FEEDER SELETTIVE CENTRO SUD: ARNO ARETINO SPILORCIO PER LA PRIMA DEL FEEDER
Che la causa sia imputabile allo svuotamento dell’invaso di Levane, per dei lavori di manutenzione che hanno dovuto fare alla diga nell’estate scorsa; che sia per l’ormai acclarata presenza di siluri anche nell’Arno a Laterina o che, più semplicemente, dipenda dal pieno periodo di frega, sta di fatto che la gara di apertura del Campionato Italiano Individuale di Feeder del girone Centro-Sud si è svolta in un Arno decisamente avaro.
Le nasse piene di carpe e carassi alle quali le acque aretine ci avevano abituato, al momento sono solo un ricordo tant’è che, tranne qualche rara eccezione, le bilance dei Commissari non hanno dovuto faticare troppo nel pesare una media pro capite che non supera i due chilogrammi, con oltre dieci cappotti, una quindicina di picchetti che hanno registrato meno di ½ kg. e solo quattro su 87, con pesi sopra i 6 kg., che fino all’anno scorso sarebbero stati considerati come il frutto di una pescata mediocre.
Detto questo, tutti noi sappiamo bene che le gare, in quanto tali, si vincono anche con poche decine di grammi e quindi quella di Laterina, non possiamo certo ritenerla una brutta gara, ma solo una gara che ha tradito un po’ le aspettative, sopratutto di coloro i quali hanno avuto la peggio.
Comunque, come diceva Tonino Guerra: “L’ottimismo è il profumo della vita” e quindi, “è sempre meglio una brutta giornata di pesca che una bella settimana all’ospedale”.
Dopo questo saggio di alta scuola filosofica, possiamo tornare alla gara, partendo magari da quelle giornate di prova, rivelatesi poi ben poco veritiere, quando il pesce rispondeva benissimo a qualsiasi esca o pastura proposta, lasciando intravedere una gara aperta a qualsiasi impostazione strategica, poiché i numerosi carassi, anche se non distribuiti in modo uniforme, potevano tranquillamente prevale sul peso delle eventuali carpe, che già sapevamo essere meno presenti delle stagioni scorse.
Durante la settimana avevamo visto chiaramente che la pesca era molto diversa da zona a zona, con una forte prevalenza dei carassi nei settori del Tagliato e dei Cannini, mentre in Santa Maria pareva che fossero le carpe, seppur in mezzo a tanti carassi, a farla da padrone.
Il Ciliegio e il Metano erano le zone decisamente meno pescose, ciò nonostante anche in questi settori il pesce non mancava, tant’è che al Ciliegio erano uscite diverse carpe e al Metano si prendevano un buon numero di carassi, con qualche carpa mischiata, forse grazie al letto del fiume, che in quel tratto è ricoperto per intero di ghiaia e dove il pesce in frega pareva intrattenersi piuttosto volentieri.
Era tutto terribilmente chiaro. In Santa Maria si pastura abbondantemente, anche con mais e canapa, si inizia pescando con un finale di dimensioni decisamente generose, per avere la meglio sulle carpe aretine, che erano le prime a entrare in pastura e indispensabili per fare un buon “fondo cassa”, scendendo poi a più miti consigli, non appena ci fosse sentore dell’arrivo dei carassi, utilissimi quest’ultimi per amministrare il capitale. Al Metano invece si parte a testa bassa con i carassi, così come ai Cannini e al Tagliato, mentre al Ciliegio la gara è da fare sulla carpa per tutte le cinque ore.
Meglio di così non si può. Laterina per noi (in teoria) non ha più segreti, la matassa è stata (quasi) tutta dipanata, se non fosse che, come spesso accade, abbiamo fatto i conti senza l’oste e cioè senza i pesci, i quali sono rimasti comodamente in panciolle, a digerire i bagordi offerti a “gratisse” nei giorni di prova.
Una gara quindi iniziata in sordina e finita in silenzio, almeno per quei molti di noi che hanno passato le cinque ore nell’attesa dei rari accenni di un vettino semi-paralitico.
Come preventivato, le carpe quelle che hanno fatto la differenza, ma quello che non era stato messo in conto è che a vincere non sono state le carpe, ma nella quasi totalità dei casi, a vincere è stata “quella carpa” che nella fattispecie ha salvato una gara altrimenti persa, mettendo in nassa un pesce che da solo riusciva a coprire i due terzi del pescato.
Ma non per tutti è stata la stessa cosa, perché come sempre, ci sono quelli che sanno come muoversi bene anche in nei pantani più insidiosi e ancora una volta dobbiamo toglierci il cappello al cospetto della fortissima compagine dell’APO (la Peche Preston) che piazza Patrizio Longo e Andrea Balduini, due veri rulli compressori, rispettivamente al primo e al secondo posto della classifica generale, lasciando solo (si fa per dire) il terzo gradino del podio al senese Michele Zamperini, alfiere emergente della P.F.P. (Colmic).
Anche in questa edizione, non è mancata la presenza di Franca Tagliaferri e Carla Ferranti, le nostre due “dame guerriere”, ormai parti integranti nel circuito del feeder fishing e grazie alle quali il girone Centro-Sud può vantare quel piacevole tocco di eleganza che altri non hanno e che di certo non guasta.
Meno eleganti e decisamente meno femminili gli organizzatori, il Giudice e i suoi Commissari, ma non per questo meno preziosi, poiché ci hanno fatto trovare, come al solito, un campo gara perfetto sotto tutti i punti di vista e una gestone dell’evento assolutamente all’altezza della situazione, dove tutto è stato governato nel modo migliore.
A questo punto, prima di chiudere, voglio ringraziare tutti gli 87 partecipanti, perché anche questa volta, grazie alla civile maturità sportiva dell’insieme, tutto si è svolto senza intoppi e in un clima sereno, quello stesso clima che ci consente di essere motivo di attrazione per i tanti disamorati di quell’agonismo esasperato che fa perdere di vista i contenuti veri dello sport e sopratutto di uno sport povero com’è la pesca e anche se alla fine pare sia il risultato quello che conta, in realtà io credo che a contare siano molto di più le persone e nel circuito del Feeder Fishing, perlomeno per ora, ci sono delle belle persone.
Un saluto a tutti gli amici di Match Fishing da
Marcello Corbelli
1° Prova Girone 2
ECCO ALCUNE FOTO DELLA GARA DI LATERINA