Fiume Po a Torino: Sul campo gara di pesca una pioggia di proteste

Nel quotidiano “La Stampa” del 29/12/2011 è uscita questa notizia.

articolo integrale:

Decine le mail degli animalisti: “è un massacro legalizzato”

Muti come i pesci, si dice, ma mai simile protesta fu più rumorosa.

Per difendere i silenti animali sono scesi in campo i torinesi che, a decine, hanno intasato la mail dell’assessorato all’ambiente contro il futuro campo di gara per la pesca.

Le proteste degli animalisti si sono fatte sentire dopo la notizia, pubblicata il 15 dicembre nelle pagine dei Quartieri, della realizzazione di un nuovo campo da gara europeo, il primo a Torino.

Il campo verrà costruito entro questa primavera sulle sponde del Po, all’altezza dell’ospedale delle Molinette, e avrà tre piattaforme accessibili ai disabili.

Ma un tam tam diffuso sul web con la velocità dei bit ha innescato la sollevazione popolare degli animalisti convinti.

Pesca assimilata a una carneficina e spreco di risorse sono i due cavalli di battaglia del fronte del “no” al campo gara di Nizza – Millefonti.

<<Scrivo per unirmi alla protesta contro il progetto di costruire il campo di gara di pesca sulle rive del Po nel torinese.

Mentre la regione si appresta a votare un referendum che potrebbe limitare la caccia, quindi la morte di migliaia di animali terrestri, si autorizza, anzi, si incentiva il massacro di quelli acquatici>>, sostiene Luca Magni.

Alla base della protesta animalista, l’idea che i pesci pescati, anche se poi rilasciati, muoiono spesso per le ferite ricevute.

C’è poi chi entra più nel dettaglio.

Scrive Francesca Grossi, cui spetta aver sollevato il dissenso digitale: <<in una città dove la sterilizzazione delle colonie feline si fanno con il contagocce perché mancano i fondi, si trovano  120 mila euro per fare un regalo ai pescatori.

Con quei soldi si potevano sterilizzare quasi 2000 gatti (rimborsi spese per la cattura comprese), cioè 20-30 grandi colonie o un centinaio di piccole.

Della stessa idea la signora Marina Berati: <<che vengono spesi i soldi pubblici per fare un regalo a persone che trovano divertente far soffrire e uccidere animali è veramente vergognoso>>. E via di seguito.

Ai cittadini indignati hanno risposto gli assessorati competenti di Comune e Provincia.

Enzo Lavolta, assessore all’ambiente della città, assicura:

<<da 15 anni i pescatori sono impegnati, anche attraverso servizi di vigilanza volontari, nel controllo di quelle terre di nessuno che sono purtroppo le sponde dei nostri fiumi.

Sono spesso loro i primi a denunciare situazioni di degrado.

Le campagne di salvaguardia dei fiumi vedono ormai affiancate associazioni ambientaliste e pescatori>>.

Insomma, salute del pesce garantita.

Una precisazione anche sulla provenienza dei fondi: i 70 mila euro messi a disposizione dalla provincia, specifica l’assessore Marco Balagna, sono frutto di una convenzione stipulata con il Comune nel dicembre 2006 e derivano dal versamento per le tasse per la pesca>>.

ARTICOLO STAMPA SU CAMPO GARA MOLINETTE

Una lettera:

Questo il testo di una delle mail spedite all’assessorato all’ambiente, dopo che è stato approvato il progetto del campo gara europeo per la pesca sulle sponde del Po.

<< il campo gara per la pesca sportiva che l’assessore all’ambiente vuole realizzare sulle rive del Po costerà 120 mila euro tra soldi della città di Torino e della provincia. Complimenti vivissimi.

In una città dove le sterilizzazioni delle colonie feline si fanno con il contagocce perché mancano i fondi ovviamente si trovano 120 mila euro per fare un regalo ai pescatori.

In una città dove una persona anziana o malata non sa a chi rivolgersi per sistemare il proprio cane o il proprio gatto, dove su quel poco che si fa per gli animali, sterilizzazioni in primis, è di fatto in carico ad associazioni, gruppi o singoli con un minimo di buona volontà, si trova il modo per sostenere una cultura di spregio nei confronti degli animali e dell’ambiente.

La risposta di Match Fishing:

Ancora una volta noi pescatori dobbiamo riscontrare quanto è diffusa l’ignoranza in certi ambienti della società.

Certi cittadini che si lamentano di un’opera che porta solo del benessere alla comunità locale prima di parlare farebbero molto bene ad informarsi su chi sono i pescatori, cosa fanno e come si comportano.

Se una decina di mail di ambientalisti “animalisti” fanno così tanto rumore credo che noi tutti dovremmo intasare la casella di posta degli Assessori di Provincia e Comune di Torino per fargli capire meglio (anche se pare che abbiano fortunatamente le idee chiare) cosa significa per la città la realizzazione di un campo gara di pesca europeo sul Po a Torino.

Ci piacerebbe che certi amministratori non cedessero alle pressioni demagogiche e integraliste di quattro “animalisti” che pensano che noi pescatori ogni volta che andiamo a pesca ci rendiamo responsabili di un “massacro legalizzato”.

Anche il giornalista che ha usato questo termine nel redigere questo articolo si rende responsabile di una informazione sbagliata e lesiva della dignità sia dei pescatori sia dei pesci.

Ma quale massacro legalizzato… lo sanno o no questi “ignoranti” animalisti integralisti  che il pesce del fiume Po di Torino una volta allamato dagli agonisti pescatori viene rilasciato libero, vivo e vegeto ancora nel suo ambiente naturale?

Ma lo sanno che il pesce ha un apparato boccale fatto di cartilagine, privo di nervi, che lo esenta da qualsiasi dolore?

Ma lo sanno certi ignoranti che sparlano a sproposito che i pescatori usano anche ami senza ardiglione che addirittura non rovinano nemmeno la pelle della bocca del pesce?

Lo sanno che i pescatori con la loro presenza tengono puliti gli argini del fiume i quali diversamente rimarrebbero abbandonati a se stessi perchè le amministrazioni hanno sempre meno soldi per assicurare sfalci di vegetazione spontanea?

Ma lo sanno che sul fiume a pescare tutto l’anno ci vanno persone di tutte le età dai giovani agli anziani e quindi assume una importanza di carattere sociale? (forse gli animalisti i giovani li immaginano solo chiusi in casa seduti davanti ad un PC o gli anziani solo a passeggio nelle ore della libera uscita con il cane o il gatto a guinzaglio)

Lo sanno che i pescatori ogni anno pagano una tassa regionale per l’esercizio della pesca?

Lo sanno gli animalisti che con quei soldi dei pescatori le amministrazioni fanno ogni anno importanti ripopolamenti di pesci autoctoni (sapete cosa significa autoctono?)

Lo sanno gli animalisti che questi pesci immessi pagati con i soldi della tassa sulla licenza di pesca vengono regolarmente falcidiati dalla fame dei cormorani (uccelli ittiofaghi provenienti dalla Cina sempre più diffusi nel Torinese che si cibano solo di pesce e non hanno nemici naturali?)

Lo sanno gli animalisti che il restante pesce, quello grosso di taglia, viene asportato dalla pesca (spesso non regolare) di cittadini stranieri che loro si che lo utilizzano per cibarsene?

Allora cari “amici” animalisti ma fatemi il piacere, se volete fare delle battaglie che vi assicurino la visibilità andate a cercare altre storie.

Lasciate in pace i pescatori, soprattutto gli agonisti, i quali da ogni parte d’Italia arriverebbero molto volentieri nella vostra città per trascorrere diversi fine settimana all’anno, riempiendo strutture ricettive, ristoranti, alimentando attività commerciali locali, per poter pescare sul campo gara nel fiume Po a Torino.

Informatevi con Amministratori di altre città d’Italia dove sono presenti campi di gara cosa significa avere un campo di gara in termini di benessere economico, sociale, ricreativo e sportivo.

Lo sanno gli animalisti che l’Italia nel campo della pesca è una tra le prime nazioni al mondo come produzione di attrezzature da pesca che assicurano centinaia di posti di lavoro? e che non a caso siamo anche CAMPIONI DEL MONDO DI PESCA con l’ultimo titolo vinto proprio quest’anno?

Allora cari amici animalisti lasciate stare, occupatevi di altro, ma non infierite su temi come la pesca, o un campo di gara che valorizzerebbe ancora di più la città di Torino e che tra l’altro intende dare risposte anche ai diversamente abili.

Comunque sia buon anno a tutti, e arrivederci sulle sponde del Po di Torino.

Alessandro Scarponi

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