CAMPIONATO ITALIANO MASTER: AD UMBERTIDE LA SPUNTA GIOVANNI MAGISTRI
Ad Umbertide si è effettuata domenica 6 luglio la terzultima prova del campionato italiano individuale master.
Buona la partecipazione da parte dei concorrenti e buono il campo gara di Umbertide, con la pescosità che ha variato da picchetto a picchetto e con qualche bel pesce che ha fatto la differenza per la classifica di settore.
I concorrenti sono stati dislocati nel tratto che va da “carpina bassa” a valle tutti avevano aperto la classica roubaisienne con l’aggiunta di qualche canna inglese per pescare sulla riva opposta con galleggianti a penna leggerissima.
Le condizioni del fiume ha indotto i concorrenti a pescare con lenze che andavano da galleggianti a pallina ovetto da 4×12 fino a 1 grammo e qualche vela per stare fermi sulla pasturazione.
Le mangiate si sono viste e i pesci si sono pure agganciati ma non sempre sono finiti a guadino.
I grossi cavedani, o in taluni casi anche i barbi, quando vengono allamati partono verso la ponda opposta con l’elastico che fuoriesce in maniera incredibile.
La nuova frontiera degli elastici apre una riflessione amletica: “meglio i classico elastico pieno del 9 o meglio i nuovi elastici cavi del 1,2 o del 1,5?”
Credo, da quello che ho potuto vedere che ancora su questo fronte si debba trovare il giusto compromesso tra tipo di lenza, terminale e amo e elastico con relativa tensione poiché la causa delle slamate o rotture di terminale molto spesso dipende proprio dal non giusto compromesso tra elastico – tensione e lenza.
C’è stato qualcuno che portare a guadino un cavedano superiore al kilo ha dovuto sfinire il pesce a tutta canna di 13 metri con l’elastico cavo del 1,2 uscito per almeno 10 metri.
E’ anche vero che la sfuriata iniziale del pesce, con fuga verso l’altra riva del fiume, la si fronteggia meglio e la si vince se in canna si ha un elastico cavo ma in questo fiume, per quello che ho potuto vedere quello di diametro del 1,5 potrebbe essere il giusto compromesso per vincere la sfida con cavedani fino a 2 kili pescati con terminale dello 0,7 e amo del 25.
Ad Umbertide si sa, superata la fase iniziale della gara dove ci si può permettere di pescare anche più sostenuti, nella seconda parte della gara se non si esce con lenze leggerissime a passare, effettuando una leggera resistenza al camminare della lenza, con terminale dello 0,7 massimo 0,74 e amo del 25 con un bigattino rosso appena puntato sotto pelle, è difficile vedere altre mangiate.
Per il resto si possono inventare delle varianti come la pesca all’inglese o come nel caso di un concorrente che è stato bravo a leggere i rigiri della corrente e a indovinare una pesca con punta da 5-6 pezzi trovando alcuni cavedani importanti e con loro la vittoria di settore.
Meno redditizia è parsa invece la classica pesca con veletta per stare fermi sulla roba, qualche partenza si è vista ma non con regolarità.
Ieri, viste le condizioni dell’acqua leggermente velata, per via dei lavori che fino al giorno prima si erano svolti in carpina alta per il ripristino del campo gara smottato, i cavedani andavano pescati come si usano pescare da sempre e infatti chi li ha fatti con questo approccio ha fatto una bella pescata.
I concorrenti della società Con. Pe. Di Verb. (Shimano) che solitamente pescano i cavedani in Ticino, hanno dimostrato una certa familiarità anche con il Tevere ottenendo per tutti ottimi piazzamenti.
Della gara di Umbertide, che era la seconda prova si qualificano alla fase finale della Fiuma prevista per fine agosto i primi 50 della classifica progressiva.
Nelle prossime ore vi proporremo nella rubrica “la parola ai protagonisti” alcune interviste davvero interessanti.
Non mancate di seguirci quindi e a tutti buona settimana.
Alessandro