CLUB AZZURRO FEEDER: SUL CANALBIANCO NASCE MEZZA NAZIONALE 2015
A Torretta di Legnago, dove scorre il tratto di canalbianco scelto per disputa del club azzurro feeder, si sono affrontati, sulla lunghezza di tre prove, 26 concorrenti e 6 stopper, tre ad ognuna delle ali esterne.
Alta la posta in palio con i primi tre della classifica finale che acquisivano il biglietto diretto per entrare in nazionale e disputare il mondiale in Olanda nel 2015.
1 prova club azzurro feeder
2 prova club azzurro feeder
3 prova club azzurro feeder
club azzurro feeder finale
stopper club azzurro feeder
La sorte di questo club azzurro è stata affidata alla migliore strategia da parte dei concorrenti nell’interpretare questo campo gara, anche se buona parte di loro non lo aveva mai visto prima.
Per la verità i membri della nazionale 2014, lo scorso fine settimana, avevano effettuato un test di due giorni, scaldando così i motori in previsione del decisivo club azzurro.
La maggioranza dei concorrenti si sono incontrati sul canale fin da giovedì e in quella occasione il canale si è mostrato con acqua corrente e diverse chiazze di erbe galleggianti che ostacolavano non poco l’azione di pesca.
Poca pesca, erbe a galla, e un caldo infernale avevano messo a dura prova gli impavidi del feeder ma il venerdì, giorno di gara 1, come d’incanto, grazie alla collaborazione degli agenti del Consorzio di bonifica, le paratoie delle idrovore sono rimaste chiuse bloccando così il flusso delle erbe.
Il canale è largo una quarantina di metri e profondo a metà fino a 4 metri con una sassaia presente a rinforzo dei due argini che si allunga fino ad una distanza di 7/8 metri da riva.
Con un canale così conformato i concorrenti sceglievano chi una e chi due linee di pesca, per i primi a 28 metri mentre chi ha curato due linee ha alimentato sia a 18 metri con il pasturatore che nella sua discesa obliqua si posizionava sul tiro della roubaisienne e la seconda linea sui 30 metri.
La moderata corrente non ha mai richiesto pasturatori superiori ai 30 grammi.
Il canalbianco, in gara 1, si è presentato perfetto e molto competitivo lasciando solo ai migliori, o a chi ha saputo interpretare al meglio la pesca, l’accesso alle zone alte della classifica.
Dopo le prime cinque ore di gara guidavano la classifica Pizzi e Vezzalini ovvero due fuoriclasse già nel giro della nazionale feeder tanto che li vedremo entrambi in Irlanda tra poche settimane.
I due capoclassifica, grazie anche alle prove effettuate con l’entourage della nazionale, realizzavano una bella pescata superiore ai 5 kg fatta di breme, carassi e qualche sporadico cefalo.
Il sabato, in gara 2, la musica è stata la stessa, il canale si presentava perfetto, con il colore dell’acqua leggermente più velato rispetto alla prima manche ma questo non ha condizionato l’azione di pesca e la pescosità.
Chi aveva faticato in gara 1 ha potuto mettere a punto qualche accorgimento per fare un po’ meglio e infatti così è stato tant’è che ne approfittano subito il bolognese Marco Mazzetti e il romano Andrea Balduini che vincono i rispettivi settori con un peso sui 7000 punti.
Mentre Mazzetti sfodera una bella pescata sui 20 metri, sfruttando una tavola pulita sul fondo, Balduini trova una pescata di carassi sulla lunga distanza dopo avere forzato con i bigattini e vermi.
La gara, con il meteo si è svolta interamente in asciutta mentre un minuto dopo che tutti avevano finito di caricare l’attrezzatura in auto, verso le ore 15, sulla zona si è scatenato l’inferno con un forte temporale che ha portato tanta acqua e grandine.
E proprio questa variante meteo ha radicalmente cambiato i connotati al canale e in gara 3 le cose sono state molto difficili per tutti.
Acqua color nocciola, ramaglie che viaggiavano spinte dalla corrente non a galla ma sul fondo.
Una corrente, che almeno nella prima parte della gara, richiedeva pasturatori più pesanti rispetto a quelli utilizzati nei giorni precedenti, tant’è che Angelo Pizzi è passato dai 20/ 30 grammi usati in gara 1 e 2 ai 45/60 grammi usati in gara 3.
Difficile decifrare una soluzione tecnica, difficile trovare la linea di pesca giusta, difficili tante cose se non altro per chi questo posto non l’aveva mai visto prima.
Così alle 9,30 agli ordini del giudice di gara Maurizio Bellini si parte e per diverso tempo radio gara comunica solo cappotti e qualche pesciolino catturato qua e la.
Qualcuno trovandosi alla “canna del gas” ha virato deciso per la pesca al siluro e a conti fatti se pescati con le dovute maniere, si sono anche agganciati.
Nella seconda parte di gara la corrente è diminuita e qualche pesce bianco, breme e carassi, si è pure preso.
Ma si contano anche alcuni cappotti o dei mini goujon che non hanno nemmeno fatto spostare l’ago della bilancia tanto erano piccoli.
Una terza prova disputata sotto l’occhio vigile del Presidente del Comitato di settore Maurizio Natucci, il quale ha espresso un giudizio poco soddisfacente sul campo gara per quello che ha potuto vedere.
La nazionale 2015, che dovrà affrontare il mondiale in Olanda nel 2015, dove la pesca sarà impostata sulla lunga distanza meritava probabilmente un altro campo gara, un club azzurro con una posta in palio così alta, come hanno detto in tanti, doveva effettuarsi su un campo gara diverso e forse il Circondariale di Ostellato avrebbe messo tutti d’accordo per via della uniformità e della lunga pesca sulla lunga distanza.
Invece la lotteria dei siluri in gara 3 ha fatto la differenza in entrambi i settori e per gli stopper e dopo la stesura della classifica finale tutti erano ansiosi di verificare gli obiettivi ovvero:
- i primi tre posti per l’accesso immediato in nazionale;
- i primi 15 della classifica finale per la permanenza nel club azzurro del 2015;
- la classifica finale dei primi 10 dalla quale il Commissario tecnico dovrà individuare altri due agonisti che andranno a completare, con il campione italiano 2014, la squadra nazionale del 2015.
Tra i primi 10 della classifica finale spiccano nomi importanti già nazionali come Manuel Marchese che conferma la sua affidabile bravura e il neo azzurro fresco dalle selettive di Mantova, Marco Mazzetti.
Ma attenzione, in questo club azzurro, si notano anche alcune vittime illustri le quali, in virtù della dura legge della classifica, non rimanendo all’interno delle prime dieci posizioni della classifica perdono ogni speranza di poter far parte della nazionale 2015.
Stiamo parlando del campione italiano in carica Angelo De Pascalis, il quale non va oltre l’11° posizione e Mirco Govi, nazionale feeder in diverse edizioni compresa quella che dovrà disputarsi tra pochi giorni in Irlanda, e che addirittura viene retrocesso perdendo così il diritto a partecipare nel 2015 al club azzurro.
Questo intreccio di casistiche, pesantemente negative per qualcuno, dovrebbero aprire a qualche riflessione.
La prima riguarda il mantenimento del club azzurro come forma di selezione per accedere alla nazionale e infatti sia lo stage agonistico di Mantova sia il primo club azzurro di Legnago, effettuati su tre prove secche, ha fatto emergere alcune criticità come è normale che succeda quando tutto viene deciso in un unico contesto.
Se un agonista proprio in quei tre giorni ha un raffreddore, se il sorteggio lo affida ad un cattivo picchetto, rischia di fatto di vedere compromesso tutte le fatiche di una annata intera.
Non a caso qualcuno avrebbe preferito stabilire una selezione attraverso una classifica di rendimento basata su diverse gare come ad esempio una media triennale basata sui risultati del campionato italiano individuale.
Perché non è successo ma poteva succedere che in tre gare secche a Legnago se qualcuno si metteva a fare il siluro in tutte e tre le prove rischiava di entrare in nazionale senza averne le sufficienti credenziali tecniche.
E al contrario qualcuno che le credenziali le ha, come nel caso di Angelo De Pascalis e Mirco Govi, per effetto di un club azzurro non adeguato per loro sono rimasti fuori dalla nazionale.
Quindi occorre aprire una riflessione e apportare le necessarie modifiche, come più di uno diceva in questi giorni, perché non è reato migliorare le cose anche solo dopo due anni.
In fondo in questo mondo feeder di modifiche in corsa ne sono state fatte più di una ai regolamenti delle quali l’ultima è stata quella di allargare da 25 a 26 il numero dei partecipanti.
Scelta giusta per poter organizzare due settori da 13 e non uno da 25 come era capitato a Mantova.
Ovviamente giù il cappello di fronte ai vincitori di Mantova, Manuel Marchese, e Angelo Giuseppe Pizzi a Legnago perché hanno dimostrato di valere, e non perché sono andati bene in quelle selezioni, il posto al sole e la maglia della nazionale.
Da Legnago quindi una grande conferma per Angelo Pizzi, dopo la parziale delusione patita a Mantova, che vince e convince, poi subito dietro Massimo Vezzalini per una seconda posizione che lo colloca comunque tra le star di questa tecnica, a ruota con la terza posizione una stella nascente che ormai brilla di luce propria come Fabio Cappelletti, grande a Mantova e grandissimo a Legnago sul canal bianco.
Dopo la conquista della nazionale per il mondiale in Irlanda a Fabio gli si spalancano le porte anche per il mondiale d’Olanda del 2015 e per il nostro CT non sarà facile non tenerlo in considerazione visto il ranking di tutto rispetto acquisito in un paio di stagioni.
Qualcuno la maglia azzurra l’ha conquistata come Fabio Cappelletti e qualcun altro come Marco Rossi che l’aveva addosso dopo la seconda manche, l’ha persa a causa di un canale non adeguato nella terza manche.
Ai tre atleti che hanno meritatamente conquistato la maglia azzurra vada il nostro compiacimento.
Ed ora alcune foto dal canalbianco dei vari protagonisti.