Selettive Campionato Italiano Feeder Girone Centro – Sud: il commento di Marcello Corbelli
Lo aspettavamo il commento del Sor Corbelli, per alcune ragioni: la prima è il suo stile di scrittura che mi attrae e riesce a stupirmi ogni volta; la seconda è la sua capacità di raccontare una giornata di pesca che se avesse tempo sarebbe capace di farne un romanzo, la terza è la passione e l’amore per la pesca che ancora, dopo innumerevoli anni di battaglie, lo porta ancora a sfidare pesci e avversari come un tempo.
E poi c’è la competenza e la tenacia che è tipica di tutti i toscani, anche se nelle vene gli scorre una piccola parte di sangue romagnolo, che lo porta a raggiungere sempre ottimi risultati.
Il Sor Corbelli da quest’anno è impegnato con la Colmic nello sviluppo delle nuove attrezzature da feeder e conoscendolo siamo certi che saprà stupirci come solo lui sa fare.
Intanto vi invito a leggere la sua versione della gara di Ponzano.
Grande Marcello e Buona lettura a tutti.
Alessandro
“Anche oggi, come ogni santo giorno di questa strana estate, le previsioni meteo annunciano piogge e temporali sparsi. Quella mezza cartuccia dell’anticiclone africano è durato a malapena due giorni, subito scalzato dalla perturbazione numero 6 o 7 di questo mese, che sta attraversando la nostra penisola.
Ormai la pioggia è una noiosa compagna di viaggio per chiunque pratichi attività all’aria aperta e riguardo la nostra passione, i fiumi sono quasi tutti impraticabili a causa appunto delle continue piogge, quando mancano solo pochi giorni all’ultima prova delle Selettive Feeder Centro Sud e con Giove Pluvio che non lascia certo ben sperare, alimentando inoltre lo stato d’ansia di chi deve recuperare un risultato per qualificarsi in occasione di una gara che, nel caso in cui il Tevere sia torbido o in piena, verrebbe inevitabilmente ridotta a una triste tombola.
Comunque sia, se come si dice: “è inutile piangere sul latte versato”; ancor più inutile sarebbe piangere senza sapere se lo verseremo o meno e siccome la voglia di andare a pesca è davvero tanta, vada come vada, almeno io prendo baracca e burattini e vado a Ponzano Romano, gli altri faranno quello che desiderano fare…….” Chi balla, balla e chi un’ balla, stia alle prode”.
Il buon Pino “de Roma” mi ha detto che sono almeno due settimane che stanno abbassando il livello del Corbara e questo significa che la diga frenerà di molto l’acqua torbida che scende dall’alta Val Tiberina e che quindi non dovrebbe incidere troppo su Ponzano, dove il Tevere viene alimentato dalle acque chiare del Nera.
Detto questo, non resta che partire. Alle sei in punto del giovedì antecedente la gara, io, il Pacciani e il Nocentini, due amici della Lenza Senese, partiamo per Ponzano. Alle 7,30 siamo all’Antica Mola a far colazione; alle 7, 45 siamo sul Tevere, dove troviamo un ambiente completamente diverso da quello che avevamo visto in passato, grazie alla Sezione FIPSAS di Roma che ha messo a lucido l’intero campo gara.
Sulle sponde del fiume ora sono rimasti solo gli alberi, senza rovi e sterpaglie, e quello che già a parer mio era uno dei luoghi più belli per la pesca agonistica, adesso è il massimo di quello che ogni pescatore può chiedere, anche se purtroppo rimangono ancora alcune “isole” di rifiuti lasciati da quelle “merde umane”, italiani o meno che siano, che trattano la natura ancora peggio della loro lurida latrina domestica.
L’acqua del Tevere non è torbida, ma guardando il fiume, si vedono bene in sospensione delle inquietanti strisciate color nocciola che scorrono, trasportate dalla corrente. Le dighe, fra le quali si trova il campo gara di Ponzano sono aperte e l’unica speranza è che quel fango provenga solo dal Corbara e non dall’arrivo di tutto quel finimondo che è piovuto in questi giorni. Non rimane che confidare nel tributo del Nera, il quale pare non aver risentito delle forti precipitazioni.
In ogni modo, quello che importa è che almeno per ora non piove e il Tevere è lì, maestoso e possente, pronto ad accettare la nostra sfida, ma anche, se bene interpretato, disposto a darci qualche utile dritta su come impostare la gara che andremo a fare domenica prossima.
Fra delle persone normali, la regola vorrebbe che almeno in prova ci mettessimo d’accordo sul da farsi, ma la voglia di pescare è più forte della normalità e Stefano Pacciani, come fa sempre, inizia a pescare senza aspettare nessuno e solo dopo averlo infamato a più riprese ci svela che sta pescando a 35 m.,con una miscela di sfarinati Colmic, a base di Speedo e MB 300, la stessa composizione che usa anche Francesco Nocentini e quindi, volendo almeno provare qualcosa di diverso, a me non rimane che affidarmi ad altro, scegliendo una pastura al pesce, sempre made in Colmic: la Special “G” Green, un ottimo sfarinato di colore verde, con una forte componente betainica.
Riguardo la distanza di pesca, siccome Francesco e Stefano stavano già pescando sui 35 m. io, volendo provare altre opzioni, mi sono fermato sulla linea dei 20 m., dove ho pescato con un cage feeder da 40 gr., caricato con pastura, qualche chicco di mais, del bigattini stirati e un po’ di canapa.
Il pesce ha subito risposto molto bene su entrambe le distanze, senza nessuna sensibile differenza fra i brumeggi e le esche proposte. Poi però col passare del tempo, dopo un iniziale equilibrio, mi sono chiaramente accorto che stavo perdendo terreno rispetto a Stefano e a Francesco; anche scambiandoci la pastura il risultato il risultato non cambiava: a me il pesce rispondeva sempre meno.
Era evidente che qualcosa non stava andando per il verso giusto, ma è stato sufficiente allungarsi sulla stessa linea dei miei due compagni, per vedere di nuovo flettere anche il cimino della mia canna. Almeno questo era chiaro: la linea di pesca corta pagava meno di quella più lunga.
Il sabato, giorno precedente l’ultima prova di selezione del Campionato Italiano, il Tevere a Ponzano Romano è pieno di gente e siccome il giovedì eravamo stati a pesca nella parte alta, oggi abbiamo deciso di fermarci nella parte terminale del campo gara, per cercare una diversa conferma di quanto acquisito con le prove della volta precedente, anche se con una quantità di pesce decisamente molto inferiore, tanto che molti di noi si sono dovuti accontentare di qualche pezzo soltanto.
Talvolta però anche la “carestia” serve poiché è il bisogno che aguzza l’ingegno e stimolato da questo, ho cercato soluzioni diverse, lavorando sulla meccanica della pastura che avevo scelto: la Colmic Special “G” Green, che ho poi integrato con la percentuale necessaria di Feeder Basic, sempre della Colmic, rendendo l’impasto un po’ più granuloso e compatto, che è parso subito più gradito al pesce.
Anche la pastura per Ponzano era stata messa a punto, ora non restava che trovare la nostra personale pasturazione, prontamente individuata in un abbondante assortimento di antipasti romani, una bella piattata di rigatoni all’amatriciana e, solo per i più indecenti, un ulteriore piatto di abbacchio alla brace, il tutto consumato presso la Trattoria Antica Mola, allietati dal cortese servizio di una cameriera molto carina e decisamente “callipigia”, il che di certo non guasta, mentre anche il sabato sta passando.
Ormai ci siamo. Alle sette di domenica mattina il Giudice di gara annuncia ad alta voce l’abbinamento dei settori e dei picchetti, dopodiché la rumorosa carovana parte verso i posti assegnati. A me tocca in sorte il picchetto A 6, proprio a fianco dell’amico Giancarlo Asquitti, anche lui “uomo Colmic”, piazzato al picchetto A 7.
Abbiamo il primo di zona, o “Bandierina”, come usano chiamarlo da queste parti, e già di per se questa non è mai una bella notizia, peggio ancora quando ad esserlo è uno del posto.
Al segnale d’inizio i pasturatori volano a svariate distanze, ma tutte più o meno intorno alla metà del fiume, dove servono almeno una cinquantina di grammi per stare fermi. I finali lunghi almeno una settantina di centimetri sono comuni a tutti così come, perlomeno per quanto possibile rilevare, comune a tutti è l’innesco dei bigattini.
Trascorrono infruttuosi una trentina di minuti, dopodiché si iniziano a sentire i primi sciaguattii dei pesci nei guadini e per tutti questo è l’inizio della gara vera e propria.
Perlomeno per quanto mi riguarda, io sono partito alla distanza di 35 m. esatti e lì sono rimasto per tutto il tempo, senza mai avere la necessità di cambiare pesca visto che, salvo qualche momento di stanca, il pesce è stato abbastanza costante, permettendomi di pescare sempre con gli stessi criteri iniziali e cioè con un cage feeder piuttosto generoso, riempito con la mia miscela di pastura Colmic Feeder Basic e Colmic Special “G” Green (davvero fantastica), integrata a ogni lancio con una “ciliegia” di bigatto incollato, un pizzico di canapa e qualche caster.
Unico accorgimento, religiosamente osservato, è stato quello di essere molto metodico nei lanci, eseguiti sistematicamente ogni 5 o 6 minuti; tre bigattini bianchi, innescati in un amo del 16 sono stati l’esca di tutta la gara, anche perché con il verme, o con l’innesco multicolore, non avevo la stessa risposta.
Già a metà percorso la classifica si stava delineando, in un avvincente testa a testa fra me e Giancarlo Asquitti, ai danni di uno sfortunato Manuel Pagliara, tagliato fuori dal dover rilasciare una carpa di almeno 4 kg. la quale, durante la lotta, aveva agganciato la mia lenza.
Al fine gara il nostro settore si chiude con Giancarlo Asquitti del Fishing Club Pontecagnano (Colmic), al comando con 8540 punti, seguito da me, Marcello Corbelli, della P.F.P. (Colmic), con 7900 punti e da Marco Velluti del Team Dama Romana (Milo), terzo con 5660 punti.
Purtroppo però non in tutto il campo gara la pescosità è stata la stessa, tanto che dai settori più bassi sono giunte notizie di qualche cappotto e dove sono stati molti quelli che si sono trovati alla canna del gas, costretti a rifugiarsi in una improbabile pesca al siluro, ma che in più casi, ha fruttato piazzamenti di rilievo.
Ciò nonostante la media del pescato è stata comunque intorno ai tre chili pro capite, a testimonianza di un andamento crescente di questo bel campo gara: un campo gara nemmeno paragonabile a tanti altri ben più blasonati e che merita tutto l’apprezzamento di chi sa bene quale sia l’essenza di una tecnica come il feeder fishing.
Al termine delle operazioni, la classifica generale premia Michele Zamperini (non Zomperini) della P.F.P. Colmic come primo classificato, seguito dai due fortissimi Andrea Balduini e Andrea Canaccini dell’A.P.O. (La Peche Preston), rispettivamente secondo e terzo.
Ora però si riparte da capo e per gli aventi diritto non rimane che preparare bene la prima delle tre prove di finale, che si terrà il prossimo 31 agosto nel Circondariale di Ostellato.”
Un saluto agli amici di Match Fishing, M.C.