CAMPIONATO ITALIANO INDIVIDUALE SENIORES: CREPALDI E FALSINI CI RACCONTATO LA LORO GARA

Continua la pubblicazione delle interviste ai protagonisti del campionato italiano seniores. Questa volta sentiamo il commento di Oscar Crepaldi e Jacopo Falsini.

Interessante è sentire il commento di Crepaldi che conosce il canalbianco come le sue tasche e poi la voce di Jacopo Falsini un grande campione che però ad Adria ha dovuto fare i conti con tante difficoltà che lo hanno costretto a salutare l’avventura tricolore. Da lui sentiremo gli errori o la lettura della gara che non gli ha permesso di giocare un ruolo da protagonista.

Buona lettura da parte di Natascia Baroni e Angelo Borgatti

canal-bianco

 OSCAR CREPALDI-APSD CANNISTI CLUB ADRIA (MAVER)

di Natascia Baroni

1. Oscar, mi permetto di darti del tu, per prima cosa complimenti .

Grazie Mille Natascia, sono contento del risultato di ieri.
2. Ad inizio anno ,avresti mai pensato di trovarti cosi in alto nella classifica individuale, addirittura tra i primi tre ?

No…affronto una gara alla volta senza pensare particolarmente alla posizione di classifica, cerco di divertirmi e difendermi dalle giovani promesse
3. Adria è il tuo campo gara di “casa”, ma quanto è stato difficile preparare questa prova cosi’ importante, cercando di non sbagliare nulla?

Un campo gara così ,è bello ma sempre di difficile interpretazione, anche per uno “di casa” come me. Le maree complicano spesso l’andamento della gara e a volte rendono lunatiche le bremes.
4. E’ stato il solito Adria che conosci da una vita, oppure ti ha riservato qualche sorpresa?

E’ il solito ,nel senso che è sempre molto difficile da inquadrare al meglio per esser regolari nelle tre ore di gara, soprattutto visto che nelle ultime settimane la pescosità è un po’ calata e si sono visti pesci di grossa taglia ,come cefali e siluri ,che solitamente non sono presenti nelle nostre nasse.
5. Mi racconti come hai pescato e che tipo di pastura hai utilizzato?

Ho utilizzato un mix di pasture e terre Maver composto: da 2 kg di Abramis Black ed 1 kg di Black Bream, piu’ 2 kg di terra di fiume naturale. Per la pasturazione a faille: un mix di terra di fiume e terra di somme nera. Ho impostato la mia pescata appoggiando una decina di cm., cercando di tenere la lenza ferma sulla zona pasturata a scodella ,con la grammatura più leggera possibile. Amo piccolo per prender tutto e innesco rigoroso del solo ver de vase , che sono andato a trovarmi personalmente il sabato mattina.
6. Hai fatto 3.390 kg.,il tuo non è stato un settore pescosissimo?

No, già dai giorni antecedenti si era notata una bassa pescosità, soprattutto nel “ lato chiatte”, in particolare nei primi settori dove la profondità è inferiore.
7. Le catture sono state sempre costanti in tre ore di gara?

No, ho risolto la gara nella prima ora e mezza, dove ho ottenuto almeno il 90% del peso effettuato ,oltre ad aver slamato un paio di grosse bremes.
8. In settori avevi qualche grande campione, che ti ha impensierito?

Rispetto di tutti ,ma quando pesco paura di nessuno. Conoscevo alcuni dei campioni in settore, ma mi ha impensierito l’amico Giovanni Gheller, che per fortuna mia , ha slamato un grosso cefalo a guadino dopo un lungo combattimento.
9. Tra il primo di Cavo Lama e quello di Adria, qual è stato quello piu’ bello e perche’?

Ad Adria trovo sempre gusto nel pescarci e considerata la variabilità delle condizioni di pesca che presenta, ogni primo di settore è più sofferto e guadagnato.
10. Ed ora il Tevere ad Umbertide, come vedi questa finalissima?

L’ultima volta l’ho visto alcuni anni fa’ alle finali dei C.I. in cui facevo da accompagnatore a mio figlio Matteo. Quest’anno i ruoli si invertono, e speriamo anche i risultati. (ahahah…io andai abbastanza male Natascia)
11. Grazie mille per la disponibilita’ .

Grazie a te per la gentile intervista, sperando di risentirci dopo le due prove di Umbertide.

 

Crepaldi

 

 JACOPO FALSINI: COSA NON RIFAREI AD ADRIA…

di Angelo Borgatti

Il talento si manifesta anche quando si sbaglia una gara, proprio come è successo a Jacopo Falsini domenica, alle Chiatte. La capacità di ammettere i propri errori è una delle connotazioni di un grande campione, e in questo lo Jacopo nazionale mi ha dato una ulteriore dimostrazione di modestia, attribuendo esclusivamente a se stesso il suo risultato del 16 giugno scorso.

Il campione fiorentino ritorna da Adria con uno stop al suo cammino verso lo scudetto individuale, frutto di una gara non ben pianificata. Ecco l’analisi della sua prova.

Jacopo, il tuo Italiano individuale finisce ad Adria. Dopo la bella prova nel Campionato Italiano per Società, uno stop inatteso…

“Inatteso non lo dico mai, poiché quando si gareggia si deve sempre mettere in conto anche il risultato negativo dovuto ai propri errori e al valore degli avversari. Certamente speravo di poter fare meglio ma il risultato di domenica è comunque frutto di miei errori di valutazione.”

Riflessione più che giusta. Parlami allora di come hai trovato il campo di gara e di questi tuoi errori, di quello che non rifaresti se potessi tornare indietro…

“Occorre innanzitutto premettere che la prima differenza tra le due competizioni sta nell’essere una a squadre, l’Italiano per Società, e l’altra individuale, con obbiettivi assai differenti tra loro. Nella prima occorre premettere l’interesse della squadra, limitando la massimo i danni,  mentre in una gara come l’Italiano individuale  conta il risultato pieno, soprattutto se si hanno velleità di classifica. Con queste premesse le impostazioni sono quindi differenti, così come le scelte che si fanno in gara.

Poi  bisogna dire che abbiamo trovato un canale molto diverso da quello con cui ci siamo confrontati per il Campionato Italiano per Società. A fine aprile il meteo era completamente opposto ad ora, con freddo, pioggia ed una condizione di marea opposta. Domenica la temperatura è stata veramente bollente e la velocità dell’acqua è cambiata moltissimo da inizio gara, quando ho usato delle vele anche da 20 grammi, alla seconda parte della competizione, quando l’acqua è arrivata quasi a fermarsi e a risalire per effetto della marea. Io conosco poco questo canale, ci ho pescato poco e quindi queste sfumature non mi sono congeniali. Certamente il comportamento dei pesci si modifica molto, così come le specie da insidiare.”

 

Spiegami meglio…

“La gara io la pensavo pressoché solo  a breme, con l’alternativa del siluro e della pesca corta in generale come poco veritiera, e questo è stato certamente il primo errore.

Avevo fatto la gara del venerdì sulla sponda opposta alle chiatte, dove la pescosità ha delle caratteristiche più simili tra tutti i picchetti; la domenica, invece, sono stato sorteggiato sulla sponda sinistra dove ho potuto constatare che tra le varie zone ci sono differenze anche sostanziali di pescosità e condizioni. Personalmente ho avuto in sorte un picchetto con un fondale molto bello, pulito, con poca differenza di profondità tra la linea dei 5 pezzi e quella a 13 metri.

Considerando la marea, che faceva prevedere un rallentamento progressivo della corrente, ho deciso di prediligere la pesca lunga, pensando che i pesci sarebbero stati portati a restare lontano dalla sponda vista la scarsa forza della corrente. In realtà non è stato così perché le breme hanno generalmente latitato e risposto molto meno. Nella prima ora di gara, con acque ancora veloci, ho trovato solo una bremettina da poche decine di gramm; molto bravo è stato invece Gigi (Sorti), che aveva già messo in nassa 5/6 breme.

Come alternativa ai 13 metri avevo preparato la pesca a 6 pezzi, già sul fondale stabile. E questo è stato il secondo sbaglio di valutazione.

In realtà, infatti, sono poi usciti altri pesci, soprattutto siluri, che hanno però risposto meglio ancora più corti, sui 5 pezzi. Pescando corto ho agganciato tre siluri, due li ho persi ed il terzo era proprio piccolo, sui 500 grammi.

Un errore che certamente fatto è stato quello di sbagliare i tempi ed i cambi di pesca, ho insistito molto nel cercare le breme, in modo classico, quando queste non cerano, curando meno quella che era, almeno nella mia zona, la pesca vincente: a 5 pezzi di canna.”

 

Sono usciti anche diversi cefali, anche di grossa taglia…

“Si, ne sono stati catturati diversi, sia in prova che in gara. Credo che con il calo deciso della velocità dell’acqua questi pesci si possano trovare più facilmente, visto che si pesca anche più leggeri e le loro mangiate si percepiscono meglio. In condizioni di acque veloci e  che scendono a valle probabilmente non entrano sulla pastura. Quando la velocità diminuisce risalgono e, visto che anche loro amano molto il fouillis che prepariamo per le breme ed il ver de vase, probabilmente cercando le une si possono catturare anche gli altri. Io comunque non ne ho incontrato nessuno in questi giorni.”

 

Alla luce di questa tua analisi e del tuo risultato, sei rimasto deluso quindi del campo di gara?

Assolutamente no. Il canale mi piace, è molto bello e tecnico. Il risultato, come ti dicevo, è frutto di mie valutazione sbagliate. Piuttosto credo che per competizioni importanti vadano tenuti in considerazione i periodi di svolgimento, in relazione alle maree e alle freghe. Ma sul canale in se non c’è nulla da eccepire, anche perché offre una bella linearità, una logistica ottima per i raduni ed una capienza importante.”

 

 

jacopo

 

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