GARE TECNICHE: BASTA CON LE AUTO STIPATE COME SARDINE!

Ben trovati cari amici di Match Fishing,
la redazione mi ha appena passato una e-mail dove un nostro lettore espone alcune sue considerazioni in favore delle gare tecniche. Angelo, questo è il nome del nostro amico, argomenta con fervore le sue riflessioni e chiede a Match Fishing di farsi suo portavoce.

Appena letta la lettera di Angelo ho capito che non potevo più aspettare a scrivere quello che avevo in cantiere da tempo e che tenevo in serbo per la pausa invernale, quando c’è meno materiale a disposizione per parlare di agonismo.

Io però, Oscar Wilde, “posso resistere a tutto, tranne che alle tentazioni” e quindi dico ad Angelo che così facendo, con me invita la lepre a correre, poiché io sono un accanito sostenitore di tale concetto, disposto a mettersi come sempre in discussione.

I molti commenti che si leggono sempre più spesso in coda a tanti servizi pubblicati sul sito, sono la prova concreta che sono maturi i tempi per affrontare l’argomento in modo incisivo; il ferro va battuto quando è caldo e quindi, nell’avviarmi in questa discussione, mi tornano giusto in mente le riflessioni che facevamo io e Vito, l’inseparabile compagno d’avventura, durante il viaggio di ritorno da una delle nostre gare.

Per l’occasione eravamo con la macchina di Vito, letteralmente avvolti dalla nostra attrezzatura e credetemi, nonostante fosse una station wagon, era piena a tal punto che un solo starnuto avrebbe fatto gonfiare l’abitacolo: due panieri di ultima generazione, ingombranti come cucce per cani lupo; due custodie per roubasienne, con il relativo corredo di punte; due sacche contenenti le canne all’inglese, almeno quattro a testa; qualche bolognese, tante volte ci volesse; due borsoni grandi come cassapanche, con dentro di tutto; due borse stagne per le nasse; gli ombrelloni; le valige con i ricambi per la trasferta e per ultimo l’irrinunciabile “fascio littorio” delle canne da alborella, che Vito porta anche per andare al carpodromo………………fermi tutti, mi stavo dimenticando delle canne da ledgering, non meno di quattro ciascuno.

ORMAI LE AUTO NON SONO PIU’ SUFFICIENTI, SERVONO FURGONI!

Nel preciso momento in cui iniziammo a fare mentalmente l’inventario ci rendemmo conto di quanto immensa sia la nostra stupidità (parlo per me e Vito), accettando in silenzio imposizioni facilmente evitabili, se solo volessimo renderci conto che basterebbe proprio poco per rendere più “umane” le nostre gare. Basta pensare che per fare tre ore di gara, ne impieghiamo altre tre per preparare e riporre il necessario. Per non dire poi del disagio fisico, ma anche morale nell’essere costretti ad affrontare da soli come cani, ore di viaggio, perché spesso non possiamo entrare in due nella stessa automobile.

Io ci penso da tanto tempo e penso anche alla soluzione pratica, di facile accesso, con un diverso e più completo risultato sportivo, ma temo che sia proprio questo l’aspetto per il quale di soluzioni, nemmeno se ne parla. Ora però credo che sia giunto il momento di prendere il toro per le corna e far sentire forte la voce di chi pensa che si possa cambiare in meglio, nella speranza che possa arrivare a chi ha le orecchie per sentire.

Sono consapevole che ci saranno forti opposizioni, ma credo nel rispetto delle opinioni, specialmente quando servono a costruire, anche se possono mettere in discussione qualche privilegio acquisito.

In passato, chi non voleva nemmeno sentir parlare di gare tecniche, si trincerava sempre dietro la stessa risposta stereotipata, che recitava letteralmente: “io pago e voglio pescare come pare a me, quando pare a me”; questo altro non significava allora e significa ancora adesso che ci sono dei garisti nati con una sola canna in mano e non vogliono assolutamente correre il rischio di mettersi in discussione con altre tecniche.

Oggi la realtà dell’intero panorama agonistico si è ridotta ad uno o due stili di pesca, con la stragrande maggioranza delle gare impostate con la roubasienne e questo è assolutamente comprensibile, dato che questa canna ha di fatto semplificato la pesca, ma di contro ha letteralmente appiattito le gare sul suo uso esclusivo e la conseguenza di questo ha comportato il quasi totale abbandono di tecniche meno usate, da qui il rifiuto generalizzato verso l’apertura ad altri stili di pesca ed ecco quindi che la frase stereotipata prima citata: “io pago e voglio pescare come pare a me, quando pare a me”; la si legge chiaramente come: “io non voglio fare o non so fare quella pesca e siccome non voglio correre rischi, non devi farla nemmeno tu”.

Sono oltre trent’anni che pesto le sponde dei campi italiani ed esteri e posso dire che mi piacciono tutti i tipi di pesca praticabili in gara, per questo dico che se spettasse a me il compito di decidere, non avrei dubbi nell’inserire prove tecniche nei campionati che vanno dalla serie C, alla serie A, compresa la pesca all’alborella e quella con il ledgering, poiché sono assolutamente convinto che il pescatore più forte è quello più completo, più eclettico ed intuitivo, che sa adattarsi ad ogni situazione, con ogni mezzo.

Ovviamente, per i campionati maggiori e per il Club Azzurro, dove vengono decise le sorti della Nazionale, ritengo giusto che i criteri di selezione siano tecnicamente riferibili ai Campionati per i quali hanno luogo le selezioni stesse.

Nel contesto però, vorrei anche istituire regole inderogabili, che non dessero spazio alle realtà locali come Regioni o Province per modificare niente di quanto istituito, cosa che invece avviene regolarmente con esempi eclatanti, passati e presenti. Una volta per tutte, regole uguali sull’intero territorio nazionale e chi sbaglia paga.

Nell’affrontare spesso l’argomento trattato, ho sentito più volte dire che la soluzione sarebbe la liberalizzare di tutto; non condivido questa tesi, poiché questo porterebbe inevitabilmente allo stesso fenomeno attuale e cioè l’uso esclusivo della tecnica più redditizia, accantonando tutto il resto nel dimenticatoio così da perdere ancora una volta tanta tecnica e tanta conoscenza e questo è l’esatto contrario di quello che a me preme salvaguardare.

Quindi, parlando in termini pratici, su un ipotetico Campionato di serie composto da sei gare vedrei bene; due prove con roubasienne e canne fisse; due prove con canne con mulinello; una prova all’alborella ed una con il legering.

Aprire a tale principi, oltre a far emergere la completezza dei migliori, significherebbe maggiore partecipazione perché, ne sono sicuro, vedremmo riavvicinarsi alle gare gli amanti della pesca con il mulinello, quelli che sono rimasti ghettizzati nella pesca con il feeder e molti alborellisti puri, già tornati alla ribalta in realtà come l’Arno fiorentino ed aretino.

Il problema vero e torno a dirlo, è che queste proposte potrebbero insidiare alcune leadership e questo sarà duro da far digerire a molti pseudo sportivi che vogliono giocare solo con regole a loro più confacenti. Comunque sia, queste mie considerazioni sono solo opinioni messe in piazza, egualmente a disposizione di chi vorrà condividerle o contestarle, l’importante è che siano uno stimolo per riflettere sul futuro della nostra passione………. C’è ancora molto da dire sull’argomento.
Con un caloroso saluto agli amici di Match Fishing

Marcello Corbelli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *