CAMPIONATI DEL MONDO DISABILI E MASTER: INTERVISTE SULLA VIA DI ROMA

logo mondiali roma 2014Proprio in queste ore che vedono le nostre Rappresentative Azzurre Disabili e Master avviarsi sulla via di Roma per essere, da domani, presenti all’inizio delle prove ufficiali dei rispettivi Campionati del Mondo, vogliamo pubblicare alcune interviste raccolte in questi giorni ad alcuni dei protagonisti di queste due importanti e prestigiose kermesse iridate che vedranno il Tevere protagonista indiscusso, proprio in uno dei suoi tratti cittadini più prestigiosi, a ridosso della zona storica della Capitale.
Con le parole di Massimo Ardenti, C.T. dei Master, Alberto Neri, C.T. della Nazionale Disabili, Luciano Bazza, atleta della Nazionale Master e Sergio Sacchetti, componente lo Staff Tecnico ancora dei Master, vogliamo fare il nostro più sentito “buon viaggio, ragazzi” e…

 

ardenti ridottaMASSIMO ARDENTI

MASSIMO ARDENTI – C.T. NAZIONALE MASTER – CAMPIONE DEL MONDO IN CARICA

Massimo, innanzi tutto due parole sullo stage che avete svolto a fine giugno…

I convocati hanno trovato una situazione tecnicamente molto varia in Tevere, con acque velocissime, un fondale complesso da decifrare e pesci estremamente difficili da catturare. ”

 Massimo, qual’é il tratto di Tevere interessato al Mondiale Master e come prevedi possa essere la pesca che troverete?

“Esattamente siamo nel tratto che comprende vari impianti sportivi del CONI, esattamente  a monte e a valle del Ponte della Musica, zona dello Scivolo, perchè é presente uno scivolo in cemento utilizzato per alare le barche.  Noi saremo nella parte alta  mentre i Disabili saranno a valle di noi, dopo uno stacco. E’ un tratto di fiume a corrente molto veloce, con il fondale irregolare, disseminato di sassi di varia dimensione. Non dobbiamo dimenticare che il Tevere, anche se siamo a pochi chilometri dal mare, a Roma ha ancora un assetto quasi torrentizio, con zone di acqua bassa, spianate, strettoie ecc. quindi occorre essere innanzitutto pescatori in grado di ‘leggere’ il fondale davanti al picchetto e di saper lavorare attorno agli ostacoli sommersi. Mi aspetto una gara molto difficile, probabilmente con poche catture, anche di grossa taglia. Le specie delle acque interne sono tutte presenti, a cominciare dai grossi barbi europei, ai cavedani, alle breme, ai carassi e alle carpe di ogni taglia; c’è anche della minutaglia, molti gardon, ma insidiabili a seconda del livello del fiume, che risente molto delle precipitazioni circostanti la capitale e degli apporti dell’Aniene e di altri corsi minori.”

 Insomma, mi sembra di capire che il “fattore casa” non sarà molto favorevole a noi…

“Guarda, quando si decide di organizzare una competizione come questa, non si sceglie per forza un campo di gara favorevole ma si opta per una soluzione che consenta di avere una organizzazione efficace, una logistica buona per tutti. In questo caso il campo di gare é nuovo o quasi anche per noi, perché non si disputano molte competizioni in città, quindi siamo alla pari con le altre Nazionali.”

Massimo, tu sei romano. Cosa provi, ora, alla vigilia di un Campionato del Mondo che disputerai nella tua città, soprattutto in questa città…

“Non ti nego che, nonostante io abbia disputato centinaia di gare, questa che ci apprestiamo a disputare riveste per me una valenza speciale. Il campo di gara é inserito in un contesto molto bello, in pieno centro praticamente, sotto gli occhi del CONI e delle massime autorità nazionali. La responsabilità che sento, che sentiamo, é certamente molto grande e noi faremo ancora di più di tutte le altre volte per tenere alti i colori dell’Italia. Per fortuna so di avere una Nazionale molto forte e di carattere, come ha dimostrato in altre occasioni, quindi daremo il massimo, qui a Roma!”

DSC_3395 neri ridottaALBERTO NERI

Alberto, Prima di entrare nei dettagli di quella che sarà la prossima avventura sportiva della Nazionale Disabili, vogliamo ricordare i nomi degli atleti che hai selezionato per far parte della Rappresentativa?

“Certamente. Iniziamo dal Campione Italiano 2014 uscito dalla prova al lago di Lammari, Fabio Coscia; oltre a lui ci sono Damiano Speroni, Giovanni Bottazzi, Oscar Ferrari, Alfredo Granaglia ed un nome nuovo per il nostro settore, Franco Conte. Come già per la Nazionale Master, anche noi abbiamo deciso di portare 6 atleti anziché i soliti 5, perché abbiamo voluto dare un segnale di apertura a nomi nuovi che hanno meritato nel corso dell’anno. Franco è ancora un agonista del Colpo, ha esperienza e gareggia a certi livelli.”

 Come ti immagini l’impatto di disputare un Campionato del Mondo, per atleti italiani, in una cornice come Roma?

“Non solo lo immagino ma ne sono sicuro che gareggiare a Roma sarà certamente una tara emotiva di un certo peso. Saremo in un contesto speciale come il Tevere in pieno centro cittadino, a due passi dai Fori Imperiali, la cerimonia di inaugurazione si svolgerà in Campidoglio e la premiazione é prevista allo Stadio dei Marmi, vicino al Foro Italico: un programma da far accapponare la pelle e l’emozione sicuramente si farà sentire, almeno all’inizio.”

Parlaci delle tue impressioni sul campo di gara dopo lo stage di inizio luglio…

“Io conoscevo questo tratto, denominato ‘Lo Scivolo’ per avervi disputato una finale di Italiano per Società oltre 20 anni fa. Noi saremo dislocati nel tratto di fronte alla Canottieri Roma e Canottieri Lazio. Oggi é un campo di gara che viene usato per attività locali, quindi non é molto frequentato. Come scenario a me è venuto in mente il paragone con i gladiatori, che si trovavano a combattere in uno scenario carico di significati storici unici. Dal punto di vista tecnico é un fiume, con i pregi e i difetti di un fiume, che può riservare sempre delle sorprese, per quanto lo si possa conoscere bene. Il fattore casalingo in parte viene a cadere per noi perché nessuno degli Azzurri ci ha mai pescato e non abbiamo dati tanto differenti dal resto delle 10/11 Nazionali presenti.”

 Un buon numero, per la categoria…

“Si, direi che dovremmo essere questi. E’ un buon numero, anche se le partecipazioni, sempre più, risentono del fattore distanza e costi da sostenere, esattamente come succede nei nostri circuiti nazionali: la crisi si fa sentire anche a livello di Federazioni, é inevitabile. Certamente il fattore di attrazione di pescare a Roma credo abbia aiutato a convincere qualcuno in più a partecipare.”

Che valutazioni tecniche hai tratto dopo lo stage, come siete orientati dal punto di vista tecnico?

“Nei due giorni abbiamo disputato prove sia di mattino che pomeriggio, variando il tratto. Il campo è molto difficile, inutile negarlo; per fortuna il fatto di avere presenti praticamente tutte le specie ittiche ci da modo di spaziare un po’ nelle scelte. Una ulteriore difficoltà per noi consisterà nel fatto che le quattro zone hanno caratteristiche morfologiche differenti: le prime tre sono ubicate in un tratto abbastanza rettilineo caratterizzato da una corrente molto sostenuta; in quarta zona, staccata dalle altre tre, la corrente si sposta verso la parte opposta e il tratto interessato ha una velocità molto modesta, dove sarà necessario un approccio completamente differente. Nelle prove le specie prevalenti che abbiamo pescato sono state le breme ed i barbi con la roubaisienne ma prevedere come reagirà il fiume dopo quattro giorni di prove e pasturazioni continue é molto difficile, proprio perché sarà una condizione assolutamente nuova. Molto dipenderà anche dalle condizioni meteo, perché il fiume risente delle precipitazioni della zona e varia con molta frequenza il suo aspetto.”

 Spaziamo un attimo su quello che é il movimento dei disabili nella pesca sportiva italiani. A che punto siamo?

“Io parto dal fatto che la pesca agonistica per me è uno sport, che mi porta alla competizione. Nonostante il lavoro divulgativo di Riviste, Siti e Tv in questo senso, avvicinarsi alla pesca agonistica per molti disabili è visto come una ulteriore difficoltà rispetto alla pratica di altre specialità sportive paralimpiche. Molti considerano la pratica della pesca in genere come una pratica che richieda di esercitare in ambienti difficili, scomodi, mentre invece non é sempre così. La Federazione si sta muovendo moltissimo in questo senso per dare visibilità a questa attività e credo che la scelta di Roma come palcoscenico per queste due rassegne iridate vada anche in questo senso: dare visibilità alla pesca sportiva ed agonistica per rilanciarne l’immagine. Personalmente, quest’anno ho ricevuto molte telefonate e richieste di spiegazioni su come e dove poter esercitare il nostro sport e questo é certamente un buon segnale, credo voglia dire che gli sforzi della Federazione stanno finalizzando qualcosa di positivo.”

 So che in questo senso, anche gli stessi atleti stanno facendo promozione nei Circoli ed Associazioni di Disabili sparse sul territorio…

“Si, i ragazzi sono molto in gamba anche in questo. Da tempo Giovanni Bottazzi, lo stesso Fabio Coscia, si stanno spendendo per dare risalto alla nostra specialità ma anche gli altri atleti della Nazionale.”

 Vogliamo ricordare anche chi sono gli accompagnatori dei nostri atleti nella spedizione capitolina?

“Gli accompagnatori sono sempre più una parte integrante e fondamentale della Nazionale Disabili, un apporto insostituibile senza il quale parte dei nostri successi non sarebbe arrivata. Ho chiesto alla Federazione di poter avere degli accompagnatori scelti da me, degli agonisti di esperienza ma giovani, perché forniscono uno stimolo maggiore agli atleti. Sono con noi da tre anni, ormai, e sono Marco Frigerio, Fabio Tesconi, Marco Mazzetti, Alessandro Bianchi e Fiorenzo Traina. Formano un team affiatato e consolidato e pur cambiando alcuni dei nomi della Nazionale, lavorano sempre bene.

Una parola particolare e di grande affetto voglio spenderla per Franco Bisi, impropriamente definito come Vice Capitano ma in realtà molto di più, per me: questa per me é una fortuna ed un piacere immenso. Voglio ricordare che Franco, oltre che Presidente della Sezione di Torino, é stato il primo responsabile dei Giovani e, agli inizi, anche della categoria dei Disabili e tutt’ora svolge un lavoro silenzioso ma preziosissimo in questo senso, dando consigli preziosi e supporto alle varie iniziative che si mettono in campo in questo settore con le Associazioni. Grazie Franco!”

bazza ridottaLUCIANO BAZZA

Luciano, sei in procinto di partire per Roma per disputare il tuo 5° mondiale. Vogliamo ricordare il tuo tabellino nelle rassegne iridate Master a cui hai partecipato?

“Il mio primo Mondiale Master l’ho disputato nel 2010. Eravamo in Belgio, a Gand e feci un primo ed un terzo di settore. Come squadra arrivammo terzi a pari merito con i secondi.

Nel 2011 fu Firenze, per i Giochi Mondiali della Pesca. I miei piazzamenti furono un primo ed un secondo di settore, pescando le alborelle. Al termine sono salito sul podio due volte: oro a squadre e terzo assoluto individuale.

L’anno seguente siamo stati in Portogallo, un Mondiale tecnicamente difficile, in cui realizzai un secondo ed un quarto di settore. Ricordo che ruppi un pesce molto grosso dopo un combattimento al cardiopalmo con amo e filo sottile. Perdemmo l’oro a squadre per un punto e fu argento.

Nel 2013, in Bosnia ci siamo rifatti. Ho pescato solo la domenica ed ho fatto il terzo di settore. Oro a squadre e il bel oro individuale di Tino Pagliari.”

 …e 2014, Roma!

“Si, Roma. Naturalmente deciderà il CT Ardenti, io sono pronto a fare quello che mi chiederà.”

 Cosa ti aspetti da questo Tevere?

“Sarà un Mondiale molto difficile. E’ un campo di gara molto difficile, che risentirà anche delle condizioni meteo, visto che risente molto delle piogge che stanno cadendo copiose in Italia Centrale. Il fiume ha delle escursioni di livello e velocità molto ampie e bisogna essere pronti a tante soluzioni. C’è anche un fondale molto accidentato, che bisogna saper leggere bene tramite le passate del galleggiante. Nello stage di fine giugno sono stati presi pochi pesci, grossi. Qualche barbo e qualche breme; altri pesci sono catture più sporadiche, anche se son presenti cavedani, carassi, carpe, muggini, alborelle, gardon, perca…”

 Non ci sono pesche di difesa, al pesce piccolo, in cui siamo certamente molto forti?

“Non credo. C’è del pesciolame come alborelle e gardon ma non credo ci si possa fare affidamento più di tanto. Occorre fare comunque distinzione tra le varie zone. Nel nostro tratto, attorno al Ponte della Musica, la prima zona é disegnata in un punto in cui la corrente passa dalla parte opposta e la velocità é molto minore rispetto alle altre tre. Qui c’è anche della vegetazione sotto sponda possono usare lenze anche da meno di un grammo. Questo ci obbligherà a preparare tante lenze per la roubaisienne e in prima zona si potranno anche usare le bolognesi. Sotto, invece, l’unica canna usabile dovrebbe essere la roubaisienne, a 10 metri ed 11.50.”

 Dal punto di vista logistico, é un campo di gara comodo?

“Comodissimo. Alle nostre spalle c’é una banchina pianeggiante molto comoda e anche i panchetti si sistemano molto bene. Pensa che durante lo stage siamo stati visitati anche dal Sindaco Marino, che è arrivato alle nostre spalle in bicicletta e ci è venuto a salutare. Ci ha fatto molto piacere!”

 Sarà il tuo  secondo Mondiale in Italia, dopo Firenze 2011. Cosa si prova a gareggiare in casa, in quel contesto?

“Ti rispondo in due parole: se ci penso mi viene già la pelle d’oca! Pescare a Roma credo sarà differente, penso ci sarà un bel pubblico e la voglia di ben figurare sarà ancora maggiore che in altre occasioni. A Firenze c’era una pesca, le alborelle, che sentivamo molto nostra; a Roma le condizioni e le tecniche da usare saranno più consone forse ad altre nazionali, abituate maggiormente a pescare in acque profonde e molto veloci dei pesci di taglia.”

Il fattore ‘casa’ quindi é in parte annullato, come di diceva lo stesso Ardenti la scorsa settimana parlandomi del tratto dello Scivolo?

“Bhe,  credo di si. Quello che troveremo a Roma é più consono ai tedeschi, agli inglesi o ai francesi. Poi se andremo meglio noi, tanto meglio!!!”

Avete già un idea di come affrontare le acque del Tevere?

“Molto dipenderà dalla velocità dell’acqua ma nel tratto basso credo che useremo pasture molto leganti, bigattini e ghiaino. Nel tratto alto, più lento, ci sarà spazio per qualche differenziazione, che dovremo definire durante le prove ufficiali, magari sarà importante anche il fouillis.”

Se sarai chiamato a pescare nel quartetto titolare, quale zona preferiresti?

“Non mi dispiacerebbe trovarmi nelle zone basse, con le acque veloci. In questo tratto si pastura molto a mano e, modestamente, credo di avere una buona precisione in questo senso.”

 

 sacchetti ridottaSERGIO SACCHETTI

Sergio Sacchetti. Tu sei stato chiamato a far parte dello Staff Tecnico di questa Nazionale. Una convocazione che ti aspettavi?

“Sinceramente: assolutamente no! E per questo mi ha fatto ancor più piacere la lettera che mi è arrivata due settimane fa dalla Federazione. Visto che la squadra é campione del mondo in carica, era giustissimo che fosse riconfermata in toto anche per il 2014. Già la convocazione per lo stage di fine giugno, a cui ho partecipato con grande entusiasmo, è stata una bella soddisfazione ma, per il motivo che ho detto prima, non pensavo ci potesse essere un’apertura a qualche altro nome. Questa chiamata per entrare a far parte dello Staff Tecnico mi lusinga molto e ne approfitto per ringraziare la FIPSAS e il CT Ardenti per questo onore, che cercherò di ripagare con la mia massima disponibilità.”

 Com’é stato lo stage per te, Sergio?

“Sono stati due giorni difficili dal punto di vista tecnico, per le condizioni del fiume e per la tecnica da dover usare. Si sono catturati pochi pesci, alcuni dei quali hanno rotto o si sono slamati. Ci ha disorientato sicuramente la velocità della corrente.”

Hai già avuto contatti con il CT Ardenti? Sai già quali saranno i tuoi compiti nella settimana del Mondiale?

“Assolutamente no ma, come ho detto prima, non ci son problemi: io sono a disposizione del CT per qualsiasi cosa mi sia chiesto fare. Sono talmente contento di questa convocazione che il lavoro non mi spaventa affatto.”

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