Mondiale Under 14: la parola Michele Natali e Francesco Vaselli.
Nella prima settimana di agosto, si sono svolti in Serbia i Mondiali di pesca al colpo dell’Under 14,18 e 23. I ragazzi dall’Under 14, guidati dal CT Michele Natali e Francesco Vaselli, hanno conquistato una meritatissima medaglia d’argento, dietro alla Francia e davanti alla Polonia. Un campo di gara molto bello ma difficile, con una presenza molto elevata di pesci di piccola taglia, diverse carpe e carassi. E questo rendeva la strategia di gara ancora più problematica. Gli italiani sono stati bravi nella pesca a 5/6 pezzi di canna, catturando alborelle, gardon, placchette e persici sole e reali, mantenendo sempre la concentrazione alta. Ed ora in questa intervista il CT Natali ed il suo vice Vaselli, ci raccontano come hanno conquistato questa preziosa medaglia d’argento.
Per M.F.
Michele Natali
Mister, sono passati ormai diversi giorni dalla medaglia d’argento conquistata nel mondiale a squadre in Serbia con i ragazzi dell’Under 14 a fine agosto, che sensazione prova oggi a mente fredda ripensando a quei giorni?
Ripensando a mente fredda ti posso dire che il risultato che abbiamo ottenuto è frutto di sacrifici sia da parte nostra (intendo dire tutto il team) sia da parte dei genitori dei ragazzi. La sensazione è : giorni bellissimi ed ricordi indelebili!
A parte il bel risultato raggiunto, come è stata questa esperienza per lei?
Ogni campionato del mondo è un’ esperienza unica e sempre diversa piena di emozioni e tensioni, poi non si finisce mai di imparare sia a livello tecnico tattico che emozionale.
La formazione italiana era composta da Cristian Corradi, Edoardo Saggioro, Alessandro Lorenzini, Andrea Zagli e Nicholas Vaccari. E’ difficile guidare dei ragazzi cosi’ giovani?
Ti posso dire che mi diverto tanto con i ragazzi, lavorare con loro è molto motivante, apprendono velocemente. La difficoltà sta nel gestire le loro emozioni durante i giorni di prova e capire chi è più teso e chi sente di più l’avvicinarsi della gara, per il resto è compito mio e di Francesco insegnare loro le basi della pesca agonistica.
In una settimana insieme, hai sicuramente conosciuto i ragazzi anche sotto il profilo personale, ci svela un po’ il carattere di ognuno di loro ed i loro pregi?
Comincio con il dire che sono stati tutti indistintamente molto bravi ed attenti a concentrarsi giorno per giorno su quello che era il nostro obbiettivo in terra serba. Passiamo ai ragazzi: Corradi Christian, un istintivo e un pò casinista, ha sofferto tutta la settimana perchè voleva pescare le carpe; Alessandro Lorenzini, molto calmo, ragionatore e anche un po’ tuttologo; Zagli Andrea, non lo conoscevo molto ma si è rivelato socievole e di compagnia; Saggioro Edoardo, non fà mai un discorso fuori luogo ed ascolta molto; Vaccari Nicholas, il più piccolo di tutti, mangia pochissimo e non ha mai preso un cavedano… dice che a Ferrara non ce ne sono. A parte gli scherzi sono ragazzi educati e soprattutto hanno 14 anni!!!!
Com’è stato avere al suo fianco un pescatore forte come Francesco Vaselli?
Francesco è una persona molto intelligente e pacata, sa stare con tutti ed è quello che calma le acque quando sono agitate. Legge molto bene la pesca . Lavorare con lui è facile ed un piacere, io mi fido di lui e lui di me .
Quando ha accettato questo incarico, quali erano le sue perplessità se ci sono state, nel diventare CT di una nazionale e quindi ricoprire un ruolo così importante?
Diventare CT della Nazionale Italiana è un sogno penso di tutti, quando me lo hanno chiesto non ho esitato ad accettare. Per quanto riguarda l’importanza dell’incarico, ti dico che non mi fa paura prendere decisioni di molto peso, l’ho sempre fatto anche quando pescavo nella mia vecchia società, ci ho sempre messo la faccia nel bene e nel male.
Cosa ha cercato di trasmettere a tutta la squadra?
Intanto ho cercato di stare tranquillo fin dal primo giorno, i ragazzi lo percepiscono se non sei sereno e questa cosa gliela trasmetti. Quindi serenità, poi l’aspetto tecnico, essere decisi e convinti nella pesca che si fa’.
E cosa invece le hanno insegnato questi giovani campioncini?
Quando vedi che recepiscono ed imparano subito a fare le cose che gli dici è una grande soddisfazione e in quel momento sembra che sia tu a pescare. Sotto il profilo della crescita poi fanno passi da gigante e anche questo ti soddisfa molto, insomma è un’ insieme di emozioni positive.
C’è un po’ di rammarico nell’aver perso la medaglia d’oro?
In tutte le competizioni che affronto sia da CT che da agonista, cerco sempre di dare il 300 % e soprattutto di vincere .Quindi noi siamo andati in Serbia per l’oro, ma a volte bisogna essere obiettivi, direi che la Francia era un passettino avanti visto anche i risultati degli under 18 e 23.
L’Italia ha pescato cercando di catturare dei pesci di minutaglia, molto presenti su questo campo di gara. Quindi fin da giovanissimi insegniamo ai nostri ragazzi questo tipo di tecnica, in cui noi italiani siamo maestri?
Si tutte e tre le categorie, abbiamo impostato la gara sui gardon, plaquette, persici reali e sole, ed alborelle sempre pescate sul fondo, noi siamo stati un pò più fortunati dei 18 e 23, comunque se guardi il risultato finale complessivo, dopo la Francia che ha fatto 2 ori ed un argento venivamo noi, con un argento, un quarto posto ed un sesto posto. Quindi se analizzi bene non eravamo molto distanti. Ti dico solo che nella seconda prova dopo un’ ora di gara, i nostri ragazzi erano davanti ai francesi di 10 /14 pesci e lo staff francese si è sintonizzato sul nostro canale di frequenza per ascoltare la nostra pescata. Noi ci adattiamo bene a tutti i tipi di pesca, però non abbiamo campi gara con gardon e di conseguenza facciamo fatica .
Quali sono i suoi futuri obiettivi con la maglia azzurra?
Un CT cerca sempre di migliorare le cose, l’obiettivo è sempre il podio più alto. Di cose ce ne sono tante da fare ed io e Francesco ce la mettiamo tutta. Vorrei dire un grazie con G maiuscola alla federazione, che si prodiga sempre per organizzare tutto al meglio, a Gianni Breda responsabile del settore giovanile che ci ha supportato e sopportato per tutto il mondiale ed ai miei colleghi : Guicciardi, Defendi, Teodoro, Ballabeni Vaselli ed a tutto lo staff, Domenico Luciano Benassi e Giusti Maurizio. Grazie di cuore!!
Grazie mille Michele per questa intervista ed in bocca al lupo per le prossime gare.
FRANCESCO VASELLI
Francesco, con te vorrei invece parlare nello specifico della gara. Intanto ti chiedo come ti è sembrato il Canal Steelworks?
Il canale è risultato all’ altezza di accogliere un Campionato del Mondo, sono presenti numerose specie di pesci, in prevalenza alborelle, gardon, plaquette e persici, ma anche carpe e carassi. E’ un campo gara diverso da quelli a cui siamo abituati in Italia, ci sono molte erbe, per cui i piccoli pesci tendono a trovarvi riparo e, conseguentemente, anche la pesca di questi è stata sulla corta distanza, intorno ai 5-6 pezzi. La corrente dell’ acqua è molto leggera, a volte impercettibile, dovuta esclusivamente ad una chiusa all’ estremità del canale, non molto profondo ed i ragazzi hanno pescato con la punta in 3 pz.
Avevate avuto qualche informazione prima della partenza?
Fortunatamente sono riuscito ad entrare in contatto con un garista serbo di buon livello nei mesi precedenti la gara, che mi ha tenuto informato sul canale e mi ha fornito preziose indicazioni sia sulle tipologie di pesca, sia sul materiale da preparare sia in termini di pasture che di attrezzatura.
Quali difficolta’ presentava ai garisti?
Le difficoltà maggiori derivavano dall’ incertezza della strategia, in quanto una carpa o un carasso potevano essere determinanti per la classifica, solo che non era affatto scontato né attaccarne né riuscire a prenderle, visto l’ abbondanza di erbe. La peschetta corta garantiva una certa quantità di pesce, che però difficilmente permetteva di vincere i settori, in quanto qualche nazione puntava ai pesci grossi e qualche garista ne prendeva. Inoltre andava cercato dove non erano erbe nel sottoriva, il rischio era quello di pescare su di esse, quindi sondare con accuratezza era importante.
Come avete affrontato la preparazione di questo 8° mondiale dell’Under 14 di pesca al colpo?
La preparazione è iniziata subito dopo lo stage, in quanto abbiamo indirizzato i ragazzi sulla pesca di piccoli pesci, in particolare l’ alborella. Quando siamo arrivati al mondiale in Serbia, abbiamo notato subito che di peschetta ce n’era molta, e quindi ci siamo concentrati molto su questa, anche perchè i ragazzi avevano bisogno di prendere la mano su una pesca non proprio semplice. Non abbiamo trascurato altre pesche, ogni giorno portavamo delle varianti alla ricerca di carpe e carassi.
Ed ora ci devi raccontare le due manche: come avete pescato, pasturazione, lenze ecc…?
La prima manche l’ abbiamo affrontata pescando a 5/6 pezzi, in base alla disposizione delle erbe, con lenze da 0,50 a 1 gr. Con piombature basse, finali da 10 cm. e ami del 22-24, pescando filo fondo con 1 solo piccolo ver de vase innescato a metà. Pasturazione effettuata con scodello, con della terra, con fouilles e pastura. I pesci erano molti ma piccoli, dovevamo stare attenti a non perdere il ritmo delle mangiate, pasturando al momento giusto. I ragazzi sono rimasti concentrati ed anche se alcuni hanno avuto qualche momento di difficoltà iniziale, hanno saputo riprendersi bene e un pescino alla volta hanno trovato un buon ritmo. Tutti hanno fatto dei buoni piazzamenti, senza nessun pesce importante, come previsto i settori sono stati vinti principalmente con delle carpe, ma alla fine in classifica abbiamo conquistato il secondo posto dietro la Francia. Le nazioni che hanno impostato la gara su pesci grossi hanno avuto ragione in alcuni settori, ma in altri hanno riportato brutti risultati. I nostri piazzamenti hanno portato un bel risultato complessivo. I francesi su questa tipologia di pesca si sono rivelati molto avanti.
Prima della seconda manche eravamo consapevoli che per superare la Francia, non sarebbe bastata la peschetta a 5-6 pz., ma ci voleva qualche pesce di taglia. Eravamo pronti a cercare di consolidare la posizione e se ci fosse stata l’ opportunità di uscire a 10 mt. e cercare qualche bel pesce. In realtà, partendo sempre a 5/6 pz., siamo andati molto bene la prima ora, tanto che credo fossimo riusciti a superare i francesi. Poi la gara ha cambiato volto, noi abbiamo avuto un rallentamento mentre la Francia ha accelerato. Durante l seconda ora abbiamo avuto un po’ di difficoltà, abbiamo perso qualche posizione, abbiamo capito che la Francia era lontana e quindi ci siamo difesi dal ritorno di altre nazioni, in particolare la Polonia. Per difendere la posizione l’ ultima ora siamo andati ad alborelle con 6 pz. di canna, con pastura specifica con molto colorante rosso, con lenze da 4×16, con mezzo metro d’acqua ed abbiamo fatto quei 200-300 grammi ,che ci hanno fatto chiudere al secondo posto di giornata.
Con il “senno di poi”, credi che avreste cambiato le vostre impostazioni di gara per conquistare la vittoria?
No, l’ impostazione era giusta, questa pesca però più la fai e meglio la fai, per cui sicuramente il modo per prenderne di più c’è, i francesi lo hanno dimostrato. Abbiamo riflettuto ed alcune cose potevano essere fatte meglio, ma la prima posizione era lontana. Loro questa pesca la conoscono meglio di noi, c’è poco da fare, non abbiamo campi gara simili in Italia.
Tu che sei papa’ di due splendidi bambini, hai avuto difficolta’ nel gestire dei ragazzi che comunque sono in un’eta’ “vivace”?
Questi ragazzi erano semplici da gestire, ben educati e hanno fatto un bel gruppo, si sono aiutati ed al di là del risultato, hanno dimostrato serietà de hanno ascoltato le nostre indicazioni. E’ stato un piacere seguirli.
Cosa mi dici del CT Natali?
Michele Natali si è dimostrato capace di motivare e preparare i ragazzi, senza fargli sentire troppo la pressione di un mondiale. Al di là delle sue grandi capacità di comprendere la pesca, credo che la sua maggior qualità sia stata quella di saper rimanere lucido durante le gare e quindi di saper fare le scelte migliori anche sotto pressione. Per un CT credo sia una qualità indispensabile, perchè momenti difficili in gara prima o poi si presentano, essere in grado di gestirli non è da tutti.
E cosa ti porti dentro di questa esperienza?
Il grande spirito di gruppo, non solo della nostra squadra, ma anche con le altre due nazionali con le quali abbiamo collaborato e preparato le gare. Guicciardi, Defendi, Teodoro, Ballabeni sono persone con cui si può collaborare e scambiare opinioni e, seppur ognuno prende le proprie decisioni, è importante. E poi l’ enorme gioia di salire sul podio con questi ragazzi.
A Natali ho chiesto i pregi di ogni ragazzo, invece a te chiedo di dare un consiglio ad ognuno di loro in base alla conoscenza che hai dei rispettivi caratteri?
Bene, allora ti dico che ad Edoardo Saggioro e Nicholas Vaccar,i consiglierei di provare a fare le gare con la propria testa, seguire i consigli ma imparare a gestirsi da solo le gare. Ad Andrea Zagli, di credere di più nelle proprie capacità, che sono molte, mentre ad Alessandro Lorenzini e Cristian Corradi, direi di rimanere umili e di cercare di non strafare, che la strada è ancora lunga!
Ti ringrazio Francesco per essere sempre cosi’ disponibile, alla prossima!