FOUILLES E VER DE VASE ALLA FRANCESE
A PESCA CON IL CAMPIONE FRANCESE JEAN DESQUE’
FOUILLIS E VER DE VASE ALLA FRANCESE!
Articolo di Angelo Borgatti (giornalista di Noi Pescatoti, Pesca In, Tubertini High Quality e agonista del GPO Imolese Tubertini)
L’occasione di incontrare un grande campione su di un campo di gara non e’ certo cosa di tutti i giorni, se poi questi e’ uno dei piu’ forti pescatori francesi, protagonista del palcoscenico alieutico internazionale, ecco che l’opportunita’ diventa veramente ghiotta.
Nella settimana precedente la prima prova dell’Elite Nord, a fine marzo, il grande Jean Desque’ era di passaggio sui campi gara di Medelana ed Ostellato Covato, e cosi’ Umberto Tarterini ed io non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione di incontrare il campionissimo transalpino.
Desque’, per chi non lo conoscesse, e’ una delle icone sportive della nazionale francese, specialista delle pasture, degli ingredienti e di tutti quei prodotti atti ad attirare i pinnuti sul nostro luogo di pesca.; questa volta voglio porre l’accento su di un argomento su cui i francesi sono maestri indiscussi, non foss’altro perche’ sono stati tra i primi a trattarlo: la preparazione e l’utilizzo di fouillis e ver de vase, le esche simbolo della pesca agonistica.
Di recente mi ero occupato delle metodiche di raccolta e conservazione delle larvette rosse ed in questa occasione completo il discorso.
Desque’ ha iniziato parlando del ver de vase e del modo di conservarlo e trasportarlo. Per fare questo ha sfoderato un paio di bottiglie di plastica, di quelle per l’acqua minerale, all’interno delle quali sguazzavano, nel vero senso della parola, un discreto quantitativo di ver de vase di differente qualita’.
Jean, non dirmi che ora ci facciamo un brindisi al ver de vase?!
Certo che no! Stai semplicemente vedendo il modo piu’ semplice ed efficace di mantenere in ottime condizioni i nostri piccoli amici. Qui ce ne sono di due provenienze diverse: dell’autoctono francese e del russo. Puoi vedere la differenza di taglia e di colore. Sono entrambi validi, comunque. Per noi il ver de vase e’ l’esca principe, la piu’ gradita dai pesci, che la trovano in natura. Dedichiamo grande cura al suo mantenimento e, come hai visto, e’ stata la prima cosa che ho preparato. Pensa che quello francese che vedi qui ha gia’ un mese; sono stato l’altra settimana in Inghilterra per una prova con la mia nazionale, dopo aver fatto due gare in Francia in precedenza e lo portero’ sabato ai miei amici italiani che gareggeranno qui domenica. Come vedi e’ ancora molto bello, rosso e vitale ed tutto merito del sistema di conservazione, che va fatta ad una temperatura di 7/8.
Quello russo, invece, famoso per la sua dimensione, solitamente arriva piu’ sporco e molle e deve essere lavorato di piu’. Innanzi tutto deve essere pulito e filtrato molto bene, poi va conservato ad una temperatura inferiore, attorno ai 4/ 5. In questo modo la loro pelle si indurisce, si conservano meglio e si innescano piu’ facilmente. Il segreto sta nel mantenere la giusta temperatura, nel frigorifero e nella borsa termica, nel cambio frequente dell’acqua e nella pulizia da eventuali residui vegetali e larve morte.
La bottiglia in plastica, e non la carta, e’ il modo migliore di mantenere questa esca, che vive in acqua e in acqua si conserva meglio. La bottiglia deve essere riempita al massimo d’acqua con circa un bicchiere o poco piu’ di larve per bottiglia. E importante che rimanga dell’ossigeno all’interno. In questo modo si conservano bene per un paio di giorni, al freddo. Se si ripetono queste operazioni regolarmente la qualita’ delle esche migliora e il loro rendimento in pesca aumenta in modo enorme.
La prima operazione di Desque’, appena scelto il posto di pesca, e’ stata, infatti, la preparazione di una piccola bacinella colma d’acqua con un setaccio a maglie medio/fini, immerso per due dita sotto il pelo dell’acqua. Dopo aver preparato questo ha rovesciato il contenuto di una delle bottiglie sul setaccio ed ha lasciato il tutto in disparte. Subito i ver de vase, per istinto, hanno iniziato a passare attraverso il setaccio per depositarsi sul fondo della bacinella e nel giro di 10/15 minuti in sospensione sono rimaste solo le larve morte o poco mobili.
In seguito, con un setaccio a maglie finissime, ha scolato l’acqua della bacinella recuperando tutte le esche vive e vitali e le ha posizionate in una matrioska ancora con acqua fredda ove conservarle per la pescata.
Jean, per voi il ver de vase l’esca principe
Certo, la prima in assoluto, la preferita dai pesci e dalle breme. Dopo di loro vengono i piccoli lombrichi, poi i caster ed infine il bigattino, ma solo in quarta posizione. Sappiamo che voi usate in prevalenza il bigattino, siete abituati e avete abituato il pesce, che quindi lo mangia bene. Ma in natura la breme mangia prevalentemente ver de vase e lombrichi. Anche il caster non e’ conosciuto, ma quando lo conoscono lo mangiano pi volentieri del bigattino.
Parliamo allora dell’innesco del ver de vase
In merito all’innesco, la cosa piu’ importante e’ che rimangano vivi anche una volta sull’amo. In certi casi di grande densita’ di pesci si puo’ anche trascurare sulla vitalita’, basta il boccone grosso, ma generalmente la vitalita’ e’ fondamentale. La maniera corretta di innescarlo e’ quella di appuntarlo tra un segmento e l’altro, dove e’ piu’ stretto e la pelle piu’ dura. Mai attaccarlo per la testa, perche’ immediatamente cade e perde vitalita’ ed attrazione.
Dopo aver visto tutte le manovre corrette per l’uso del ver de vase, passiamo al fouillis, le larve che sono l’ingrediente principale della nostra pastura. Anche in questo caso Jean ha due differenti tipi di larve, di provenienza diversa.
Anche per il fouillis la cura e la meticolosita’ di Jean sono estreme. Gli involucri di carta vengono estratti da una borsa termica che ne garantisce il mantenimento alla giusta temperatura.
Esistono vari tipi di fouillis in commercio: qui ne abbiamo di quello russo e di quello autoctono. Il primo molto bello, leggermente fluorescente ma solitamente quando arriva fa una grande puzza, e a me questo non piace. In questo caso, se posso, cerco di averlo almeno un paio di giorni prima del suo uso, per lavarlo. Per fare questo sufficiente mettere le larve in un secchio con dell’acqua e pochissimo sapone e mescolare il tutto per non piu’ di un paio di minuti.
Vedremo subito l’acqua sporcarsi di quanto era sulla superficie delle larve. Dopo averlo risciacquato bene almeno due volte, lo setacceremo e lo rimetteremo nuovamente nella carta pulita. In questo modo miglioriamo di molto la qualita’, il tempo di conservazione e la resa del nostro fouillis, che puo’ durare anche un mese, se ben conservato.
Quello autoctono un po piu’ piccolo, piu’ morbido e dopo 4/5 giorni generalmente muore. Questo tipo e’ molto buono, soprattutto con i gardon, per i quali rende nettamente piu’ di quello russo. A volte, in caso di pesci difficili, quando si va alla ricerca di un pesce, si innescano direttamente sull’amo gli esemplari piu’ grossi. Questa e’ una cosa che gli inglesi sanno benissimo. Da loro si usa quasi esclusivamente questo tipo di fouillis, e non amano quello russo.
Jean, vuoi dirci come trasporti il tuo fouillis durante le tue lunghe trasferte per lEuropa?
Il modo migliore di mantenerlo e trasportarlo sarebbe dentro fogli di carta bianca o gialla, non patinata e neutra. Si usa molto il giornale ma ideale sarebbe mettere all’interno un foglio di carta bianca, che preserva il fouillis dal contatto con l’inchiostro, e questo non l’aiuta. E solo un particolare ma alla fine tutti i particolari contano per un buon risultato. Il trasporto nella borsa frigo va fatto osservando il rapporto di un chilo di ghiaccio circa ogni due chili di fouillis, per mantenere le condizioni ottimali per 4/5 giorni. La temperatura ideale di mantenimento e’ di circa 4 gradi, in modo che il fouillis non si muova, sia in letargo.
Una volta giunti sul campo di gara?
La prima necessita’ e’ quella di aprirlo, di separare le larve l’una dall’altra, perche’ normalmente sono tutte attorcigliate tra di loro. Questa operazione e’ indispensabile per poterlo meglio distribuire nella terra o nella pastura o anche semplicemente per incollarlo.
Per fare questa delicata operazione si usa principalmente la terra, sia quella di Somma, la piu’ usata, ma anche quella di Riviere, opportunamente setacciate. La scelta nell’impiego tra una terra e l’altra dipende dal tipo e dal colore della pastura o della terra che useremo per pasturare. Se adopereremo pasture marron o gialle, in acque ferme o lente, andra’ bene la terra di Somma naturale, se per lo stesso tipo di acque scegliamo una pastura nera e’ piu’ indicata la terra di Somma nera.
Nel caso di acque veloci e profonde come Medelana, invece, dove si usa molta terra di Riviere anche nella pastura, meglio aprire il fouillis con la stessa terra setacciata fine.
Se intendiamo pasturare con il bicchiere, o comunque impiegare il fouillis puro, si puo’ aggiungere alla terra anche un po di collante per fouillis, al fine di ottenere una pallina molto elastica e resistente, facile da fare e che conserva ben vive le larve. Non occorre aggiungere acqua o altro. Anche in questo caso, a seconda del tipo di terra che impieghiamo, otterremo degli effetti diversi: con la terra di Somma l’incollaggio piu’ labile, l’apertura si ha durante la discesa sul fondo e si puo’ creare un effetto alone; con la terra di Riviere lincollaggio e’ piu’ tenace e persistente. Tutti piccoli particolari che pero’ possono essere fondamentali ai fini della nostra gara.
Sino ad ora ci hai illustrato come aprire e mantenere ben vivo il fouillis. Ma quest’esca si puo’ usare anche in altra maniera
Certo! Una possibilita’ ulteriore l’abbiamo scegliendo di usare il fouillis vivo oppure morto, sempre in relazione al tipo di pasturazione ma, soprattutto, a seconda dell’ambiente in cui ci troviamo a pescare e alla sua densita’ di pesci. Se abbiamo una situazione con tanto pesce, magari di taglia, possiamo usare 2/3 di fouillis dentro la pastura ed 1/3 nella terra; al contrario, in presenza di piccoli pesci, che entrano a fatica e che vanno stimolati con qualcosa di vivo da trovare sul fondo, meglio invertire le proporzioni, fino ad arrivare ad usare solo la terra.
L’impiego del fouillis vivo in acque correnti, gettato con la terra di Riviere, ad esempio, puo’ essere pericoloso perche’ questo tende ad uscire e scendere a valle, portando via il pesce e favorendo il concorrente sotto di noi. L’ideale, in queste condizioni, sarebbe di gettare un 10/15% di fouillis vivo con la terra all’inizio, nella pasturazione iniziale, per far entrare i pesci, e poi mantenerli sotto la nostra canna impiegando nel resto della gara il rimanente fouillis morto, nella pastura o nella terra. In questo modo le larve rimangono nelle palle, non nuotano via e i pesci si fermano sulla zona pasturata.
E per ottenere questo effetto come si fa?
Possiamo fare in vari modi. La pastura, normalmente, gia’ uccide il fouillis se lo mescoliamo ad essa con un certo anticipo, In questo modo il fouillis quasi si scioglie nella pastura e gli aromi e i succhi che rilascia impregnano la pastura stessa; un risultato piu’ veloce si ottiene mescolando alla pastura sale, in inverno, o zucchero, nella stagione calda. Queste sostanze sono letali per lui. Se invece intendiamo usare solo la terra per pasturare, in commercio si trovano degli additivi specifici per la terra che la aromatizzano ed uccidono il fouillis. In questo modo otteniamo un doppio effetto: uno sul fouillis e uno attrattivo sui pesci. Il fouillis si o’ uccidere anche congelandolo, ma occorre sapere che in questo modo tendera’ poi a galleggiare e questo effetto puo’ essere pericoloso e controproducente e va usato con grande esperienza.
Hai introdotto l’argomento terra. Voi avete un’esperienza enorme in questo campo: cosa hai portato qui, oggi, per le acque italiane?
La terra e’ un ingrediente fondamentale quando si usa il fouillis. Quest’esca ha bisogno di essere portata e mantenuta sul fondo, e quello che assolve meglio questo compito e’ la terra. Innanzi tutto la terra consente al fouillis di rimanere vivo e, in campi di gara difficili, spesso si usa solamente la terra con il fouillis, per stimolare di piu’ i pochi pesci presenti. In caso di grande concentrazione di pesci e di acque veloci, io consiglio di usare il fouillis morto. Per fare questo si possono usare terre profumate o aggiungere degli additivi che uccidono il fouillis, che in questo modo non scorre via con la corrente ma rimane ben piantato sul fondo, nella terra.
Potrei rimanere a parlare con Desque’ per ore, di questo argomento e di altri cento, tanto e’la semplicita’ e la naturalezza che ha nello spiegarti le cose.
Purtroppo vuole anche pescare
Una altra puntata alla suo prossimo ritorno in Italia.
Articolo di Angelo Borgatti (giornalista di Noi Pescatoti, Pesca In, Tubertini High Quality e agonista del GPO Imolese Tubertini)