CAMPIONATO ITALIANO IND. FEEDER: IL COMMENTO SULLA FINALE DI PESCHIERA
Il Mincio a Peschiera non ha bisogno di presentazioni, è da sempre il campo gara più bello e tecnico d’Italia e sempre difficile da affrontare.
Da un po’ di anni anche il feeder ha trovato spazio su questo fiume e dopo la gara del CIS del 2014 il Comitato di Settore ha portato sulle rive della quarta zona i finalisti del campionato italiano individuale arrivati fin qui dopo la prima prova della Fiuma Mandria e Lago di Corbara.
Qui, dove scorre l’acqua più trasparente d’Italia, si possono applicare diverse varianti tecniche, e un solo errore nell’approccio rischia di castigarti duramente.
Prima della prova finale, la terza per la precisione, al comando da solo a punteggio pieno c’era Mauro Felicani e ad inseguirlo un gruppetto formato da Casale, Mazzetti e Canaccini.
Ma l’ultima prova aveva la variante del quoziente di calcolo, che dopo l’1,5 di Corbara, era diventato 2.
Dai giorni di prova si era capito che la pescata del 2014 non c’era più, la pesca in calata o quella a passare con pasturatori leggeri, ma sembrava che pagasse meglio un approccio più statico con l’attesa della mangiata senza fare cose particolari.
Anche nel feeder, come nel colpo, il segreto per fare una bella pescata era quello di individuare un fondo pulito dove impostare la gara e la pasturazione.
Chi ha trovato queste zone pulite da erba a 30 metri, chi a 40, chi a 25, ha potuto fare qualche cattura ma a tutti il pesce ha risposto.
Pesci difficili, diffidenti, e quei pochi ammucchiati in alcune zone del campo gara.
Ad esempio c’è chi ha visto diverse mangiate e altrettanto lenze strappate da carpe come nel caso del campione italiano uscente Massimo Vezzalini che ne ha perse circa una decina.
Invece c’è chi di carpe ne ha prese poche ma buone come nel caso del concorrente di Grosseto Diego D’Oriano che ha portato alla pesa una big carp da 6 chili.
Comunque l’approccio adottato dalla maggioranza dei concorrenti è stato quello di fare un po’ di fondo iniziale con bigatti incollati fermati da pastura nel cage e all’amo del 12 legato sul finale del 18 4-5 bigattini bianchi e arancio oppure caster e pastura al formaggio.
In ogni caso i picchetti andavano interpretati sia quelli con la canna sotto che quelli aventi la pulita.
Qualcuno però ha dimenticato che nonostante l’acqua ferma in superficie il fiume sotto ha una sua corrente che richiede una continua pasturazione e se qualcuno l’ha trascurata ha finito per danneggiare se stesso e il suo vicino a valle.
C’è chi ha preferito pescare con degli open-end con colla dentro e chi ha preferito usare del block-end con bigattini sfusi dentro.
I pasturatori maggiormente usati sono stati proprio questi due con l’aggiunta dei cage leggeri per fare un tentativo di pesca in calata.
Da quello che si è potuto vedere da sopra girando lungo i 4 settori i cavedani sono stati catturati da chi ha pescato a caster con una pastura abbastanza bagnata per fare la scia e pescare dentro con un casterone o due caster ma anche chi è partito subito a bigatto in colla ha preso qualche pesce ma poi ha avuto anche lunghe soste e non ha avuto quel riscontro desiderato.
Alla fine chi ha messo in nassa i cavedani ha fatto la gara come Angelo Cantoni strepitoso a recuperare un bel piazzamento nonostante una big carp da 6 kg. che faceva paura.
Bella pescata anche di Manuel Marchese il quale, dall’alto della sua esperienza, vince il settore con dei cavedani da fotografia pescando a spalla di Marco Mazzetti oggi terzo con meno pesci e più piccoli del Bolzanino.
Ma nello stesso settore sbuca quatto quatto Mario Casale il quale riesce a sfilare nella parte finale di gara alcuni cavedani che lo piazzano al secondo posto di settore e in virtù dei risultati degli avversari chiude al primo posto della classifica progressiva il che significa per lui titolo di Campione d’Italia.
Il capoclassifica dopo Corbara, Mauro Felicani, non replica alle belle prove precedenti ed incappa in una giornata sfavorevole dove il pesce mancato nella prima parte di gara lo ha costretto a fare una gara d’attacco nella seconda parte, per cercare una carpa, ma il vettino non gli è mai partito.
Peccato perché a Mauro bastava un pesce per cambiare la storia di questo suo campionato.
Al termine di questo italiano la classifica assegna così i posti per entrare nel gruppo che parteciperà alle selettive per entrare in nazionale.
Entrano nel giro i primi cinque che in virtù di alcuni già dentro, il ripescaggio si allunga fino al settimo posto occupato da Ferri.
Entrano così, oltre ai nazionali, anche Mario Casale, Cantoni, Morandi, Furlan, e appunto Ferri e altri due per scelta tecnica fino al 15° classificato.
Nei prossimi giorni torneremo su questo campionato con le interviste di Natascia Baroni.