Chi l’ha detto che il bolentino si pratica solo con canne di 2-3 metri?

Certo se lo andate a chiedere ai nostri nonni vi risponderanno che canne di 4/5 metri non vanno bene per pescare dalla barca ma posso essere impiegate solo per la pesca a bolognese da riva. Beh, oggi con le nuove tecniche e tecnologie il settore mare è stato completamente rivoluzionato, proprio a partire dalla lunghezza delle canne impiegate, forse non più pratiche e corte come una volta, ma senz’altro più efficaci in molte circostanze. Vediamo il perché…

Innanzi tutto bisogna considerare il concetto fisico di leva, ovvero che aumentando il braccio a disposizione (la canna) si può esercitare una forza molto minore sulla resistenza (il pesce):  tutto ciò ci permette di gestire il combattimento in maniera molto più agevole e nel migliore dei modi. Inoltre le mangiate come spesso si crede non si avvertono meglio con una canna rigida, come credevano i nostri nonni che venivano da anni e anni di pesca col classico bolentino in mano, ma una canna morbida nella parte terminale sarà più efficace in quanto invece di sentire ci farà vedere molto meglio ogni singola mangiata del pesce.

Ma come mai proprio nella stagione fredda il vantaggio in generale di avere una canna lunga si manifesta e si rivela maggiormente?

Per chi ama la pesca sportiva, quella vera, i mesi migliori sono certo, come si dice in gergo, quelli che finiscono in “embre”, quando il mare “vuol guardare in faccia” il pescatore con qui ha a che fare: a fine giornata provate a dire che la pesca non è uno sport…

… girata l’ultima pagina del calendario, quindi, siamo appunto dicembre, anche stamani non ci siamo certo tirati indietro …. Le condizioni ideali per una stupenda battuta di pesca, da veri lupi di mare, c’erano: mare mosso, onda lunga di fuori e vento freddo.

In mezzo al mare, soli, nemmeno una barca… la partenza è stata anticipata alle 5.30 a causa del cattivo tempo, che ci ha fatto rallentare non poco la nostra velocità di crociera. Accompagnati da una fitta pioggerellina ci siamo quindi diretti verso la nostra posta di pesca e dopo circa un ora dalla partenza abbiamo calato le nostre lenze. La tecnica era ovviamente il bolentino, sui 30-35 metri di profondità… calamenti a due ami, braccioli lunghi e fili importanti (0.35/0.40), per far fronte alle eventuali prede di taglia. E comunque, il freddo faceva da padrone anche per le nostre prede, che si sono “messe in moto” solo nelle ore del mattino più calde.

Tornando a noi, oggi più che mai abbiamo provato l’enorme vantaggio di pescare con canne lunghe: una canna di 4/5 metri, come LA 200, infatti ci ha permesso di allungare notevolmente il nostro terminale e i braccioli, che sono risultati più catturanti specialmente in condizioni come quelle odierne, di apatia e svogliatezza dei pesci (non sempre si può trovare le condizioni meteorologiche e alimentari ottimali per la pesca) .

Terminale più lungo presenta l’esca in maniera più flottante e naturale al pesce, che certamente sarà più invogliato quantomeno ad assaggiarla. Altra caratteristica importantissima, ripeto, per affrontare una battuta di pesca invernale con queste condizioni è il cimino della canna: direte voi che un cimino sensibile non è necessario quando si vanno a insidiare dentici di taglia, o cernie sul fondo, in quanto sono predatori che, quando mangiano, non si fanno tanto pregare per divorare le nostre esche in un sol boccone.

Diverso è il caso quando andiamo a imbatterci in tanute, saraghi,  soprattutto orate, ma anche dentici e prai di mezza taglia, pesci che mangiano male già in condizioni “normali”, figuriamoci nelle condizioni di oggi! Le toccate si avvertono quasi impercettibili sulla vetta, che deve essere puntata, come un mirino di un cacciatore, e molto sensibile, per informarci fedelmente e in diretta su tutto quello che accade alla nostra lenza sul fondo.

Al tempo stesso il fusto della canna deve essere rigido, per poter tranquillamente gestire piombature importanti  (le condizioni di forte corrente come oggi impongono piombi pesanti, superiori anche a 200 gr) e per “estirpare” letteralmente dal fondo con forza e prontezza anche le prede più ostili e combattive.

Utilizzando la tecnica e la attrezzatura giuste, pasturando con regolarità, anche in una giornata difficile come oggi qualche bella cattura è uscita fuori, d’altronde si sa, nella pesca più che in qualsiasi altra disciplina, parole chiavi sono spesso costanza e fiducia.

il primo dentice
il primo dentice.

canna LA 200
canna LA 200.

dentici
dentici 2.

dentici
dentici 3.

dentici e tanute
dentici e tanute.

dentici
dentici.

il più grosso della giornata
ecco il piu grosso di stamani.

Marco l’autore
marco

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