GIOVANI E PESCA: DIFFICILE MA NON IMPOSSIBILE

Nell’era dei computer, dei tablet e degli smartphone possiamo ancora trovare uno stimolo entusiasmante per un giovane? E la pesca? Vi inviterei a fare alcune riflessioni in merito, pensando al passato e a come noi pescatori ci siamo avvicinati a questa passione col tempo.

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Per quanto mi riguarda ho iniziato a pescare all’età di 6 anni, quando con i miei genitori ci siamo trasferiti da un vecchio centro storico ad una nuova abitazione in aperta campagna a pochi passi da due piccoli laghetti artificiali, ricchissimi di carassi rossi e carpe di ogni taglia.

Accompagnato da mio padre per prendere pochi pesci rossi allo scopo di ripopolare la fontana all’ingresso del mio giardino, ho da subito trovato molto divertente la pesca con la canna, tanto da diventarne subito dipendente.

Le richieste a mio padre di accompagnarmi diventavano sempre più frequenti, tanto da stancarlo fino ad ottenere il permesso di poterci andare anche da solo.

All’epoca pericoli non ce n’erano, i laghetti artificiali erano ben curati (avevano scopo irruguo), balordi in giro non c’erano e al lago non ero mai da solo ma sempre in compagnia di altri ragazzi.

Con la conoscenza maggiore delle lenze e delle tecniche, ho iniziato anche la pesca in mare dal molo di Numana (AN), località balneare a 15 km dalla mia abitazione.

Quest’ultimo era posto gradito anche da mio padre, per via delle catture più pregiate e apprezzate poichè commestibili.

Con il passare del tempo, ottenendo sempre più indipendenza dai miei genitori, la passione mi portava a conoscere nuovi siti.

La possibilità di scelta sicuramente non mancava: molti laghetti disponibili e facilmente accessibili, moli e scogliere di porti senza alcun divieto e decreto ministeriale stagionale, ed il fiume, dove si poteva accedere senza alcun pericolo.

La pesca e le partite di pallone con i miei amici hanno sicuramente occupato la maggior parte del mio tempo ricreativo, per l’assenza di ulteriori svaghi e alternative che i ragazzi di oggi hanno.

Questa mia riflessione nasce dal fatto che anche quest’anno ho collaborato alla realizzazione di corsi di pesca per bambini di scuole elementari e medie.

Per il secondo anno consecutivo il centro estivo “SPORT’S LAND“ di Osimo ha inserito la disciplina della pesca sportiva all’interno delle varie attività proposte, e grazie alla collaborazione di PESCA POINT, negozio di articoli per la pesca a Castelfidardo (AN) dell’amico Gianni Tabacchetti, le due settimane di corsi hanno avuto un ottimo risultato in termini di partecipanti: 15 la prima settimana e 17 la seconda.

I corsi si sono svolti presso il lago “OASI” a Campocavallo di Osimo nelle prime ore del mattino, per evitare il caldo delle ore centrali.

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Avendo questo sito la caratteristica del carpodromo, le catture sono state prevalentemente carpe di taglia notevole. Pesci più piccoli e frequenti avrebbero però aiutato di più per l’approccio dei ragazzi alla pesca.

Hanno pescato con canne di 4 mt montate con elastico ammortizzatore, così le catture sono state molto entusiasmanti ma anche molto faticose.

La scelta del sito è stata quasi obbligatoria, a causa della mancanza di ulteriori alternative di pesca.

Non possiamo però lamentarci, e ringraziamo Franco Capotorto e suo figlio Cristian della disponibilità e collaborazione fornita.

Con questa seconda esperienza prestata ai corsi ho notato che la curiosità, l’entusiasmo e la voglia di conoscere la pesca dei ragazzi è notevole, ma alla fine dei corsi cosa possiamo offrire loro per continuare questa attività?

Non abbiamo più laghetti artificiali liberi e accessibili come un tempo, e dove abbiamo questa possibilità non abbiamo i pesci perchè sono stati saccheggiati dai nuovi predoni delle acque italiane, comunitari e extracomunitari con la cultura dell’asporto di qualsiasi forma di vita acquatica.

Nelle scogliere e moli dei porti abbiamo il divieto di pesca e accesso, dalle spiaggie siamo condizionati da decreti stagionali e abbiamo l’obbligo di distanze e orari impossibili perchè solo notturni; i fiumi non sono più accessibili per l’abbandono delle campagne e non abbiamo più ingressi tranquilli, così come la sicurezza di parcheggiare le auto, le moto o le biciclette senza pericolo alcuno.

Riflettendo e confrontando questa situazione con il passato mi rendo conto che le opportunità sono limitate e le scelte ristrette.

Le uniche possibilità che abbiamo per portare i ragazzi a pesca sono solo laghi a pagamento, dove non è garantita la corrispondenza pagamento ingresso-cattura del pesce. Oggi purtroppo pescare come una volta la vedo molto dura .

Nel mio paese (Osimo AN) il comune ha un lago di cava di sua proprietà adiacente proprio a quello dove sono stati svolti i corsi. Per molti anni è stato concesso a una società di pesca sportiva alla trota, disciplina che non convive bene con la pesca al colpo per la ovvia convivenza delle specie ittiche; successivamente in gestione ad una società di pesca al colpo, questo lago al momento non risulta ancora utilizzabile causa l’alluvione avvenuta nel Maggio 2014.

Nel frattempo si sono succedute due amministrazioni comunali e nonostante i molti solleciti a indire un bando o una assegnazione temporanea, la struttura si sta degradando per la crescita spontanea di arbusti e l’aumento incontrollato di nutrie (grazie all’assenza di persone) che costruiscono le loro tane nel sottosponda.

I pesci però sono le vittime più colpite; presenti in notevole quantità, ora stanno però soffrendo la mancanza di cibo, ai quali i pescatori li avevano abituati.

Il lago risulta chiuso ai pescatori dal Gennaio 2014 , mentre ai pescatori abusivi che asportano pesce, grazie alle recinzioni in disarmo, la pesca è consentita. Il dispiacere nel vedere queste strutture inutilizzate e non sapere dove poter andare a pesca con dei ragazzini è notevole.

Non sento le amministrazioni locali e la federazione della mia provincia molto sensibili al problema. Le uniche iniziative rivolte a far conoscere la pesca le dobbiamo ai singoli individui o società (vedi Nemo Day).

La mancanza di strutture e più politiche errate sono grandi lacune per uno sport (o passione) sano come la pesca, che meriterebbe di essere conosciuta da molti più giovani.

Posso garantirvi che la gioia di un bambino nel vederlo prendere un pesce è una cosa molto emozionante,non solo per un pescatore come me. Regaliamo la pesca vera ai nostri ragazzi, non quella virtuale del web o di un videogame!

A chiusura di queste mie riflessioni vorrei ringraziare chi ha collaborato alla realizzazione dei corsi di pesca : Valter Matassoli, responsabile dei corsi estivi Sport’s Land, Cristian Capotorto, titolare del lago OASI di Campocavallo di Osimo, Francioni Graziano, pensionato appassionato di pesca, Nino Capotorto, aiutante occasionale e Gianni Tabacchetti, titolare di Pesca Point e fornitore delle attrezzature e delle esche.

Spero che queste riflessioni abbiamo stimolato le coscienze di chi può fare qualcosa per garantire un futuro alla nostra passione.

Per i lettori di MF, Luigi Belli.

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situazione attuale lago comunale
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lago prima della alluvione
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