STEVE RINGER: “COME HO VINTO L’ORO MONDIALE FEEDER”

Testo e foto fonte Angling Times

(traduzione di Mario Molinari)
MARIO

Con la scelta dell’Irlanda come paese organizzatore della quarta edizione del Mondiale Feeder e il lago di Inniscarra quale campo gara, la pressione sulle ambizioni della nostra formazione e su i suoi componenti è stata fin dai primi momenti della preparazione ancor più alta che nei precedenti campionati. Dopo due bronzi in Belgio ed in Sud Africa le aspettative di tutti i nostri tifosi erano quelle che conquistassimo finalmente l’oro!
La squadra, dopo alcune vicende extra sportive che avevano messo ulteriore pressione al nostro capitano Tom Pickering, fu composta con alcune conferme ed alcuni avvicendamenti. Io e mio fratello Phil, oltre a Mick Vials e Adam Wakelin fummo confermati, con Dean Barlon e Rob Wootton a completare la formazione.
Nei termini della preparazione nulla fu lasciato al caso. Dopo i sopraluoghi dei nostri capitani nel Luglio del 2013, all’inizio di Giugno di quest’anno abbiamo partecipato con l’intera formazione a quattro gare nei settori del Mondiale, e ad altre tre, nei giorni precedenti la chiusura del campo prima della manifestazione iridata per due settimane.

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Nella nostra prima visita la pesca fu eccellente ma composta di soli skimmer, con pochi altri pesci del tutto irrilevanti.
Nella seconda occasione della nostra spedizione in Irlanda, gli skimmer erano sempre presenti, ma con un buon numero di gardon e ibridi, che non poteva essere sottovalutato.
Sulla base di queste due esperienze sul campo di gara del Mondiale, ci siamo approcciati alle prove ufficiali per verificare e confermare a noi stessi ciò che avevamo intravisto, e mettere a punto altri dettagli. In pratica, nulla era drasticamente cambiato, solo che gli skimmer davano l’impressione di non essere più presenti nel numero e nella consistenza di Giugno, ma con i gardon e gli ibridi sempre più abbondanti, ed alcuni team pronti ad impostare la gara sulla prevalente cattura di questi pesci, in particolare i padroni di casa del Team Irlandese. All’ultimo giorno delle prove di Venerdì avevamo stilato il nostro piano con fiducia nella bontà delle nostre scelte, ma ci rimaneva solo un pò di apprensione se mai avesse funzionato al momento di confrontarci con tutte le altre squadre, in settori da 25 pescatori.
Il nostro piano si basava su alcune scelte fondamentali, con la più importante relativa alla profondità a cui pescare.
Fin dall’inizio delle prove, ci eravamo accorti che pescare alla profondità misurata con una goccia di piombo da un oncia, contandone la sua discesa fino a 12, rivelava una buona propensione degli skimmer ad alimentarsi a quella altezza di fondo. Inoltre, fu evidente che a quella profondità la taglia di gardon e ibridi era senz’altro più consistente. Pescando in acque meno profonde l’attacco all’esca di piccoli pesci era più ricorrente con gli skimmer assai meno numerosi. Andando a pesca su maggiori profondità comportava la cattura di anguille, non ammesse dal regolamento per la protezione della specie che vige in queste acque, quindi scartammo a priori questa opzione. Una delle cose che ci ha facilitato è che la magica profondità del conteggio a 12 si rivelava a diverse distanze dalla sponda, e quindi per i capitani dei team che
ci osservavano era assai difficile capire la motivazione di linee di pesca differenti messe in atto dai componenti della nostra squadra durante le prove.
Inoltre per provare a noi stessi la bontà di questa intuizione, ogni giorno solo due componenti della squadra pescavano a questa profondità, e la resa del loro pescato fu sempre eccellente.

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La pastura e la sua meccanica di scioglimento è stata inoltre una scelta vitale. Se il mix era troppo asciutto e fumoso attirava i pesci piccoli, mentre con ingredienti del tutto inerti potevamo garantirci una taglia di pesci assai più consistente. Il mix era composto da 45% do Sensas Magic, 45& di pane belga bruno, e 10% di Pastoncino Sensas rosso. A questo abbiamo aggiunto una piccola quantità di colorante nero per scurire il mix, senza comunque farlo diventare nero. Abbiamo sempre bagnato la pastura la sera prima e in modo molto abbondante così che potesse assorbire tutta l’acqua in eccesso.
La scelta delle esche è stata inoltre molto importante, in quanto all’inizio della settimana di prove gli skimmer gradivano molto i vermi tagliati, ma fin dal mercoledì ci accorgemmo che quelli catturati avevano in bocca il segno degli ami con cui erano stati precedentemente catturati, e che quindi non vi era un numero crescente di questi pesci attratti dalla pasturazione del campo gara. In funzione di questa osservazione, già dal giovedì provammo a usare il fouillis per attirarli, anzichè i lombrichi. Questa scelta fu pianificata per i quattro settori del lago, mentre per quello staccato del Garden Centre, essendo molto meno profondo, fu lasciata libera interpretazione del pescatore che vi fosse capitato, come meglio operare, anche in termini di distanza dalla sponda.
Alla fine delle prove ufficiali, e con un piano d’attacco deciso di comune accordo, non restava che attendere il sorteggio.
Il primo giorno capito all’A22 e sono felice di aver evitato la grossa baia che si pone nei numeri alla mia sinistra. Gli altri componenti della squadra non hanno posti eccezionali, prova ne sia che al Garden dove servirebbe un numero alto prendiamo il 7, e Mick Vials ha in sorte un picchetto che si preannuncia pieno di incagli nel settore D.

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Ma torniamo al mio posto di gara, dove mi preparo ad affrontare la prima gara del Mondiale montando cinque Daiwa Tournament Pro da 11 piedi con quiver tip da 1 oncia. Sono accoppiate a mulinelli TDR 4012 caricati con del trecciato Matrix da 0.10 e con uno shock leader di Daiwa Tournament ST da 8 libbre, lungo poco più di una canna e mezza e con soli due giri in bobina quando sono in posizione di lancio. La lenza è un semplice paternoster scorrevole con terminali di Drennan Double Strenght da 14.8 e amo rosso Kamasan B512 del 10. Potrete pensare che un 10 sia un amo enorme per la taglia di pesci a cui è dedicato, ma con esemplari che non hanno mai visto un amo in vita loro, ci siamo tutti resi conto che fosse più facile allamarli e non perderli durante il recupero. La lunghezza del finale è perfetta al limite dei 50cm, e tre delle mie canne le preparo con questo finale. Le altre due le monto con terminali lunghi 65cm nel caso che debba dedicarmi a pesci piccoli.

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La scelta dei feeder è quella di cage di plastica della Nisa da 28g e 44g. Nelle prove ci è parso importante che gli skimmer potessero vedere bene le esche contenute nel feeder, così abbiamo scelto quelli con cinque e sei file di fori.
Il 28g sarà usato per gli skimmer ed il 44g per i gardon.
Dedico la massima attenzione pre-gara alla misurazione del fondo. A 21 metri conto 11 e a 30 metri conto 12, cosa che rivela un degradare del fondo molto lento. Così decido per clippare tutte 5 le canne a 30m e mi preparo ad attendere l’inizio della competizione.
Riguardo alle esche ho preparato, in base al regolamento, mezzo litro di fouillis e ver de vase per l’innesco, un litro e un quarto di lombrichi da taglio, un quarto di litro di casters, un quarto di litro di bigattini, e un quarto di litro di vermi rossi e piccoli dendrobena per l’innesco. La pastura è nella quantità di 10 litri e per giungere al limite di 12, aggiungo un litro di mais ed uno di canapa per ogni evenienza.
Il periodo di dieci minuti di pasturazione ha inizio, e in questo tempo lancio tre grandi cage pieni di vermi tagliati e fouillis, ben compressi da due tappi di pastura. I concorrenti al mio fianco buttano molto di più, e devo ammettere di aver temuto che la nostra scelta di squadra non fosse la migliore. Pensiero subito fugato da un buon inizio, con una sequenza di catture di 5 gardon di taglia da 50-60gr nei primi 5 lanci, cosa che mi calma la tensione emotiva dell’inizio gara. L’innesco è quello di un bigattino punto a metà corpo, che in prova abbiamo verificato come utile a non sbagliare molte abboccate. Un paio di ibridi da 200g seguono di lì a poco, prima che le abboccate diminuiscano di intensità. Solitamente in prova questo era il segnale che gli skimmer fossero arrivati e così passo a integrare la pastura nel cage con del fouillis e metto all’amo un fiocchetto di piccoli lombrichi rossi. La scelta produce delle false abboccate, pesci che passano sul filo e che generano movimenti del vettino di pochi centimetri. E’giusto il caso di togliere le mani dalla canna e mettersi in attesa di vere e proprie abboccate. Così succede che il quiver va in piega, e il primo skimmer di circa 750g è a guadino. Altri due seguono di lì a poco, prima che i gardon facciano nuovamente la loro apparizione. Questa sequenza è tipica del lago di Inniscarra, dove sembra impossibile trattenere gli skimmer a lungo in pastura. Dopo averne presi alcuni, si allontanano, e proprio per questo il nostro piano di squadra è stato
impostato a prendere tutto, contrariamente a chi ha deciso di indirizzare la pesca solo ai pesci di taglia, con il rischio di lunghe attese senza catture, ponendo fiducia ad un grosso innesco.
Sento di poter definire le mie prime due ore di gara come perfette, con 9 skimmer e 40 gardon nella nassa. Poi ho perso uno skimmer all’inizio della terza e le abboccate si sono azzerate. Questo accadeva spesso nelle prove ufficiale, per cui non mi sono preoccupato troppo della cosa, certo che i pesci si sarebbero fatti vivi nella quarta
ora della competizione. E ciò accadde davvero, con una bella serie di skimmer nei 90 minuti che restavano alla fine della gara conditi anche da una serie di discreti gardon.
Le voci del settore davano per scontata la vittoria come un affare tra me e l’olandese Van de Stadt e quando fu pesato il suo pescato a 8k600g, devo ammettere che non avessi la più pallida idea di quanto ne avessi io in nassa. Solo all’arrivo della bilancia ed estraendo dall’acqua i miei pesci ebbi subito la percezione di averne di più, confermato dagli 11k130g del responso. Ancor più belle le notizie dai compagni di squadra con Adam 3rd, Phil 2nd, Dean 4th e Mick 1st ed un totale di sole 11 penalità per il Team England.

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Con 12 e 13 punti di vantaggio su Irlanda e Olanda al momento di affrontare gara due, capimmo di essere sulla buona strada per l’oro, ma che ancora molto dovesse essere fatto!
L’alba del secondo giorno con una prospettiva di una bella giornata di sole, dopo la pioggia di sabato, inizia con i nuovi sorteggi dei posti gara. Per me è C4, e per la squadra abbiamo il numero 1 al settore del Garden, ancor più lontano dai picchetti buoni. Per quel che mi riguarda, anche in prospettiva individuale, almeno non dovrò combattere con esterni di campo.
Preparo le stesse canne del giorno precedente. Quando misuro il fondo a 21m conto solo fino a 6. A 30 metri, conto dieci e per trovare il magico 12 devo arrivare a 33 metri. Ne parlo con il capitano, e Tom mi conferma di pescare a quella distanza. La tattica di pesca , pasture ed esche restano le stesse, come avremmo potuto cambiarle dopo aver messo insieme 11 penalità in cinque pescatori?!!!
Giunge il suono di inizio pre-pasturazione, e faccio tre lanci del feeder pieno di lombrichi tagliati, fouillis e alcuni chicchi di mais. Per esser certo che il contenuto del feeder si disgreghi perfettamente ad ogni lancio, lascio un intervallo di tempo di tre minuti.
La mia gara inizia bene, e nonostante non vi sia evidenza di skimmer nel mio picchetto, catturo con regolarità gardon e ibridi. Alla fine della prima ora, ne ho infatti già
in nassa 38, di taglia tra i 50 e gli 80g di peso. Continuo a riempire il feeder con vermi tagliati finemente, comprimendo la pastura in modo deciso perchè tutto scenda a fondo.
Non essendoci breme disposte ad abboccare, ho deciso di tagliare l’idea d’uso del fouillis, concentrandomi a catturare piccoli pesci per mantenere un ritmo che mi consenta comunque di aumentare il peso delle catture. La decisione si dimostra azzeccata in quanto anche nella seconda ora prendo 29 pesci, senza alcuno skimmer, e da ciò che sento dei commenti sulla sponda sembra proprio che nessuno del mio settore ne abbia ancora catturati.

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Con questa notizia pervenutami, deciso di continuare a pesci piccoli e ne prendo 18 nella terza ora. Ho continuato a pasturare con dei vermi tagliati finemente e nonostante abbia provato ad alternare gli inneschi nulla
funziona meglio di un singolo bigattino rosso infilzato a metà corpo sull’amo.
Nella quarta ora, la mia gara ha un drastico cambiamento. Con gli ibridi sempre più difficili da catturare e qualche skimmer che comincia ad abboccare agli avversari, è tempo di un drastico cambiamento. Il vice capitano Glenn Lawrence mi porta la notizia che la squadra sta facendo bene con tutti i suoi componenti, e che l’oro a squadre è già in tasca. Mi dice che Tom gli ha espressamente richiesto di provare a farmi rischiare tutto il possibile per l’oro individuale, visto che la mia attuale posizione si attesta attorno al quarto del settore di mia competenza. Mi consulto con Glenn, e visto che ho ancora pressochè tutto il fouillis a mia disposizione, decido di mettervi mano da qui alla fine, nella speranza di mettere in fila una bella sequenza di catture di skimmer, che è ciò che mi serve per essere competitivo al peso finale. Dopo venti minuti non ho ancora un’abboccata degna di tal nome, ma ho delle indicazioni del passaggio di pesci sul filo. Saranno degli skimmer?
Metto dieci ver de vase al grosso amo e mi metto in attesa. Dopo pochi istanti dall’aver messo in tensione il vettino della canna, esso va in decisa tensione, e mi porta a guadino un pesce di 300g.
Altri due seguono in altrettanti lanci, ma perdo il terzo in un incaglio. Questa “disgrazia” sembra preludere ad un deciso calo di attività dei pesci in pastura, ma continuando a rilanciare ogni 90 secondi un feeder pieno di fouillis, i pesci ritornano, e ne prendo nove nell’ultima ora di gara, nonostante alcuni momenti di panico con pesci allamati fra gli incagli del fondale.

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Alla sirena del fine gara, penso onestamente che avrei potuto fare meglio. Le notizie che arrivano dalla sponda danno la mia posizione in lotta con quella del danese Soren Sorenson. Sono il primo a pesare e il responso della bilancia è di 11k e 643g. Seguo con lo sguardo Glenn che continua per me ad osservare le fasi della pesatura del settore C. Quando arriva al picchetto del danese, sento un’esplosione di gioia ma non capisco a cosa possa riferirsi. Solo quando vedo Glenn corrermi incontro capisco di averlo battuto e di aver vinto il settore. Ora non resta che attendere i risultati degli avversari che avevano vinto come me in gara uno. Nel frattempo mi avvisano che Mick Vials ha fatto secondo nel suo settore e che al Garden il tedesco Felix Scheurermann con un incredibile cattura di 280 gardon per oltre 15 chili di peso non è riuscito a battere il rumeno Benzar, che ha vinto con le breme il suo settore. Sono Campione del Mondo e l’emozione di un traguardo a lungo sognato comincia a lasciare il segno dentro di me. Ancor più quando ho la certezza del doppio oro a squadre, con un’altra stupenda performance a 15 penalità, che ci fa concludere il Mondiale a soli 26 punti contro i 62 degli irlandesi ed i 77 degli olandesi. Un punteggio che diventerà storia e credo molto difficile da eguagliare. Mick Vials salirà con me il podio, ottenendo il bronzo, in una settimana da ricordare per sempre, e che personalmente non dimenticherò mai.
Per concludere voglio esternare un grande ringraziamento a Preston Innovations che ci ha permesso di arrivare a questo risultato con un aiuto tangibile. E a Tom Pickering che ha investito la sua vita in questo progetto capitanando questa squadra, e mettendo definitivamente da parte le sue ambizioni di pescatore. Infine a Glenn Lawrence, perchè ogni capitano ha bisogno di un grande assistente, e Tom ha di certo in lui uno dei migliori al mondo.

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