SIMONE CARRARO: DALLA SPAGNA CON VOGLIA DI RIVINCITA!
Reduce dal fulminate ed inappellabile successo ottenuto con la Nazionale in Spagna nel recente Europeo di Pesca al Colpo, ho avuto l’opportunità di una chiacchierata su più argomenti con Simone Carraro, sicuramente il veterano di una “inedita” formazione Azzurra che ha surclassato un lotto agguerritissimo di concorrenti, tra cui i rivali di sempre della “perfida Albione”, ed ha concesso a lui l’onore della seconda piazza individuale.
Simone è da sempre un fascio di nervi, asciutto e agonisticamente vorace.
Insaziabile ed irruento come un felino selvatico, sa di valere tecnicamente tanto e anche se l’esperienza lo ha reso apparentemente più saggio, l’animo esplosivo cova sempre sotto la cenere…
Simone Carraro, da Monza, ha 40 anni ed una passione per la pesca da sempre. Abita a Bologna da circa 15 anni e lavora per l’Azienda Tubertini da 16 anni.
Simone, credo nessuno possa negare che tu sia un talento naturale di questo sport, avendo iniziato giovanissimo a calcare i campi di gara, anche ad altissimo livello. Pur essendo ancora giovane tu gareggi ai massimi livelli da altre 20 anni. Vuoi dirci il tuo percorso agonistico?
“Ho iniziato a gareggiare nella società del mio paese, disputando i vari campionati locali. A 14/15 anni sono passato alla Longobardi di Milano, dove sono rimasto 9 stagioni, facendo tutta la trafila dal Regionale Lombardia, allo Zonale e poi all’Eccellenza. Sono poi passato alla Lenza Emiliana, Società in cui milito da ormai una quindicina d’anni, disputando sempre la massima serie.”
Simone, questo splendido Titolo europeo a squadre ed il tuo argento individuale segnano il tuo rientro in Nazionale dopo una “sosta” di qualche anno. Un ritorno alla grande…
“Si. Sono uscito dalla Nazionale alla grande, da campione del mondo, nel 2007, e ci sono rientrato quest’anno, come hai detto tu, alla grande con questo Titolo Europeo.”
Cosa ricordi di quel Mondiale del 2007?
“Eravamo a Velence, in Ungheria, e io pescai la seconda gara, vincendo il settore da 40. Come Nazionale vincemmo l’oro.”
Com’è stato il tuo/vostro Europeo, in Spagna?
“Innanzi tutto va detto che il posto in cui abbiamo pescato è veramente splendido, un vero paradiso della pesca. Io non c’ero mai stato ma ne ho riportato un ricordo bellissimo. Al di là della vittoria, sin dalle prime prove è apparso chiaro che potesse essere un Campionato alla nostra portata, vista la congenialità del tipo di pesca che si trova nel Rio Guadiana, a Merida. In quel fiume c’è una vasta gamma si specie di pesci da competizione, dalle alborelle alle carpe, dai carassi ai barbi. La nostra condotta di gara ha rispecchiato questa ampia possibilità di catture con una strategia che ci ha portato a cercare di sfruttare al massimo ogni momento delle tre ore di ogni manche. La nostra partenza è stata alle alborelle, presenti con soggetti da 20/30 grammi, da pescare sia a roubaisienne che a canne fisse di media lunghezza. Generalmente abbiamo usato la canna ad innesti, solo Giuliano (Prandi) in prima giornata l’ha fatta con le fisse ed ha avuto ragione. Dopo un’ora o poco più avevamo visto che entravano i pesci di taglia sul fondo fatto a roubaisienne e all’inglese, che si dovevano tenere regolarmente alimentati anche durante il tempo trascorso ad alborelle. Così abbiamo fatto ed abbiamo vinto bene entrambe le gare.”
Visto che abbiamo parlato di tecnica, non possiamo esimerci dal parlare dei materiali che hai impiegato in questa trasferta spagnola…
“La pastura ci è stata fornita naturalmente dalla Federazione mentre canne ed attrezzature per ognuno di noi sono stati quelli personali. La mia roubaisienne, naturalmente, era la Evola9000 montata con i kit Evo Carp Slim corredati da elastici cavi Hunter da 2 mm. e da 2.3 mm.
Come galleggianti per la roubaisienne, da impiegare con i pesci di taglia, sia io che i miei compagni di Società Giuliano Prandi e Moreno Ravaglia abbiamo scelto il Pro 112, un modello che coniuga molto bene la sensibilità con la necessaria robustezza per affrontare pesci anche importanti. Ha un corpo a goccia mediamente allungata, a filo passante interno, con una antenna cava molto visibile innestata su di un pezzo di fibra di vetro che fuoriesce dal corpo. Come madre lenza per queste punte abbiamo impiegato il Tatanka neutro dello 0.18 e come terminali del PiùPiù dello 0.14/0.16 per legare degli ami del n°16 della serie 26.
Per pescare le alborelle, nella parte iniziale di gara, le classiche lenze con coroncine di pallini le abbiamo realizzate con del Tatanka neutro dello 0.08/0.09 su cui abbiamo montato dei PRO93, uno specifico modello a corpo raccolto, con deriva in ferro, per la pesca delle alborelle in superficie, visto che l’azione di pesca si esplicava a 80/100 cm. di profondità.
Le nostre canne all’inglese sono state le TMatch2 da 4.50m, sia ad azione M che H, montate scorrevoli con dei PRO350, in penna piena, da 22 grammi. Sui mulinelli abbiamo imbobinato del filo affondante UC6 dello 0.20.”
Credo che per tutti quelli che ci leggeranno sarebbe interessante sapere anche qualche schema di lenze che avete impiegato per le roubaisenne…
“Presto detto! La corrente del fiume era pressoché nulla o quasi e quindi sulle punte della roubaisienne abbiamo preparato galleggianti da 0.75/1/1.50 grammi, tarati con un bulk a circa 35/36 cm. dall’asola ed i canonici tre pallini sotto, equidistanti tra loro. Terminali da 30 cm. dello 0.14/0.16. Ad esempio, una lenza da 1 grammo era realizzata con 3 pallini del 9 distanziati tra loro circa 12 centimetri e sopra il bulk di taratura.”
Parlato della parte tecnica, raccontami un po’ della parte “umana” di questa esperienza: come hai vissuto questo Europeo?
“Non voglio esagerare nel definirlo splendido. E per vari motivi.
Innanzi tutto l’opportunità di pescare con altri due miei compagni di squadra come Giuliano e Moreno è stata molto importante ma anche i giorni trascorsi con Premoli, Gelli e Bruni, oltre agli altri componenti lo staff sono stati molto positivi, per il bel rapporto che si è venuto a creare. Un ringraziamento particolare lo voglio rivolgere poi a Ferruccio Gabba, Andrea Fini e Jacopo Falsini che sono venuti con noi, ci hanno supportato in tutto e ci hanno sicuramente dato un grosso aiuto, non solo tecnico ma anche nelle cose pratiche di tutti i giorni, assoggettandosi ad ogni compito fosse necessario. E sono cose che fatte da campioni del loro calibro assumono un valore doppio.”
Non hai menzionato il C.T….
“Ho tenuto apposta Rudy per ultimo, perché a lui voglio rivolgere un plauso particolare. Per me Rudy è un grande personaggio; non mi riferisco solo dal punto di vista tecnico ma anche per il carisma che ha e per la carica sportiva ed umana che sa trasmettere.”
Anche sull’onda delle polemiche del recente passato sulla composizione della Nazionale, cosa pensi della scelta, audace, operata da Frigieri di far pescare, in una competizione tanto importante come l’Europeo, concedimi il termine, tutte le “seconde linee” della Squadra azzurra, campioni provenienti comunque dai vertici del Club Azzurro, concedendo un turno di riposo ai Campioni del Mondo 2011?
“Io non scopro Rudy ora, naturalmente! Già dal 2007, a Velence appunto, nonostante non fosse C.T. ma frequentasse comunque l’ambiente della Nazionale, avevo avuto occasione di apprezzarne le qualità di trascinatore e di carisma. Quest’anno, in cui sono stato richiamato a vestire la maglia Azzurra, ho avuto la conferma di questa sua predisposizione naturale a questo tipo di compito di guida tecnica. Rudy sta cercando di creare un gruppo in cui tutti i componenti si sentano ugualmente titolari e alla pari, superando quegli antagonismi che hanno sempre, più o meno, caratterizzato l’ambiente della Nazionale. Credo che il fine ultimo del C.T. sia proprio questo, far si che tanto chi pesca che chi sta dietro sia orgoglioso di far parte di questo gruppo e se ne senta componente di uguale importanza. Rudy, in virtù del risultati da noi conseguiti, canna in mano, nel Club Azzurro, ha avuto il coraggio di fare questa scelta, ha creduto in noi e nel nostro valore. E credo che noi, anche con questo risultato spagnolo, gli abbiamo dimostrato che ha avuto ragione.”
Da quanto affermi, viene da pensare che anche nel corso delle prove vi sia stato un atteggiamento differente da parte di tutti i componenti del gruppo…
“Certamente! Pensa che per tutta la settimana, durante le varie prove, non sono mai stati pesati i pesci che pescavamo, a dimostrazione che queste erano veramente prove volte a stabilire le strategie e le scelte migliori e non i componenti della formazione. Con Rudy abbiamo provato una vasta scelta di opportunità differenti, e di volta in volta ognuno di noi ha tentato soluzioni diverse su indicazione del C.T. con i tempi e le modalità decise da lui. Questa è una cosa estremamente importante, sia perché si sono esplorate una vasta gamma di strade, sia perché si è venuto creando nel gruppo uno spirito veramente di collaborazione proficua; sono state veramente delle prove tecniche, che hanno consentito un confronto totale tra noi, Rudy e gli altri ragazzi della Nazionale che ci hanno seguito.”
Alla luce dei risultati ottenuti da Frigieri, sia con la Nazionale che con il proprio Club, sei d’accordo nell’attribuirgli una indiscussa capacità di leggere ed analizzare a fondo i vari campi di gara?
“Ti confermo assolutamente questa cosa. E non solo. Rudy riesce ad indirizzare i suoi pescatori in varie prove, con materiali e tecniche differenti, e sa trarre i risultati e le giuste considerazioni da queste prove. Lui ha anche il grande pregio di saper ascoltare tutti, sia i suoi agonisti che i pescatori locali, e di riuscire a condensare tutto in maniera egregia ed utile al risultato finale. Anche questa è una dote naturale, come quella del campione. A me ha fatto tornare la voglia di tornare in Nazionale, voglia che mi era un po’… scesa.”
Con questa tua ultima affermazione mi fornisci un’ottimo assist per una domandina punzecchiante, come il mio compito impone: il tuo carattere, in passato, forse ti ha penalizzato, almeno per quanto riguarda la maglia Azzurra. Cosa ne pensi?
“Qualcuno dice che ho un carattere particolare. Io credo che ciascuno di noi abbia il proprio modo di essere. Forse una mia pecca, o il mio carattere, è quella di dire le cose che penso in faccia mentre a volte sarebbe meglio tacere. Ma a 40 anni questi aspetti della propria personalità di certo non si cambiano. Ed io non verrei neppure farlo…
Probabilmente, in passato, ho pagato anche per questo aspetto del mio carattere.”
Il tuo parere sulla scelta tecnica, naturalmente come principio e non in relazione ai nomi…
“A mio avviso può andare bene per creare un gruppo su cui lavorare, con il criterio che Frigieri sta cercando di portare avanti ma andrebbe allargata la rosa delle scelte tecniche, perché alcuni di noi, che frequentano già da tempo il giro della Nazionale, sono costretti, ogni anno, a rimettersi in gioco nel Club Azzurro, in un percorso sempre molto difficile e complesso… Credo che alternare i componenti della Nazionale nelle varie manifestazioni, tenendo conto di questo principio, potrebbe portare solo del bene. E i risultati di questo Europeo, dove sono stati schierati alcuni atleti già con una esperienza internazionale affiancati da altri all’esordio, bene instradati dal C.T. e dalle prove fatte, credo lo possano confermare.”
E lo avete vinto alla grande…
“Non sta a me dirlo ma credo proprio di si! Infliggere un distacco di 30 punti alla Nazionale inglese titolare, schierata con i vari Scotthorne, Raison, Gardner, Shipp ecc, e per di più fuori casa, credo sia un risultato inappellabile…”
Qual è la sensazione di pescare con delle “sponde” d’eccezione come Jacopo, Ferruccio, Andrea…
“Questo è il simbolo di quello che vuole fare Rudy: mettere in condizione chi sta pescando in quell’occasione di girarsi e trovarsi dietro qualcuno di cui ha fiducia assoluta. Il sabato la mia sponda è stata Andrea Fini, con il quale siamo amici da anni. A un certo punto mi sono girato, gli ho chiesto informazioni, lui mi ha fatto il quadro della situazione; ed io mi sono fidato delle sue indicazioni. Ferruccio era dietro a Stefano Premoli e così via. La domenica abbiamo cambiato abbinamenti ed è andata ancora bene.”
Quindi nessun compromesso o scelta dettate dalla appartenenza di Club…
“Assolutamente! Un’altra grande capacità del nostro C.T. è quella di saper tenere distinte le cose: in Italia siamo avversari sportivi, in Nazionale siamo solo Azzurri, senza Club o sponsor, ma solo italiani.”
Torniamo a Simone Carraro agonista. La tua tecnica preferita ed i tuoi campi di gara…
“A me piace pescare in tutti i modi! Sempre! Se proprio debbo fare una scelta, allora dico all’inglese, almeno per quanto concerne le competizioni. Come campi di gara non ho veramente ne preferenze positive ne negative. Li affronto sempre con il medesimo spirito e predisposizione. Ultimamente ho solo qualche remora per Pisa, non perché non mi piaccia, ma perché, dopo, ne risento con la mia spalla che da qualche tempo mi da dei problemi muscolari che debbo risolvere.”
Simone Carraro riesce ancora ad andare a pescare “per divertimento” e fuori gara qualche volta?
“Una volta mi piaceva andare a pescare nei miei fiumi, in Lombardia, con la bolognese a cavedani, barbi, pighi, savette… Ora non riesco più a ritagliarmi un po’ di tempo per me. Ma questa è la mia vita, tra lavoro e competizioni il tempo non c’è più e quindi…”
Ti consideri un metodico o un istintivo?
“Certamente un metodico. Ho bisogno di pianificare il più possibile ogni aspetto delle mie gare, indipendentemente dalla loro importanza.”
Un tuo parere sulle recenti vicissitudini del terremoto e sui provvedimenti adottati dalla Federazione in merito ai Campionati…
“Sostanzialmente credo sia stato giusto sospendere provvisoriamente le attività minori, visto che tante persone sono rimaste coinvolte più o meno. Al massimo si prolungherà un po’ l’attività nell’autunno ma non credo sia un problema insormontabile. Ora, anche come lavoro, pagheremo un po’ questi ritardi ma dovremmo recuperare in seguito.”
Simone Carraro ha avuto un idolo nel panorama agonistico italiano?
“Sicuramente Giampiero Barbetta! Da ragazzino lui è stato il mio punto di riferimento, come probabilmente lo è stato per tanti agonisti di quegli anni. Io ho anche avuto la fortuna di pescarci assieme diversi anni, qui alla Lenza Emiliana Tubertini.”
Ti consideri un professionista della pesca agonistica?
“Assolutamente no! In Italia non ci sono professionisti, in questo campo. Nessuno vive solo con i proventi di sponsorizzazioni e vincite delle competizioni. Ognuno di noi ha delle mansioni nell’ambito delle Aziende per cui lavora, io faccio il rappresentante per Tubertini, altri sono consulenti tecnici delle Aziende, altri ancora sono proprio al di fuori dell’ambiente, con attività diverse. Non credo vi siano i margini, soprattutto ora, per un professionismo di questo sport. Al massimo possiamo avere qualche vantaggio sulle attrezzature o sul tempo da dedicare alle prove.”
Simone Carraro ha dei rimpianti nella sua carriera agonistica?
“No, nessun rimpianto di tipo sportivo.”
Un pregio ed un difetto di Simone Carraro detti da… Simone Carraro!
“Difetti tanti, sicuramente. Uno su tutti essere troppo diretto con le persone. Chi non mi conosce mi reputa forse presuntuoso, che sto troppo sulle mie. Un pregio che penso sia mio è di avere troppo cuore.”
Un opinione sui media di settore…
“Sicuramente positiva. Il nostro settore è così poco valutato che solo grazie a voi riusciamo ad avere un minimo di visibilità. Certamente qualche risalto maggiore dei nostri successi, perlomeno a livello internazionale, sui grandi media nazionali sarebbe un ottimo viatico per tutto il settore e di stimolo per tanti…”.
Purtroppo, Simone, la pesca agonistica e la Pesca Sportiva in genere sono ritenuti argomenti scomodi da trattare sui quotidiani nazionali, magari sportivi, che, giustamente danno spazi più o meno importanti a tutti gli sport, di qualsiasi livello, compresi quelli praticati da piccolissime nicchie di appassionati, ma nessuno spazio al nostro, nonostante siamo centinaia di migliaia appassionati e svariate migliaia di agonisti…
Finiamo con una riflessione sulla tua Società, la Lenza Emiliana Tubertini di cui tu sei ormai una delle bandiere che sventolano da più anni. Un bilancio di questi tuoi “primi” quindici anni a Bazzano…
“Cosa vuoi che ti dica… Io credo di essere un componente di una delle formazioni più forti degli ultimi lustri della Pesca al Colpo, socio di un sodalizio di primissimo ordine, che ha investito sempre nel settore agonistico molte risorse, sia umane che economiche, e che ha certamente raccolto meno, in termini sportivi, di quello che poteva raccogliere in relazione a quanto ha investito. La mia Società, e l’Azienda che ha alle spalle, è stata ed è tra le prime, ad alto livello, ad avere puntato su più fronti dell’agonismo, con formazioni forti sia nel settore Colpo che nella Canna da Natante, più indirettamente nella Trota Lago e, ultimamente con successo nel Feeder Fishing, a dimostrazione dell’indirizzo agonistico che muove Azienda e Società. Com’è stato più volte detto e scritto, anche da te in altre occasioni, credo che noi del Colpo vantiamo un credito notevole con la buona sorte, credito che prima o poi riscuoteremo. Abbiamo vinto sicuramente tanto ma altrettanto avremmo potuto vincere, come Titoli nazionali, se solo la fatalità non ci avesse messo spesso lo zampino.
Non voglio stare a ricordare singoli episodi che sono parte del nostro passato ma che ci pesano come macigni.
Voglio solo dire che noi siamo lì, sulla porta della vittoria, da almeno 10/12 anni ed abbiamo portato a casa “solo” due scudetti negli ultimi 10 anni e due Mondiali per Club. Ma la Lenza Emiliana è sempre tra le grandissime di questo sport!”
IL PALMARES DI SIMONE CARRARO
2001 CAMPIONATO EUROPEO PER NAZIONI – ORO
CAMPIONATO EUROPEO INDIVIDUALE – ARGENTO
2007 CAMPIONATO MONDIALE PER NAZIONI – ORO
2012 CAMPIONATO EUROPEO PER NAZIONI – ORO
CAMPIONATO EUROPEO INDIVIDUALE – ARGENTO
5 VOLTE CAMPIONE ITALIANO PER SOCIETA’
2 TROFEI PASINETTI
2 MONDIALI PER CLUB
SVARIATI TROFEI D’ECCELLENZA
Angelo Borgatti