1° Trofeo Team LBF Italia Centro …….. Che festa ragazzi!
Per il popolo LBF (Ledgering & Barbel Fishing), l’evento più atteso è il raduno annuale, una gran bella festa alla quale partecipano tanti amici provenienti dai quattro angoli dello Stivale, al solo fine di passare in compagnia due giorni full immersion di pesca a ledgering.
L’edizione 2012 però, non è un raduno come gli altri: questa volta è diverso, perché in famiglia LBF si festeggia la neonata Società Team L.B.F. Italia Centro e quindi, quale miglior occasione per una società di pesca sportiva, se non quella di inaugurare se stessa con una gara all’altezza dell’evento.
Ma partiamo dall’inizio e cioè da quando, nel corso di una delle nostre frequenti telefonate, Francesco Di Veronica mi comunica in anteprima l’intenzione del Team LBF Italia Centro, di organizzare una gara inaugurale per la fondazione della nuova Società e di farlo in occasione del raduno annuale di LBF Italia, dove anch’io ero invitato.
Nella remota ipotesi di un suo ripensamento, per prima cosa accetto l’invito e solo dopo rispondo a Francesco dicendogli che la trovo un’ottima idea, così come altrettanto azzeccata ritengo sia la scelta del Tevere a Umbertide, quale sede della manifestazione, non tanto per l’alternativa strategica dei laghi di Faldo, in caso di impraticabilità del campo gara, quanto e sopratutto in considerazione di una diversa “forma mentis” di base, che distingue ogni pescatore di ledgering, particolarmente attento al contesto ambientale e alla qualità del pesce.
Umbertide è forse l’unico campo gara dove ancora la pesca è rivolta principalmente al cavedano, uno dei pochi pesci veri ancora presenti nelle acque della nostra maltrattata Italia. Può un purista della pesca com’è il “ledgerman”, non apprezzare questo valore? Se poi a ciò aggiungiamo la suggestiva bellezza della Val Tiberina e la squisita accoglienza locale, ecco trovata la giusta alchimia e tutti i presupposti per una trasferta indimenticabile.
A parte qualche folle pioniere come Angelo De Pascalis, giunto sul campo gara umbro dal mercoledì precedente la gara, il plotone del ledgering arriva il sabato a Umbertide e già dalle prime ore del mattino, la scanzonata “chiaranzana” dei saluti, degli sfottò e degli scherzi goliardici fa da corolla a quella che sarà una giornata improntata ad un sano divertimento, il cui apice è previsto per l’ora di cena ai Laghi di Faldo.
Lascio ad altri la cronaca della serata conviviale e del dopo-cena, perché non essendo stato presente non potrei riferire correttamente, quindi passo direttamente alla domenica, il fatidico giorno del 1° Trofeo Team LBF Italia Centro.
Alle sei e mezzo di domenica 6 maggio, il branco selvaggio è davanti al bar di via Bremizia, dove i concorrenti sono in attesa dell’assegnazione dei picchetti; giusto il tempo di accendere il computer del Mazzarella, dove sono segretamente custodite le composizioni dei settori, e l’abbinamento ha inizio.
Alle sette in punto “tutto è compiuto” e possiamo partire spediti, verso i picchetti ricevuti in sorte…….per la verità non così tanto spediti, visto l’ingorgo venutosi a creare lungo la strada che costeggia il campo gara, a causa dei soliti “rompiglioni” che si preoccupano solo dei fatti loro, incuranti di quella manica di scemi che stanno lì, ordinatamente in fila, ad aspettare i comodi altrui….. Ma vaffancu…cciolo.
Finalmente, dopo un interminabile tratto di strada lungo poche centinaia di metri, abbiamo tutti raggiunto il proprio posto gara, dove finalmente potersi dedicare alla preparazione dell’attrezzatura necessaria.
Michele Moscati, profondo conoscitore del campo gara di Umbertide, è stato incaricato di picchettare il tratto di fiume che più riteneva idoneo e potendo scegliere, forte della sua esperienza, ha deciso di suddividere in due distinte zone il tratto di fiume assegnato, mettendo due settori nella zona denominata “Carpina” e i restanti quattro, nel tratto compreso fra “l’Alberone” a monte dello “Strettoio” e i “Fili”.
Così distribuiti, prendendo quindici metri a testa, per come previsto nei regolamenti “Ledgering”, dovremmo ottenere il massimo che Umbertide può offrire e in effetti, i risultati di fine gara confermeranno l’ottima scelta operata dal Sor Moscati.
Il sorteggio mi assegna il picchetto n° 8 del settore terminale a Carpina, zona molto ricca di cavedani, ma che nel giorno di prova non ha onorato le aspettative, facendo uscire davvero poco pesce, anche se i pinnuti avevano ragioni da vendere, per starsene intanati fra i pertugi subacquei, visto che eravamo accalcati tutti in questo tratto di fiume, fitti come le penne di nana (in italiano: piume d’oca), senza contare l’immane casino che solo noi riusciamo a mettere in piedi.
Oggi a Carpina però siamo distribuiti in venti nello spazio di norma destinato a quaranta concorrenti e questo dovrebbe rendere molto meno sospettoso il pesce, anche se il cavedano rimane comunque uno dei pesci più astuti e questo, come noto, implica l’uso di finali sottili e ami decisamente piccoli.
O per meglio dire, questo sarebbe quanto previsto nel capitolato d’intesa pescatore-pesce, se non fosse che, durante le prove (nei rari momenti in cui è stato possibile provare), i cavedani Umbertide si sono dimostrati molto ben disposti e per niente intimoriti, anche di fronte a tre bigattini innescati su ami del 18 o del 16, legati con finali dello 0,14 o anche dello 0,15.
Per non dire di quei pesci (sempre cavedani) di gran lunga superiori al chilogrammo, catturati grazie a dei pellet-feeder pieni di bigattini incollati, fra i quali inglobare ami del 14, innescati con un fiocco di bigattini e legati a fili dello 0,18……. Nemmeno fossero carpe.
Eppure ho visto con i miei occhi Nando Carnevale portare in secca un cavedano gigantesco, certamente intorno ai due kg, proprio con l’inganno del pellet-feeder e non è stato un caso isolato: con questo metodo sono stati presi tanti altri pesci, compresi alcuni barbi di quelli che devono far manovra per girare dentro il fiume.
Ma torniamo al nocciolo della questione. Come già detto in precedenza, la gara si è svolta su due zone: Carpina e Strettoio-Fili; nella zona alta la pesca è stata ovviamente impostata sul cavedano, senza dimenticare la presenza dei molti barbi, tutti rigorosamente sopra ai 2 kg; nella parte bassa invece, a valle dell’Alberone, molti concorrenti sono stati influenzati dalla rilevante presenza di carpe, compreso Angelo De Pascalis il quale, sorteggiato in questa zona, ha impostato la sua gara proprio su questo pesce, riuscendo però a trattenerne solo una di circa 3½ kg. mentre le altre gli hanno ripetutamente polverizzato un finale dello 0,28…….ripeto: 0,28.
Nella zona di Carpina, al fischio d’inizio la gara parte come da copione, con la pesca rigorosamente rivolta verso il cavedano, lanciando in acqua pasturatori tipici da bigattini (maggots feeder) da 20/30 gr, ma anche e forse con maggiore frequenza, pescando con dei cage feeder a rete pieni zeppi di bigattini incollati, in ossequio alla regola ormai nota, che vede i pesci di Umbertide molto dediti alla “ciccia”.
Trascorsa una buona decina di minuti di calma piatta, il pesce inizia finalmente a dare segni di vita e si vedono sempre più canne all’opera, piegate sotto la trazione di pesci bellissimi, che sembrano voler strappare i sottili vettini, mentre in altri casi (altri casi sono io) incomincia una serie continua di inconcludenti segnalazioni trasmesse al quiver tip, senza la possibilità di concretizzare. I bigattini innescati vengono sistematicamente restituiti “in camicia”, ma nemmeno un pesciolino, magari un po’ rincoglionito, rimane appeso alla mia lenza.
Eppure sto pescando anch’io con il maggot feeder riempito di bigattini sfusi, alternato al cage feeder, con i bigattini incollati e so per certo che tanti altri come me pescano con il mio stesso finale (0,14).
Avevo impostato la gara, partendo con un amo del 18, legato a un finale dello 0,14, nella speranza di reggere qualche eventuale barbo, ma non è stata una scelta felice.
Sostituisco il finale, passando da uno 0,14 iniziale, a un più ragionevole 0,12 e subito la scelta viene premiata da un cavedano di circa 500 gr, seguito a ruota da altri due cavedanelli più piccoli, comunque ben accetti come segno tangibile di una svolta in positivo.
Subito l’iniziale scoramento si trasforma in grinta, del resto cinque ore di gara sono lunghe e tutto è possibile, anche se i miei avversari si sono presi un bel vantaggio.
Nonostante le tangibili migliorie apportate, non sono ancora al passo con gli altri e per questo, dopo aver ridotto il diametro del finale, diminuisco anche con la misura dell’amo, passando da un 18 iniziale, a un 22 con l’occhiello, legato con il nodo non nodo, al fine di ottenere un miglior effetto auto-ferrante; innesco un solo bigattino, appuntato appena sottopelle e nello stesso tempo riduco i tempi di attesa, lasciando in acqua il pasturatore giusto il tempo necessario al suo completo svuotamento, recuperando a intervalli regolari, mai più lunghi di cinque minuti, per cercare di richiamare un po’ più pesce.
La nuova tattica si rivela subito estremamente catturante, o per meglio dire: estremamente addescante poiché, mentre i pesci agganciati sono stati davvero tanti, quelli salpati sono stati solo una minima parte. Sembrava che i miei finali fossero di burro; addirittura due volte il pesce mi ha rotto la lenza ancor prima che riuscissi a prendere la canna in mano.
Tanto per dare un’idea, ho finito una stecca da dieci finali dello 0,12, più quelli che ho rilegato di sana pianta durante la gara, riuscendo a mettere in nassa solo cinque o sei pesci, mentre gli altri sono rimasti tutti in acqua, insieme al mio risultato.
L’ovvia domanda che sorge spontanea è: “Ma all’ora sei proprio scemo. Non potevi aumentare le dimensioni del finale?”; l’altrettanto ovvia risposta è: “Vuoi che non l’abbia fatto? Il problema è che con lo 0,14, quei fetenti nemmeno si avvicinavano all’esca”.
La gara finisce rilegando il povero Marcello Corbelli in un misero 7° di settore, ma questo non sarebbe niente se non ci fosse stato il dopo gara……meno male che ci sono sempre gli amici che ti capiscono…..: “Ma come Corbelli. Hai preso solo questi?! Eppure ti vedevo sempre incannato…..Ti rompevano lo 0,12?! Ma santo Dio, potevi mettere un 14……Sai che anch’io ho dovuto ridurre il finale? Da uno 0,16 sono stato costretto a mettere uno 0,15”…..Grandi amici quelli dell’LBF, comprensivi e sopratutto per niente str…….diciamo, birichini.
Lasciando da parte gli scherzi, utili per sdrammatizzare un po’, è stata davvero una gran bella gara, combattuta e vinta come sempre dai migliori, con tanto pesce all’attivo e sopratutto con pesce di alta qualità, con livree luccicanti e taglie da guinnes dei primati, a conferma che il Tevere a Umbertide è un campo gara che definire eccellente è riduttivo; gestito con cura da persone che amano la pesca e la gestiscono oculatamente e che dovrebbero essere un esempio da seguire per molti.
La classifica finale vede prevalere uno stratosferico Maurizio Maggiali, che vince con 11460 punti, seguito a ruota con 10280 punti da Manuel Marchese, uno che farà molto parlare di se, mentre sul terzo gradino del podio sale l’ottimo Stefano Francia, con 9540 punti.
Seguono al quarto posto Giacomo Vitali, con 9030 punti; Stefano Bellisari al quinto, con 8840 punti e sesto l’inossidabile Michele Moscati, ultimo dei primi, con 6630 punti.
In condizioni normali, sarebbe superfluo dire che i punti equivalgono al peso del pescato in gara, ma lo faccio ugualmente a scanso di equivoci, perché voglio sottolineare che queste cifre, quasi esclusivamente costituite da cavedani, sono la prova eloquente di una pescata memorabile, difficilmente ripetibile in altri campi gara italiani.
Quella che io preferisco definire una giornata di festa, più che una gara di pesca, si conclude al riparo della pioggia, nei locali dei Laghi di Faldo, con la ricca premiazione offerta dalla Ditta Betti Sport, distributore della linea di prodotti Preston Innovations, in compartecipazione con la rivista di settore Pesca In e con le riprese televisive di Fishing Italia TV, visibile in chiaro sul canale 811 di SKY.
Termino ringraziando il Team LBF Italia Centro per l’invito e Angelo De Pascalis per il reportage fotografico messo gentilmente a disposizione di tutti gli amici di Match Fishing
da Umbertide per M. F. , Marcello Corbelli