CIS FEEDER – LENZA EMILIANA TUBERTINI CAMPIONE D’ITALIA

Dopo una bellissima sfida, che ha visto cinque squadre lottare fino alla fine, a spuntarla, e vincere meritatamente questa prima edizione del Campionato Italiano per Squadre di Società di Feeder Fishing è stata la squadra “A” della Lenza Emiliana Tubertini, composta da Manuel Marchese, Stefano Mariotti, Michele Capoccia e Paolo Zaffani.

Complimenti agli alfieri di Bazzano che con questo ennesimo titolo sugellano un’annata veramente spettacolare, portando a termine il Grande Slam o prendendo in prestito un termine calcistico il “Triplete”.

Infatti in questa stagione la Lenza Emiliana Tubertini ha conquistato lo scudetto nella Pesca al Colpo, nella Canna da Natante, ed  oggi nel Feeder Fishing, quindi…..

BRAVI BRAVI BRAVI !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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CLASS FINALE CIS feeder 2014

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 I complimenti vanno estesi ai ragazzi della Lenza Club Mogliano Preston che chiudono in seconda posizione, ai ragazzi della Bellaria Rimini Maver terzi, che hanno reso veramente entusiasmante fino alla fine questa prestigiosa competizione.

LENZA MOGLIANO PRESTON

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BELLARIA RIMINI MIRAMARE MAVER

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Il commento di Alessandro Scarponi

Il primo CIS Feeder parte subito alla grande sia nei numeri dei partecipanti, 47 squadre provenienti da tutta Italia, sia nello spettacolo visto nella quattro prove (2 Ostellato e 2 Peschiera).

Tutto lascia pensare che da qui si possa partire per un futuro radioso per questa tecnica che sta facendo proseliti tra i pescatori amatoriali sia tra gli agonisti della pesca al colpo.

Per il primo CIS Feeder sono stati scelti due campi gara molto diversi tra loro, un canale e un fiume, i quali hanno richiesto approcci di pesca molto diversi tra loro.

Ostellato richiede un approccio di pesca sulle breme in acqua ferma o mediamente lenta, mentre Peschiera ha messo a dura prova la maggioranza dei pescatori perché non a tutti è apparso semplice pescare in acqua corrente.

Sul Mincio si sono viste diverse impostazioni di pesca anche perché il fiume è caratterizzato da curve e giochi di correnti che obbligano a grammature e distanze diverse.

 Chi pescava in prima zona ad esempio poteva sfruttare una corrente più lenta vicino a riva e più veloce da metà fiume in avanti verso l’altra sponda, mentre chi pescava in terza zona si è reso conto che la pesca corta è stata più complicata anche per le erbe che scendevano in corrente che ostacolavano la pescata.

Comunque il segreto per poter fare qualche pesce era racchiuso nella individuazione di uno spazio libero da erbe sommerse dove lanciare il feeder e attirare con la pastura al formaggio e crisalide le famose scardole del Mincio.

Trovare queste piazzole di pulito sul fondale non è stato per nulla facile perché nel pregara l’unico modo per individuarle era tramite lanci continui con il piombetto essendo vietato l’uso del pasturatore per sondare.

Le impostazioni di pesca sono state diverse, chi ha pescato da fermi con grammature comprese tra i 30 e i 50 grammi a seconda della corrente e chi invece ha importato nel feeder un po’ di tecnica a bolognese.

Infatti i “colpisti”, che sul Mincio ci hanno pescato migliaia di volte con la bolognese, sanno che le scardole vogliono l’esca in movimento scendere in corrente a sfiorare le erbe e così per cercare di simulare la passata i “feederisti” hanno usato un pasturatore leggero da 10 a 20 grammi per “scarrocciare” e cercare l’attacco della scardola ai caster galleggianti.

Questa impostazione ha richiesto una frenesia di movimenti non usuale per la tranquilla tecnica del feeder.

Chi ha lanciato il pasturatore e ha incrociato le gambe, si è acceso la sigaretta, per attendere il vettino scossare, ha fatto una magra figura e addirittura c’è stato chi ha messo in saccoccia un bel capottino.

I più aggressivi invece lanciavano il feeder, lo accompagnavano con la canna alta fino a farlo arrivare sul fondo e se nel giro di pochi secondi non arrivava l’abboccata recuperavano e ripetevano la stessa operazione che complessivamente non durava mai più di un minuto.

Anche le lenze per pescare erano molto diverse tra loro, si sono viste lenze robuste con terminali del 16 e 18 per sperare di avere ragione di grossi pesci come le carpe e chi invece ha utilizzato terminali più umani del 12 e 14 per vincere la furbizia dei cavedani e delle scardole.

La partenza comunque era da fare con terminali robusti come il 16 per poi scendere di diametro in ragione della pescosità riscontrata.

Ami del 14 a scendere di misura fino al 20 per innescare caster, casteroni, bigattini, orsetti, mais rosso e crisalide.

Però questi pesci sono strani, perché si sono viste carpe andare a guadino con terminali del 12 e altre far fumare terminali del 20 e 22. I barbi soprattutto, sono stati la disperazione di diversi agonisti. Infatti una volta agganciati ti portavano via la canna dalle mani e nulla li fermavano strappando ovviamente il terminale.

I pesci sono stati diversi, scardole, cavedani, carassi, carpe, barbi, breme (Andrea Venturini ne ha presa una da un chilo) qualche persichetto reale e sole.

Il Mincio è stato spettacolare come lo è sempre stato nel mese di ottobre e credo che sia il campo di gara più tecnico in assoluto dove la scarsa preparazione non ti permette di venirne fuori.

Se lo conosci lo affronti alla pari ma in caso contrario diventi una vittima sacrificale.

Ne sanno qualcosa i ragazzi della lenza Emiliana Tubertini che per coltivare la speranza del successo, che poi è arrivata al fotofinish, hanno testato il fiume Veneto fin dal mese di agosto.

Marchese e soci hanno fatto gruppo come giustamente dovrebbero fare tutte le squadre e hanno domato il fiume soprattutto nella 3° prova del sabato quando tutte e tre le squadre in corsa si sono piazzate nelle prime cinque posizioni.

Vogliamo citare anche un concorrente della lenza Emiliana Tubertini, il marchigiano Claudio Giaconi, che ha chiuso il conto con il Mincio con due penalità, niente male per uno che il Mincio lo aveva visto solo in cartolina.

Nella 4° prova stesso film con la Lenza Emiliana a giocare bene le sue carte ma con gli avversari più diretti come il Mogliano di Govi e Vezzalini,  il Bellaria di Nizzoli e Battellini e l’Alto Panaro di Venturini e Setti sempre a ridosso.

Infatti il finale è stato da cardiopalma con la classifica che assegnava il titolo per un solo punto.

Prima lenza Emiliana che va così a suggellare una annata davvero straordinaria sotto il profilo sportivo con la conquista di tre scudetti nei maggiori campionati nazionali a squadre (Mare, Colpo e Feeder).

Marco Volpi, Ferruccio Gabba e Manuel Marchese sono i volti più rappresentativi di questo exploit che passerà alla storia per la ditta Tubertini come l’anno del “triplete” per ora unico marchio ad avere vinto tutto nella stessa annata agonistica.

Un cenno lo dobbiamo non per plageria ma per dare merito all’evidenza alla federazione di Verona che ha ingestione uno tra i più belli tra i campi gara d’Europa. Campo gara conservato con cura, sponde pulite, pesci presenti in abbondanza anche grazie ai continui ripopolamenti effettuati in accordo con i pescatori di professione, accesso consentito ai soli soci in possesso di tesserino e chiave di ingresso. Alla Federazione di Verona rappresentata dal Presidente Tiziano Begal va quindi il nostro applauso per averci permesso di pescare nel Peschiera Fishing Stadium, un vero tempio della pesca che forse potrebbe ospitare nel 2017 per la terza volta il mondiale per nazioni.

Per finire un ringraziamento alla società organizzatrice Team master Trabucco rappresentata dall’infaticabile Maurizio Bellini il quale ha molto bene tutte le fasi gestionali.

Unico neo il picchettaggio in prima zona che ha costretto i pescatori a stare racchiusi in pochi metri che hanno poi determinato situazioni imbarazzanti tra i concorrenti quando in canna arrivava una carpa o un grosso barbo.

Cartellino rosso ai concorrenti iscritti e risultati assenti alla gara, più di uno, che hanno di conseguenza alterato il risultato nei settori.

Purtroppo in questi casi è d’obbligo la sportività che da quello che è stato riferito è mancata in qualche concorrente.

Tutto è bene quel che finisce bene e domenica prossima tutti a Formigosa per la finale del campionato individuale di feeder dove si assegnerà oltre allo scudetto di campione d’Italia anche la maglia azzurra per il mondiale d’Olanda.

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 IL FILM FOTOGRAFICO DELLE DUE GIORNATE DI PESCHIERA

A CURA DI ROSA MICHELI E NATASCIA BARONI

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