GLAUCO TUBERTINI: RIFLESSIONI SUL 5° MEMORIAL VAN DEN EYNDE
A distanza di alcuni giorni dalla conclusione del 5° Memorial Van den Eynde ho avuto la possibilità di incontrare Glauco Tubertini per scambiare qualche riflessione a mente fredda su questa importante classica e lanciare uno sguardo al suo futuro.
Glauco, le quinte si sono chiuse da pochi giorni sulla 5^ edizione del Memorial Van den Eynde. Possiamo parlare di una edizione un po’ sotto tono rispetto alle altre?
“Purtroppo non è stato possibile impiegare la solita data di inizio stagione e quindi siamo dovuti arrivare a fine aprile, in concomitanza con diverse gare programmate in vari ambiti locali, con campionati provinciali ed altro che hanno tenuto altrove una parte dei potenziali concorrenti. Comunque radunare oltre 500 agonisti è sempre un gran bel risultato, soprattutto nelle condizioni economiche in cui versa il Paese, quindi sono ugualmente contento del risultato.”
Il prossimo anno?
“Nel 2014 vorremmo tornare alla data classica, con i numeri delle ultime edizioni, sempre che il tratto di Covato venga ripristinato appieno, altrimenti più di 600 concorrenti è difficile poterli sistemare. Purtroppo, secondo le mie impressioni, temo che questo possa non accadere poiché i lavori procedono con tempi lenti, mentre mi dicono che tratti delle sponde non interessati dai lavori hanno subito ulteriori danni da smottamenti vari. Comunque vedremo come evolverà la situazione nei prossimi mesi.”
Cambiamo argomento. Si è registrato invece un bel successo del feeder, che ha sfiorato le 100 adesioni…
“Si, per l’Italia, oggi, 100 partecipanti sono veramente un bel risultato numerico. Ma non è una sorpresa per me, mi aspettavo una bella risposta poiché già lo scorso anno avevamo sfiorato le 80 presenze.”
Cosa ne pensi del movimento feeder in Italia, anche alla luce della Coppa Italia, del recente Pasinetti feeder e, oggi, di questo 5° Van den Eynde?
“Le presenze, secondo me, sono ancora poche rispetto alle potenzialità che io reputo esserci nel nostro Paese. Sicuramente nel prossimo futuro, se si faranno delle politiche promozionali adeguate, questo numero è destinato ad aumentare. “
Secondo te quali potrebbero essere i provvedimenti idonei a promuovere questa tecnica, che sembra interessare sempre più persone?
“Innanzitutto una compilazione dei calendari del colpo che tenga conto della voglia di molti di partecipare alle competizioni di entrambe le specialità. Se non ci saranno sovrapposizioni tra le gare dei vari campionati di colpo con le manifestazioni di feeder sicuramente il numero dei praticanti aumenterà. In secondo luogo occorrerebbe promuovere competizioni a livello di squadre e società e non solo individuali; le gare per squadre di Società coinvolgono molto di più gli agonisti, che sono stimolati da una doppia motivazione, sia individuale che di club. Come ultima iniziativa ritengo sarebbe opportuno predisporre due categorie di competizioni a feeder, per far si che chi si avvicina a questa disciplina non sia obbligato da subito ad entrare in contatto con i concorrenti più forti e preparati ma trovi una dimensione più consona ad un esordiente.”
Quest’ultimo argomento è stato motivo di un recente confronto dialettico importante all’interno del mondo “feeder” agonistico. Vuoi riassumermi brevemente le tue argomentazioni a proposito?
“Io vedo il feeder, a livello individuale, suddiviso in due categorie: una d’ingresso, promozionale, con delle limitazioni, per consentire un approccio più morbido con il modo dell’agonismo, con un regolamento idoneo, più libero, sia nell’uso delle tecniche che delle esche; oltre a questa ci dovrebbe essere una categoria superiore, che deve servire a far crescere l’agonista che ha deciso di dedicarsi ad un livello più alto, con regolamenti in linea con quelli internazionali; una categoria che prepari un nucleo di elementi forti da cui attingere per comporre la Nazionale. Questa suddivisione, secondo me, porterebbe ad almeno due benefici: da una parte consentirebbe ad un numero maggiore di praticanti il feeder amatoriale, e sono tanti, a tentare di avvicinarsi all’agonismo specifico ma in maniera più tranquilla; dall’altro lato porterebbe ad una evoluzione tecnica più spiccata di coloro che scelgono di praticare l’agonismo di alta fascia, creando un nucleo tecnicamente molto più forte e di alto livello, che potrebbe darci sicuramente delle belle soddisfazioni anche a livello internazionale.”
Ma tu questa suddivisione la immagini solo a livello nazionale o anche nelle varie realtà provinciali?
“Solo a livello nazionale, naturalmente. La categoria chiamiamola “promozionale” deve esplicarsi a livello provinciale o regionale, magari con delle finali che diano accesso a qualche obbiettivo da individuare. Naturalmente queste due categorie non debbono essere chiuse una ai partecipanti dell’altra, ma anzi dovrebbero poter essere disputate indifferentemente da coloro che le vogliano seguire entrambe. Se poi si vuole dare un vero incremento numerico ai praticanti la specialità, bisogna dare risalto alle competizioni a squadre, il vero motore che anche nel passato hanno fatto esplodere sia il colpo che la pesca in mare ecc. Sono le Società che fanno l’agonismo e lo fanno crescere. Se, al contrario, si mantengono le competizioni prevalentemente a livello individuale il feeder rimarrà sempre una nicchia del colpo.”
Ritieni che sia logico suddividere i colpisti dai feeder men?
“Le tecniche debbono rimanere divise: le gare di Colpo non debbono prevedere l’uso del feeder e viceversa. Ma, date permettendo, non si deve precludere ad un colpista di fare competizioni di feeder e viceversa. Naturalmente, e mi ripeto, occorre lavorare sulla stesura dei calendari evitando al massimo le sovrapposizioni dei campionati, anche se non è facile sicuramente.”
Secondo te è quantificabile capire quanti sono i colpisti passati in toto o in parte al feeder e quale percentuale è invece quella dei feeder men “puri”?
“Non riesco a dirtelo. Certamente vedo che molti degli attuali praticanti facevano o fanno ancora anche il colpo. Certamente il feeder è più agevole da praticare del Colpo, richiede una minor preparazione preventiva rispetto al colpo, anche se pure qui c’è una necessità di saper fare le cose bene, di conoscere tutta una serie di nozioni e di fare delle prove indispensabili. Ci sono comunque diverse affinità, per cui l’agonista che viene dal Colpo non impiega molto tempo a trovarsi a suo agio con questa tecnica.”
Come titolare di una tra le più importanti aziende d’Europa del settore, secondo te nel nostro Paese la distribuzione dei praticanti questa tecnica è abbastanza uniforme o ci sono zone a più spiccata vocazione feederista?
“La tecnica è praticata a macchia di leopardo sul territorio. Sicuramente ci sono buoni bacini di praticanti nel Lazio, in Lombardia, stanno venendo avanti il Veneto e l’Emilia Romagna… Sostanzialmente il movimento si afferma maggiormente dove ci sono i campi di gara e dove c’è già una vocazione agonistica verso la pesca al colpo, ma non solo. Ci sono zone dove Società o anche solo personaggi di spicco e trainanti sono dei volani anche per la diffusione di questa tecnica, altre dove si stenta molto di più. “
Il mondo delle Aziende cosa può fare per incrementare questo movimento, secondo te?
“Principalmente nostro compito è creare e proporre prodotti idonei alle acque italiane e ai pesci che abbiamo in Italia, oltre che allestire categorie e fasce di prodotti adatti alle possibilità economiche delle varie fasce di clientela. Ci tengo comunque a ribadire che le mie opinioni in relazione al movimento feeder che ti ho espresso in precedenza sono le opinioni dell’agonista, del pescatore e non dell’operatore commerciale che vuole incrementare il proprio giro d’affari. Quando mi esprimo su argomenti come questi cerco sempre di svestire i panni del titolare d’azienda per vestire solo quelli del pescatore.”
Trattando con larga parte dei paesi europei , sei accreditato per fare una istantanea del movimento feeder in Europa…
“Commercialmente il mercato estero del feeder è preponderante rispetto a quello italiano, ma semplicemente perché lì il feeder è una tecnica praticata da più tempo e vi sono delle condizioni climatiche che predispongono maggiormente all’uso di questa tecnica rispetto al nostro colpo .”
Concludiamo con una riflessione sui vincitori di questo 5° Memorial Van den Eynde: per il secondo anno consecutivo vince Il Gambero Milord’s che, con il massimo rispetto dovuto, non è nel novero delle “fortissime” del nostro sport…
“Ci arriverà, è solo questione di tempo, ma ci arriverà. I componenti di questa squadra li conosciamo tutti e la loro attuale collocazione sportiva è solo momentanea. Io ritengo che già dal prossimo anno saranno tra le squadre che disputeranno il Campionato Italiano per Società.”
GLAUCO CON MICHELLE, IAN ED IL PODIO…
UN RICONOSCIMENTO ALLA MEMORIA DEL GRANDE MARCEL!
IN VERSIONE FEEDER MAN…