DENTICI DI BEFANA
Passato il Natale e con l’inizio dell’anno nuovo a me e al mio amico Luca ci era venuta voglia di passare una bella giornata in mare, dalla mattina al tramonto, e andare a “controllare” per così dire una vecchia e lontana posta fuori le sei miglia, a largo delle secche di Vada, famosa per la cattura di un gran quantitativo di tanute durante appunto il periodo invernale.
E così non abbiamo perso tempo, e a bordo della sua barchetta di 4.5 m di buon ora abbiamo lasciato il porticciolo dei canottieri solvay.
Una volta arrivati sulla mira prescelta e scandagliato il fondale abbiamo fatto particolare cura all’ormeggio, che in condizioni di mare non proprio calmo deve essere ancora più accurato del solito per non sbagliare di quei pochi metri che però saprebbero certamente compromettere la nostra pescata.
Una volta all’ancora, dopo alcuni scarichi di pastura sul fondo, abbiamo battuto e tagliato accuratamente il nostro totano e aperto le canne dynamite strong, una delle poche canne in grado di affrontare una pesca davvero così “strong”, e ci siamo dunque messi in pesca.
Con lenze “da gara”, ami sasame “wormer” del 3/4, fili relativamente sottili e braccioli da 40 cm abbiamo iniziato a fare triple su triple di tanute, saraghetti, e anche pesci di fondo, bolagi e perchie, ottimi perché di colore rosso acceso a causa dei gamberi che mangiano, che da buongustai abbiamo conservato per preparare la nostra imbattibile zuppa di pesce (detto alla livornese “minestra di pesce”): puro divertimento insomma.
Una volta riempitone un bel secchio, abbiamo deciso di spostarci su un’altra posta, su un fondale più piatto e uniforme, nel quale pasturando in quantità è più facile imbattersi in un pesce di taglia, poiché non c’è la presenza di mangianza disturbatrice: tanto ormai i pesci ce l’avevamo e volevamo puntare solo al “bigfish”.
Abbiamo quindi montato un calamento a braccioli più lunghi e fili più importanti (in particolare fluorocarbon samuline della sasame e ami chingu ringed 1/0).
La giornata senza dubbio era quella giusta, e con la scelta della giusta attrezzatura siamo riusciti a farla fruttare al meglio: dopo due scarichi di sardine le prime mangiate non si sono fatte attendere: 2 stupendi dentici uno di 2 l’altro di 4 kg anno ceduto al fascino delle nostre sardine (ora che puntavamo a pesci più di taglia avevamo infatti abbandonato il totano e innescato la sarda intera).
Dopo un’altra mangiata a bolentino che però non siamo riusciti a tirare fuori, forse una cernia imbucata contro la quale, se nelle vicinanze della tana, è difficile far fronte, ci siamo concessi un break per pranzo…
Ma la giornata non era evidentemente ancora finita e per concludere proprio “col botto” il mio amico Luca Ribecai è riuscito in corrente a sorprendere tutti con una bellissima cattura alla sua canna LA 150, che ha veramente saputo fare la differenza e non ha lasciato scampo a una magnifica e ormai insperata orata di 4 kg, la quale dopo le foto di rito, ha chiuso la giornata in bellezza e ci ha fatto rientrare ancora più soddisfatti, esausti ma appagati dopo un intera giornata in mare di puro divertimento.
Quando ci si diverte e magari si prende anche qualche bel pesce infatti la fatica, il freddo (eravamo bagnati fradici dopo il viaggio dell’andata col mare mosso) non si sentono più… per questo, per valorizzare al meglio le nostre battute di pesca è importante non lasciare al caso niente e se possibile impiegare poche ma valide attrezzature, in grado di non lasciarci quasi mai a bocca asciutta.
Per match fishing, Marco Vicidomini
IL FILM FOTOGRAFICA DELLA PESCATA