S. 194 tra Ragusa e Giarratana. Raggiungerlo è facile: da Ragusa si seguono le indicazioni per Giarratana.
Adesso cerchiamo di capire cos’è questo lago. In realtà il lago di Santa Rosalia è un bacino artificiale, prodotto dall’allagamento di una valle iblea attraversata dal fiume Irminio il cui corso è stato sbarrato da una diga.
Quindi il lago di Santa Rosalia è formato dalle acque dell’Irminio, recuperate in un grande invaso per poter essere utilizzate a scopi irrigui.
Un’opera molto grande che suscitò numerose polemiche da parte dei gruppi ambientalisti per l’impatto traumatico sul paesaggio derivante dalle opere di sbancamento e dal successivo inondamento della valle. Sono passati ormai molti anni da che il bacino si è formato e, piano piano, la natura ha fatto il suo corso in qualche modo tamponando la presenza estranea, per il territorio ibleo, di un lago.
Oggi il bacino sembra tutto sommato ben inserito nel contesto paesaggistico dell’area, essendo divenuto anche meta privilegiata di numerose specie di uccelli migratori che qui trovano cibo a sufficienza ed un ambiente adatto alle loro soste.
Padre del lago è quindi il fiume Irminio, uno dei corsi d’acqua più ricchi degli Iblei, che nasce dal Monte Lauro attraversando prima Giarratana e cedendo parte del suo carico idrico al lago.
Successivamente l’acqua che riesce a superare la diga attraverso delle paratie continua la sua corsa passando nei pressi di Ragusa, Modica, Scicli sino a raggiungere il mare in prossimità di Marina di Ragusa dove la sua foce forma, con il complesso dunale del litorale, un ecosistema di straordinario valore naturalistico sottoposto a vincoli di protezione giustamente molto rigidi (Riserva della Macchia Foresta del Fiume Irminio). L’Irminio, a ben vedere, sembra guidarci attraverso un itinerario storico-naturalistico inimitabile per la provincia di Ragusa che praticamente taglia in due.
L’ambiente dell’Irminio è straordinario sia quando il suo letto giace sul fondo di profonde e strette vallate (cave) sia quando il fiume scorre pacifico in zone pianeggianti irrorando con le sue acque le già fertili terre iblee.
Le rive sono ricoperte da una vegetazione a tratti selvaggia ed incontaminata fatta di platani, salici, e numerose essenze arbustiformi pregiate.
Anche le sue acque brulicano di vita: esperienze di ripopolamento con la rara e pregiata Trota macrostigma (di cui è assolutamente vietata la pesca), ad esempio, hanno dato buoni risultati.
Ma ritorniamo al lago. Girarvi intorno in bici (o anche a piedi se volete) è un’esperienza imperdibile perché il suo aspetto di bacino appenninico – sensazione visiva accresciuta dalla presenza di conifere frutto del lavoro di rimboschimento della forestale – si sposa con l’ambiente caratteristico dell’altopiano ibleo, creando un contesto paesaggistico di grande interesse.
La pressione antropica nelle immediate vicinanze del lago è quasi del tutto rivolta alla cura dei pascoli, ricchi ed abbondanti, ed alla coltivazione di ulivi o carrubbi oltre che evidente negli insediamenti rurali (“masserie”) e negli immancabili muretti a secco.
Nei mesi invernali, quando il fiume si ingrossa aumentando la sua portata e sommergendo i tronchi di alcuni salici che crescono lì dove l’Irminio cede il posto al bacino, questi raggiunge un’estensione considerevole attribuendo all’insieme paesaggistico un aspetto ancora più atipico.
Val la pena fermarsi ad osservare i punti in cui le diramazioni del lago si incanalano in stretti valloni e, lungo la riva, gli edifici rurali parzialmente sommersi dalle acque. Terminata la visita al lago si può sempre scegliere di dare un’occhiata al fiume in uno dei suoi tratti più belli e selvaggi.
Terminata anche questa escursione, presumibilmente stanchi ma felici, per chiudere in bellezza non vi resta che andare a cercare un posto dove assaporare le delizie della cucina ed in particolare della pasticceria iblea e modicana, o nelle vicine Modica e Ragusa o in una delle trattorie di campagna che non è difficile trovare.
Articolo tratto dal sito: www.lafrecciaverde.it