MARCO VOLPI E LA LENZA EMILIANA STRATOSFERICI

Nei giorni 7-8 giugno si sono svolte a Castro località della Puglia, le finali del Campionato Italiano individuale di CANNA DA NATANTE.
Ottanta gli agonisti aventi diritto, provenienti dai campionati provinciali, club azzurro e nazionali. La crisi investe anche questa disciplina, infatti, i concorrenti erano solo 64 effettivi, suddivisi su quattro barche da sedici concorrenti l’una, che si sono dati battaglia nella due giorni per decretare il nuovo Campione Italiano e per accedere al Club Azzurro del prossimo anno.

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Le due gare della durata di 4 ore ciascuna, con 4 turni da un’ora in modo che ogni agonista possa pescare nelle quattro posizioni della barca, ma sopratutto per rendere più omogenea possibile la competizione. Sin dalle prove effettuate, da diversi garisti nei giorni antecedenti, si intuiva che il campo gara prescelto non era di quelli che avrebbe garantito un abbondante pescato, situazione che ogni garista, qualificatosi con sacrifici di tempo, denaro, ferie, chilometri percorsi, attrezzature etc. non si sarebbe augurato di trovare.
Un campo di gara anche piuttosto ampio, che non prevedeva fondali di posidonia o roccia uniforme, ma distese di sabbia con qualche scoglietto sporadico qua e là. Chiaramente con questa conformazione del fondale non si poteva sperare di potersi divertire con catture multiple, di varie taglie e specie. Un campo gara totalmente o in parte nuovo, in quanto nel 2006 si sono svolte le finali del Campionato Italiano a squadre nel mese di luglio ed il pescato era composto per lo più da boghe. Quest’anno nelle giornate di prove si è constatato l’assenza delle boghe, e come alternativa è emersa una pesca a fondo nella speranza di catturare qualche raro e piccolo pesce, con un a stima di soli 800 grammi, al massimo un chilo per vincere la barca.

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Dal confronto tra diversi agonisti di punta di questa disciplina è saltata fuori una soluzione per salvare questo campionato, l’idea consisteva nel collocare il giorno prima delle gare delle pasture di sardine ancorate a delle boette sul campo gara per portare durante la notte dei possibili branchi di boghe nella zona e garantire una pesca più regolare possibile, così la società organizzatrice si è messa in moto per realizzare questa operazione. La mattina della gara c’erano agonisti increduli sul fatto che tale strategia funzionasse, e c’erano agonisti sicuri del successo, ma tutti uniti nel sperare di poter svolgere una gara dignitosa. Per fortuna la pasturazione preventiva ha dato i suoi frutti con la presenza di piccole boghe, che hanno popolato il campo gara.
Le gare si sono svolte a circa 150 200 metri dalla costa ed un forte vento di nord-nordest 20-25 nodi non ha reso facile l’azione di pesca degli agonisti. La taglia delle boghe dai 25 ai 50 grammi, prevedeva una pesca molto tecnica e precisa, che in condizioni di forte vento ne aumentava le difficoltà, inoltre la presenza di predatori come tonni, serra , barracuda etc. facevano continuamente spaventare e quindi scappare le boghe sotto la barca. Tutto sommato poi la pesca è stata di quelle ultra tecniche che non lasciava spazio ad improvvisazione o colpi di fortuna, tanto che i migliori agonisti sono emersi su tutti.

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Volpi Marco, della Lenza Emiliana Tubertini, al termine delle due prove si laurea Campione Italiano con due primi di barca fatti in scioltezza, questa pesca per il livornese è senza dubbio quella dove risulta veramente imbattibile, dove ci sono le boghe Volpi riesce a dare dei distacchi agli avversari incredibili, come nella prima prova ha dato 1,6 kg al secondo, su circa quattro chili e mezzo. Per Marco questo è il nono titolo italiano individuale ma quello che risalta maggiormente e che negli ultimi 20 anni è salito per ben 19 volte sul podio, fatta eccezione nel 2012, annata in cui ha dovuto abbandonare la gara per un problema fisico di ernia al disco.
Al secondo posto si piazza un altro bravissimo alfiere della Lenza Emiliana Volpini Paolo, anche lui con due primi di barca battuto da Volpi per due chili di differenza sul peso totale. Paolo vincitore nella passata edizione ha lasciato il titolo al suo amico e rivale di sempre. Al terzo posto anche lui con due primi di barca troviamo un ‘ agonista straordinario che negli ultimi anni è cresciuto tantissimo che risponde al nome di Gabriele Brunettin, anche lui componente della Lenza Emiliana Tubertini e della Nazionale Italiana come i compagni sopracitati, e per conludere il dominio assoluto fatto registrare dalla Lenza Emiliana al quarto posto della classifica troviamo il giovane Antony Giacobini, autore di un primo ed un secondo, presente e futura promessa di questa discplina. Lo strapotere della Lenza Emiliana Tubertini in questa disciplina è ormai una certezza da moltissimi anni, però mai si era verificato che su cinque agonisti della stessa società (Plazzi Alessandro è finito tredicesimo) ben quattro monopolizzassero le prime posizioni.
Il quinto posto, dopo gli alfieri di Bazzano, se lo aggiudica Saverio Rosa, il bravo agonista della C.P.S Cannottieri Solvay Artico che chiude con un quarto ed un primo. A seguire come dalla classifica altri atleti fino a Meloni Marco giunto sedicesimo ed ultimo agonista ad ottenere l’accesso al club azzurro del prossimo anno.

Classifica Finale

Classifica Prima Prova

Classifica Seconda Prova

INTERVISTA  A MARCO VOLPI:

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– Ciao Marco, innanzitutto complimenti per l’ennesimo successo,  come hai trovato questo campo gara?

Il campo gara lasciava molto a desiderare nelle prove effettuate nei giorni precedenti lo sconforto era totale da parte di tutti, non vi era la prospettiva di divertirsi come spesso accade e deve accadere ad un campionato italiano, non pretendo che nel resto della penisola ci siano dei campi gara ed organizzazione di barche ,ancore etc. come a Livorno, riconosciuto da tutti come la Wimbledon della pesca dalla barca, ma che almeno ci siano le basi per far divertire tutti i presenti. Devo comunque fare i complimenti a tutti gli abitanti della zona di Castro e Santa Cesarea Terme per la calorosa accoglienza nei mie confronti e dei miei compagni di società veramente ho conosciuto delle brave e disponibili persone. La zona veramente bella sia a livello di mare, paesaggio che alloggi, sicuramente è una bella località dove passare delle ottime ferie con la famiglia.

– Oramai ritrovati sul gradino più alto del podio per te è una piacevole abitudine, un altro meritato titolo da appendere all’ormai stracolma parete di titoli

– Per quanto mi riguarda sono molto soddisfatto del risultato e dei risultati di questo anno, il titolo italiano individuale mi mancava dal 2009 e con questo raggiungo quota 9 per un totale tra individuali e squadre di ben 26 titoli italiani, credo che sia un bel record.

– A chi dedichi questo successo?

Questo successo oltre che dedicarlo alla mia famiglia, a mia madre, all’azienda Tubertini, Lele in primis, vorrei dedicarlo a due amici e grandissimi agonisti scomparsi poco tempo fa Gianpiero Barbetta e Simone Carraro. Con Simone c’era un rapporto di lavoro, di stima ci vedevano spesso in ditta parlavamo etc, con Giampiero invece il rapporto era iniziato molti anni fa ed esattamente ne1992 , fu proprio lui a convincermi nel 92 a far parte della Tubertini e per questo lo ringrazierò sempre , inoltre ogni tanto mi chiamava per alcune informazioni riguardanti alcune tecniche di pesca in mare. In ogni caso due grandissimi dell’agonismo italiano e mondiale che ricordandoli……saranno SEMPRE TRA NOI !!!!!!!!!!!!

– Bene prima di salutarti ti ringraziamo per la tua disponibilità e facciamo a te e a tutta la Nazionale un in bocca al lupo di cuore per il vostro prossimo impegno

crepiiii….. ed io vorrei salutare tutti i lettori di questo sito, e ringranziarvi per dare visibilità a questa fantastica disciplina della Canna da Natante che se la merita veramente

Prima di lasciarvi al filmato fotografico di questa manifestazione una breve riflessione sulla scelta del campo gara, soprattutto per le future scelte che la Federazione dovrà fare, più che una riflessione una richiesta che giunge dagli agonisti della Canna da Natante, con la speranza di non doversi più ritrovare in campi gara con scarsa pescosità, ma soprattutto con poche alternative tecniche, situazioni che non sono d’incentivo per nessuno, soprattutto per i giovani che si avvicinano a questa fantastica disciplina, o per gli agonisti che affrontano con enormi sacrifici soprattutto economici, con la speranza di vincere un ambito titolo, ma soprattutto di divertirsi, ed in assenza di questi due essenziali ingredienti potrebbero valutare di abbandonare questa specialità che ha portato all’Italia numerosi titoli Europei e Mondiali. Una soluzione potrebbe essere quella suggerita di stabilire 5-6 campi gara fissi, collaudati, affidabili, per fare un esempio sempre in Puglia, a circa 30 chilometri da Castro vi sono Gallipoli e Porto Cesareo due bellissimi campi gara uniformi e pescosissimi.

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