ATTENTI A QUEI DUE: “IL GIOVANE CORRE VELOCE MA IL VECCHIO E’ SAGGIO E CONOSCE LA STRADA”

LA STORIA DI “ATTENTI A QUEI DUE”

Ed è sempre stato così, fin dalla notte dei tempi un copione a senso unico, tanto che si era quasi deciso di interrompere le sfide perché ormai un risultato già scritto non avrebbe più destato interesse. Un po’ come una sfida Real Madrid-Gambettola, la prima volta può interessare la novità, ma poi….

E poi…. l’irreparabile. Accade che a causa di una serie indicibile di circostanze il giorno 01/01/2014 finalmente lo Scarponi riesce per la prima volta nella sua vita a battere la sua bestia nera.

Da quel giorno in poi mille richieste di rivincita sono state fatte ma il buon Alessandro si è sempre guardato bene dall’accettarle vivendo di rendita per un intero anno su quell’unica vittoria. ma i giorni ormai sono terminati ed il primo dell’anno si avvicina… Lo Scarponi prova in tutti i modi ad accampare scuse, l’ultima della serie un fantomatico mal di schiena…

Ovviamente il buon Luca non ci sta ed ha addirittura accettato una sfida da effettuarsi con la sola punta della roubasienne per andare incontro alle difficoltà fisiche dell’anziano avversario.

Cosa si inventerà ancora per allontanare la sfida? Ormai le scuse sono terminate ed è giunta l’ora della resa dei conti… il povero Scarponi non ha più scampo…

La sfida del 1 gennaio 2016: lago Cà Romano, luogo Montefeltro.

LA VERSIONE DI ALESSANDRO…

Dunque dove eravamo rimasti… la sfida tra Alessandro e Luca sono riprese.

Dopo un anno di pausa, a causa di un problema fisico (ernia del disco) accaduto ad Alessandro proprio mentre si stava preparando per il match del 1 gennaio scorso, la competizione per sancire la supremazia tra i due è ripresa il 1 gennaio 2016.

Erano mesi che si attendeva questo scontro dopo le prime due disputate, il 1 gennaio del 2013 a Migliarino in darsena dove vinse Caslini con non poche polemiche accusato da Alessandro per avere alterato il conteggio finale delle plaquette (una, due, tre , quattro, cinque e giù il pese nel canale ma in mano ne aveva solo tre o quattro) , sei sette, otto, nove , dieci e giù il pesce nel canale ma in mano altre tre o quattro.

Da uno che nella vita ha manipolato solo soldi in Banca ti puoi aspettare di tutto.

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Poi arriva il 1 gennaio 2014 al lago Savio di Cesena dove a vincere senza se e senza ma fu Alessandro grazie ad una grande performance con la pesca dei carassi con la roubaisienne. Doveva essere il Lago di Luca che lo frequenta spessissimo perché vince sempre facile ma poi ha dovuto suo malgrado incontrare uno più forte di lui e così la sconfitta sonante patita quel giorno lo ha chiuso in un silenzio durato qualche settimana. mah!!

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Detto del 1 gennaio 2015 non disputato a causa dell’ernia passiamo quindi alla sfida del primo dell’anno 2016.

Ancora una volta è stato Luca a scegliere il post, i più forti lasciano sempre ai novellini queste incombenze, un laghetto a pochi km da casa sua dove ci aveva già pescato numerose volte a differenza di Alessandro.

Il lago scelto è situato nell’alto appenino del Montefeltro, precisamente nel comune di Pennabilli, dove ha vissuto il famoso poeta Tonino Guerra,

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la frazione dove ha sede il laghetto è Cà Romano, luogo difficile da raggiungere incastonato all’ombra del monte Carpegna  nel confine tra le regioni Emilia Romagna, Toscana e Marche.

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Ale: “Luca allora andiamo nel laghetto vicino a casa tua?”

Luca: “si , è a soli cinque minuti di macchina ed è pieno di carpette e carassi”

Ale: “ok allora ti raggiungo ma prima vorrei prendere un buon caffè”

Luca: “tranquillo, ci sono tanti bar lungo la strada”

E così alle dieci del mattino puntuale come un orologio svizzero Alessandro arriva al luogo dell’appuntamento fissato e Luca gli fa segno di seguirlo in auto.

Parte da li un tour tra i monti del Montefeltro con sconfinamento in diverse regioni tra le quali Romagna, Toscana, Marche e forse anche Abruzzo.

Si sale tra strade impervie e si ridiscende passando tra boschi oscuri , si scavalca un monte e poi un atro, finiscono le case, nei dintorni solo prati pascolo e boschi.

Ad un certo punto Luca si ferma e riferisce di essersi perso, tant’è che nemmeno con la consultazione del navigatore satellitare si riesce ad individuare la giusta direzione.

Alessandro mostra sintomi di mal di auto, senza caffè e con tutte quelle montagne russe fatte il disagio fisico è palese.

Inizia così a farsi strada la sensazione che il Luca abbia organizzato volutamente questo giro turistico tra i monti del Montefeltro per frastornare il suo temibile avversario sapendo il punto debole di mal d’auto di Alessandro.

Altre curve da affrontare e all’improvviso si ridiscende un calanco ripido dove si scorge un gregge di pecore che ci guardano stupite probabilmente per aver visto un’auto che da quelle parti forse erano mesi che non passava.

E dopo l’ennesima curva finalmente appare una boschetto che circonda un laghetto meta del match del capodanno.

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Bello il posto, senza dubbio, ma ad Alessandro sorge un altro interrogativo..

“come avrà fatto Luca che è di Milano, adottato dalla Romagna per ragioni sentimentali, sapere dell’esistenza di questo lago disperso tra i monti dove di solito vanno ad abbeverarsi solo mucche, pecore e ungulati vari? Mah!!  “

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Luca scende per primo dall’auto e come usa fare scruta il lago per decidere le postazioni di pesca..

Luca: “ci mettiamo sull’altra sponda dove batte il sole – dice senza esitazione – perché è comodo e con l’auto dietro la schiena”

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Alessandro osserva il lago, scruta, studia l’ambiente, e poi si avvicina a Luca il quale ovviamente aveva già scaricato paniere e accessori vari con una velocità da parrucchiere cinese.

Apre la roubaisienne, canna molto familiare per Luca ma decisamente meno per Alessandro visto l’attività vocata al feeder e da poco anche al mare dalla scogliera che ha preferito negli ultimi anni.

Si parte a 11,50 mt. di distanza dove la profondità del lago è sui tre metri, acqua di vetro e leggermente mossa grazie ad un torrentello che immette acqua di continuo.

Ovviamente Luca sapendo della corrente dell’acqua si è appositamente posizionato a valle di Alessandro per sfruttare la scia della pasturazione, e questo non è un particolare di poco conto.

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Lenze da 4×12 e terminale finissimo dello 0,7 per Luca mentre Alessandro decide di stare più sostanzioso con filo del 0,9 e galleggiante da 4×14 visto la profondità del lago.

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Si parte con una fiondata leggera di bigattini ma di abboccate nessun segno. Alessandro inizia a preoccuparsi e chiedo a Luca se il pesce è sicuro che sia presente in questo lago.

Luca: ” ma scherzi? ci sono venuto diverse volte e ho sempre fatto un pesce al giro”..

Sono entrambi concentrati allo spasimo, anche la taratura del galleggiante è da “vedo non vedo” come si usa fare nei laghetti in inverno.

Il sole è alto e l’aria frizzante unitamente al colore verde bottiglia e trasparente dell’acqua tanto da lasciare immaginare una mattinata difficile e la paura di un cappotto aumenta minuto dopo minuto.

Non sarebbe un problema chiudere una pescata con un cappotto ma il primo giorno dell’anno no!! porterebbe male tant’è che c’è anche un detto assai conosciuto dai pescatori recita così: chi non bolla il primo dell’anno non bolla per tutto l’anno.

Bisogna fare di tutto per scappottare e poi c’è la sfida con l’avversario ma….

Ad un certo punto Alessandro interpreta un segno del galleggiante che non è una mangiata ma nota un movimento strano e così decide di alzare la lenza come per dare un invito e ……sente una trattenuta e così la ferrata è immediata.

Parte l’elastico e solo allora si apre un nuovo mondo davanti, c’è un pesce in canna e che pesce! Si passa subito dalla depressione all’euforia!!

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Alessandro con la coda dell’occhio prova a leggere l’espressione sul volto del suo avversario e nota una leggera smorfia di dolore mista a dispiacere…

Ale: “Luca come va?”

Luca: “Ho freddo alle mani e poi vedere te con un pesce in canna mi rendo conto che non c’è più religione. Hai alzato la canna e il pesce ha preso te, incredibile, in fatto di fondoschiena non ti batte nessuno”.

Alessandro gongola appena la carpotta da mezzo chilo entra in guadino e inizia la rumba degli sfottò con Alessandro che allunga il guadino verso Luca per fargli vedere com’è fatto un pesce.

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Ale ci sa fare, si vede che ha nelle braccia decenni di pesca con il palo, perché nella pesca non conta con quale tecnica peschi ma quanta esperienza puoi far valere per avere la meglio sul pesce e sull’avversario.

Luca non ci sta, arranca nervoso e finalmente gli parte il galleggiante e questa volta a finire in nassa è un carassiotto.

Uno a uno.

Si continua con la gara con catture che finalmente si susseguono, occorre pescare bene, sono pesci sospettosi, non sono abituati a vedere due pescatori caciaroni sull’argine.

Però i bigattini, poco conosciuti da quelle parti, stanno facendo la loro parte e le carpotte e i carassi sembrano gradirli.

Luca è lezioso, fionda con una perfezione inusuale e riesce a catturare altri pesci tra cui due carpotte discrete.

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Luca è velocissimo a salpare, innescare e allungare la lenza, è molto più giovane di Alessandro e quindi ci sta che l’azione di pesca sia molto più rapida di quella di Alessandro che sornione cura di più i particolari, sa sempre come far girare la lenza sul fondo, aggiusta l’asta con del grasso, modifica l’appoggio e sollecita la lenza con continui inviti per invogliare il pesce ad abboccare.

E infatti un’altra carpa finisce subito nelle mani di Alessandro e poi nella nassa insieme ad altri pesci.

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L’esperienza che possono vantare solo quelli che hanno dalla loro tanti anni di pesca sulle spalle permette di trovare sempre l’accorgimento per catturare un pesce in più.

E così ritorna in auge un vecchio proverbio che fa proprio al caso dei due antagonisti:

“IL GIOVANE CORRE VELOCE MA IL VECCHIO E’ SAGGIO E CONOSCE LA STRADA”

Alla fine termina la gara con Luca che conta sette pesci mentre Alessandro ne conta ben 12. Luca vanta due carpotte ma anche Alessandro ne ha due belloccie e pure altri pesci discreti.

Ale: “Luca mi dispiace ma anche questa volta ti ho dato la paga e devi indossare le orecchie d’asino”.

Luca: ” mi dispiace la gara era a peso e quindi vinco io perché ho due pesci più grossi dei tuoi”

Ale: “si va bene ma allora tira fuori la bilancia per sapere chi l’ha spuntata”

Ma purtroppo la bilancia stranamente il Luca l’aveva dimenticata a casa, (disattenzione strategica?) e così si può procedere solo con un peso di massima approssimazione.

Ma a numero di pesci la sfida l’ha vinta Alessandro per 12 a 7 e per il peso ci rimettiamo al giudizio dei lettori che possono fare una stima guardando le foto delle due pescate alla fine dell’articolo.

LA VERSIONE DI LUCA…

La versione di Luca è sicuramente più sintetica e meno prosaica rispetto a quella del socio più anziano. D’altronde Luca è forte di un risultato schiacciante e non ha bisogno di tanti giri di parole per intorbidire acque limpide e un risultato cristallino.

In ogni caso appuntamento alle ore otto circa a casa di Luca che riferisce: “a causa di impegni famigliari dovrò andare via presto, e a causa di questa fretta saremo costretti ad andare in un laghetto poco distante da casa mia. Ci sono stato solo una volta a fare un pic nic con la bambina ma mi hanno riferito che è pieno di pesce”.

Alessandro si presenta con tempismo perfetto, peccato che nel moderno orologio abbia inserito il fuso orario delle isole Samoa ed arriva alle ore 10:30 orario di Maiolo e chiede anche la sosta caffè. Purtroppo nella breve strada che separa casa di Luca dal laghetto vi è solo un bar con un inequivocabile cartello “1 gennaio chiuso”. Niente caffè.

Da parte di Luca la voglia di pescare è irrefrenabile, dopo una vittoria di Alessandro in circostanze particolarmente fortunose sono ormai tre anni che aspetta questo momento e Alessandro per rendere la sconfitta meno sonora è arrivato in mega ritardo riducendo così i tempi della competizione.

Luca non ha la canna perché ha venduto la sua ed è in attesa dell’arrivo della nuova. Chiede più volte ad Alessandro di dargli il suo muletto ma Alessandro stranamente temporeggia tant’è che Luca si stupisce di questa cosa: dopo anni di amicizia tentenna prima di prestarmi la canna da pesca? Dopo un po’ si capisce la prima scorrettezza: Alessandro sta già pescando e pasturando e solo in quel momento concede l’utilizzo della canna a Luca che deve ancora preparare tutto mentre l’altro è già in pesca. Eh già, il vecchio conosce la strada verso “imbroglio city”, e la conosce pure bene!

Il pesce inizialmente non risponde ed Alessandro chiede lumi a Luca che purtroppo tentenna: “Ale non saprei, non ci ho mai pescato, questo posto me l’ha consigliato un amico”, segno tangibile della non conoscenza di entrambi del luogo di pesca.

Ad un certo punto Luca si gira e vede Alessandro tirare la canna verso l’alto con l’elastico che fuoriesce dalla punta. Sta per dire “ho preso nel fondo” quando si accorge di un fondo che si muove. A quel punto piazza la ferrata (ma cosa ferra a fare che aveva già fuori un metro d’elastico ed il pesce era attaccato da un ora?) e comincia a gongolare sulla sua conoscenza dei laghetti selvatici.

Il pesce è arrivato e le catture si susseguono più o meno con lo stesso ritmo, solo che Luca cattura pesci di taglia più che discreta mentre Ale solo pescetti. “Cosa inneschi? Quanto appoggi? Che terminale hai?”. “Ale, hai un amo del 18 e filo dello 0,11 innescando tre bigatti: come potrai mai prendere pesci grossi che sono più sospettosi dei piccoli?”. “Ma questo è un lago selvatico, i pesci non conoscono fili e ami ma solo il cibo, vedrai che tra un po’….”

Tra un po’ Luca smonta l’attrezzatura e riconsegna la canna ad Alessandro. Deve partire con la bimba verso Milano per andare a trovare i nonni e non vuole viaggiare col buio per paura della nebbia.

La sfida è palesemente vinta da Luca che chiede ad Ale di tirar fuori la bilancia nuova che ha appena comprato. “Noooo, l’ho dimenticata a casa”, questa la risposta del vecchio volpone che crede di poter fare qualcosa, ma la la differenza è talmente schiacciante che non c’è davvero gara.

Nel frattempo Luca ha già acceso l’auto ed attende di partire ma Alessandro continua a pescare e catturare del pesce.

“Puoi pescare ancora due giorni che non me le recuperi più quelle belle carpotte”, dice Luca.

“Ma come, non lo sai che la sfida è a numero?” risponde la vecchia volpe.

Incredibile, pescando dieci minuti in più all’inizio e mezz’ora in più alla fine riesce a catturare 11 pescetti contro gli otto di Luca e pretende di essere il vincitore. Incredibile la sfrontatezza di questi anziani!

La morale è: il giovane corre veloce ma il vecchio…. fa buon brodo! Ale, la prossima volta la sfida falla contro un cappone!

 

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SENSAZIONALI RIVELAZIONI ……

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