ROBERTO E I CAVEDANI DI NOVEMBRE
“A volte non importa andare tanto lontano per prendere dei bei pesci!”
Questa è una frase che dice spesso il mio amico Roberto.
Roberto Generali, amico agonista della Minerva RossoBlù Team Bazza, ancor prima che un garista è innanzi tutto un pescatore. Anzi: un Pescatore…
Si perché lui è cresciuto alla scuola del fiume prima ancora di passare all’agonismo, e al fiume torna appena può, per disintossicarsi da roubaisienne, pasture, terre ecc.
Un sacco al collo con un chilo di bigatti e… via pedalare! A meno di mezz’ora da casa di Roberto scorre il Setta, fiume che scende dall’Appennino alle spalle di Bologna, con le cui acque alimenta anche il suo acquedotto, per gettarsi in Reno poco prima prima del suo ingresso in città.
E proprio in Setta Roberto ha trascorso questa sua pescata autunnale, poco prima che Medusa, la perturbazione che sta spazzando buona parte del Nord Italia, rendesse impescabili le acque di moltissimi fiumi.
E il Setta non ha tradito il suo “amico” di tante uscite, regalandogli alcune ore di adrenalina pura, di quella che tti contagia e ti rende assolutamente “itticodipendente”. Per tutta la vita!
Sette splendidi abitanti del Setta, tra barbi e cavedani, sono finiti nel guadino di Roberto, mentre alcuni altri sono rimasti nelle acque limpide del fiume dopo aver vinto la resistenza dei sottili terminali.
Il cavedano che si vede in foto è 2 kg tondi, bilancia alla mano; di poco inferiori gli altri “scajoli” ed i due barbi, per una pescata che sfiora i 10 chili. Roberto è sincero ed onesto e mi ha voluto confessare che buona parte del merito lo deve ai nuovi galleggianti Mao che Luciano Bazza gli ha dato da provare sapendo la sua predilezione per la pesca ai cavedani in fiume.
Ami microscopici, terminali da 0.08/0.09 mm. abbinati a questo interessatissimo modello, evoluzione italiana dello stick float inglese, costituiscono un mix di assoluto successo per insidiare pesci che sanno letteralmente “…leggere, scrivere e far di conto!”. Da provare.