ITALIANO SENIORES: LA PRIMA VOLTA DI GIULIANO PRANDI

Arrivo sul campo di gara quando ancora i concorrenti sono sull’argine intenti a preparare l’attrezzatura e le esche.

Do un’occhiata alla classifica progressiva della terza prova e noto che nelle prime tre posizioni ci sono concorrenti a punteggio pieno con 4,5 penalità.

Sono Giuliano Prandi, Michele Naro e Marco Corsi tre personaggini difficili da mettere in fila in una scala di valori su questo fiume.

Infatti questi agonisti hanno uno score eccezionale con tre primi in tre prove e con il Prandi che anni fa sfiorò addirittura il titolo proprio su questo fiume, il Naro che viaggia da un po’ di tempo a questa a parte come un treno freccia rossa e Corsi che di questo fiume conosce i pesci per nome, cognome e codice fiscale.

Insomma si preannuncia una sfida come non mai dal risultato incerto e così per vedere come sono stati sorteggiati i concorrenti finalisti inizio a salire il fiume in compagnia dell’operatore Tv Daniele Cribari con il quale si registra il servizio per Italian Fishing TV visibile più avanti sul canale 811 di Sky.

Parto da valle, zona campo sportivo, e incontro subito un grande dell’agonismo Ferruccio Gabba con suo padre Maurizio a fargli da spalla.

Salgo ancora cercando alla meglio di districarmi tra canne allungate e attrezzi vari e riesco a salutare tanti amici che attendono l’inizio della gara.

Tra questi ci sono raggruppati nello stesso settore i campioni Carraro, Reverberi e Sacco che pescano a spalla e poi vedo un folto gruppo di persone sull’argine e mi accorgo che sono i supporter del padrone di casa Marco Corsi.

Salgo ancora e finalmente arrivo al settore B della zona A dove pesca Giuliano Prandi con il solito assistente di sponda Franco Galliani.

Bello il settore e decido di stazionare più a lungo in questa zona perché trovo poco distante anche Cesari “il Nefa”, Milo, Manni e Gelli, poi al numero 1 del settore C vedo la figura di Naro Michele.

In certe situazioni bisogna fare delle scelte per poter seguire il concorrente che si pensa possa diventare il campione italiano.

Decido di seguire Prandi e resisto dietro di lui fino a gara abbondantemente iniziata.

Prendo residenza in quel tratto di “carpina bassa” perché, come detto, riesco, senza spostarmi troppo, a vedere grandi nomi dell’agonismo italico e quindi lo spettacolo penso sia assicurato.

Mi andò bene anche nel mondiale in Repubblica Ceca quando ad un’ora dalla fine decisi di puntare su un concorrente tra i papabili al titolo individuale, Sean Ashby, il quale vinse la medaglia d’oro individuale.

Fattore C o fiuto giornalistico? non so, ma sicuramente per decidere dove collocarsi occorre osservare i posti pesca dei singoli concorrenti, l’andamento della gara e vedere le tabelle di marcia delle catture di ciascuno.

Mi andò bene anche in Olanda quando decisi di puntare sul Russo Igor Potapov nel 2009 se non ricordo male e anche in quella occasione l’oro individuale fu il suo.

Ma queste sono altre storie.

Vediamo di rimanere su Prandi ma siccome non posso dire tutto io ecco puntuale l’intervista al campione della Lenza Emiliana Tubertini nonché membro della Nazionale azzurra che vi propongo integralmente.

Ah, voglio ricordare che durante il mio lavoro di giornalista Tv ho avuto modo di intervistare tra gli altri anche Antonio Fusconi, il quale mi ha esternato grande soddisfazione per l’organizzazione di queste finali uomini e donne, e ha usato parole di grande apprezzamento per il campo gara di Umbertide spingendosi fino ad ipotizzare una sorta di “Italian Day” ovvero una giornata unica dove concentrare su un unico campo gara (Umbertide appunto) le finali per uomini, donne, master, disabili e giovani.

Troppa grazia S’Antonio, direbbe un amico mio, ma sognare è lecito e l’idea di Fusconi è straordinaria.

Una giornata di festa, spettacolo e grande immagine per la pesca con tutti i media concentrati per dare valore e visibilità a tutte le categorie di concorrenti.

Che tristezza immaginare una finale dei disabili in un campo di gara sperduto, con 20 persone alle premiazioni finali.

No, meglio non pensarci e speriamo che l’idea di S’Antonio, pardon Antonio Fusconi, possa avverarsi davvero.

Sarebbe una bella giornata di festa per tutto lo sport italiano, per la pesca e per questa regione che ha dimostrato più di altre di credere nella pesca e nei pescatori.

Ecco finalmente l’intervista al campione italiano Giuliano Prandi per conoscerlo meglio e per scoprire come ha pescato per vincere ad Umbertide.

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D: come e quando hai iniziato a pescare?
R: ho iniziato a pescare seguendo mio papà all’età di sei anni e le mie prime gare a sette anni nei pierini.

D: quanto tempo dedichi alla pesca durante la settimana?
R: non appena ho un momento libero e quando ho gare importanti, avendo una carrozzeria con mio fratello ho la possibilità di saltare anche dei giorni di lavoro.

D: come prepari una gara di pesca?
R: di solito almeno una giornata la dedico per le prove sul campo di gara insieme ai miei compagni di società.

D: qual’è il tuo campo di gara preferito e la tua specialità di pesca preferita?
R: non ci sono veramente dei campi di gara preferiti, ma sicuramente la Fiuma e la Lama sono due campi di gara che li conosco fin da bambino perché non sono tanto distanti da casa mia e così di conseguenza sono avvantaggiato anche per le prove. Come specialità sicuramente preferisco la pesca con la roubaisienne ma non disdegno nemmeno quella all’inglese.

D: il 2013 sicuramente lo ricorderai per tanti anni a venire perché ti ha regalato il primo tricolore della tua carriera agonistica, raccontaci le emozioni di questo successo..
R: è stata veramente una grande emozione soprattutto quando sono arrivato alla premiazione c’era un sacco di gente che mi hanno accolto con un grosso applauso e i miei compagni di squadra con un caloroso abbraccio, momenti indimenticabili.

D: c’è qualcuno in particolare che ti senti di ringraziare per averti aiutato ad ottenere questo successo?
R: sicuramente mio papà e la mia famiglia, i miei compagni di squadra, Franco Galliani che mi segue in tutte le gare da anni e la ditta Tubertini.

D: parliamo della finale del campionato italiano, prima di Umbertide che cammino hai effettuato e con quali risultati?
R: sono andato bene vincendo quattro prove su quattro; la prima vittoria è arrivata in cavo lama, la seconda in Canalbianco e poi le due vittorie sul Tevere con la terza prova dove sono riuscito a fare circa 7 chili di cavedani.

D: a quante finali di italiani individuali hai partecipato?
R: ho partecipato a diverse finali del campionato italiano e solo una volta sono arrivato sul podio, proprio qui ad Umbertide.

D: parliamo delle due prove finali ad Umbertide, lenze , pasturazione etc
R: in entrambe le gare ho pescato con la roubaisienne, il sabato metà gara l’ho fatta con la vela e bigattini in colla, l’altra metà con un galleggiante da 0.20 con bigattini in fionda. Invece la domenica ho pescato solo pochi minuti iniziali a vela poi il resto della gara con galleggianti da 0.20 – 0.30 e bigattini a fionda.

D: come hai affrontato la gara del sabato?
R: ho affrontato la gara molto concentrato mettendocela tutta per fare un buon risultato perché sapevo di dover fare in conti con avversari preparati che la pesca del cavedano la sanno fare meglio di me.

D: e poi quella della domenica..
R: anche la domenica con l’inversione dei picchetti sono capitato di nuovo in un settore centrale, quindi credevo davvero che poteva essere il mio anno e quindi di nuovo concentrato al massimo anche se la gente che avevo nel settore un po’ di ansia iniziale me l’ha data. Gente come Cesari che è nato tra i cavedani, Milo che ha preso più cavedani lui nella sua vita di non so chi, ecco a queste cose ci pensi un po’ ma poi quando la gara inizia sto concentrato sulla mia pescata e penso solo a quella. L’unica distrazione che mi permetto è ascoltare qualche consiglio di Franco Galliani anche se poi alla fine la canna in mano ce l’ho io.

D: chi hai temuto di più gli avversari che ti stavano addosso in classifica o te stesso?
R: di sicuro temevo di più gli avversari, soprattutto Marco Corsi che il Tevere lo conosce molto bene, poi Naro che non lo scopro cero io, e via via anche quelli che stazionavano nelle prime posizioni perché con il coeficiente di 1,5 tutto poteva succedere vista la classifica stretta.

D: Quando hai capito che potevi farcela?
R: ho capito che veramente potevo farcela quando a quindici minuti dalla fine della gara di domenica, ho messo in nassa un cavedano stimato settecento ottocento grammi.

D: però ad un’ora dalla fine potevi chiudere la gara e invece..?
R: e invece è successo che un cavedano sui due chili ha avuto ragione sulla lenza e mi si è slamato. Se lo guadinavo la gara la chiudevo prima ma la pesca a volte è fatta così e ci sono gare dove bisogna soffrire fino alla fine.

D: tu sei abituato a pescare nei canali del nord dove regnano le breme che ormai sai pescare ad occhi chiusi ma con questi cavedani te la sei cavata lo stesso bene, che differenze hai trovato tra la pesca in canale e quella fatta qui in fiume ad Umbertide?
R: la pesca ai cavedani ha sicuramente un suo fascino, soprattutto in un fiume, ogni picchetto non è uguale all’altro e si presta a svariati tipi di pesca, mentre nei nostri canali le gare sono più a senso unico ti permettono meno cambi di pesca durante la gara.

D: hai mai pescato anche a Montemolino? e se si che differenze hai trovato?
R: a Montemolino non ci sono mai stato anche se ho letto diversi articoli su matchfishing che in certe gare si vince pescando l’alborella pesce che qui ad Umbertide è meno presente.

D: Prandi hai sfiorato il titolo italiano qualche anno fa per differenza peso con Armiraglio ma finalmente dopo anni sei riuscito a vincerlo la prima telefonata che hai ricevuto?
R: da mio papà.

D: il campione di pesca che hai sempre ammirato fin da bambino e a cui ti sei ispirato?
R: il mio papà.

D: leggi qualche volta matchfishing? cosa ti piace di questo sito e cosa ritieni debba essere fatto per migliorarlo?
R: leggo spesso i vostri servizi, sono sempre interessanti e super aggiornati, continuate così, perché senza match fishing questo sport sarebbe meno popolare.

Giuliano l’intervista si conclude qua, noi ti ringraziamo per la cortese collaborazione, e ancora una volta ti facciamo tanti complimenti e un grande applauso per il successo ottenuto.

Grazie Ale, e soprattutto per tutta l’attenzione che dai all’agonismo.

ECCO IL FILM FOTOGRAFICO DELLA GARA

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