FULVIO FORNI: TE LO DO IO IL FEEDER…
A margine della gara a coppie svoltasi domenica scorsa ad Ostellato sul canale Valle lepri nella zona compresa tra il km 4,5 – 5,5 abbiamo incontrato un protagonista indiscusso di questa specialità Fulvio Forni, un pescatore ancor prima che agonista, che da sempre troviamo in giro per l’Italia con le canne sempre pronte all’uso.
La pesca lo ha talmente condizionato anche nella vita tanto da aprire un negozio di articoli da pesca in provincia di Rovigo.
Per la pesca ha rischiato anche la vita, quando qualche anno fa nel 2003 in una battuta a sgombri in mare l’imbarcazione si rovesciò e affondò e Fulvio rimase per una notte intera aggrappato ad un frigorifero al largo in Adriatico.
Da due anni assiste Mario Molinari nella conduzione tecnica della nazionale feeder tant’è che in Belgio nel 2012 l’Italia ritorna in Patria con un entusiasmante quarto posto e una medaglia di bronzo individuale.
In passato ha vestito pure la maglia della nazionale maggiore di pesca al colpo guadagnata dopo avere vinto la classifica delle super selezioni.
La carta d’identità dice che Fulvio Forni ha 59 anni ed è di Castelmassa in provincia di Rovigo. Di professione fa il negoziante ed è affiliato alla società Futura 2000 di Rovigo. Nei segni particolari volevamo inserire “difetti: interista” ma secondo lui questa va inserita nella categoria “pregi”.
Allora Fulvio, siamo ad inizio stagione e le premesse sono delle migliori. Tanto pesce, soprattutto breme che stanno facendo divertire e che sono un ottimo biglietto da visita per la Coppa Italia feeder che si svolgerà proprio su questo canale tra due settimane. Attorno a questa disciplina sta nascendo grande entusiasmo. Parlacene un po’, sia per quanto riguarda la pesca ad Ostellato sia per quanto riguarda il feeder in generale.
Innanzi tutto finalmente si torna ad andare a pescare dove è il pesce e non si pesca pensando di portare il pesce dove vogliamo noi. In questo caso peschiamo a tre quarti di canale o presso la sponda opposta dove stazionano i pesci di taglia maggiore. Questi pesci vanno pescati in maniera precisa, cercando di fare meno rumore possibile quando si lancia e cercando di effettuare una pasturazione qualitativamente elevata, senza esagerare con le quantità e dare quelle pochissime esche che vogliono le breme. A volte con tre etti di pastura si pescano anche trenta chili di breme, non è importante la quantità ma la qualità ed il sapore di quello che si butta in acqua. Anche in Canal Bianco con l’acqua che corre e 6-7 metri di profondità con mezzo chilo di pastura e tre etti di bigattini si riescono a fare pescate da 15 kg con tutte breme da 3 o 4 etti e con temperature sotto zero.
Un canale che sa regalare giornate memorabili. Che consigli daresti ad un neofita che vuole avvicinarsi a questa pesca che potenzialmente può avvicinare all’agonismo numerose persone. Spiegaci quello che è l’abc di questa pesca.
Sicuramente è una pesca dove non devi avere la smania di prendere i pesci, devi essere calcolatore, effettuare lanci molto precisi e slamare meno pesci possibili. Bisogna stare attenti ai tempi di lancio che devono essere né troppo veloci né troppo lenti. Se non hai la fretta, che come spesso accade è cattiva consigliera, questa pesca paga in termini di catture anche aumentando costantemente la taglia.
Per pescare qui ad Ostellato non servono moltissime attrezzature…
Già, quando hai deciso la linea di pesca puoi tranquillamente preparare due canne, una “ufficiale e una di scorta”, e sei pronto per pescare. Puoi sempre comunque cambiare i pasturatori nel caso dovesse variare la corrente.
Quella dei pasturatori è una attenzione da curare, quale è la grammatura ideale per un canale fermo e quale per l’acqua in movimento?
La grammatura giusta non è solo in base alla corrente ma anche in base alla distanza di pesca. Diciamo che un 25/30 grammi potrebbe bastare ma in caso di corrente si può arrivare anche a 50 grammi per permettere al pasturatore di restare fermo. Ci vogliono poi canne adatte a sopportare il lancio ed essere comunque sufficientemente sensibili per segnalare l’abboccata.
Il feeder è una tecnica nuova in Italia ma all’estero è in voga già da molti anni. Tra l’altro tu sei anche vice CT della nazionale italiana che sarà impegnata a novembre in Sud africa per il mondiale. Secondo te l’Italia ha delle acquee che si prestano alla pesca a feeder?
L’Italia è il paese ideale per la pesca a feeder perché abbiamo ogni genere di acqua, dai canali stretti a quelli larghi, con acqua ferma o corrente, con poco o tanto fondo, senza dimenticare i fiumi e i laghi che meriterebbero un capitolo a parte.
Prevedi un entusiasmo crescente intorno a questa disciplina?
Essendo una pesca non troppo difficile e non troppo onerosa, nonché altamente catturante, numerose persone si avvicinano con interesse a questa disciplina e magari si innamora. Poi magari con un amo e un filo molto piccoli riesci a volte a catturare pesci importanti e questo emoziona molto il pescatore. Ad esempio in Mincio abbiamo catturato dei pesci incredibili che con altre tecniche difficilmente saremmo riusciti a salpare.
Torniamo al ruolo di Fulvio Forni in nazionale. Il feeder porta in nazionale i migliori del campionato Italiano individuale. Ritieni che ci sia necessità di ristrutturare le modalità di selezione o ritieni che il format attuale sia soddisfacente?
Per vedere gente crescere nel feeder sarebbe bello dare la possibilità di raggiungere uno scopo che io ho vissuto sulla mia pelle col club azzurro di 25 anni fa. Quello potrebbe essere visto come un traguardo di una disciplina che potrebbe portare ad un aumento del numero dei pescatori agonisti.
Bene Fulvio, ti facciamo i complimenti per la bella pescata di oggi e ti rinnoviamo un grande in bocca al lupo per il prossimo mondiale in sud Africa. A presto e mai a sgombri!