LA PESCA DELLE BREME CON WILL RAISON

Da un pò di anni, in occasione della fiera Fishing Show di Bologna, presso lo stand della Daiwa è presente il Campione della nazionale inglese William Raison (per gli amici Will) disponibile a dispensare consigli a tutti sulle canne Daiwa  commercializzate in Italia dalla Fassa.

Raison è sempre stato molto disponibile a parlare anche di pesca ed in particolare, in alcune occasioni, si è concesso per rispondere alle domande dei suoi fans che come si è potuto riscontrare in Italia sono davvero numerosi.

In una di queste chiaccherate è stato toccato l’argomento breme e per me è stato interessante verificare che le sue parole coincidevano con i fatti avendolo potuto osservare da vicino in diversi campionati del mondo.

Raison come tutti sapete ha vinto diversi titoli internazionali che lo hanno consacrato come uno tra i più forti agonisti in circolazione.

In Olanda nel 2009 Raison ha vinto l’argento individuale grazie alla pesca di alcune grosse breme.

Raison e gli altri componenti del suo Team, in occasione di quel mondiale, riuscì a catturare diverse breme anche di grossa taglia pescando con un filo terminale dello 0,08, amo del 20 e due ver de vase innescati scodellando nei momenti cruciali fouilles incollato.

I pesci di grossa taglia si sa sono assolutamente furbissimi e mangiano solo le cose naturali che trovano nel canale.

Quindi tutte le esche presentate in modo innaturale vengono sistematicamente rifiutate.

Per questo occorre riservare una attenzione maniacale alla presentazione delle esche ed in modo particolare negli ambienti dove è presente una grande pressione di pesca e dove i pesci sono costantemente presi e rilasciati.

I pesci dopo essere stati catturati per diverse volte nel corso della loro vita sviluppano una memoria di elefante che li porterà da adulti a diffidare di tutte le esche poco naturali.

Raison una mattina durante le prove nel mondiale d’Olanda riuscì a catturare una dozzina di grosse breme, e lo stesso avrebbe fatto se avesse pescato anche di pomeriggio, poichè il suo picchetto di pesca era caraterizzato da tante bollicine ben visibili anche dalle postazioni riservate al pubblico.

In quel momento Will Raison stava pescando con filo dello 0,08, amo del 20 e due ver de vase innescati.

IMG_0407WILL RAISON CON ALCUNE GROSSE BREME CATTURATE IN OLANDA

palla di pasturaBOCCIA DI PASTURA FARCITA NELLE MANI DI RAISON

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WILL RAISON DURANTE LA PASTURAZIONE PESANTE

PALLE DA PASTURA PESANTE
LE BOCCE DI PASTURA SONO PRONTE PER ESSERE LANCIATE IN ACQUA

will raison olanda 2009IL CAMPIONE WILL RAISON E LE SUE BREME

IMG_0128RAISON FELICE E VINCENTE

Il pesce sotto la canna c’era ma per vedere se la pescosità continuava provò ad ingrossare il diametro di filo e amo passando al 0,10 e amo del 18 ma le mangiate non continuarono e il galleggiante non partiva mai.

Ecco, quella volta Raison capì che la soluzione vincente stava proprio in quel particolare sulla misura del filo, dell’amo e del fouilles incollato scodellato.

Con poca pesca come in occasione del mondiale del 2009 la scelta vincente fu quella di far cadere delle piccole noci di larve incollate e poi calarci sopra l’esca bella vivace.

I grossi pesci anche se non sono stati mai presi, diventano molto molto sospettosi, e in quel modo Raison riusci a vincere la loro diffidenza.

Ma a prescindere da questo particolare va detto che le breme, anche quando sono di grossa taglia, non tirano molto e così non c’è necessità di pescarle con fili grossi perché la loro forza non è come quella di una carpa.

La breme è un pesce che vuole essere stimolato alla mangiata offrendogli sempre un’esca in movimento per questo  diventa determinante sollevare spesso l’esca dal fondo e calarla ancora alla velocità che può avere un’esca naturale.

Questo modo di far lavorare la lenza, così come ebbi modo di vedere in Olanda, è stata una mossa vincente che ha premiato il campione inglese della Daiwa.

Tenere l’esca sempre in costante movimento è quindi un fatto molto molto importante per quando si pescano le breme.

Nella calata della lenza, quando l’esca arriva a 30 centimetri dal fondo, occorre stoppare e poi proseguire la calata  molto lentamente in modo da simulare la caduta in acqua di un’esca naturale.

Gli inglesi in Olanda pescavano con una lenza chiusa perché secondo loro si governa meglio e si porta l’esca con precisione dove si è scodellato.

Quando la breme è in pastura occorre fermare l’esca sopra la sua testa, all’altezza della loro visibilità, portando il pesce ad attaccare l’esca.

Raison ci ha confidato che in Inghilterra i canali sono pieni di breme e gardons e che alcuni anni fa in gara in un canale di Nottingham il suo capitano gli disse di giocare in quel modo con la lenza, cioè rallentare l’ultima parte della discesa, perché un altro inglese così facendo stava prendendo bene.

All’inizio non era troppo naturale perché faceva scendere la lenza troppo veloce ma alla fine trovò la giusta condizione e finalmente iniziò a prendere i pesci.

La calata della lenza era perfetta e molto lenta e quella volta vinse la gara con oltre 11 kg. di bremes e gardons.

I pesci erano la sotto ma tutto quello che scendeva ad una velocità superiore a quella di un’esca naturale non veniva preso in considerazione mentre invece in quel modo, che non insospettiva, veniva mangiato.

Questa è la pesca! Dove i pesci vengono costantemente presi e rilasciati si infurbiscono, c’è una evoluzione della specie e quindi anche noi pescatori dovremo adeguare i nostri comportamenti ai cambiamenti del pesce.

Dopo il mondiale d’Olanda Raison ha pescato in Italia nel mondiale di Spinadesco dove il primo giorno prese molte carpe mentre il giorno dopo catturò anche parecchie breme facendo il giochino con l’esca calata al rallentatore negli ultimi trenta centimetri.

Quindi la breme vuole essere stimolata sempre nello stesso modo in qualunque posto la si peschi.

Però per tenere il pesce per tre ore occorre avere cura di non uccidere il picchetto anche se la situazione può variare da posto a posto.

Il concetto è che ad inizio gara occorre fare attenzione a quello che si butta perchè il troppo guasta e poi non si toglie più dall’acqua.

Quindi occorre capire bene le caratteristiche di un posto di pesca attraverso prove fatte in precedenza e decidere le quantità di pasturazione e esche una volta capita la situazione.

C’è gente che “ammazza” il picchetto perché ha buttato molto più roba di quello che serviva e il pesce non sempre gradisce.

Nel mondiale di Spinadesco, ad esempio, la pasturazione gli inglesi l’hanno fatta sulla linea dei 12 metri per creare un’area dove il pesce potesse stare sicuro e tranquillo a mangiare per poi pescarli un metro più avanti dove si allontanavano convinti di essere al sicuro mentre invece trovavano l’esca con l’amo.

Non a caso molti pescatori l’ultima mezz’ora di gara tendono ad allungarsi con il filo (tra il galleggiante e la vetta) per andare più lontano per cercare di prendere qualche pesce meno sospettoso.

Questo accorgimento premia spesso, ad Umbertide a cavedani o in altri canali, anche se la regola è quella di non abbondare mai con la pasturazione perché a buttare si fa sempre tempo.

Non si può codificare un comportamento di gara, lo si deve decidere di volta in volta e questo lo capisci solo con l’esperienza (il cosidetto senso dell’acqua).

Adesso parliamo delle terre per la pesca delle breme.

Raison ha le sue convinzioni: il colore delle terre è legato al tipo di canale in cui si deve pescare.

Dove sono presenti le breme se gli buttiamo pastura che faccia contrasto con il fondo rischiamo di non prendere niente.

L’importante è creare un’area di pasturazione che sia il più naturale possibile cioè il colore della roba che buttiamo deve essere uguale a quello del fondale.

A questo riguardo gli inglesi in Olanda hanno raccolto perfino la terra dal canale stesso perché volevamo creare un fondo naturale dello stesso colore.

I pesci cercano di evitare un’area di un colore diverso da quello naturale perché la espone ai predatori.

Infatti un siluro o lucioperca individuerebbe facilmente una breme su un fondo chiaro di pastura se il fondo naturale del canale è scuro.

È una regola di auto protezione che tutti i pesci si sono dati per evitare i pesci predatori.

I pesci sono degli animali e hanno un comportamento tipico di una persona che si vuole difendere quindi loro si sentono di più al sicuro in una condizione più naturale possibile.

Gli inglesi danno molta importanza alla terra come strumento di trasposto naturale delle larve sul posto di pesca anche se non hanno molto familiarizzato con il composto chiamato pongo, da loro non è di moda, al contrario considerano la terra importante ma preferiscono utilizzarla con una giusta consistenza che quando arriva sul fondo inizi subito a lavorare.

Certamente occorre sempre tenere in considerazione la profondità del canale, la velocità della corrente, la quantità dei pesci che sono presenti etc etc. per determinare la consistenza della terra e la sua meccanica.

Quando gli inglesi hanno vinto l’europeo in Olanda nel 2005 hanno provato a pasturare con la terra prelevata nello stesso canale ed hanno visto che funzionava bene.

Successe che durante il ritorno in albergo alla sera dopo una giornata di prove hanno notato una ruspa che scavava terra dal canale e la buttava sulla sponda, si sono fermati e hanno riempito 6/7 contenitori.

In albergo l’hanno setacciata ben bene e con quella hanno fatto il campionato europeo e l’hanno vinto.

Era la terra del fondo del canale e non c’era niente di meglio da usare.

Pensate che all’inizio della gara quando tutti buttano di tutto si crea una linea di pasturazione con tanti letti innaturali invece, se si usa la terra del canale, si conserverà un letto naturale e così il pesce trovandosi più sicuro stazionerà nel fondo che si sarà fatto avendo più facilità di catturarlo.

Raison pur avendo vinto tanto nella sua carriera non si è mai fermato e la sua ricerca è continua alla pari della sua fame di vittorie.

Non si ferma mai alle certezze acquisite perché indipendentemente dalle sue convinzioni è sempre pronto a sperimentare soluzioni nuove.

Nella pesca c’è sempre qualcosa di utile e nuovo da imparare.

Ad esempio nei mondiali di pesca al colpo 2011 di Ostellato, dove gli inglesi non sono riusciti a fare podio, a mio avviso agli avversari sono sfuggiti due fattori fondamentali: hanno sottovalutato l’uso del pongo che lavora a scoppio ritardato e in gare di quattro ore è importante questo aspetto e l’alterazione dell’ossigenazione dell’acqua nella parte del fondo del canale sulla linea di pesca.

Gli inglesi non hanno creduto nel pongo e non sapevano che sul fondo del canale nella prima parte della gara mancava l’ossigeno che si andava formando con il passare del tempo in ragione della fotosintesi creata dal sole.

RAISON NEL MONDIALE DI OSTELLATO

Infatti gli inglesi, in particolare Stu Conroy, nella parte finale di gara ha fatto soffrire Andrea Fini con una serie di catture impressionanti ma ormai per lui era troppo tardi.

Però, come si usa dire, al mondo non si finisce mai di imparare e così il campione inglese Will Raison in occasione del Fishing Show di Bologna 2012 è ritornato sull’argomento terre e in particolare ha voluto approfondire la questione pongo con alcuni amici Daiwa.

Raison ha osservato con attenzione il processo di preparazione del pongo osservando in silenzio e maneggiando la palla impongata.

I prossimi mondiali si svolgeranno in repubblica Ceca e anche la, se la pesca dovesse essere sulle breme, ne vedremo certamente delle belle.

La pesca è questa, è evoluzione e in ogni paese le breme sono sempre presenti essendo il pesce bianco più diffuso in Europa.

Ad ogni situazione occorre adattare sempre le giuste soluzioni mai facili da individuare anche per grandi campioni dal nome importante come William Raison.

Alessandro Scarponi

RAISON STUDIA LA PREPAZIONE DEL PONGO ALLA FIERA DI BOLOGNA

LUIGI PARENTI DELLA FASSA DAIWA SPIEGA LE CARATTERISTICHE MECCANICHE DEL PONGO

LUCA PISCAGLIA FA DA MAESTRO A RAISON

RAISON MOLTO SCETTICO SU QUESTO COMPOSTO PONGO

 

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