ITALIA MIA CHE VERGOGNA
Abbiamo sentito, letto e visto un’infinità di notizie e filmati relativi al bracconaggio e all’impoverimento delle nostre risorse ittiche, ma mai avrei immaginato di sentirmi così male davanti ad uno scempio simile vissuto in prima persona.
In preparazione ad una gara di A4 prevista al Lago di Corbara per metà settembre, ho iniziato a frequentare questo sito che ben conoscevo dagli anni precedenti e che, come tutti sanno, è molto frequentato da molte etnie propense ad esportare il pesce catturato.
Arrivo in prossimità della sponda del lago alle ore 6:45 in compagnia del mio amico Luca. Essendo già occupate molte postazioni di pesca, mi accomodo accanto ad un gruppo di ragazzi del posto novizi alla tecnica del feeder sulla mia sinistra, mentre a destra ho come vicini due rumeni, ben vestiti nonostante la temperatura iniziava riscaldarsi abbastanza.
Il tempo di posizionare i panieri ed ecco un mio amico pescatore, agonista di Terni, che in qualità di volontario inizia i controlli e raccomanda l’applicazione delle regole ai vari presenti. Meravigliato dalla sua azione, gli chiedo come mai questo giro mattutino e lui mi dice che in molti pescano con più canne.
Purtroppo il campo gara non è “ no kill “ e l’unico divieto è la pesca notturna. Continuo nella preparazione della mia postazione, quando Luca mi invita a guardare come uno dei due rumeni prenda a calci una breeme che gli si era slamata sul bordo dell’acqua per portarla in sicuro sulla sponda.
Io lo invito a non meravigliarsi, in quanto quel pesce non avrebbe fatto più ritorno in acqua, anzi gli suggerisco di guardare dove finirà quel pesce: in una busta di nailon trasparente.
Mentre entrambi piangevamo la fine di quel povero pinnuto, il suo socio entra in acqua e trascina faticosamente sull’asciutto una nassa totalmente piena di carpe e breeme, stimata da me oltre il quintale di peso. Senza perdere un attimo di tempo inseguo il mio amico di Terni che si era adoperato ai controlli per fare l’osservazione che se la notte non si poteva pescare, come facevano quei due individui alle 6:55 del mattino ad avere tutto quel quantitativo di pesce?
Lui mi risponde di aver fatto la stessa domanda ai due individui, i quali gli avevano risposto che gli era stato regalato da altri pescatori. Io lo sollecito a guardarli nel loro abbigliamento, che evidenziava chiaramente la permanenza notturna sulle sponde del lago, ma purtroppo non si poteva fare nulla.
Torno alla mia postazione con la voglia incontenibile di filmare il tutto con il telefonino, ma ormai avevo insospettito i due “bracconieri legalizzati“ che non mi perdevano più di vista. Indifeso, frustrato, e incapace di fare qualsiasi cosa, continuo a guardare la divisione dei pesci per taglia dentro contenitori di nailon come se dietro ci fosse uno scopo preciso.
Questi contenitori sono buste trasparenti molto ben fatte e di notevole misura, non sono i classici sacchi della spesa. Terminata questa operazione i due si sono svestiti e hanno continuano a pescare come qualsiasi pescatore presente sul posto. Il pesce invece, ben imboscato in auto, non destava più nessuna curiosità a chi come me non aveva visto precedentemente.
Pescavano con lenze a fondo armate con due ami e innescate con il classico pastarello e hanno continuato la loro azione fino alle 8:30, prendendo ancora un’altra dozzina di breeme che, a quel punto, non suscitavano più sentimenti di sdegno essendo pochi pezzi alla vista dei cadaveri in macchina.
Alle ore 8:30 quindi abbandonavano il lago, lasciando in me e il mio amico Luca un senso di sdegno, tristezza e impotenza.
Pensando a quanti di questi individui frequentino questo meraviglioso lago, penso con molta preoccupazione al futuro di questo campo gara molto tecnico e divertente. Nei vari anni che l’ho frequentato, non ho mai subito nessun tipo di controllo da parte delle autorità preposte a questo e al rispetto delle regole.
Io sono un pescatore, e come tale ho il rispetto per i pesci delle nostre acque e vorrei dare continuità alla mia passione e a quella di altri, quindi mi preoccupo di questo e mi chiedo: “dove finiranno quei pesci tolti dal loro abitat senza più vità?” Non possiamo più permettere vergogne simili.
Invito le autorità a fermare questo depauperamento della nostra ricchezza ittica e ad indagare sulla destinazione (commerciale?) di quei pesci, che non sono stati pescati da pescatori appasionati ma da veri professionisti commercianti, altrimenti non si spiega come mai queste persone affrontino quella che per noi è una passione e un divertimento come un vero e proprio lavoro, in barba a tutti gli inconvenienti che può portare una notte di pesca vergognosa di questo tipo.
ITALIA VERGOGNA: vergogna perchè non istituisci zone “no kill” ovunque, perchè non controlli con assiduità chi pratica la pesca, perchè non applichi sanzioni esemplari, perchè non emani leggi severe e adeguate alla tutela del nostro patrimonio e sopratutto perchè permetti che nel nostro Paese avvenga uno scempio simile.
Mi spiace ma ovviamente non ho documentazione fotografica dell’accaduto in quanto avrei rischiato qualcosa in più della semplice perdita di un telefonino.
Per Match Fishing Luigi Belli.