Bocca piccola pancia grande, i black bass del Cocchia’s Pub
Era già da qualche settimana che volevo fare un salto al Cocchia’s pub, a vedere i social network sembrava quasi di avere un piccolo pezzo di Florida qui da noi, in pieno inverno.
Quello che mi aveva colpito molto leggendo online non erano state le taglie dei black bass usciti, tutti sotto al kilo di media, ma la quantità. Gente parlava di una ventina boccaloni catturati in una scarsa mezza giornata di pesca. Numeri da capogiro anche per il periodo estivo e che in inverno avevano quantomeno dell’incredibile. Anche per un lago a pagamento.
Poi venerdì scorso c’è stata la “goccia che ha fatto traboccare il vaso”: addirittura voci di corridoio parlavano di black bass all’attacco su dei popper. È bastato un rapido giro di telefonate per organizzare un sabato pomeriggio di pesca al Cocchia’s pub.
Devo ammettere che l’idea di prendere su la borsetta per lo street fishing con le “esche millimetriche” mi era anche venuta in mente, ma poi il ricordo di quei black bass con quel popper in bocca mi avevano fatto pensare a una cosa sola: selezione! Tragico errore.
Arriviamo al lago intorno alle 2 del pomeriggio, proprio in comodità, entrando incontriamo alcuni amici con cui non ci eravamo messi d’accordo, sintomo che la pubblicità virale sui social network (da parte dei ragazzi di Boom Fishing) sta portando i suoi frutti per questo lago.
Appena arrivati sull’acqua ci avvertono subito, “Usate roba piccolissima”. Però con molta fiducia iniziamo a cercare i pesci con qualche crank e qualche jerkbait tutt’altro che “piccolissimi”.
Dopo aver fatto il giro del lago, non essere riusciti a prendere nemmeno un pesce e aver visto un grosso persico preferire il piombo da 5gr sulla nostra montatura a drop shot, piuttosto che il succulente shad da 3,2 pollici poco più sorta; deciamo che la zona più interessante per i bass sia la sassaia davanti al Pub.
Li quasi presi dallo sconforto per non aver portato esche piccole proviamo in ogni modo a convincere i bass del sottosponda a ingoiare i nostri artificiali. E proprio su un attacco capiamo il vero problema della giornata. La boccuccia di questi bass di allevamento, non gli permetteva di ingurgitare le nostre esche.
Ravanando tra le esche riesco a trovare un piccolissimo artificiale siliconico bianco/rosa, un superstite dimenticato in tasca dopo qualche uscita per canali. Velocemente lo innesco a wacky con un piombino da 3gr e lascio che raggiunga il fondo.
Subito sento le timide tocche di qualche bass, aspetto una tocca un poco più decisa e poi ferro. Porto su subito il pesce e sollevandolo dall’acqua riesce a liberarsi e a schizzare lontano. Poco male, ora so come bucarli. Meglio tardi che mai.
Dopo una ventina di minuti, con il buio ormai prossimo trovo uno scalino che definire la tana dei bass sarebbe riduttivo, ad ogni lancio sento qualche attacca, le slamate sono sono tante ma riesco ugualmente a portare a riva qualche bass. Le forme di questi bass di allevamento mi lasciano sempre perplesso, con la loro boccuccia minuta e la pancia comunque abbastanza gonfia da far pensare che la voglia di mangiare non gli manchi.
La giornata si conclude in breve tempo, resta l’amaro per aver sbagliato completamente l’approccio, tuttavia bisogna c’è anche un lato positivo: alla fine sono riuscito a trovare il bandolo della matassa, e i mega panini del Cocchia’s Pub meritano sicuramente un’altra uscita in questo laghetto.
Per Match Fishing Luca Raldiri
in collaborazione con