Campionato Italiano Ledgering 2012: Gianmario Lombardi domina le prime due prove
Ben trovati cari amici di Match Fishing, sono appena tornato da Torre di Mosto e con le mani che ancora “odorano” del pesce salpato dal Brian, mi sono subito messo davanti alla tastiera del computer, per scrivere la cronaca di questo 4° Campionato Italiano Ledgering.
Come molti di voi già sapranno, l’edizione 2012 avrebbe dovuto svolgersi a Ostellato nei giorni 9 e 10 giugno, ma i noti eventi sismici hanno costretto la Federazione a spostare altrove l’intera manifestazione, trasferendo il tutto nel canale Brian, sabato e domenica 23 e 24 giugno.
Purtroppo la decisione di spostare, non solo la sede dell’evento, ma anche le date del suo svolgimento, ha di fatto creato dei problemi, tanto che qualcuno si è trovato costretto al ritiro.
Ma se da un lato la scelta di una diversa ubicazione ha compromesso la partecipazione di una parte di concorrenti, dall’altro, spostando la gara in una zona geografica densamente popolata di pescatori, molte sono state le nuove adesioni e questo potrebbe essere una buona chiave di lettura, per iniziare a ragionare in termini diversi, magari prendendo in esame l’idea di gare selettive territoriali, tramite le quali accedere ad una finale nazionale, dando così la possibilità di partecipare anche a coloro i quali trovano difficoltà nell’affrontare trasferte troppo lunghe e costose.
Questo però sarà motivo di riflessioni future, per ora mi limito a parlare dell’argomento che più interessa e cioè delle due giornate di gara, passate sul Brian.
Per prima cosa voglio esordire dicendo che il canale veneto, nonostante la vegetazione “un po’ troppo rigogliosa”, è stato di gran lunga superiore alle aspettative, offrendo al circuito del ledgering quanto di meglio si possa chiedere in termini di catture, al teatro di una competizione di livello.
Aggiungo poi, con l’orgoglio di chi si è molto impegnato in prima persona nello sviluppo agonistico di questa tecnica, che finalmente anche personaggi di spicco della pesca al colpo si stanno avvicinando al feeder, intenzionati a confrontarsi con qualcosa di diverso e perché no, anche molto interessante.
Lungo le sponde del Brian non sono certo passati inosservati personaggi illustri del mondo della pesca al colpo, come Massimo Vezzalini, Glauco Tubertini, Mirko Govi e Riccardo Favalini.
Queste presenze significano molto per il circuito del ledgering, poiché sono il segno tangibile di un’apertura culturale verso la pesca a feeder, da parte di persone che guardano più avanti, ma affinché questo fenomeno si sviluppi senza traumi, sarà necessario non perdere di vista il percorso sinora intrapreso, dove un miscela perfetta di agonismo, amicizia e rispetto reciproco, non lascia spazio per eccessi che talvolta rischiano di compromettere valori ben più importanti di una semplice gara di pesca.
A tale proposito ritengo giusto dire che i nuovi arrivi si sono subito perfettamente integrati nello spirito comune, influendo solo in positivo sul morale di un gruppo, ben felice di gareggiare fianco a fianco con dei campioni che non hanno remore nel mettersi in discussione con tecniche meno conosciute……e credetemi, non è così scontato.
Con le prove dei giorni antecedenti le due gare del sabato e della domenica, era chiaramente emersa la generosità di un Brian prodigo di catture, ma contestualmente di non facile interpretazione, sopratutto a causa della massiccia pressione alla quale è sottoposto questo canale.
Ovviamente le difficoltà si rendono esponenziali per chi, come me, non aveva mai messo piede sulle sponde del Brian e quindi sono stati molti quelli che hanno dovuto rifarsi dal “Nome del Padre” per dipanare una matassa alquanto intrigata come quella che si stava prospettando.
Solo un’azione di mutuo soccorso combinata in sinergia con i simpatici componenti del gruppo LBF di Calendasco, messa in atto durante le proficue sessioni prova, ci ha permesso di dare un’impostazione un po’ meno improvvisata alle prime due gare di campionato.
A questo punto l’ostacolo più difficile da superare rimane comunque quello dei non pochi concorrenti locali, i quali potrebbero chiamare per nome e cognome ogni pesce del Brian e se poi fra i garisti indigeni ci sono nomi come Massimo Vezzalini, ecco che c’è solo da sperare che tocchi a qualche altro la “gioia” di averlo nel settore.
Ora però è giunto il momento di soddisfare le esigenze dei lettori di Match Fishing, passando la palla direttamente alla cronaca dei due giorni di gara.
Sabato 23 giugno: alle sette in punto vengono assegnati i rispettivi posti gara e dopo aver realizzato di essere al picchetto A 9, quindi nel settore iniziale, mi accorgo di avere come secondo di zona Gregorio Monego: uno di quei tipi sempre sorridenti, con l’aria innocua e paciosa, ma difficile da tener dietro e come se non bastasse, devo vedermela pure con il mio compagno di avventura, Marcello Mazzarella, anche lui uno tosto, capitato accanto a me, al picchetto n° 8……… Sarà una lotta dura e anche fraticida.
Il fischio d’inizio mi trova pronto, con tutte le canne esattamente tarate e misurate per pescare con precisione alle diverse distanze prescelte e subito dopo aver fatto una decina di lanci in rapida successione, sulla linea dei 18/20 metri, con dei feeder carichi di pastura gialla e un pizzico di bigattini, nell’attesa che entri in pastura il pesce, inizio a pescare lanciando a ridosso delle canne, dall’altra parte del canale e come fosse un segno del destino, non appena il feeder tocca il fondo, un bel carassio strattona il quiver della mia canna, fino a giungere in breve al guadino.
Come qualsiasi altro normodotato avrebbe fatto, anch’io lancio di nuovo nello stesso posto e come per miracolo aggancio subito un altro bel carassio. Per niente dispiaciuto continuo a pescare fra le canne, agevolato nel lancio di precisione dal “cappietto” di stop fissato sul mulinello alla distanza voluta e dal pasturatore a testa di proiettile (bullet feeder), continuando a cucire un pesce dietro l’altro, consapevole di non avere taglia, ma di essere comunque in testa, grazie alla frequenza delle catture.
Come è ovvio che sia, vista la risposta del pesce, nemmeno mi passa per la testa di abbandonare la pesca fra le canne e proseguo quindi imperterrito nella stessa conduzione di gara, confortato anche dal “tifo” di un gruppetto di pescatori-spettatori, che nel frattempo si erano assiepati dietro di me, pronti a scommettere sulla mia leader ship di settore.
Per quattro delle cinque ore complessive credo di aver mantenuto indiscutibilmente la testa della gara, ma poi, quando il pesce ha solo rallentato la sua attività, ho commesso il più stupido degli errori, cambiando linea di pesca, nell’inutile intento di cercare del pesce sul centro canale, senza valutare che quello presente era ormai tutto concentrato sopra la pasturazione dei miei avversari ed è così che mentre gli altri hanno continuato a prendere pesci, io sono rimasto per un’ora intera a guardare i manici dei loro guadini andare avanti e indietro.….Sono proprio un coglione e come tale vengo punito, chiudendo in 4^ posizione, sorpassato nell’ordine da Marcello Mazzarella 3°, da Gregorio Monego 2° e da un eccellente Andrea Scalco 1° (una delle new entry locali).
Caso mai non fosse abbastanza, un altro enorme problema mi affligge: sono in macchina con il Mazzarella e se non cambia qualcosa in gara 2, il viaggio di ritorno verso casa sarà supplizio…..Speriamo bene.
Nel frattempo radio bigattino dirama le notizie sui risultati e subito si viene a sapere che è in testa Gianmario Lombardi, in arte Segugio (Team LBF Italia), seguito da Riccardo Favalini (Imolese Tubertini), Andrea Scalco (Lenza Club Mogliano Preston), Angelo Giuseppe Pizzi (Cagnacci Maver), Aldo Bizzarri (Famija Pramzana Sensas), Mario Molinari (Team LBF Italia), Paolo Zaffani (Team LBF Italia), Eolo Petrosi (Club Fario Fly), Simone Farnè (Imolese Tubertini).
Domenica 24, in gara 2, al sorteggio mi viene ancora assegnato il picchetto A 9 e, a parte avere nel settore il primo di zona, potrebbe essere stata anche una buona notizia, se non fosse che il nuovo picchettaggio non era uguale a quello del giorno precedente e quindi non ho nemmeno il vantaggio di conoscere il posto gara………Ma dico io.
Messo di nuovo in campo l’intero armamentario, imposto tutto esattamente come il giorno precedente, ma questa volta la pesca dall’altra parte del canale non rende come sperato e per questo rientro velocemente al centro canale, sulla zona preventivamente pasturata, iniziando subito a vedere delle interessanti “toccate”, prontamente tradotte in catture.
Oggi non dovrò lanciare lontano e per questo la lenza che da utilizzare sarà un classico running rig, inizialmente dotato di un cage feeder (pasturatore a rete da sfarinato), bloccato fra due stopper di gomma distanti 10 cm. l’uno dall’altro, ma che poi sostituirò con un maggot feeder (pasturatore da bigattini), nell’intento di portare sotto qualche carassio in più, rispetto alle molte, piccole bremette presenti. Un amo del 14 e un finale da 0,14 completano la mia dotazione.
Come per gli altri, anche per me c’è molto pesce da prendere e lo prendo senza problemi, ma sono tutti pesci piccoli, molti, ma piccoli rispetto a quelli che l’avversario-amico Gianmario Lombardi sta mettendo in nassa e questo lo dimostra la pesa, quando uno stratosferico “Segugio” replica il piazzamento della prima giornata portando alla bilancia circa 12 kg. di pesce, il secondo del mio settore lo fa il primo di zona, Riccardo Favalini ed io devo accontentarmi del terzo piazzamento.
La classifica provvisoria vede ora al comando, Gianmario “Segugio” Lombardi (Team LBF Italia), seguito a ruota dal nuovo entrato Riccardo Favalini (Imolese Tubertini) e dal Campione Italiano in carica Angelo De Pascalis (Team LBF Italia).
Quindi i due terzi del podio provvisorio sono del Team LBF Italia e siccome, pur essendo il figlio di un mio carissimo amico, non ho ancora sufficiente confidenza con Riccardo Favalini, mi farò dire dal Segugio e da Angelo De Pascalis, come hanno condotto le loro gare.
In gara 1, il Lombardi ha effettuato una pasturazione iniziale su due linee: una centrale e l’altra a ridosso delle cannette, dalla parte opposta del canale; tuttavia, fin da subito ha impostato la sua pesca al centro, utilizzando della pastura dolce di colore scuro e, per non attirare i muggini che gli avrebbero solo complicato l’azione di pesca, ha usato pochissimi bigattini. L’impostazione di gara è stata quella messa a punto durante le sessioni di prova, sfruttata appieno dal Segugio, avvantaggiato dal pescare nelle stesse zone frequentate in prova.
Per quanto riguarda invece Angelo De Pascalis, che ha pescato nei settori a valle, seppure forte delle stesse comuni nozioni di base, la pesca a media distanza si è rivelata meno proficua e con caratteristiche completamente diverse, costringendo Angelo a variare spesso la sua linea, alternando frequentemente la pesca fra il centro canale e la sponda opposta, a ridosso delle cannette, usando anche in questo caso il bigattino con molta parsimonia.
Le lenze usate da Angelo e Gianmario sono di una semplicità disarmante, costruite infilando nella lenza madre nell’ordine: il moschettone del pasturatore, a seguire una perlina di battuta, fermata in basso dal nodo ricavato nella treccia (20 cm. circa) alla quale fissare un terminale da 0,13 dove legare un amo del n° 16 (355 della Preston).
A quanto detto, mi preme aggiungere che l’edizione 2012 del Campionato Italiano Ledgering acquisisce un valore particolare, grazie alla notevole partecipazione di agonisti provenienti dalla pesca al colpo, ma non tanto in termini numerici, quanto alla loro area culturale di provenienza, formata all’interno di un ambiente dove il ledgering è da sempre visto come una pesca di secondo piano, possibilmente da rifuggire perché……… non si sa mai…Meglio non rischiare.
Indubbiamente tutto questo merita una riflessione più approfondita e perciò ho pensato di andare direttamente alla fonte, chiedendo a Glauco Tubertini e a Massimo Vezzalini le loro impressioni e sebbene avessi parlato con loro in due momenti diversi, entrambi mi hanno risposto con le stesse parole, dicendo di essere rimasti letteralmente affascinati da una pesca ancora poco conosciuta, ma comunque molto tecnica, dove niente può essere lasciato al caso e per la quale è necessaria una profonda preparazione, certamente molto più attenta rispetto ad altre forme di pesca.
Tuttavia quello che Tubertini e Vezzalini tengono a enfatizzare (e a me fa davvero piacere) è che l’aspetto tecnico-agonistico tende a passare in secondo piano, rispetto alla componente sociale dove si può toccare con mano l’inusuale clima di serena amicizia che contraddistingue un gruppo ben strutturato e forte nei suoi principi di base……….Valori questi da conservare gelosamente
Quando poi ho domandato loro, cosa aggiungerebbero o toglierebbero a quello che hanno trovato, Glauco mi ha detto che vedrebbe di buon occhio un’attività ancor più strutturata, magari aggiungendo anche un campionato a squadre, mentre Massimo ha posto l’accento su dei comportamenti antisportivi, come quelli delle assenze ingiustificate che, parimenti ad altre violazioni, influenzano il corretto svolgimento del campionato, auspicando in futuro maggiore rispetto, da parte di chi non ha ancora capito che un Campionato Italiano è la massima espressione dello sport nazionale e non uno “sfidino” fra amici.
Su un concetto le considerazioni di Glauco e di Massimo sono perfettamente coincidenti e cioè che il ledgering non è una meteora in transito, ma il futuro della pesca sportiva e dell’agonismo nazionale.
E ora, prima dell’arrivederci nell’Arno a Laterina, dove avranno luogo le due prove finali del Campionato Italiano, voglio abbracciare idealmente, ma con immenso affetto: Angelo De Pascalis, Massimiliano De Pascalis, Andrea Caruso, Manuel Marchese, Stefano Mariotti e Maurizio Maggiali, componenti della nostra squadra “Azzurra”, in partenza verso il Belgio, dove il 7 e 8 luglio prossimi, difenderanno il Tricolore in occasione del Campionato Mondiale Feeder.
Un grandissimo in bocca al lupo a loro e allo Staff Dirigenziale composto dal C.T. Mario Molinari, dal suo braccio destro Stefano Linati e da due colonne portanti come Fulvio Forni e Verter Bergonzoni, assistenti tecnici di valore indiscutibile.
A tutti voi la vicinanza dell’intero popolo di Match Fishing.
Marcello Corbelli
Un saluto agli amici di Match Fishing
Gianmario Lombardi in attesa della sentenza
Il Segugio e il Mazzarella in prova