STOP ALLA PESCA DI FRODO!!

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Una bella, spontanea ed autofinanziata iniziativa é stata messa in atto dai componenti della  Lenza Emiliana Feeder oggi, durante la prima prova del Campionato Italiano individuale di Feeder svoltasi ad Ostellato.

Da una idea di Paolo Zaffani concretizzata da Paolino De Guidi e signora (che ha applicato sulle t shirt le scritte dell’iniziativa!) i ragazzi della società emiliana hanno indossato una t shirt con la scritta “STOP ALLA PESCA DI FRODO! ” applicata attorno al disegno di un pesce stilizzato ingabbiato da una rete.

L’iniziativa spontanea di un gruppo di appassionati pescatori prima ancora che agonisti, é la risposta all’ennesima notizia di bracconaggio  incontrollato cui sono sottoposte le nostre acque.

Il valore dell’iniziativa va oltre il semplice desiderio di difendere la parte fondamentale del nostro Sport, i pesci, ma trascende nel bisogno di esprimere una richiesta di intervento alle autorità, legislative e giudiziarie, per fermare questo scempio con il quale ormai quotidianamente entriamo in contatto, non solo sui campi di gara ma su tantissimi corsi d’acqua del nostro Paese.

Il grido di denuncia é innanzitutto una denuncia di carattere igienico sanitario, perché è ormai risaputo che il frutto di questo bracconaggio indiscriminato, perpetrato con mezzi barbari e in spregio a qualsiasi criterio igienico, finisce non solo in laghetti privati per la pesca sportiva ma, soprattutto, termina il suo percorso sulle bancarelle dei pescivendoli di tanti mercati di tante città italiane o nelle cucine di ristoratori con pochi scrupoli che accettano pesce di dubbia provenienza  e senza requisiti sanitari di controllo, con grande pericolo per la salute pubblica.

E’ di questi giorni la divulgazione di uno studio realizzato dall’Agenzia Chimica Europea sulla qualità delle carni di siluri pescati in Po ed in Tanaro nel periodo dal 2009 al 2011. Questo studio denuncia inequivocabilmente l’alta concentrazione di agenti fortemente cancerogeni presenti nelle carni di questi siluri che, ai vertici della catena alimentare, si cibano di pesci nelle cui carni sono presenti agenti tossici.

E’ intuitivo come possa essere pericolosa la commercializzazione e il consumo alimentare di questi pesci che, assieme a breme, carassi, barbi, lucci perca ed altre specie, sono quotidianamente oggetto di bracconaggio nei nostri fiumi e canali.

Ma non è solo il fondamentale diritto alla salute quello che deve muoverci in tutti gli ambiti ma anche una battaglia di civiltà per la tutela di quello che rimane del NOSTRO  patrimonio ittico, nella sua totalità.

Anche e soprattutto per questo, il grido silente ma forte di questi ragazzi che si sono improvvisati strilloni deve essere supportato ed amplificato da ognuno di noi affinché arrivi alle orecchie, spesso inutilizzate, di politici e uomini di legge, affinché si facciano rispettare le leggi in essere o se ne creino delle idonee a mettere un freno a questa piaga dilagante ed impunita.

STOP ALLA PESCA DI FRODO!

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