PELLET FEEDER A FIASTRA

Il Ledgering come tecnica di pesca nasce in Inghilterra verso gli anni 60, e da quella data l’evoluzione della stessa in materiali e varianti della tecnica, è quasi sempre giunta da oltremanica, questa volta però la novità è targata Made in Italy, e proviene da due icone della pesca a Feeder in Italia, da anni articolisti fissi di una tra le più famose riviste di pesca…”PESCA IN”, stiamo parlando di Nando CARNEVALE e Francesco DI VERONICA

Questa innovazione è una rivisitazione della già nota tecnica conosciuta come Pellet Feeder, che prevede appunto l’uso di appositi pasturatori ideati per contenere i pellet trattati, e nasce dalla necessità di ingannare pesci in hotspot dove i pellet sono poco conosciuti e quindi difficilmente saranno presi in considerazione dalla fauna ittica presente.
L’occasione si presenta nella gara inaugurale della neonata società Team LbfCentroItalia, che si è svolta in uno dei più bei campi gara del centro, il Fiume Tevere a Umbertide, dove appunto i cavedani e barbi giganti che vi nuotano prediligono, o meglio vi è quasi un monopolio, il bigattino. In quest’ occasione Nando e Francesco testano quella che all’inizio è solo un intuizione, ma che si rivelerà azzeccata e riuscitissima, che molti di voi avranno visto nel filmato in onda su Italian Fishing Tv in occasione appunto del 1° Trofeo TeamLbfCentroItalia, in cui Nando in modo impeccabile illustra il principio di questa tecnica, modificando un pasturatore Open-end con del comune nastro adesivo, chiudendo un apertura lasciandone aperta solo una. Il pasturatore dovrà poi essere riempito per metà con dei bigattini incollati, s’inserisce poi l’amo all’interno, innescato sempre con bigatti, e si va a chiudere, comprimendo con forza con altri bigattini incollati, l’effetto è stupefacente, una volta sul fondo i bigattini incollati sono quasi catapultati insieme all’amo fuori dal feeder, in questo modo il nostro amo rimarrà quasi nascosto tra i bigattini, e costituirà un’insidia infallibile, ma ecco alcune foto che sicuramente renderanno meglio l’idea…

Naturalmente la voglia di testare questa novità è tanta, e quando pochi giorno fa, Nando al telefono mi suggerisce di verificare questo metodo in un lago dalle acque cristalline, dove la loro purezza è direttamente proporzionale alla diffidenza dei nostri amici pinnuti, è pronuncia il nome di Fiastra, non una ma cento lampadine mi si accendono, ed è come se già fossi sulle rive di questo splendido lago.
E cosi stamattina, avendo un paio d’ore libere, decido di partire di buon ora (ore 04,30…ma come fanno a dire che noi pescatori siamo matti??? Ahahahah), ed alle 6.30 sono già in pesca, lo scenario che questo lago sa regalare è quasi indescrivibile, infatti, lascio parlare le immagini…

Il tempo di incollare un chilo di bigatti e sono pronto, naturalmente trattandosi di un test, decido di utilizzare due canne, su una monterò un multiloop con pasturatore Black Cap e finale a coda di topo a decrescere fino allo 0,10, ed amo del nr.20, l’altra con un runner rig, utilizzando un Grip Mesh, opportunamente innastrato, e finale di 10 cm dello 0,20 ed amo nr.12, come si può notare due approcci completamente diversi, il primo improntato all’insegna della leggerezza il secondo della robustezza. Finalmente sono in pesca, le prime tocche sulla montatura leggera, ma sono dei persici reali, qualcuno intorno ai due etti, ma sempre persici, e certamente non sono qui per loro, sulla canna con il pellet feeder rivisitato a bigatti ancora nessuna tocca. Dopo una mezz’ora di attesa, sinceramente qualche dubbio incomincia a farsi largo, dubbi che svaniscono quasi subito, quando sulla canna con la montatura made Nando and Francesco, il cimino si flette di colpo e la frizione, sapientemente tenuta aperta incomincia la sua musica. Se all’inizio e dolce musica, quando scorgo sulla bobina del mio mulo il colore del monofilo, usato per riempire il fondo della bobina, di colore bianco rispetto al verde dei quasi 100 metri di Spinner….

incomincio a preoccuparmi, ma per fortuna il treno rallenta e cosi dopo 15 minuti di tira e molla arriva a guadino la prima splendida carpa, stimata tra i 3-4 chili, cui seguiranno altre due, 5 bei cavedani, una superba scardolona e per finire una bella trota lacustre, il tempo a mia disposizione è finito, il test è ampiamente superatooo, il tempo di qualche foto e mi tocca tornare a casa, nel pomeriggio aimeee devo lavorare (che brutta parolaaa ahahaah), ma nel viaggio di ritorno non posso non fare una telefonata a Nando, entusiasta dell’esito della prova, ma ora lascio come al solito la parola alle immagini…

IL RILASCIO DEL PESCATO

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