TROFEO A3: Sullo Scolmatore tra pioggia, fulmini e decisioni sbagliate
Domenica scorsa, sul canale Scolmatore di Vicarello, si è svolta la quinta e ultima prova del trofeo di A3 o forse è meglio dire, l’ultima “mezza prova” di questo campionato.
A causa delle pessime condizioni metereologiche la gara ha avuto un epilogo del tutto inaspettato e le scelte quanto meno discutibili dell’organizzazione hanno contribuito al malcontento generale dei partecipanti e alle polemiche che ne sono seguite.
Certo, avrei preferito commentare la gara da un punto di vista tecnico sottolineando, tra le altre cose, lo splendido stato di salute del canale toscano che, nei giorni di prove, aveva dimostrato di essere perfettamente all’altezza di ospitare una competizione di questo livello regalando ottime pescate di carassi, carpe, breme e pesci gatto e riscuotendo un ampio consenso generale.
Ma purtroppo, per una serie di motivi, la gara è passata in secondo piano.
Però, prima di raccontare questo, è doveroso fare i complimenti ai vincitori del trofeo e a quelle squadre che si sono piazzate nei primi posti della classifica. Sarebbe estremamente ingiusto che quanto è successo domenica andasse a offuscare il merito di chi ha ben condotto il campionato dall’inizio alla fine.
Complimenti quindi alla squadra del Team Master Trabucco vincitrice di questa edizione del trofeo di A3, all’APO La Peche Preston e alla Salso Marlin Tubertini, rispettivamente seconda e terza. Complimenti anche alla Lenza Aretina che, pur non salendo sul podio, si è aggiudicata l’ultimo importante biglietto d’ingresso per il campionato italiano per società del prossimo anno.
IL PODIO COMPLETO
Ma veniamo a quanto successo domenica.
L’inizio gara era previsto per le ore 10:15, preceduto dai consueti 10 minuti di pasturazione pesante.
Nonostante un forte temporale si fosse già abbattuto sulla zona nelle prime ore del mattino, il canale e la golena erano ancora perfettamente agibili e non c’erano i presupposti per non disputare la gara.
Le previsioni meteo tuttavia non erano per niente incoraggianti e al raduno gli organizzatori avevano fatto presente che, nel caso in cui le condizioni ambientali fossero diventate pericolose, erano pronti a sospendere la gara.
E infatti la pioggia non si è fatta attendere molto e ci ha accompagnati dalla preparazione delle attrezzature fino a tutta la prima ora di gara. La pioggia, quella normale, quella subita tantissime volte da chi fa le gare, quella che anche se è forte si può parare con un ombrellone e un buon completo impermeabile. Fino qui tutto normale.
Ma dopo circa un’ora di gara è arrivato un vero e proprio uragano con vento e pioggia sempre più forti tanto che ripararsi è diventato impossibile e tanto meno pescare. Subito dopo sono cominciati anche i fulmini, sempre più vicini, e personalmente ho cominciato ad avere paura. A quel punto mi sono chiesto perché stavamo ancora pescando e cosa sarebbe dovuto succedere di più per interrompere la gara, come avevano detto al raduno? Non c’erano ancora i presupposti di pericolosità? Doveva cadere un fulmine a pochi metri? Qualcuno doveva farsi male? Sotto quella bufera, abbiamo continuato a pescare (si fa per dire) una buona mezz’ora che mi è parsa un’eternità, e veramente non capivo perché non avessero ancora sospeso la gara. Alla mia sinistra, ad un paio di picchetti di distanza, c’era anche un concorrente che da un bel po’ teneva una lunga canna puntata in alto, evidentemente alle prese con un grosso pesce. Ci mancava anche un bel parafulmine proprio qui vicino, ho pensato.
Poi, ad un cero punto, coperto dal rumore forte della pioggia sull’ombrellone, mi è sembrato di sentire un suono in lontananza e ho visto dei movimenti strani di alcuni concorrenti e alcune canne appoggiate sui rulli. Ho intuito che era successo qualcosa ma non ero sicuro anche perché dall’altra parte vedevo roubaisienne ancora allungate sull’acqua.
Di commissari neanche l’ombra e ho dovuto chiedere a qualcuno dei pochi spettatori rimasti per avere la conferma che la gara era stata sospesa.
Finalmente, ho sistemato le mie cose alla meglio e ho cercato di ripararmi da tutto quel casino. Guardando l’orologio che segnava le 11:50 ho capito che avevano protratto la gara fino appena oltre la metà della durata prevista per fare in modo che risultasse valida.
Questo, secondo me, è stato il primo sbaglio. Se si ritiene che sussistano, in qualsiasi momento della gara, delle condizioni di pericolo per i concorrenti, la gara va interrotta subito, senza fare calcoli di nessun tipo. Si valuterà in un secondo momento se la gara è valida oppure no. La sicurezza deve venire prima di ogni altra cosa. E domenica le condizioni di pericolo c’erano eccome, con tutti quei fulmini che cadevano poco distanti.
Se invece, per qualsiasi ragione che non sia un pericolo imminente (ma ripeto, non è il caso di domenica scorsa), si ritiene opportuno anticipare la fine della gara ad un orario predeterminato, si deve fare in modo che tutti i concorrenti siano avvertiti in anticipo per evitare di rimanere sorpresi da un fine gara improvviso. Mi viene in mente ad esempio, la possibilità di prevedere due segnali sonori, il primo che avverta che la gara verrà sospesa, il secondo per sospenderla definitivamente. Ma questo è un altro discorso.
Comunque la si pensi, quello che è scontato è che i segnali sonori devono essere dati in modo che possano essere avvertiti in modo chiaro da tutti.
E questo è stato il secondo sbaglio, perché domenica, di segnali, a fatica se ne è sentito uno. Il segnale è stato dato in modo non omogeneo lungo il campo di gara e, complice anche il forte rumore della pioggia, in alcuni tratti più distanti si è udito a fatica. Addirittura molti concorrenti non l’hanno udito affatto tanto che hanno continuato a pescare ancora diversi minuti prima di accorgersi che la gara era finita.
Questi sono stati gli sbagli che poi hanno provocato indirettamente l’altro grande sbaglio, cioè la squalifica del concorrente della Borghigiana e la conseguente penalizzazione della sua squadra.
Il caso ha voluto che fossi proprio nel settore insieme a lui, a soli due picchetti di distanza, e posso raccontare quanto accaduto perché ne sono stato testimone diretto.
Ricordate che ho detto di avere visto un concorrente impegnato nella cattura di un grosso pesce? Era proprio il concorrente della Borghigiana di nome Giulio.
Giulio era alle prese con quella grossa carpa dal peso di circa 4,5 kg da oltre mezz’ora e la stava portando nel guadino proprio nei momenti in cui la gara veniva sospesa. Personalmente non posso affermare se il pesce era valido oppure no perché sullo Scolmatore, a causa del canneto, non ci si vede l’uno con l’altro, perché in quel momento avevo altre preoccupazioni ( cercare a ripararmi ) e soprattutto perché non ho avuto la percezione esatta dell’istante in cui la gara è terminata.
A sentire i commenti di chi era dietro probabilmente la cattura non era valida, ma prima di liberare la carpa, il concorrente della Borghigiana ha affermato di voler richiedere il parere del commissario di sponda. Già, a trovarlo! L’ho detto prima, di commissari neanche l’ombra. Dopo una serie di vane ricerche Giulio ha deciso di mettere la carpa momentaneamente in nassa per evitare che soffrisse e aspettare la pesatura per esporre la sua questione. Tanto, una carpa da 4,5 kg in mezzo ad altri cinque pesciolini si riconosce e, male che vada, a ributtarla siamo sempre in tempo, deve avere pensato.
Dopo un’oretta è finalmente arrivato il commissario di sponda al quale, prima di tutto, vorrei esprimere tutta la mia sincera solidarietà perché da solo, ripeto da solo e in mezzo a quella stagione infame, stava pesando tutti i settori dell’intera zona. Ecco svelato perché prima non si trovava un commissario! Semplicemente perché ce n’era uno solo per ogni zona. Una gara di A3, uno dei trofei più importanti a livello nazionale con un solo commissario per zona!
E’ ovvio che, al momento della pesatura, il commissario non abbia potuto dare un giudizio e allora, tutti d’accordo, commissario compreso, è stata presa quella decisione che è risultata, fatti alla mano, la peggiore possibile.
Vorrei precisare il fatto che al momento della pesatura eravamo tutti abbastanza sereni, il clima era amichevole e nessuno, che io abbia sentito, minacciava reclamo. Il desiderio più grosso era cercare di fare in fretta per finire di portare la roba in macchina e andarsene via da sotto la pioggia e i fulmini che nel frattempo continuavano a cadere.
Una decisione che in quel momento sembrava frutto del buon senso, e cioè quella di effettuare la pesatura con e senza la carpa, registrare i due pesi e rimettersi al giudizio del giudice di gara una volta giunti al raduno. Per essere esatti sulla scheda è stato riportato il peso senza la carpa, proprio per evitare possibili discussioni, annotando a lato del foglio anche il peso con la carpa.
E invece al raduno è successo il fattaccio: l’episodio è stato interpretato dal giudice di gara come una violazione al regolamento e, come dice il regolamento il concorrente è stato squalificato, gli sono state attribuite 15 penalità non scartabili, e la squadra, con questo punteggio, risulta tutt’ora retrocessa.
Ripensandoci, forse, in quella decisione della doppia pesata c’è stato un pizzico di ingenuità da parte di tutti ma nessuno immaginava un epilogo del genere. Neppure il commissario si sponda aveva prospettato una situazione del genere altrimenti Giulio sarebbe stato il primo a voler rilasciare il pesce e non correre rischi. E comunque, se ingenuità c’è stata, è stata il frutto della totale buona fede di tutti.
Sono sempre stato un sostenitore delle regole e della loro applicazione e non sono mai d’accordo con chi dice che il buon senso può sostituirle. Il buon senso deve però servire per la loro corretta interpretazione e applicazione, cosa che questa volta, a mio parere, non è avvenuta.
Se poi vogliamo a tutti i costi condannare pecche e difetti, possiamo trovarli anche nell’organizzazione di questa gara che, come descritto sopra, ha lasciato a desiderare sotto molti aspetti, dalla mancanza di personale al modo di gestire una situazione particolare.
Invece preferisco nessuna condanna per nessuno, né per i commissari e nemmeno per il giudice di gara che conosco personalmente e che stimo per la professionalità e l’impegno che ha dimostrato in mille altre occasioni. Soltanto una critica forte ma costruttiva, che possa aiutare a migliorare il nostro sport e che possa, lo spero vivamente, dare un contributo per rimediare a quello che è ancora rimediabile.
TEAM MASTER TRABUCCO 1 CLASS.
APO PRESTON LA PECHE 2 CLASS
SALSO MARLIN 3 CLASS
LENZA ARETINA 4 CLASSIFICATI
TEAM MASTER IN FESTA