STEFANO MANNI domenica ha realizzato un sogno: vincere il TRICOLORE!!
Sono tantissimi anni che pratica questo sport ad altissimi livelli, addirittura dal 1994.
Modenese, amante della natura, praticamente è una vita che è tesserato con la societa’ “Alta Panaro Sensas”, con cui partecipa anche al C.I.S. ed oggi è molto conosciuto per la creazione dei suoi galleggianti.
Tanti anni di gare hanno cambiato il suo carattere ed ha raggiunto la consapevolezza di non dover dimostrare piu’ nulla a nessuno, ma di godersi questo sport al massimo ,giorno dopo giorno, gara dopo gara, solo per se stesso .
Ha iniziato a pescare grazie al cugino, che gli ha “attaccato” questa passione ed adora i fiumi come l’Arno, Umbertide ed il Mincio, dove le difficolta’ sono maggiori.
Grazie a Match Fishing, anche questa volta ho avuto la possibilita’ di farvi conoscere un campione.
Buona lettura.
Natascia
Stefano, una vita di sacrifici dedicata a questo sport e finalmente sei stato premiato?
Si, per fortuna nella mia carriera ho avuto tante altre importanti soddisfazioni, ma il tricolore individuale ha veramente un sapore particolare.
La prima cosa che ti è venuta in mente quando eri sul podio, con la maglia azzurra addosso e l’inno italiano che suonava, qual’ è stata?
E’ un’emozione indescrivibile, ti fa’ rendere conto che ti e’ capitata una cosa davvero importante!
Ormai sono trascorsi diversi giorni dalla tua vittoria, ma ad oggi hai capito bene quello che hai vinto oppure ancora sei incredulo?
Sinceramente, non ho avuto ancora modo di pensare, sono stati giorni pienissimi di telefonate e sms di tantissimi amici e conoscenti, che volevano farmi i complimenti, e colgo l’occasione per ringraziare tutti per l’amicizia dimostratami. Comunque sto cominciando a rilassarmi ed a godermi la vittoria.
Chi è stata la prima persona che ti ha detto che eri il nuovo campione italiano?
Appena dopo la pesatura e la mia vittoria di settore, Luca Caslini e Stefano Bastianacci mi dicevano entrambi che gli altri contendenti al titolo non avrebbero ottenuto dei piazzamenti sufficienti a contrastare il mio primo e che avrei vinto, ma io non volevo crederci e fino a quando non ho visto la classifica ufficiale sono stato sulle spine.
Un’annata perfetta, vinci questo campionato con due secondi ed infine chiudi in bellezza con un primo domenica in Fiuma?
Dal punto di vista personale l’annata non potrebbe essere migliore, vediamo di chiuderla il meglio possibile con la mia società,l’ALTO PANARO SENSAS STONFO nel C.I.S., dove attualmente navighiamo attorno alla 12° posizione, campionato che per problemi di lavoro e costi non riusciamo a preparare come vorremmo.
Ci racconti come sono andate queste due ultime prove ?
Se mi permetti Natascia, vorrei fare un cenno alla gara del Fissero, dove sono stato sorteggiato a 6 picchetti da fine gara e il rischio di non riuscire a qualificarsi era molto più che concreto. In quella gara, dove sono riuscito a fare uno strepitoso secondo con 7 kg. di breme, battuto solo da Zanotti ultimo di campo, credo di avere fatto il capolavoro di questa serie finale.
In Fiuma, ci si aspettavano due gare molto difficili ,perché è tutta la stagione che la pescosità è bassissima,poi le recenti immissioni di carpe hanno ancora di più mescolato le carte; sabato la sorte mi ha ridato quello che mi aveva tolto in Fissero dandomi il picchetto A 1. Sono partito a roubaisienne ed ho preso qualche carassiotto e qualche bremetta, ma non era una pescata fluida come il posto poteva far prevedere. Poi, sono uscito all’inglese ed ho preso ancora qualche carassio, chiudendo a 3.600 punti, che però non sono bastati per vincere il settore in quanto il concorrente al numero quattro, anche in virtù di 3 belle carpe, ha totalizzato 3.660 punti. Comunque un secondo di settore che tiene aperte tutte le porte. Alla domenica, dopo l’inversione dei picchetti, capito al B 4 che è la prima pedana dove è stata ricostruita la sponda dopo la frana ……., notoriamente una zona quasi impossibile . Parto a roubaisienne e prendo 4 pesci con una carpotta di 300 gr., poi all’inglese catturo 4 importantissimi carassi che mi mettono in condizione di poter lottare per la vittoria. Quando mancavano 40 minuti alla fine della gara, era tutto morto così, con Setti che mi stava facendo la sponda, decidiamo di cercare una carpotta a roubaisienne e dopo avere pasturato di conseguenza, ho preso la punta dedicata a questa pesca e ………….. la carpotta che mi ha fatto vincere il settore e il campionato è arrivata.
Che materiali avevi preparato?
Pastura “SENSAS 3000 CARPES FINE MOUTURE”, tagliata con la “ 3000 BREME BLACK “,per dare quel colore marrone scuro che avevo valutato giusto.
E la pasturazione, come l’hai affrontata, visto la tanta diffidenza dei pesci?
Sulla roubaisienne: 5/6 palle di pastura scodellate ed una pallina piccola di bigattini incollati. Sulla sponda opposta invece, per l’inglese:un misto di pastura e bigattini incollati.
Le tue perplessita’ su questo campo di gara?
Ho sempre ritenuto la Fiuma, uno dei campi di gara più belli e più tecnici in assoluto, le mie perplessità sono rivolte al futuro in quanto i problemi che quest’anno ha la Fiuma li troviamo anche in altri campi di gara. Credo che, per il bene del nostro sport, si debbano unire le forze delle aziende, delle Fipsas locali e della federazione centrale ,per affrontare tutti assieme il problema “campi di gara”. Sono troppo pochi ed in balia di bracconieri, inquinamento e altre brutte cose . Il problema non è tanto sentito per noi che facciamo il C.I.S., ma soprattutto per chi fa’ i campionati minori che, o è costretto a fare troppi km. per gareggiare, o in campi di gara che negli ultimi tempi si sono rivelati inadeguati. Questa situazione non ha responsabili fra noi pescatori o federazione, ma credo sia importante per tutti cominciare a pensare cosa si può fare e farlo.
Eri uno dei favoriti al titolo dopo la prima prova, come sei riuscito a gestire il peso di avere gli occhi di tutti puntati addosso?
Sai, tanti anni di gare ad alto livello aiutano a gestire queste cose, poi visto il brutto picchetto che avevo domenica ero consapevole che se non fossi riuscito a vincere ,non sarebbe stata una tragedia. Invece anche la bassa pescosità, mi ha aiutato ad annullare gli handicap del posto.
Hai un rito scaramantico prima dell’inizio di una gara?
Un rito vero e proprio no ,ma ti confido che la mia nassa è molto vecchia e rattoppata, ma deve comunque essere con me.
Ed ora hai conquistato anche un posto in nazionale, è dal 1994 che calchi gli scenari di questo ambiente, ma la pesca non ti stanca mai?
Oltre a fare agonismo praticamente da quando ero bambino, lavoro nel settore dal 1987 ed ogni tanto vado in crisi di motivazione, soprattutto per l’attività commerciale; l’ultima crisi di questo tipo, 11 anni fa’, l’ho risolta iniziando a commercializzare con il mio marchio galleggianti da pesca, questo mi ha dato nuovi stimoli. Per quanto riguarda invece l’attività agonistica, non c’è mai stata una vera crisi ma scelte di vita che mi hanno portato a dedicare alla pesca meno tempo ed energie di quanto facevo in altri periodi.
Anche per te ,come ho fatto con la nuova campionessa italiana, vorrei far scoprire ai nostri lettori chi è Stefano Manni: per prima cosa quanti anni hai e dove abiti?
Ho compiuto 50 anni a febbraio ed abito a Vignola in provincia di Modena.
Che professione svolgi attualmente?
Commercio in articoli da pesca.
Segui anche un altro sport?
Seguo la pallavolo solo da spettatore.
Per te la pesca è…….?
La grande passione agonistica della mia vita e, a parte l’agonismo, il passatempo più bello che ti permette di stare a contatto con la natura.
Quanti anni avevi la prima volta che hai preso in mano una canna da pesca e chi ti ha fatto conoscere questo sport?
Penso 3 anni e, siccome in famiglia nessuno pescava, mi facevano andare con il cugino Adriano che mi portava con lui nei fiumi e nei canali e mi ha contagiato con il virus delle gare.
Dopo tanti anni ti ricordi ancora la tua prima garetta di pesca, dove e quanti anni avevi?
Credo 6 o 7 anni in un canale che si chiama Vallicella.
Con quali societa’ hai militato fino ad oggi?
Fino a 17 anni nella S.P.S. Vignolese poi, a parte una piccola parentesi, sempre nell’ALTO PANARO di Vignola. Da questo puoi capire cosa intendevo per scelte di vita nella risposta precedente; non ho mai accettato le offerte delle grosse società per dare un equilibrio alla mia vita che non fosse troppo dipendente dall’attività agonistica, anche perché questa attività non porta introiti che possono fare vivere bene una famiglia.
Se ti chiedessi: la gara piu’ bella che hai vinto in tutti questi anni ?
Mah !!! Sono tante le gare di cui ho un bel ricordo, tuttavia quella che mi sembra abbia qualcosa in più è la seconda del 6 nazioni in Olanda del 2004, quando vinsi un settore bellissimo con piccoli gardon e bremette , gara che mi fece salire sul podio individuale al 3° posto. Come squadra fummo meno fortunati perché perdemmo il titolo per mezzo punto, con un pesce slamato all’ultimo minuto.
C’è un lago, fiume o canale dove adori in particolare pescare?
Da agonista, la sfida è prendere più pesci dei concorrenti ,quindi passa in secondo piano il luogo. Da pescatore, adoro i fiumi, quindi i fiumi che sono anche campi di gara sono i miei preferiti pur con i loro limiti di regolarità. Lo è stato l’Arno a Firenze, lo è l’Arno a Pisa, lo è il Tevere ad Umbertide, ma soprattutto il Mincio a Peschiera, dove ho ricordi fantastici: un’eccellenza dove con l’Alto Panaro avevamo due squadre ed abbiamo dominato con 7 primi di settore, pescando con i caster a galla.
La tua tecnica di pesca preferita?
A questa domanda proprio non riesco a risponderti, perché tutte le tecniche portate ai massimi livelli hanno difficoltà che mi stimolano molto.
Di solito come prepari una gara importante e quanto tempo dedichi agli allenamenti ed alla preparazione dell’attrezzatura?
Purtroppo, questo dipende sempre dagli impegni di lavoro. Comunque, una gara importante come minimo ha bisogno di due giorni di prove per essere preparata bene, con l’apertura mentale di rimettere tutto in discussione fino all’ultimo momento, per seguire l’evoluzione del campo di gara,che nelle gare importanti, vedi club azzurro o C.I.S,. si comporta sempre in modo diverso rispetto alle altre competizioni.
Com’è il Manni pescatore?
Agli inizi della carriera irruento e piuttosto spregiudicato, poi con la maturazione più pragmatico e aggressivo in modo più ragionato, consapevole di non dovere più dimostrare nulla a se stesso.
C’è una persona in questo ambiente che stimi profondamente e con cui hai un legame particolare?
Si chiama Gianni Pedrazzi, è uno dei soci storici dell’ALTO PANARO: quando ero un ragazzino seguivo lui in eccellenza ed in club azzurro, poi lui ha seguito me per tanti anni. Da lui ho imparato tanto sia a livello tecnico che commerciale.
Cosa consiglia il neo campione d’Italia ai giovani ragazzi che vogliono avvicinarsi a questo sport ?
Di non perdere mai l’umiltà , anche quando arrivano i primi risultati importanti; nella pesca come nella vita non si è mai terminato di imparare. Ma soprattutto di non mollare mai: prima o poi passa il treno giusto, bisogna essere pronti a prenderlo.
Dopo il tricolore cosa sogni ancora?
La carriera agonistica mi ha dato tanto, la mia vita personale non è tanto diversa da quella che vorrei, spero solo di avere la possibilità di divertirmi a fare agonismo fino a quando non mi stancherò io.
Vuoi ringraziare qualcuno?
Sicuramente la mia famiglia, mia moglie e le mie due figlie che sopportano tutti i disagi della mia attività agonistica
Ancora tanti complimenti e grazie mille per avermi dedicato un po’ del tuo tempo.