MONDIALE FEEDER OLANDA: LA PAROLA AL COMMISSARIO TECNICO MAURIZIO SETTI

Il 5° mondiale di feeder in Olanda ha visto la partecipazione di 26 squadre, un bel risultato sul piano numerico dopo appena cinque anni di vita del campionato del mondo di questa specialità.

La nazionale italiana pur essendo ancora molto giovane, vanta già una buona posizione nella classifica con il settimo posto.

Gli agonisti italiani, pur privi di quella esperienza internazionale necessaria per affrontare in modo competitivo le altre squadre più blasonate, hanno dimostrato che i margini di crescita sono dietro l’angolo e non tarderanno anche ad arrivare le prime medaglie che fino ad oggi, l’unica rimane un bronzo individuale conquistato in Belgio da Andrea Caruso.

L’Inghilterra grazie ai suoi agonisti specialisti come i fratelli Ringer e il CT Pickering, che di fatto vivono di pesca 365 giorni all’anno, era la favorita e l’Inghilterra puntualmente ha vinto; l’Italia doveva migliorare il settimo posto del mondiale del 2014 in Irlanda ma non c’è riuscita, ha chiuso al 14° posto sbagliando di fatto la gara del sabato ma con un miglioramento nella prova della domenica.

Dopo i quattro anni di gestione Molinari quest’anno la Federazione ha affidato la responsabilità tecnica a Maurizio Setti, un personaggio che da sempre vive l’agonismo ai massimi livelli tant’è che in passato, per ben due volte, ha indossato la maglia della nazionale seniores di colpo.

Ma non solo colpo…, Maurizio Setti in coppia con Giordano Morandi ha vinto pochi anni fa il titolo italiano a coppie di feeder dimostrando di avere anche le giuste cognizioni tecniche per affrontare l’agonismo nel mondo del feeder.

L’esperienza di Maurizio Setti, con la spalla di Marco Manni, ha portato quel quid in più in termini di approccio agonistico e lo si è visto con la partecipazione un mese prima ad un Challenge per testare il canale olandese.

Dovevamo insidiare le breme, pensando di attuare le stesse strategie che applichiamo in Italia ed invece ci siamo trovati di fronte ad un canale insidioso, con caratteristiche mai viste prima, difficile da interpretare e da affrontare.

Il campo gara fino all’anno scorso in questo priodo aveva una pescosità buona ma quest’anno le cose sono cambiate in peggio.

Poco pesce e quei pochi determinanti per la classifica.

Addirittura quattro nostri atleti ma anche altri di squadre diverse, in gara uno, sono rimasti in cappotto per ben quattro ore e questa situazione la dice tutta sulle condizioni di un canale che ho ritenuto non all’altezza per un mondiale.

Però c’è stato anche chi, pur dovendo fare i conti con queste difficoltà, è riuscito a trovare il pesce per vincere, come gli inglesi (27 penalità) e i francesi che perdono l’oro per mezzo punto (27,5 penalità).

Quindi il modo di prendere qualche pesce c’era e se lo avessimo trovato forse oggi saremmo qui a scrivere considerazioni diverse.

Ma questo è lo sport, dalle sconfitte si deve ripartire più forti di prima per cercare di fare meglio e conoscendo la cattiveria agonistica del CT siamo certi che ci riusciremo e raggiungere una classifica migliore.

La nostra squadra, grazie alla compattezza ha cercato di fare il possibile ma non è bastato, certamente qualcosa si è sbagliato ma questo mondiale, insieme ad altri già disputati deve servire per fare esperienza e crescere.

La nazionale deve crescere a partire dall’attività svolta in Italia con un criterio di selezione che deve passare inevitabilmente attraverso una crescita del gruppo consolidato ed evitare radicali rinnovamenti nell’organico che rischierebbe di farci partire ogni volta da capo.

Quindi la prima domanda che pongo a tutti è…Serve ancora il club azzurro nel feeder?

Non sarà meglio pensare ad un gruppo ristretto di una decina di persone, tra nazionale uscente e primi classificati del campionato italiano individuale, le quali durante l’anno dovranno crescere attraverso una specifica attività stagistica?

Tornando all’Olanda le aspettative erano alte, gli accompagnatori di grande spessore dovevano fare da spalla e così è stato, insomma tutto lasciava presagire un mondiale da protagonisti, magari non da podio ma con l’obiettivo di migliorare il settimo posto del 2014.

Anche il Presidente Natucci aveva pronosticato alla vigilia un risultato da protagonisti, peccato perché la classifica ci consegna un piazzamento che non rispecchia i valori del nostro team.

E allora a bocce ferme e a mente fredda, con il mondiale alle spalle, cerchiamo di capire dal neo CT Setti cosa è successo e se sono state capiti gli errori commessi.

setti m

Allora Maurizio prima di entare nel merito del mondiale vogliamo presentare la tua carta d’identità al pubblico di matchfishing?
Si certo, ho quasi 60 anni (classe 1954), da un anno sono CT della nazionale di feeder ma sono un agonista di vecchia data (per 40 anni ho fatto agonismo nel colpo partecipando anche a due mondiali, nel 90 e nel 91; ho vinto il titolo italiano a coppie nel feeder e attualmente gestisco un negozio di pesca a Modena.

Maurizio un esordio difficile che lascia tanta amarezza..
Si, proprio perché ho radici di agonista non ci sto a perdere, c’è poco da dire… l’amarezza è tanta anche perchè volevo dare soddisfazione a chi ha riposto fiducia nei miei confronti e così non è stato. peccato. La delusione, inutile nasconderlo, è stata tanta anche perché abbiamo dato tutto e cercato di avere un approccio adeguato per provare a essere protagonisti. Dalle sconfitte si deve partire più forti per provare a fare meglio nel prossimo mondiale in Serbia.

Avevi a disposizione una bella squadra di agonisti capaci di pescare a feeder..
Si sono tutti bravi ragazzi e soprattutto bravissimi agonisti, mi dispiace anche per loro perché hanno messo in campo tanta volontà e per questo risultato sono i primi ad essere dispiaciuti. Il gruppo è sempre stato molto unito. La nostra è una bella squadra e i ragazzi lo ripeto sono forti. Per tutta la settimana abbiamo studiato il campo cercando di capire cosa fare per prendere un pesce. Voglio ringraziare anche coloro che ci hanno accompagnato Mirko, Angelo, Stefano, i quali hanno lavorato duramente tutta la settimana per la squadra dalle 6 del mattino alle 20 di sera.

In gara 1 la strada è apparsa subito in salita, cosa è successo?
Posso dirti che abbiamo sbagliato la gara del sabato compromettendo la classifica quindi la domenica abbiamo apportato delle modifiche che in parte ci hanno premiato migliorando la classifica. Il campo gara è stato davvero ostico, totalmente nuovo per noi perchè canali del genere in Italia non ne abbiamo. Un canale navigabile, dove transitano enormi imbarcazioni, molto profondo e largo.

Quindi è questa la ragione delle nostre difficoltà?

In parte, ma non vuol essere una giustificazione perché è sempre l’atleta e la squadra che fanno il campo e non viceversa, ma non nascondo le difficoltà incontrate. Lì per vincere, bisognava fare tre pesci, ma non si riuscivano a prendere anche perché ce n’erano pochi.

Scusa Maurizio ma dopo la gara del sabato cosa vi siete detti la sera?

La sera del sabato, dopo la prima prova ci siamo guardati in faccia per bene e abbiamo analizzato la giornata, non ci siamo minimamente demoralizzati, anzi, abbiamo tirato fuori ancora più grinta il secondo giorno ma purtroppo abbiamo perso 5 punti negli ultimi 5 minuti.

Maurizio a bocce ferme siete riusciti a capire in che cosa si è sbagliato? visto che dici che avete capoio troppo tardi?
Secondo me le condotte di gara potevano essere due. La prima più azzardata era quella di forzare sulla linea dei 20 metri con vermi tagliati, caster, fouilles. Se entrava qualcosa era sicuramente di taglia. La seconda possibilità era di partire sulla linea più lunga, tra i 30 o 40 metri, molto scarichi con pochissimo fouilles, ami piccoli (20-22) filo fine ed un innesco di uno o due ver de vase. Questa è stata la condotta di gara dei francesi ed onestamente non è nel nostro DNA usare finali così fini in 10 metri di profondità.

Cosa ti lascia questa prima esperienza alla guida della nazionale di feeder?
Torniamo forti da questa esperienza; chi ha vinto lo ha fatto centrando entrambe le gare, questo significa che la logica nella pesca c’è. Noi l’abbiamo trovata troppo tardi. Ma abbiamo maturato un’esperienza grande che ci tornerà utile anche nei prossimi mondiali.

Quali sono i requisiti necessari per poter essere protagonisti a livello internazionale?
Bisogna lavorare sull’agonismo, sulla tenacia, sulla furbizia, sulla sana “cattiveria. I ragazzi della nazionale hanno tutti queste caratteristiche e la volontà di riscattarci è unanime. Sono certo che da oggi si lavorerà sodo per raggiungere già dal prossimo mondiale un risultato all’altezza della nostra fame.

Bene Maurizio, siamo anche noi tifosi ad essere amareggiati e per questo ti incitiamo a crederci e fare sempre meglio fin dal prossimo mondiale. In bocca al lupo.

squadra

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