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Editoriale

Il sogno nel cassetto

Siamo ormai nel pieno dell’estate e molti di noi, giustamente, dopo un anno di lavoro e sacrifici si stanno godendo, o sono in procinto di farlo, una meritata vacanza. Le passioni non muoiono mai, si usa dire, ed è proprio così, tanto che ogni occasione è buona per dar loro sfogo. Ebbene, l’estate e le vacanze rappresentano per molti di noi una situazione ideale e assai ghiotta che non possiamo e non vogliamo perdere, approfittando di situazioni favorevoli per organizzare un bel viaggio in compagnia dei nostri cari, dove sia possibile miscelare sapientemente il divertimento e il relax con alcuni momenti, tutti nostri, da dedicare all’insaziabile passione che ci anima, la pesca. Moltissimi i paradisi sparsi per il mondo dov’è possibile soddisfare le due esigenze, specialmente per molti di noi che vivono la passione per la pesca a 360°. E’ noto infatti che numerosi dulciacquicoli sono anche grandi appassionati di pesca in mare, tanto che quando si tratta di vacanze amano scegliere mete appropriate adatte a soddisfare le proprie esigenze. In altre parole, una grande occasione per organizzare un viaggio a nostro piacimento all’interno del quale è possibile realizzare il “sogno nel cassetto”, ovvero cimentarsi con prede di grande valore sportivo, sia che si tratti di affrontare un lago affascinante che le acque cristalline dell’oceano, magari di una piccola isola caraibica. Insomma, compagna, famiglia e condizioni economiche permettendo, l’estate rappresenta per molti di noi un momento magico da vivere con grande partecipazione e serenità, un’occasione per smaltire la tensione e lo stress accumulato durante tutto l’anno, il tutto dedicando un periodo di tempo, più o meno lungo a secondo delle proprie possibilità, al riposo ma anche al puro divertimento. Una sorta di ricarica psicologica di cui abbiamo un immenso bisogno prima di riaffrontare una nuova stagione lavorativa. Per chi come me, poi, ama la pesca sportiva, a tutto tondo, il confrontarsi con situazioni nuove ed emozionanti serve da volano per rafforzare, se mai ce ne fosse bisogno, quell’amore incondizionato per questo sport, nella speranza che anche nel nostro Paese una più accurata e responsabile politica delle acque possa preservare quell’immenso patrimonio spesso bistrattato e dimenticato che rappresenta una grandissima risorsa non solo per noi pescatori, ma per tutti gli amanti della nostra bella Italia. Buone vacanze a tutti!

Alfonso Vastano

Approfondimenti

Pesca alla passata Italiani finalmente!
di Angelo Borgatti

Sono a Castelli Calepio sul fiume Oglio, a monte di Palazzolo e pochi chilometri a valle del lago d’Iseo, in compagnia di uno dei grandi della pesca sportiva italiana, Giampiero Barbetta, n° 1 delle classifiche di rendimento dalla fine degli anni ‘80 ad oltre la metà degli anni ’90, agonista di enorme esperienza, talento naturale che ha vestito la maglia Azzurra moltissime volte ed oggi testimonial e consulente tecnico della Carson, storica azienda torinese del settore. Giampiero mi ha portato in questo tratto del fiume bresciano sicuro di potermi offrire l’opportunità di una bella mattinata di pesca con la bolognese; con noi c’è anche Ginetto Grigoli, grande amico del bergamasco e spesso sua sponda in competizione.

Pesca al colpo femminile Cavo lama “mon amour”
di Clara Micheli

Le occasioni di vedere un grande campione all’opera ci sono ma spesso dobbiamo limitarci ad osservarli da lontano. Questo è già un grande vantaggio, ma se potessimo stare a 20 cm dalle lenze non sarebbe meglio? Ovviamente sì, e quindi non perdo certo l’occasione di vedere da vicino una campionessa che nella sua carriera ha messo in bacheca 21 medaglie mondiali in 17 presenze con la nazionale. L’appuntamento è sul campo gara di Cà Vecchia dove si è svolta la terza prova dei campionati italiani femminili. Senza dubbio uno dei campi più comodi del cavo dove il pedanone è necessario solo in alcuni picchetti e dove la sistemazione di tutta l’attrezzatura non ci obbliga a scendere e salire 30 volte dal poggio.

Trota torrente Marmorate e ibridi
di Carlo Bergamelli

Le proprie caratteristiche, come ad esempio la grande bocca, grandi occhi e pinne, la struttura corporea, la rendono un pesce molto potente e un’eccellente predatore, capace di raggiungere, in alcuni grandi fiumi, pesi ben oltre i 10 kg, con la più grossa marmorata catturata che superava abbondantemente i 20 kg. Questa sua forza l’ha dimostrata anche in occasione d’eventi naturali catastrofici, come ad esempio la grande alluvione del 1966 che si abbatté sul Trentino Alto Adige. Dopo questo disastro che, oltre a creare danni ingenti all’ambiente annientò quasi tutti gli abitanti del bellissimo fiume Passirio da cui prende il nome la valle a monte di Merano appunto la Val Passiria, l’unica specie che in alcuni suoi esemplari miracolosamente riuscì a sopravvivere fu appunto la marmorata.

IN COPERTINA: Il nostro esperto di pesca alla passata Davide Galeotti alle prese, si fa per dire, con un bellissimo cavedano abilmente catturato nella più classica delle pesche italiane.

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