TALK SHOW MATCH FISHING: IN QUESTA PUNTATA SI PARLA DI….COLPO E FEEDER STESSA FAMIGLIA?
La pesca al colpo da sempre comprende l’uso di tecniche diverse come ad esempio le canne fisse, la roubaisienne, la canna a mulinello per pescare all’inglese e bolognese e nei campionati promozionali anche a ledgering (con il piombo a fondo).
Nella circolare normativa le discipline di pesca sono molteplici come ad esempio il colpo, la trota, lo spinning, la mosca, il carp-fishing etc ma non è mai stata citata la disciplina del feeder né come tecnica figlia del colpo ne come tecnica autonoma e indipendente come quelle sopra citate.
E’ vero che da un po’ di anni questo feeder fishing registra una crescita di adepti esponenziale, molti provenienti dal colpo, tanto che la Federazione ha previsto un percorso agonistico particolare che prevede oltre al campionato italiano per squadre di società, il campionato italiano individuale, il club azzurro e via via per finire con la nazionale di categoria.
Appare chiaro quindi, agli attenti lettori della Circolare normativa 2014 un vuoto, per così dire, normativo, nel senso che la disciplina del feeder fishing non viene contemplata né come appendice del colpo ne come disciplina autonoma.
In molti si sono fatti questa domanda: ma da che parte deve stare il mondo del feeder, nella pesca al colpo o da solo?
E così per cercare di venirne a capo abbiamo formulato alcune domande ad autorevoli personaggi della pesca per conoscere il loro parere allo scopo di chiarire definitivamente ogni dubbio in merito.
circolare normativa 2014 modificata
Queste sono le domande:
D: Il feeder fishing, non il ledgering, è una tecnica che per caratteristiche deve far parte della pesca al colpo oppure deve avere un suo sviluppo autonomo e indipendente come si evince dalla modifica apportata poche ore fa alla Circolare normativa ? Spiega il perché…
R – UMBERTO TARTERINI: Prima di rispondere vorrei precisare che se vogliamo parlare di un modo di pescare a se stante, dobbiamo parlare di “specialità”, all’interno della quale ci possono essere diverse “tecniche” di pesca. Precisato questo, è indubbio che l’interesse che questo modo di pescare sta suscitando è notevole, per cui bene ha fatto la Federazione, se pur tardivamente, a definirla nuova specialità. Anche se questa novità porterebbe a tanti altri ragionamenti sulle specialità e sulle tecniche che potrebbero aprire tanti altri quesiti.
R-STEFANO LINATI: Fammi partire dicendo che il feeder fishing e il ledgering sono frutto della medesima tecnica ossia la pesca a fondo, ma non voglio dilungarmi inutilmente su questo argomento, invito i tuoi lettori a visitare il sito di LBFItalia dove possono trovare cenni di storia del feeder fishing o ledgering; Tornando alla domanda ti dico che a mio avviso si è fatto un passo in avanti dando alla nostra tecnica una collocazione e una struttura ben definita con una Nazionale di specialità, relativo Club azzurro ed un gruppo di lavoro.
R-MARCELLO CORBELLI: Che la pesca a feeder per sua natura sia una tecnica a se stante è indiscutibile, così come è indiscutibile la sua (ormai ex) collocazione naturale nella pesca al colpo, dato che sarebbe stata fuori luogo in qualsiasi altra specialità prevista dalla Circolare Normativa preesistente, se non creandone una ad hoc, proprio per come è stato fatto …….magari meglio prima o dopo che non durante.
R-GLAUCO TUBERTINI: Ritengo che il feeder fishing debba fare parte del colpo perche’ molte caratteristiche tecniche sono similari e molte di queste caratteristiche possono essere usate in entrambe le tecniche e anche perchè molti agonisti praticano entrambi dunque aiuta a migliorare sia il feeder fishing che il colpo
D: ritieni sia stata una strada utile quella adottata dalla Federazione di separare le due specialità per il consolidamento della crescita del feeder?
R-UMBERTO TARTERINI: Ho già risposto sopra.
R-STEFANO LINATI: Assolutamente, inserendola come disciplina abbiamo anche la possibilità di diversificare i campionati, come la Coppa Fishieries, che ha avuto un gran successo, e spero che il prossimo anno possa essere inserita come Campionato, magari da svolgere nei periodi di fermo naturale degli altri campionati.
R-MARCELLO CORBELLI: Credo che il crescente sviluppo della pesca a feeder parli da solo e con ciò intendo dire che questa tecnica si sta consolidando e si sarebbe comunque consolidata indipendentemente dalla sua collocazione normativa. La Federazione ha fatto una scelta impegnativa, seppur discutibile nei tempi e nei modi, che cristallizza un percorso ormai tracciato, spetta ora ai nostri Dirigenti affiancare alla scelta operata, delle persone in grado di mantenere fede a quanto è stato fatto da chi ha costruito tutto questo.
R-GLAUCO TUBERTINI: No, ritengo che il feeder fishing debba rimanere legato al colpo, legare le due discipline porta beneficio ad entrambe
D: consideri giusta la norma che consenta la formazione di squadre feeder dove all’interno ci possono militare componenti di diverse società del colpo (grazie al doppio tesseramento agonistico)?
R-UMBERTO TARTERINI: No, sono contrario anche perchè l’appartenenza ad una società deve essere esclusivo. La Società deve poter contare sui propri soci sempre e per qualsiasi motivo, non solo quello agonistico. Per me la “bandiera” è molto importante e non mi piacciono i pasticci.
R-STEFANO LINATI: R: Ti rispondo da presidente, esiste da anni tale possibilità e francamente non mi fa impazzire, a mio avviso si perde quello spirito di appartenenza ad una società che invece dovrebbe essere uno dei fondamenti per la costituzione della stessa, forse i Presidenti dovrebbero lavorare di più su questo aspetto, magari iscrivendo nelle proprie file giovani da far crescere, senza aver fretta di far partecipare una squadra subito magari per esigenze di sponsor.
R-MARCELLO CORBELLI: Oggi assolutamente no. Forse era giusto farlo all’inizio, quando eravamo solo pochi elementi che lavoravamo per promuovere la tecnica, ma ora che la nostra “Armata Brancaleone” è una realtà conclamata, ritengo giusto quanto sostenuto fino ad oggi dalla Federazione e cioè fare il possibile affinché ogni agonista militi solo per la propria Società Sportiva.
R-GLAUCO TUBERTINI: Si, ma solo in un tempo determinato in modo di dare alle societa’ la possibilita’ di organizzarsi, a volte, per alcune societa’ diventa difficile trovare un numero sufficiente di agonisti per imbastire una squadra, ritengo che un campionato a squadre a tre pescatori ( anche questo a tempo determinato) sarebbe stato piu’ promozionale.
D: Secondo te anche questa opzione sarà motivo di un aumento d’interesse verso la specialità Feeder nelle competizioni a squadre ed in particolare nel CIS Feeder ?
R-UMBERTO TARTERINI: No, ti ho gia detto sopra cosa ne penso.
R-STEFANO LINATI: Sicuramente
R-MARCELLO CORBELLI: No, non lo credo. Credo invece che le squadre miste toglieranno molto lustro ad una loro eventuale vittoria, poiché in tal caso sarà quantomeno imbarazzante stabilire quale sarà la Società vincitrice del Campionato Italiano per Società……..Forse a questo punto sarebbe meglio chiamarlo Campionato Italiano per Società Ibride.
R-GLAUCO TUBERTINI: Si, e ritengo che le competizioni a squadre siano da sempre la forza del nostro agonismo, di qualsiasi tecnica si parli
D: tenuto conto che molti “colpisti” sono diventati anche “feederisti” ritieni giusto che un agonista possa avere la possibilità di partecipare nella stessa annata sportiva a gare selettive (club azzurro) per la conquista di entrambe le nazionali? Oppure ritieni giusto che ogni disciplina curi il suo calendario indifferentemente da date concomitanti tra colpo e feeder?
R-UMBERTO TARTERINI: Se la Federazione ha deciso che quella del feeder è una specialità a se stante, con un suo percorso che porta fino alla Nazionale, trovo giusto che un pescatore, nell’ambito della stessa società , possa avere la possibilità di arrivare in nazionale in entrambe le specialità. Il problema si presenta nel momento in cui vi fossero delle concomitanze in competizioni che interessano entrambe le discipline. A quel punto uno deve scegliere che strada seguire.
R-STEFANO LINATI: Credo che a questo punto con le due discipline distinte e i vari impegni che si accumulano, chi ha questa opportunità debba decidere dove stare. A memoria mi sembra che una sola persona abbia avuto questa possibilità (Vezzalini ndr) e in maniera molto seria e coerente abbia scelto una sola strada, dopo 20 anni di militanza nel Club Azzurro del colpo, forse qualche colpista, anche se non fa parte dei selezionabili, potrebbe prendere esempio e decidersi.
R-MARCELLO CORBELLI: Personalmente ritengo che si debba fare il possibile per rispettare le scelte di tutti, ma credo proprio che, state il numero delle gare in calendario, sia difficile trovare abbastanza domeniche per fare “tutto”. Io ho fatto la mia scelta e sono contento così, ma capisco chi la pensa diversamente e se è possibile accontentarlo, non vedo il motivo per non farlo.
R-GLAUCO TUBERTINI: Ritengo che i due clubs debbano avere date diverse ma e’ anche vero che trovare date libere diventa sempre piu’ difficile, sulla utilita’ dei clubs ho le mie perplessita’
D: Cosa ne pensi del modello Inglese dove queste due discipline (colpo e feeder) sono realmente la stessa cosa, tant’è vero che in gara si possono praticare indistintamente ?
R-UMBERTO TARTERINI: Non conosco, se non per sentito dire, la realtà agonistica inglese, che comunque, da quello che ne so io, è molto diversa dalla nostra, per cui non va presa ad esempio.
R-STEFANO LINATI: Come sai, per il Feeder fishing l’ Inghilterra rimane il punto di riferimento, loro hanno una concezione delle competizioni di pesca differente alla nostra, e trovo che in molti casi sia molto più coerente , lo scopo finale della gara è prendere più pesce, se in un posto prendo di più con una tecnica piuttosto che con un’altra che me frega quale ho usato ?
R-MARCELLO CORBELLI: Gli inglesi sono strani: guidano a sinistra, bevono a pinte, misurano a piedi e poi quando parlano non riesco mai a capirli, così come non capisco il loro modo di intendere le gare. No, non credo che sarebbe una buona idea…..preferisco bere seduto in tutta calma, senza tante “pinte”(detto alla toscana), misurare con il contachilometri, senza bisogno di andare a “piedi” e pescare valorizzando la tecnica senza correre il rischio di portarla all’ammasso ideologico.
R-GLAUCO TUBERTINI: La realta’ inglese è totalmente diversa da tutte le altre realta’ europee, condizioni atmoferiche, gare private, regolamenti ecc……Ritengo che le due specialita’ abbiano similitudini tecniche ma sono applicate in gara in maniera diversa, dunque tenerle divise aiuta ad entrambe le specialita’ a migliorare, naturalmente a livello di gare private, non di federazione, gare miste sarebbe interessante.
D: in via sperimentale nel 2014 è stata organizzata la coppa fisheries di feeder fishing in laghetto e pare sia stato un successo di partecipazione. Pensi che questo format possa diventare un vero e proprio campionato FIPSAS da svolgersi nel periodo invernale e primaverile?
R- UMBERTO TARTERINI: Tutto è possibile, però quella delle competizioni a tema nel periodo invernale, quando l’attività ufficiale è ferma, non è certo una novità: Non per questo si è pensato di farli diventare dei campionati FIPSAS. Questa esperienza del feeder costituisce solo l’ultima arrivata nel panorama dell’agonismo invernale/primaverile . Una novità e come tale va considerata e proprio perché novità ha attirato diversi agonisti.
R-STEFANO LINATI: Come ti dicevo prima lo spero vivamente, la formula è accattivante e alla portata di tutti, oltre a questo si avrebbe un ritorno per i vari carpodromi che a volte sono vuoti, nei giorni antecedenti alle gare si trovavi sempre qualcuno a provare, ne beneficiano anche i gestori con annesso ristoro.
R-MARCELLO CORBELLI: Il bello del feeder fishing è proprio quello che ti consente di prendere pesce in quasi tutte le condizioni climatiche e la Coppa Fisheries di pesca a Feeder, con il format che gli è stato dato, è stata un’ottima idea, che ci ha ripagato molto in termini di gradimento e sono sicuro che ha tutte le potenzialità per essere un classico dell’agonismo, tuttavia credo che i Campionati Italiani già esistenti, siano più che sufficienti.
R-GLAUCO TUBERTINI: Ritengo che questa manifestazione diventera’ nel tempo il campionato italiano promozionale feeder, con regolamenti diversi e da traino per la specialita’
D: pensi che lo stesso format possa essere allargato anche agli amanti della pesca in laghetto con la roubaisienne?
R-UMBERTO TARTERINI: Non credo assolutamente che questa possa costituire una novità. In varie parti d’Italia esistono già competizioni con più prove nei laghetti , con varie regolamentazioni. Queste attività sono fine a se stesse, e tali devono rimanere. Non possiamo pensare che nascano nuove competizioni divise per tecniche e dotatale di una ufficialità che moltiplicherebbe i campionati, senza portare un solo agonista in più in attività. Diventerebbe un ginepraio inestricabile in cui ognuno si sentirebbe autorizzato ad organizzare competizioni con una sola tecnica applicata. Un vero casino!
R-STEFANO LINATI: Perché no, esiste già un Campionato Italiano Carpa, forse questa formula avvicina qualche nuovo agonista
R-MARCELLO CORBELLI: Perché no.
R-GLAUCO TUBERTINI: Volendo si’, come lo vedo bene sia per la bolognese e l’inglese, ma naturalmente in campi gara adatti alle singole specialita’
La redazione di match fishing, al termine di questo dibattito on line, ringrazia gli ospiti per la disponibilità concessa ad intervenire, e invita i lettori a rilasciare il proprio parere in merito con un commento a fine articolo.
Ringraziamo anche Maurizio Natucci, Presidente del Comitato di settore A.I., il quale ci ha assicurato un suo intervento nelle prossime ore in merito al presente dibattito.