Laghi Mezzaluna di Maccarese: 40esimo S.p.S. IL TRIOTTO Roma

Della serie se non sono matti …. non sono pescatori!

Ho voluto rivedere un vecchio detto molto in popolare nella capitale per dare un titolo alla cronaca della gara che è andata in scena domenica ai Laghi Mezzaluna di Maccarese.

La neve che sta martoriando buona parte dell’italico stivale non ha risparmiato neanche la capitale, scendendo copiosa specie nelle zone nord.

Il sabato, sono partito verso le 11 per andare a picchettare il lago, cercando di verificare sia l’agibilità dello stesso che la viabilità della strade che permettono di raggiungerlo.

Lo scenario era fiabesco, il bianco manto della neve avvolgeva ogni cosa e la via Aurelia per una volta assomigliava alla Strada Gherdeina che passa per Ortisei.

Arrivato al lago, mentre mi ero quasi deciso ad annullare la gara, ho visto un manipolo di incorreggibili con la rouba in mano seduti sui loro panchetti in mezzo alla neve.
Da li la decisone di non rinunciare e con l’aiuto di Maurizio, gestore dei laghi e pescatore, via a piantare i picchetti tra le battute … mettili alti perché se nevica poi non li vediamo!!…

Come se non bastasse, il sabato pomeriggio piove, anzi, nevica sul ghiacciato, passo la sera al telefono e, fra qualche disdetta e molte conferme, decido raduno con orario flessibile e raccomandando tanta prudenza confermo a tutti che si va lo stesso.

Alle 7,10 mentre percorro la transiberiana Aurelia mi squilla il telefonino, è Moscetta …” ma n’do state, ma la gara non si fa?!!” “Mario ma già stai lì, la strada com’è?!” “sbrigate, tutto libero, io sto aprendo la sbarra” .

Dopo un oretta, pur con un eloquente -5 sul termometro, siamo incredibilmente più di 70, qualcuno venuto con lupi al seguito da Rieti, altri con le renne da Cassino, chi con 30 cm di neve sulla cappotta da Colleferro, chi è sceso con i bobcat dai Castelli Romani …

Alla fine, con il nostro encomiabile vice presidente Spagnoletti a dirigire il traffico delle operazioni preliminari, 37 coppie provano a sistemare i panchetti sulle sponde ghiacciate del lago… ma le sorprese ancora non erano finite.

L’angolo del lago esposto a nord, infatti, era ghiacciato nonostante gli ossigenatori accesi e siamo stati costretti a spostare al volo un settore su la sponda migliore.

Finalmente alle 10,30 il via di una gara che, pur in condizioni quasi proibitive, ha espresso un contenuto tecnico apprezzabile.

Molto difficile interpretare la timida risposta dei carassi quasi surgelati, con la consapevolezza del fatto che sbagliare la pasturazione significava veder azzerate le possibilità di cattura.

Astine in vetro tarate quasi allo spasimo che segnalavano ogni respiro vicino alla coppia di bigattini, appuntati su un amo di cavedaniana memoria.

Rare le risposte sul chicchetto di mais adagiato a terra che, in genere, attira l’attenzione dei soggetti di taglia maggiore.

La chiave è stata concentrare una leggera pasturazione in un area molto ristretta per non disperdere l’attenzione dei pochi pesci interessati alle esche.

Con lo scaldarsi della temperatura sono uscite anche le catture e, dal mio punto di vista, 4-5 pesci erano un target possibile su tutti i picchetti.

Personalmente, mi diverto molto di più in inverno cercando di interpretare queste situazioni difficili, nelle quali ogni cattura è costruita e cercata, piuttosto che lavorare di braccio nella bella stagione, quando si passano agevolmente i 15 kg.

Per la cronaca l’assoluto del lago lo realizza la coppia Oddi – Colombi della Lenza Jolly con più di 8000 punti.

Approfitto per ringraziare tutti i partecipanti che hanno sfidato il freddo e la neve anche per testimoniare i loro affetto al Triotto.

Un grazie particolare anche a Maurizio Vergili, che gestisce in maniera splendida un impianto dove ci si diverte anche sottozero e non manca mai di fornire il suo prezioso supporto.

Un saluto a tutti i lettori di matchfishing

Andrea Romanelli

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